13 research outputs found
Cardiac influence of the β3-adrenoceptor in the goldfish (Carassius auratus): a protective role under hypoxia?
The goldfish (Carassius auratus) exhibits a remarkable capacity to survive and remain active under prolonged and severe hypoxia, representing a well-suited model to study cardiac function when oxygen availability represents a limiting factor. Under hypoxia, the goldfish heart increases its performance, this representing a putative component of hypoxia tolerance; however, underlying mechanisms have not been yet elucidated. We aimed to investigate the role of β3-ARs in the mechanisms which modulate the goldfish heart performance, also in relation to oxygen levels. By western blotting analysis, we found that the goldfish heart expresses β3-ARs, and this expression increases under hypoxia. Effects of β3-ARs stimulation were analysed by using an ex vivo working heart preparation. Under normoxia, the β3-ARs selective agonist BRL37344 (10â12-10â7M) elicited a concentration-dependent increase of contractility abolished by the specific β3-AR antagonist (SR59230A; 10â8M), but not by Îą/β1/β2-ARs inhibitors (phentolamine, nadolol, and ICI118,551; 10â7M). Under acute hypoxia, BRL37344 did not affect the goldfish heart performance. However, SR59230A, but not phentolamine, nadolol, and ICI118,551, abolished the time-dependent enhancement of contractility which characterizes the hypoxic goldfish heart. Under both normoxia and hypoxia, adenylate cyclase and cAMP were found to be involved in the β3-ARs-dependent downstream transduction pathway. Our findings suggest the presence of functional β3-ARs in the goldfish heart, whose activation modulates the basal performance and contributes to the hypoxia-dependent increase of contractility
The roles of tissue nitrate reductase activity and myoglobin in securing nitric oxide availability in deeply hypoxic crucian carp
New southernmost record of the European Brook Lamprey, Lampetra planeri (Bloch, 1784) (Agnatha, Petromyzontidae)
We report the occurrence of the European Brook Lamprey, Lampetra planeri (Bloch, 1784), in the Lao river in the Calabria region (southern Italy). This record extends the species’ known distribution limit southwards. Information regarding some morphometric and ecological data are provided and discussed
Selenoprotein T as a new positive inotrope in the goldfish, Carassius auratus.
Selenoprotein T (SELENOT) is a thioredoxin-like protein, which mediates oxidoreductase functions via its redox active motif Cys-X-X-Sec. In mammals, SELENOT is expressed during ontogenesis and progressively decreases in adult tissues. In the heart, it is re-expressed after ischemia and induces cardioprotection against ischemia/reperfusion (I/R) injury. SELENOT is present in teleost fish, including the goldfish Carassius auratus. This study aimed to evaluate the cardiac expression of SELENOT, and the effects of exogenous PSELT (a 43-52 SELENOT derived-peptide) on the heart function of C. auratus, a hypoxia tolerance fish model. We found that SELENOT was expressed in cardiac extracts of juvenile and adult fish, located in the sarcoplasmic reticulum (SR) together with calsequestrin-2. Expression increased under acute hypoxia. On ex vivo isolated and perfused goldfish heart preparations, under normoxia, PSELT dose-dependently increased Stroke Volume (SV), Cardiac Output (QĚ), and Stroke Work (SW), by involving cAMP, PKA, L-type calcium channels, SERCA2a pumps, and pAkt. Under hypoxia, PSELT did not affect myocardial contractility. Only at higher concentrations (10â8 -10â7 M) an increase of SV and QĚ was observed. It also reduced the cardiac expression of 3-NT, a tissue marker of nitrosative stress which increases under low oxygen availability. These data are the first to propose SELENOT 43-52, PSELT, as a cardiac modulator in fish, with a potential protective role under hypoxia
Cardiac plasticity in fish: the influence of humoral and environmental factors
Ph.D. Course in Life Sciences. Cycle XXXIl rimodellamento cardiaco è un fenomeno complesso che permette unâadeguata
attivitĂ dâorgano in risposta a cambiamenti fisiologici e patologici e coinvolge
modificazioni a livello tissutale, cellulare e molecolare, secondo meccanismi ancora
poco noti. Il cuore dei vertebrati mostra una notevole capacitĂ di adattarsi
funzionalmente alle richieste emodinamiche dellâorganismo. Questa plasticità è
esemplificata dalla modulazione âbeat-to-beatâ della contrattilitĂ in risposta a
cambiamenti del carico pressorio e volumetrico (risposta di Starling) e dal
riarrangiamento morfo-funzionale adattativo. I maggiori determinanti della risposta
plastica del cuore sono gli stimoli fisici come lo stress meccanico e lo stiramento dei
miociti, o chimici, come ad esempio quelli esercitati da cardiomodulatori, inclusi i
Peptidi Natriuretici (NPs), lâendotelina-1 (ET-1), lâOssido Nitrico (NO) e
lâAngiotensina II (AngII). Queste molecole attivano specifici circuiti
endocrini/paracrini/autocrini responsabili del controllo omeostatico della funzione e
della crescita cardiaca. Nei mammiferi, il cuore adulto è considerato un organo
terminalmente differenziato nel quale la crescita e il rimodellamento avvengono per
ipertrofia. Questo paradigma è stato recentemente confutato da evidenze che
mostrano come, durante la normale crescita cardiaca, i miocardiociti adulti
proliferano e muoiono. Lâidentificazione di stimoli e meccanismi che, attivando
programmi genetici e/o metabolici silenti, possano permettere ai cardiomiociti di
mammifero adulto di proliferare, è al momento tra gli scopi piÚ importanti della
ricerca cardiovascolare moderna. A tal riguardo un possibile approccio è quello di
identificare esempi di plasticitĂ cardiaca fra i vertebrati.
Negli ultimi anni il cuore dei pesci ha rappresentato un importante strumento di
ricerca per analizzare aspetti molecolari, cellulari e tissutali della plasticitĂ cardiaca.
Nei pesci, il cuore adulto conserva la capacitĂ di crescita iperplastica in risposta a
cambiamenti delle condizioni ambientali, allâesercizio fisico e alla maturitĂ sessuale.
Esempio estremo di questa plasticità è rappresentato dalla completa rigenerazione
del cuore di zebrafish in seguito a rimozione chirurgica di una porzione del
ventricolo. In una prospettiva traslazionale, i risultati di studi effettuati nei pesci
potrebbero rappresentare uno strumento importante per decifrare i determinanti e i
meccanismi coinvolti nel rimodellamento morfo-funzionale del cuore dei mammiferi. Partendo da queste premesse, questo progetto di tesi ha voluto valutare se e in che
misura, fattori umorali e ambientali influenzano la plasticitĂ cardiaca dei pesci.
In particolare, in questa tesi di dottorato sono riportati e discussi i risultati ottenuti
da studi relativi al controllo umorale del rimodellamento morfo-funzionale cardiaco
mediato dallâesposizione cronica allâAngII nel cuore dellâanguilla europea Anguilla
anguilla e dello zebrafish Danio rerio, e i meccanismi fisiologici e molecolari attivati
nel cuore della carpa, Carassius carassius, in risposta allâipossia.
LâAngII, il prodotto bioattivo del Sistema Renina Angiotensina (RAS) è un potente
ormone le cui azioni biologiche sono state ampiamente studiate nei mammiferi. A
livello cardiaco, legandosi a recettori di tipo AT1 e AT2, lâAngII influenza
positivamente la contrattilitĂ miocardica e regola la crescita miocitaria. Un RAS
omologo a quello dei mammiferi è presente anche nei pesci. In particolare, nei
teleostei, lâAngII può indurre modificazioni cardiache a breve (modulazione della
contrattilitĂ ) e lungo termine (rimodellamento morfo-funzionale). Nel 2013,
Imbrogno e collaboratori hanno dimostrato che il cuore di anguille esposte per 4
settimane ad iniezioni intraperitoneali di AngII mostrava una migliore capacitĂ di
rispondere ad incrementi di post-carico. Questâeffetto era mediato dallâattivazione
dei recettori AT2 e accompagnato da una differente espressione e localizzazione di
proteine coinvolte nella regolazione della crescita e dellâapoptosi. Partendo da queste
premesse, questo studio ha voluto meglio investigare le modificazioni strutturali e
molecolari attivate nel cuore di anguille esposte per 8 settimane ad iniezioni
intraperitoneali di AngII. Analisi morfologiche hanno evidenziato che i cuori di
animali trattati mostravano un incremento della muscolaritĂ ventricolare associato
ad un aumento dello spessore del compatto e ad una riduzione degli spazi lacunari
nello spugnoso. Queste modificazioni erano accompagnate da unâincrementata
vascolarizzazione del compatto. Analisi di western blotting e immunofluorescenza
hanno evidenziato unâaumentata espressione del recettore AT2 nei cuori di animali
trattati, associata ad una diversa localizzazione: nei controlli AT2 localizza
principalmente a livello miocitario mentre in seguito a trattamento, un segnale
fluorescente si osserva a livello dellâendotelio endocardico. In relazione al ruolo
cruciale svolto dallo NO nei meccanismi di regolazione del rimodellamento cardiaco
nei pesci, lo studio ha voluto anche analizzare il cross-talk tra AngII e il sistema NO
Sintasi (NOS)/NO. In condizioni basali, lo NO prodotto dalla NOS viene immediatamente metabolizzato a nitriti o nitrati. Per questa ragione, il dosaggio dei
nitriti può essere utilizzato per misurare i livelli di NO prodotti dalla NOS e di
conseguenza la funzionalitĂ stessa dellâenzima. Il dosaggio dei nitriti, effettuato su
omogenati di cuori di animali trattati con AngII ha evidenziato una riduzione
significativa della concentrazione di nitriti rispetto ai controlli, indice di una ridotta
attivitĂ della NOS. Analisi di western blotting non hanno evidenziato variazioni
significative nei livelli di espressione della forma fosforilata (e quindi attiva) della
NOS. Tuttavia, il trattamento ha influenzato la localizzazione dellâenzima fosforilato.
Infatti, mentre nei controlli peNOS localizza sia nei miociti che a livello dellâendotelio
endocardico (EE), nei trattati si osserva una maggiore localizzazione a livello
miocitario e solo un debole segnale a livello endocardico. Questo dato è
accompagnato da una maggiore espressione, a livello dellâEE, di NOSTRIN, un
modulatore negativo della NOS, responsabile della traslocazione dellâenzima dalla
membrana plasmatica allâinterno di vescicole citoplasmatiche. Analisi di western
blotting hanno anche evidenziato una riduzione nei livelli di espressione della
chinasi Akt e dello chaperone HSP90, due tra i principali modulatori positivi della
NOS. Nel complesso questi risultati dimostrano che il cuore di anguilla cronicamente
esposto allâazione dellâAngII va incontro ad un riarrangiamento strutturale e ad una
modulazione dei livelli di NO e delle proteine che regolano lâattivitĂ della NOS.
Gli effetti cronici dellâAngII sono stati investigati anche nello zebrafish. Sebbene
questo studio è ancora in corso, i primi risultati sperimentali dimostrano che anche il
cuore di zebrafish va incontro ad un rimodellamento strutturale se esposto per 8
settimane allâazione dellâAngII. In particolare, i cuori trattati con AngII mostrano un
incremento del compatto e una riduzione degli spazi lacunari, indicativi di un
aumento della muscolarità ventricolare. Questo è associato ad un aumento del
collagene e ad un significativo aumento del peso del cuore e dellâindice
cardiosomatico (rapporto in percentuale tra il peso del cuore e il peso dellâanimale).
Analisi di western blotting hanno evidenziato inoltre unâaumentata espressione di
entrambi i recettori AT1 e AT2 in omogenati cardiaci di animali trattati con AngII.
La seconda parte della tesi ha analizzato i meccanismi fisiologici e molecolari attivati
nella carpa in risposta allâipossia.
A differenza dei mammiferi, alcune specie di pesci, come ad esempio i ciprinidi,
mostrano una notevole capacità di sopravvivere e restare attivi anche per lungo tempo se esposti a condizioni di ipossia o anossia. Questa capacità è legata alla loro
abilitĂ di mantenere o aumentare la performance cardiaca in risposta ad una
riduzione di ossigeno ambientale, favorendo cosĂŹ gli scambi tra i tessuti. Inoltre,
questi pesci sono in grado di convertire il lattato (prodotto ultimo della glicolisi) in
etanolo, che è poi eliminato attraverso le branchie. Una caratteristica dei pesci è la
loro capacitĂ di captare, attraverso le branchie, nitriti e nitrati dallâacqua in cui si
trovano; in condizioni di ipossia, quando lâattivitĂ della NOS è compromessa, i nitriti
possono rappresentare unâimportante fonte di NO che, a sua volta, interviene nei
processi di citoprotezione. Sulla base di queste osservazioni, in collaborazione con il
Prof. Jensen (Università di Odense) e la Prof.ssa Fago (Università di Aarhus), è stato
avviato uno studio volto a valutare il ruolo dei nitrati e della mioglobina come fonti
alternative di nitriti, e quindi di NO, nella carpa esposta per un giorno ad ipossia
profonda (1<PO2<3 mmHg). Omogenati cardiaci e di muscolo rosso e bianco hanno
evidenziato un aumento di nitriti e di altri metaboliti dello NO, quali Fe-nitrosile
(FeNO) S-nitroso (SNO) e N-nitroso (NNO), sia nel cuore che nel muscolo rosso di
carpe esposte ad ipossia. Questo incremento non era correlato a differenze nelle
concentrazioni di mioglobina. Il dosaggio dellâattivitĂ nitrato reduttasica tissutale in
omogenati di cuore, muscolo bianco e fegato, ha inoltre evidenziato che in condizioni
di ipossia profonda, il muscolo e il fegato sono in grado di convertire il nitrato
esterno in nitrito. Questa attività non è stata riscontrata nel cuore, dove risulta invece
evidente una riduzione nelle concentrazioni di nitriti in risposta allâipossia. Questi
risultati supportano il ruolo dei nitriti come fonte alternativa per la generazione di
NO durante lâipossia; questo risulta maggiormente evidente in tessuti ricchi in
mioglobina e mitocondri come il cuore, dove la conversione di nitriti a NO potrebbe
rappresentare un importante meccanismo di cardioprotezione. Inoltre, in condizioni
ipossiche, lâattivitĂ nitrato reduttasica riscontrata nel muscolo e nel fegato degli
animali esposti ad ipossia potrebbe essa stessa supplementare le riserve intracellulari
di nitriti contribuendo alla citoprotezione.
In conclusione, i risultati riportati in questa tesi suggeriscono che se esposto a
influenze umorali o ambientali il cuore dei pesci va incontro ad un significativo
rimodellamento molecolare, strutturale e fisiologico. Sebbene molto resti ancora da
chiarire sui meccanismi molecolari attivati, questi risultati indicano chiaramente un
ruolo chiave svolto dal sistema NOS/NO come principale coordinatore/integratore di cascate molecolari che controllano le risposte cardiache adattative nei pesci.
Ricerche future contribuiranno a meglio decifrare i complessi networks molecolari
coinvolti nella plasticitĂ cardiaca di questi vertebrati. In questo contesto, la scelta di
modelli sperimentali appropriati, caratterizzati da una marcata adattabilitĂ morfofunzionale
ad una varietĂ di stimoli ambientali (temperatura, pH, pressione parziale
di ossigeno, etc.) potrĂ essere di grande aiuto.University of Calabri
Hypoxic and Thermal Stress: Many Ways Leading to the NOS/NO System in the Fish Heart
Teleost fish are often regarded with interest for the remarkable ability of several species to tolerate even dramatic stresses, either internal or external, as in the case of fluctuations in O2 availability and temperature regimes. These events are naturally experienced by many fish species under different time scales, but they are now exacerbated by growing environmental changes. This further challenges the intrinsic ability of animals to cope with stress. The heart is crucial for the stress response, since a proper modulation of the cardiac function allows blood perfusion to the whole organism, particularly to respiratory organs and the brain. In cardiac cells, key signalling pathways are activated for maintaining molecular equilibrium, thus improving stress tolerance. In fish, the nitric oxide synthase (NOS)/nitric oxide (NO) system is fundamental for modulating the basal cardiac performance and is involved in the control of many adaptive responses to stress, including those related to variations in O2 and thermal regimes. In this review, we aim to illustrate, by integrating the classic and novel literature, the current knowledge on the NOS/NO system as a crucial component of the cardiac molecular mechanisms that sustain stress tolerance and adaptation, thus providing some species, such as tolerant cyprinids, with a high resistance to stress
The Hypoxia Tolerance of the Goldfish (Carassius auratus) Heart: The NOS/NO System and Beyond
The extraordinary capacity of the goldfish (Carassius auratus) to increase its cardiac performance under acute hypoxia is crucial in ensuring adequate oxygen supply to tissues and organs. However, the underlying physiological mechanisms are not yet completely elucidated. By employing an ex vivo working heart preparation, we observed that the time-dependent enhancement of contractility, distinctive of the hypoxic goldfish heart, is abolished by the Nitric Oxide Synthase (NOS) antagonist L-NMMA, the Nitric Oxide (NO) scavenger PTIO, as well as by the PI3-kinase (PI3-K) and sarco/endoplasmic reticulum Ca2+-ATPase 2a (SERCA2a) pumps’ inhibition by Wortmannin and Thapsigargin, respectively. In goldfish hearts exposed to hypoxia, an ELISA test revealed no changes in cGMP levels, while Western Blotting analysis showed an enhanced expression of the phosphorylated protein kinase B (pAkt) and of the NADPH oxidase catalytic subunit Nox2 (gp91phox). A significant decrease of protein S-nitrosylation was observed by Biotin Switch assay in hypoxic hearts. Results suggest a role for a PI3-K/Akt-mediated activation of the NOS-dependent NO production, and SERCA2a pumps in the mechanisms conferring benefits to the goldfish heart under hypoxia. They also propose protein denitrosylation, and the possibility of nitration, as parallel intracellular events
Cardiac Hypoxia Tolerance in Fish: From Functional Responses to Cell Signals
Aquatic animals are increasingly challenged by O2 fluctuations as a result of global warming, as well as eutrophication processes. Teleost fish show important species-specific adaptability to O2 deprivation, moving from intolerance to a full tolerance of hypoxia and even anoxia. An example is provided by members of Cyprinidae which includes species that are amongst the most tolerant hypoxia/anoxia teleosts. Living at low water O2 requires the mandatory preservation of the cardiac function to support the metabolic and hemodynamic requirements of organ and tissues which sustain whole organism performance. A number of orchestrated events, from metabolism to behavior, converge to shape the heart response to the restricted availability of the gas, also limiting the potential damages for cells and tissues. In cyprinids, the heart is extraordinarily able to activate peculiar strategies of functional preservation. Accordingly, by using these teleosts as models of tolerance to low O2, we will synthesize and discuss literature data to describe the functional changes, and the major molecular events that allow the heart of these fish to sustain adaptability to O2 deprivation. By crossing the boundaries of basic research and environmental physiology, this information may be of interest also in a translational perspective, and in the context of conservative physiology, in which the output of the research is applicable to environmental management and decision making
Shaping the cardiac response to hypoxia: {NO} and its partners in teleost fish
none7: The reduced availability of dissolved oxygen is a common stressor in aquatic habitats that affects the ability of the heart to ensure tissue oxygen supply. Among key signalling molecules activated during cardiac hypoxic stress, nitric oxide (NO) has emerged as a central player involved in the related adaptive responses. Here, we outline the role of the nitrergic control in modulating tolerance and adaptation of teleost heart to hypoxia, as well as major molecular players that participate in the complex NO network. The purpose is to provide a framework in which to depict how the heart deals with limitations in oxygen supply. In this perspective, defining the relational interplay between the multiple (sets of) proteins that, due to the gene duplication events that occurred during the teleost fish evolutive radiation, do operate in parallel with similar functions in the (different) heart (districts) and other body districts under low levels of oxygen supply, represents a next goal of the comparative research in teleost fish cardiac physiology.noneSandra Imbrogno; Tiziano Verri; Mariacristina Filice; Amilcare Barca; Roberta Schiavone; Alfonsina Gattuso; Maria Carmela CerraImbrogno, Sandra; Verri, Tiziano; Filice, Mariacristina; Barca, Amilcare; Schiavone, Roberta; Gattuso, Alfonsina; Carmela Cerra, Mari
Angiotensin II dependent cardiac remodeling in the eel <em>Anguilla anguilla</em> involves the NOS/NO system
Angiotensin II (AngII), the principal effector of the Renin-Angiotensin System (RAS), plays an important role in controlling mammalian cardiac morpho-functional remodelling. In the eel Anguilla anguilla, one month administration of AngII improves cardiac performance and influences the expression and localization of molecules which regulate cell growth. To deeper investigate the morpho-functional chronic influences of AngII on the eel heart and the molecular mechanisms involved, freshwater eels (A. anguilla) were intraperitoneally injected for 2 months with AngII (1 nmol g BW-1). Then the isolated hearts were subjected to morphological and western blotting analyses, and nitrite measurements. If compared to control animals, the ventricle of AngII-treated hearts showed an increase in compacta thickness, vascularization, muscle mass and fibrosis. Structural changes were paralleled by a higher expression of AT2 receptor and a negative modulation of the ERK1-2 pathway, together with a decrease in nitrite concentration, indicative of a reduced Nitric Oxide Synthase (NOS)-dependent NO production. Moreover, immunolocalization revealed, particularly on the endocardial endothelium (EE) of AngII-treated hearts, a significant reduction of phosphorylated NOS detected by peNOS antibody accompanied by an increased expression of the eNOS disabling protein NOSTRIN, and a decreased expression of the positive regulators of NOS activity, pAkt and Hsp90. On the whole, results suggest that, in the eel, AngII modulates cardiac morpho-functional plasticity by influencing the molecular mechanisms that control NOS activity and the ERK1-2 pathway