41 research outputs found

    TEACHING GEOGRAPHY USING CARTOGRAPHY: THE REGIONS REPRESENTATION AT ITALIAN NATIONAL SCALE

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    L’insegnamento della geografia nella scuola secondaria di I e II grado copre ambiti disciplinari corrispondenti ai diversi percorsi formativi. La cartografia non assurge mai a disciplina autonoma – caso unico è l’Istituto agrario – e il suo utilizzo nella didattica della geografia risulta deficitario. Le carenze maggiori sono da rilevarsi per i Licei. Per quasi tutti – con poche eccezioni – la terminologia è inappropriata e assente il riferimento all’utilizzo di telerilevamento, aerofotogrammetria e applicativi Gis. Il contributo si propone di comparare – in un’ottica costruttiva – le principali carenze dell’utilizzo dello strumento cartografico, le quali riguardano un ampio raggio di tematiche. L’analisi verte sui testi che affrontano lo studio delle regioni italiane, senza tralasciare rimandi all’editoria parascolastica – atlanti, produzione cartografica cartacea tradizionale – ed alle funzionalità offerte dagli applicativi Gis e dal Web.Teaching geography in the Italian secondary school of I and II level embrace sub-matter area according to the several schools. Cartography is never an indipendent matter – with the exception of the agrarian school – and his use in teaching geography appear frequently like a gap. The wide deficiencies are about Liceo schools. For almost whole – with a few exception – the language is inappropriate, like the link to using remote sensing, aerial photogrammetry and Gis tools. The main aim of paper is to compare – in a constructive view – the basic gaps of using cartography in teaching geography, analysing school texts, parascolastical publishing, Gis tools and the opportunities descending by Web

    Tra urban sprawl e crescita organica, analisi storica e simulazione di scenari futuri. L'area metropolitana di Pordenone come caso applicativo

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    2008/2009Una delle sfide più critiche del cambiamento globale concerne la gestione dello sviluppo (o per meglio dire incremento in estensione) disorganizzato delle città a scapito dell’ambiente circostante, molto spesso il paesaggio agricolo è quello che maggiormente risente dell’espansione urbana. Il fenomeno definito con il termine anglofono Urban Sprawl benché molto conosciuto, rimane altresì controverso, in quanto nel mondo accademico e nel panorama scientifico in generale, non vi è una definizione universalmente condivisa riguardo la sua eziologia, né riguardo cause ed effetti correlati a tale fenomeno. Principale obiettivo di questa ricerca è di trovare una metodologia che possa, se non esaustivamente, almeno in parte, osservare efficacemente ed esemplificare il trend evolutivo di tale fenomeno nel tempo, al fine quasi di identificare una sorta di “firma diacronica dello sprawl”, a tal proposito la ricerca si è focalizzata su un caso di studio particolare, ovvero è stata esaminata l’area metropolitana della provincia di Pordenone, la quale si trova al confine tra Friuli - Venezia Giulia e Veneto. La base di dati utilizzata è stata ottenuta mediante l’analisi di immagini telerilevate dal 1985 al 2005; queste sono state elaborate con l’impiego di innovative tecniche di interpretazione e classificazione basate su una metodologia chiamata Machine Learning; al fine di ottenere un intervallo temporale più ampio si è reso necessario l’impiego di tecniche di modellizzazione automatica basate su algoritmi cellulari al fine di ottenere delle previsioni di transizione di copertura del suolo, che sono state ritratte in possibili scenari futuri sino al 2050. L’area del pordenonese è particolarmente interessante, e curiosa al contempo, perché nel 2002 e nel 2006 è stata identificata dall’Agenzia Ambientale Europea come uno dei casi più esemplificativi di sprawl urbano in Europa. Il fatto che una piccola città come Pordenone sia esemplificativa di un’espansione urbana disomogenea, o per meglio dire di sprawl, è alquanto singolare; infatti si è soliti riferire lo sprawl urbano a estese aree metropolitane del Nord America come Los Angeles, San Diego, o addirittura a grandi città europee come Londra, Parigi o Milano. Analogamente lo studio si prefigge di osservare la transizione da un Sistema Metropolitano ad una Struttura di Rete Regionale (Dematteis 1997), usando la prospettiva ed i concetti descritti dalla Teoria della Crescita Urbana a Cicli (Dietzel et al,. 2005a). Obiettivo principale è quello di osservare pattern spazio-temporali associati al fenomeno di sprawl urbano. Il trend dell’espansione urbana, in termini esclusivamente geometrici, per l’area considerata, è stato analizzato mediante il concetto di Entropia Spaziale Generale; tale fenomeno rappresenta una variabile, per alcuni aspetti, indipendente dalla scala di osservazione, ma soprattutto sintetizza l’unica caratteristica, o quasi, universalmente condivisa riguardante lo sprawl urbano. Nello svolgimento di tale studio, si è focalizzata l’attenzione anche sulle relazioni reciproche fra tempo e spazio nei momenti di sprawl (Batty 2002). Capire, e, o essere in grado di prevedere, come avvengono le modificazioni del tessuto urbano a livello spaziale nel tempo è di cruciale importanza per tutti coloro i quali si interessino di pianificazione territoriale ed ambientale; infatti, la conoscenza delle transizioni di uso del suolo permette di calibrare ed applicare politiche ambientali e manovre di pianificazione efficaci al fine di controllare tali cambiamenti e, poter così soddisfare bisogni specifici della popolazione o prevenire i rischi ed i costi correlati alla crescita spaziale disorganizzata ed incontrollata del tessuto urbano, ovvero allo sprawl.XXII Cicl

    Consumo di suolo e diminuzione del potenziale di cattura di CO2 della copertura arborea: il caso studio della città di Roma

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    The transformation of land cover from natural to artificial due to urbanization dynamics has a substantial and negative impact on the environment and on human health. European policies devote increasing attention to the reduction of land consumption and to the role of Green Infrastructure (GI) as a tool to offset and mitigate its negative effects. Urban tree cover, as a constituent element of GI, provides several ecosystem services (ES), among which CO2 capture is nodal. Therefore, the decrease in tree cover due to land consumption negatively affects the provision of this important ES. However, although there is a proliferation of models for estimating ES in the literature, there is a lack of a widely agreed quantitative indicator at the European level that measures the effect of land consumption on urban ES. In this paper, a quantitative indicator of the impact of land consumption on CO2 sequestration by urban trees is proposed. The case study adopted is the City of Rome. The developed index represents a potential information tool for policy makers, allowing them to predict the impact on the decrease of the ES of CO2 sequestration for different urban development scenarios. It highlights the need for local policies for reducing land consumption to integrate ES quantification into the urban planning process, rather than being mono-sectoral

    The potential of urban agriculture in Montréal: A quantitative assessment

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    Growing food in urban areas could solve a multitude of social and environmental problems. These potential benefits have resulted in an increased demand for urban agriculture (UA), though quantitative data is lacking on the feasibility of conversion to large-scale practices. This study uses multiple land use scenarios to determine different spaces that could be allocated to vegetable production in Montréal, including residential gardens, industrial rooftops and vacant space. Considering a range of both soil-bound and hydroponic yields, the ability of these scenarios to render Montréal self-sufficient in terms of vegetable production is assessed. The results show that the island could easily satisfy its vegetable demand if hydroponics are implemented on industrial rooftops, though these operations are generally costly. Using only vacant space, however, also has the potential to meet the city’s demand and requires lower operating costs. A performance index was developed to evaluate the potential of each borough to meet its own vegetable demand while still maintaining an elevated population density. Most boroughs outside of the downtown core are able to satisfy their vegetable demand efficiently due to their land use composition, though results vary greatly depending on the farming methods used, indicating the importance of farm management

    The Emergence of a Governance Landscape for Saline Agriculture in Europe, the Middle East and North Africa

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    Salinization is one of the main challenges of contemporary agriculture affecting food security and sustainability. Climate change with more persistent droughts, floods and sea-level rise is expected to increase this challenge, making it one of the most common land degradation processes. At the same time, an increasingly complex institutional landscape has emerged across multiple issue areas of global environmental governance related to salinization. This can be seen in a myriad of public, private, and hybrid actors coming together by creating initiatives to address the issue of growing salinization through saline agriculture. Therefore, the aim of this paper is to characterize the development of a governance landscape of cooperative initiatives for saline agriculture in Europe, North Africa, and the Middle East, and to discuss how to harness their potential and orchestrate their efforts. The preliminary findings suggest that the fragmented landscape of initiatives is predominated by public actors and research institutions. This potentially hampers benefit sharing and upscaling efforts. Operational activities are most frequently the governance function, followed by information and networking efforts thereafter. Thematically, initiatives focus on the development of new crop varieties and water and soil management practices. Linkages to the Sustainable Development Goals suggest saline agriculture is connected to policy debates on sustainable food systems, climate change, water security, and land degradation
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