41 research outputs found

    Moda chiama arte: l’icona e la performance

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    Il saggio esamina i rapporti fra arte e moda inerenti al tema dell'animalità. Prendendo ad esempio gli artisti del secondo Novecento, il testo ripercorre la presenza della sfera zoologica suddividendo due categorie di base, l'icona e la performance. La prima aggalla i casi più rappresentativi di moda e arte in cui l'animalità appare come elemento decorativo; la seconda è incentrata in via esclusiva sulla dimensione degli istinti, della natura "selvaggia" e primitivista suggerita dall'ispirazione animal

    Il re di fiori e la regina di cuori

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    Il saggio analizza il percorso di Elio Fiorucci e Agatha Ruiz de la Prad

    Una B@bele "antiform"

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    Dall'"antiform" di Robert Morris alle soluzione di Comme di Garçon

    Lost & Found

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    Lezione speciale di Ria Dunn e Alessandro Esteri, stilista e amministratore delegato del marchio Lost & Found, considerato uno delle punte estreme delle nuove avanguardie in moda, diffuso in 150 punti vendita in tutto il mond

    Il Samurai e il Guerriero

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    Si tratta di una giornata di studi con due dei designer di modo pi\uf9 noti delle sfilate parigine, Boris Bidjan Saberi e Issei Fujita. Unico al mondo per taglio e caratura dei protagonisti, questo momento di riflessione s \ue8 svolto alla presenta di vari esperti del settore, nonch\ue9 da noti giornalisti di Repubblic

    La moda contemporanea. Arte e stile da Worth agli anni Cinquanta - Primo volume

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    Il volume ricostruisce la storia della moda indagando al contempo sul senso stesso del vestire e sul significato della \uabfirma\ubb, sul potere plasmante dell\u2019abito e sulla sua densit\ue0 artistica e culturale. L'approccio, di tipo fenomenologico, affronta l\u2019universo frammentario della moda analizzando i protagonisti e le principali poetiche dall'avvento della haute couture di Worth a met\ue0 Ottocento fino agli anni Cinquanta; il saggio esamina l'opera di Klimt, di Lucile, di D'Annunzio, di Poiret, di Vionnet, di Chanel, di Patou, di Schiaparelli, di Balenciaga, di Dior, tra gli altri, seguendo l'andamento deglistili dell'arte contemporanea, incrociando pertanto i destini della moda alle correnti che via via si susseuono nel corso dell'Ottocento e del Novecento: SImbolismo, Espressionismo, Cubismo, Futurismo, Metafisica, Informale e "ritorno all'ordine"

    Malaparte scrittore "informale": la vita sotto "la pelle"

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    Un'analisi di Curzio Malaparte interpretandone l'opera come conversione scritturale dell'Informale pittoric

    Sesso arte rock'n'roll

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    Il libro analizza l\u2019arte che si estende dalle avanguardie storiche fino alle neoavanguardie degli anni sessanta, con approccio interdisciplinare volto a mettere in relazioni i fenomeni dell\u2019estetica contemporanea con la musica delle rock band attive nel secondo decenni

    Dalla tela alla stoffa

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    In the early 1960s, artistic research and fashion research went hand in hand in developing an expressive system capable of suggesting new optical-perceptive effects. At the time, the most authoritative case of collaboration between artist and stylist was that of Germana Marucelli, who turned to Paolo Scheggi and Getulio Alviani for the creation of various style lines. All this happens when Bruno Munari, with the theoretical support of Umberto Eco, starts the well-known parenthesis of Arte Programmata, which in turn is inspired by the set of suggestions coming from research conducted in the computer field. Similarly, the coeval vein of Op Art relaunched the geometric shapes of the historical avant-gardes, with the caveat of enriching them with a surplus of movement that nevertheless remained on the pictorial canvas, still subjected to the limits of an optical-illusory fruition. On the contrary, Marucelli’s clothes worn by the wearer allowed the execution of real movements and consequently opened up to the prospects of a corporality capable of recalling certain performance effects. On this path, Missoni’s fashion appeared even more convincing; his fabric patterns, deliberately resolved with “low-resolution” textures, lent themselves well to representing the textile version of the electronic age, as if the designer handled and weaved balls of pixels.Nei primi anni Sessanta la ricerca artistica e la ricerca in moda procedono di pari passo nel mettere a punto un sistema espressivo capace di suggerire nuovi effetti ottico-percettivi. Al tempo, il caso più autorevole di collaborazione tra artista e stilista è quello di Germana Marucelli, che si rivolge a Paolo Scheggi e Getulio Alviani per la realizzazione di diverse linee di stile. Tutto ciò avviene quando Bruno Munari, con il supporto teorico di Umberto Eco, dà avvio alla nota parentesi dell’Arte Programmata, a sua volta ispirata dall’insieme di suggestioni provenienti dalle ricerche condotte in campo informatico. Analogamente, il filone coevo della Op Art rilanciava le forme geometriche delle avanguardie storiche, con l’avvertenza di arricchirle con un surplus di movimentazione tuttavia rimasto sulla tela pittorica, ancora cioè sottoposto ai limiti di una fruizione ottico-illusoria. All’opposto, indossati dalla portatrice gli abiti della Marucelli consentivano l’esecuzione di movimenti reali e di conseguenza si aprivano alle prospettive di una corporalità passibile di richiamare certi effetti di performance. Su questa via, appariva perfino più convincente la moda di Missoni, i cui pattern di tessuti, volutamente risolti con trame “a bassa risoluzione”, ben si prestavano a rappresentare la versione tessile dell’era elettronica, come se lo stilista maneggiasse e intrecciasse gomitoli di pixel

    Artmilla

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    Milena Altini \ue8 la styist preferita da rockstar come Lenny Krawitz, che ha acquistato intere sue collezioni, vendute nei negozi culto di Los Angeles, Maxfield, e di Parigi, L'Eclereur
    corecore