746 research outputs found

    Extramedullary Disease in Acute Promyelocytic Leukemia: Two-In-One Disease

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    In acute promyelocytic leukemia (APL), extramedullary disease (EMD) is particularly rare and shows special clinical and biological features. It is estimated that about 3–5% of APL patients will suffer extramedullary relapse. The most common site of EMD in APL is the central nervous system (CNS). At present, there are still many issues of EMD in APL needing further clarification, including pathogenesis, risk factors, prognosis and treatment. A better understanding of the biological mechanisms underlying EMD is important to be able to devise more effective CNS prophylaxis and induction-consolidation therapeutic strategies

    18F-FDG PET/CT demonstrated renal and hepatic cyst infection in a patient with autosomal dominant polycystic kidney disease

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    Infection of renal or hepatic cyst is a serious complication of autosomal dominant polycystic kidney disease (ADPKD) and early diagnosis is crucial for the correct management. We report a case of 64-year-old male with ADPKD, who required renal transplantation some years before, with recent recurrent episodes of fever and abdominal pain, who underwent 18F-FDG PET/CT twice at 18 months intervals, after not conclusive conventional imaging studies (CT, ultrasonography). 18F-FDG PET/CT has proven to be a useful method for the diagnosis of renal and hepatic cyst infection in a patient with ADPKD and for the subse­quent management

    Analisi degli effetti citotossici del diclofenac in linee cellulari di melanoma umano

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    Il melanoma è un cancro cutaneo molto aggressivo, la cui incidenza è in crescente aumento negli ultimi anni, soprattutto nelle fasce di popolazione più giovani. La risposta infiammatoria acuta, che si registra dopo l’escissione del melanoma primario, può influenzare l’attivazione e/o la regolazione dell’invasione e della metastasi del melanoma. I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), molto diffusi nella terapia clinica come inibitori delle ciclossigenasi, sono molecole che hanno anche un effetto citotossico su alcune linee cellulari tumorali, e per questo motivo è stato considerato un loro possibile impiego farmacologico in combinazione con le radio/chemioterapie tumorali convenzionali. Il diclofenac, in particolare, che è uno dei FANS più usati nella terapia clinica, ha un effetto antiproliferativo su varie linee cellulari tumorali, attraverso un’alterazione dell’equilibrio redox intracellulare. È stato valutato il potenziale antineoplastico del diclofenac in linee cellulari umane di melanoma A2058 e SAN, paragonando i risultati ottenuti con una linea cellulare umana di fibroblasti non maligni, BJ-5ta. Particolare attenzione, è stata rivolta ai processi che inducono la disfunzione mitocondriale. L’analisi mediante microscopia a contrasto di fase delle cellule trattate con diclofenac, ha evidenziato i tipici cambiamenti morfologici che insorgono nel corso dell’apoptosi. Questi effetti sono evidenti nelle due linee di melanoma A2058 e SAN, dopo 24 ore di trattamento con diclofenac, mentre nessun cambiamento sostanziale è visibile nelle cellule BJ-5ta. Per verificare la natura (apoptotica o necrotica) degli effetti morfologici indotti dal diclofenac nelle cellule A2058, SAN e BJ-5ta, l’apoptosi è stata monitorata mediante incorporazione di ioduro di propidio, seguita da analisi citofluorimetrica. In questo modo è stato osservato che il trattamento con diclofenac induce un incremento dell’apoptosi nel tempo, principalmente nelle due linee cellulari di melanoma. È stata, inoltre, misurata l’attività di caspasi-3 nel corso del trattamento con diclofenac. Mediante analisi spettrofluorimetrica è stato evidenziato un netto aumento dell’attività enzimatica di caspasi 3 negli estratti cellulari delle cellule A2058 e SAN. L’analisi del rapporto tra i livelli intracellulari di bcl-2 e bax, ha confermato l’effetto pro-apoptotico del diclofenac. Infatti, esperimenti di western blotting, hanno mostrato una riduzione dei livelli di espressione di bcl-2 soltanto negli estratti proteici delle cellule A2058 e SAN trattate con il farmaco. Nelle cellule BJ-5ta trattate con diclofenac, invece, è stato evidenziato un aumento dei livelli proteici di bcl-2. Questi dati suggeriscono che le linee cellulari di melanoma, A2058 e SAN, sono più sensibili all’effetto pro-apoptotico del diclofenac, rispetto alla linea di fibroblasti normali, BJ-5ta. L’enzima SOD2 è uno dei più importanti regolatori dell’equilibrio redox cellulare, e in particolar modo dell’omeostasi redox mitocondriale. Sono stati valutati eventuali cambiamenti nei livelli intracellulari dei ROS utilizzando le sonde fluorescenti diidroetidio (DHE), che permette di misurare i livelli di anione superossido, e diclorofluoresceina diacetato (DCFH-DA), che permette di misurare i livelli intracellulari del perossido d’idrogeno e di altri ROS derivati dal superossido. L'analisi con DHE ha mostrato un incremento d’intensità di fluorescenza precoce solamente nelle linee cellulari di melanoma umano. Diversamente, nei fibroblasti BJ-5ta, il farmaco non provoca incrementi significativi dei livelli di superossido; piuttosto, è stata osservata una riduzione dei livelli di superossido dopo 15 minuti di incubazione con diclofenac. Per quanto riguarda la misurazione dei livelli di ROS intracellulari con DCFH-DA, è stato possibile osservare un aumento dell’intensità di fluorescenza solamente dopo un’incubazione più lunga con il diclofenac sia nelle cellule A2058 che nelle SAN. Parallelamente non è stato registrato nessun aumento dei livelli di ROS nelle cellule BJ-5ta durante il trattamento con diclofenac. Sono stati valutati, inoltre, i livelli di espressione proteica e di attività della SOD2 nel nostro sistema sperimentale ed è stato osservata una riduzione dose/tempo-dipendente dei livelli proteici e di attività della SOD2 nelle linee cellulari di melanoma, mentre nessuna variazione è stata riscontrata nelle cellule BJ-5ta. Le cellule sono state, inoltre, trasfettate con siRNA specifici per il messaggero della SOD2 e successivamente incubate per 24 ore con diclofenac. È stato verificato che in assenza di trattamento con diclofenac, il silenziamento della SOD2 non ha effetti significativi sull’induzione dell’apoptosi, mentre, dopo trattamento con diclofenac, l’effetto proapoptotico è amplificato significativamente in entrambe le linee cellulari di melanoma. È stato quindi approfondito il coinvolgimento del mitocondrio nel meccanismo attraverso cui il diclofenac induce l’apoptosi nelle cellule di melanoma, valutando i livelli di alcune proteine tipicamente mitocondriali come citocromo c e SOD2. In estratti proteici cellulari differenziali citosol/mitocondrio, è stato osservato che, in seguito a trattamento con diclofenac per 24 ore, citocromo c trasloca da mitocondrio a citosol, evento tipico che avviene durante l’induzione dell’apoptosi intrinseca. Contemporaneamente è stata osservata anche un’alterazione della localizzazione subcellulare della SOD2, con un significativo aumento della proteina nella frazione citosolica. Questo stesso risultato è stato osservato in entrambe le linee cellulari tumorali di melanoma A2058 e SAN, mentre non è stata osservata nessuna variazione della localizzazione delle due proteine nei fibroblasti non tumorali BJ-5ta. Ad ulteriore conferma di questo dato interessante riguardante SOD2, sono stati eseguiti degli esperimenti di immunofluorescenza, in seguito a trattamento con diclofenac per 24 ore. È stato possibile confermare, tramite microscopia confocale, l’effettiva traslocazione di SOD2 dal mitocondrio al citosol nelle cellule tumorali di melanoma A2058 e SAN, mentre non sono state osservate variazioni, nei fibroblasti non tumorali BJ-5ta. È stata, infine, dosata l’attività enzimatica della caspasi-9 attraverso un dosaggio spettrofluorimetrico. Il trattamento con diclofenac per 24 ore, provoca un incremento significativo dell’attività della caspasi-9 in entrambe le linee cellulari di melanoma, ma non nella linea di fibroblasti non tumorali. Considerando la totalità dei dati raccolti, è possibile quindi affermare che il trattamento con diclofenac delle linee cellulari di melanoma A2058 e SAN, inficia la funzionalità mitocondriale, inducendo l’apoptosi attraverso l’attivazione della via intrinseca, mentre gli effetti sui fibroblasti non tumorali BJ-5ta, sono scarsi o nulli. Questi dati aumentano le conoscenze sugli effetti esercitati dal diclofenac e suggeriscono l’implementazione di nuovi trattamenti antineoplastici, che potrebbero essere basati sul ruolo fondamentale che esercita il mitocondrio nello sviluppo tumorale. In ragione di queste considerazioni si potrebbe considerare di sviluppare nuovi trattamenti diretti contro SOD2

    FROM IMPROVISATION TO STANDARDIZATION FOR ACHIEVING A BETTER QUALITY OF CARE: A COUNTERINTUITIVE INTERPRETATION OF DISEASE MANAGEMENT AND ITS IMPLICATION ON HELTHCARE INFORMATION SYSTEMS

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    In this paper the main assumption and components of the Disease Management approach and programmes are discussed and interpreted on the basis on the classical theory of J.D. Thompson. Such interpretation would allow to highlight a counter-intuitive aspect of the approach: in a sector usually considered as the prototype of the intensive technology, the DM promises to shift to mediating technologies introducing a tighter, standard regulation allowing not only cost-cuttings, but also higher quality perceived by patients. These considerations will be instrumental to discuss the implication of Disease Management strategies in action in respect with the functional aspects of Healthcare Information Systems. Adopting the classification of the core capabilities of an EHR-S provided by Tang, the specific features of DM-S, suitable to properly exploit the ICT to support DM programs, will be highlighted. Some consideration on the current stage of the IGEA project, i.e. the sole nationwide Disease Management program being conducting in Italy, will conclude the paper

    Organizational choices and occupational health and safety risks prevention. An interpretation of Italian regulations

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    The social and economic costs of risks produced by organizations are becoming more and more evident and relevant. Enterprises are expected (and, sometimes, obliged) to become able to efficiently manage the risks they induce: industrial hazards, financial uncertainty, environmental risks, risk to safety and health in the workplace, etc. By adopting an organizational perspective, this contribution investigates the approaches to Occupational Health and Safety risks prevention that are promoted by the law (specifically, by Italian law). The goal of this paper is then to discuss the consistency of the norms with respect to the objectives of risks prevention and to understand their actual and potential impact on business practices

    Incidental thyroid 99mTc-MDP uptake in a patient affected by differentiated thyroid cancer

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    We report a case of incidental uptake of 99mTc-methylene diphosphonate in the thyroid in a 62-year-old female with a history of breast cancer treated with quadrantectomy, chemotherapy and radiotherapy, who underwent total-body-bone scintigraphy during follow up. Planar scintigraphy was followed by neck SPECT-CT that demonstrated an area of increased tracer uptake in the neck at the left lobe of the thyroid. Neck ultrasonography showed a nodule corresponding to SPECT-CT finding and the ultrasound-guided fine needle aspiration documented the presence of papillary carcinoma. The patient underwent total thyroidectomy and ipsilateral lymphadenectomy; histological examination confirmed the presence of a papillary carcinoma and the patient underwent ablation therapy with iodine-131

    Supramolecular organization of new chiral π-conjugated oligomers: synthesis and spectroscopic study

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    π-Conjugated polymers and oligomers are widely used as organic semiconductors in devices such as field-effect transistors (OFET), light-emitting diodes (OLED) and solar cells (OPV)1; in the last years, a very important role in this field has been played by olygothiophenes2. Their optoelectronic properties (structure of the absorption bands, fluorescence efficiency, charge and exciton transport) depend not only on the chemical nature and the conformation assumed, but also on their supramolecular organization in the solid state. In particular, the introduction of chiral groups can be used to drive their self-assembly. We shall summarize our recent results about the supramolecular aggregation of three new chiral π- conjugated oligomers, consisting of an aromatic central ring (1,4-hydroquinone, benzo[1,2-b:4,5-b′]dithiophene- 4,8-diol, 1,4-diketopyrrolo[3,4-c]pyrrole) functionalized with two (S)-3,7-dimethyl-1-octyl groups and connected to two 2,2'-bithienyl units. In particular, we shall discuss: a) the synthetic route developed for the preparation of these new molecules;b) the characterization of their supramolecular aggregates in solution and of their thin films through optical (UV-VIS, fluorescence) and chiroptical (electronic circular dichroism) spectroscopies, in connection with optical microscopy investigation

    Primary nasal-ethmoid choriocarcinoma detected by 18F-FDG PET/CT: a rare tumor with complete remission

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    Choriocarcinoma is a highly malignant and rare tumor characterized by secretion of the beta-subunit-of-humanchoriogonadotropin (β-HCG). We report a case of primary nasal choriocarcinoma with good response to chemotherapy. A 36-years-old woman gravida 0 and with history of 4 spontaneous abortion, in December 2018 referred to Otorhinolaryngology Department for repeated episodes of epistaxis. Cervical Magnetic Resonance Imaging (MRI) revealed a tumor mass involving right nasal cavity, right ethmoid, sphenoidal and maxillary sinuses. For a differential diagnosis between metastatic gestational choriocarcinoma and primary choriocarcinoma in January 2019 she underwent 18Fluorine-Fluorodeoxyglucose Positron Emission Tomography/Computed Tomography (18F-FDG-PET/CT) scan that demonstrated intense uptake only in the nasal-ethmoid tumor mass showed by MRI. This was suggestive of primary nasal-ethmoid choriocarcinoma she received 3 courses of BEP – regimen and after β-HCG was reduced to 500 mIU/mL and 18F-FDG-PET/CT scan showed a decreased uptake in tumor mass but the appearance of a new uptake in cervical lymph node which was analysed and reported as metastatic localization of choriocarcinoma. Therefore she was treated with 2 cycles of TIP-regimen. Subsequents 18F-FDG-PET/CT and MRI showed a complete tumor remission. This case proved the fundamental role of PET/CT to make diagnosis of primitive choriocarcinoma and to exclude the hypothesis of distant metastasis
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