Biometric Standards Survey

This document presents a quick survey on the most important standards regarding biometric technologies, concentrating mainly in those concerning the smartcard environment

Aristide Bruant, Léon de Bercy, L’Argot au xxesiècle. Edition inversée et raisonnée du dictionnaire français-argot (1901 et 1905) par Denis Delaplace

Se il lemmario de L’Argot au xxe siècle di A. Bruant e L. de Bercy (1901; 1905) era costituito da entrate lessicali francesi mentre gli equivalenti in argot venivano forniti nel corpo dell’articolo, con la presente edizione D. Delaplace ci restituisce la struttura inversa che consente la consultazione a partire dall’entrata lessicale in argot. Il dizionario vero e proprio è preceduto da un Mode d’emploi in cui, dopo aver ricordato le principali caratteristiche dell’opera di Bruant, l’A. entra..

La definizione nel Tr\ue9sor de la Langue Fran\ue7aise: studio tipologico e metalinguistico

L'opera lessicografica pi\uf9 ponderosa della storia della lessicografia francese viene concepita nel novembre 1957 in occasione del "Colloque de Strasbourg", intrapreso su iniziativa di Paul Imbs. Debitore della tradizione inaugurata nel secolo precedente da \uc9mile Littr\ue9, il Tr\ue9sor de la Langue Fran\ue7aise richiede un lavoro di redazione che si estende su poco pi\uf9 di un trentennio: il primo volume viene pubblicato nel 1971, mentre il sedicesimo ed ultimo volume nel 1994; dal 2000, l'intera opera \ue8 consultabile in rete ad accesso libero. Con il presente lavoro intendiamo condurre uno studio tipologico e metalinguistico delle definizioni che compaiono nella microstruttura del T.L.F. Dato che i sedici volumi che compongono il Tr\ue9sor sono il risultato di momenti di riflessione che si succedono nel tempo ci preoccuperemo, in un primo momento, di collocare tale monumento lessicografico all'interno della tradizione lessicografica e lessicologica nonch\ue9, pi\uf9 ampiamente, della tradizione linguistica francese, ripercorrendo le diverse tappe storico-politiche che hanno contribuito alla realizzazione del progetto, avendo cura di soffermarci, di volta in volta, sui momenti salienti che hanno avuto ripercussioni sul lavoro di compilazione. Un dizionario deve essere in grado di confrontarsi con la tradizione e, soprattutto se elaborato in un arco di tempo molto ampio, saper mettere in discussione, con regolare periodicit\ue0, le modalit\ue0 di redazione, cercando di circoscrivere, anche a livello teorico, il proprio campo di indagine rispetto alle discipline affini e con riferimento alla linguistica. Per compilare gli articoli di dizionario che venivano loro assegnati, i redattori facevano riferimento al "Centre de documentation" che, fra le altre cose, si occupava di costituire i "dossiers de mots". Tali fascicoli, classificati in ordine alfabetico e divisi per famiglie morfologiche di parole, contenevano, per ciascun lemma, diversi tipi di informazioni: oltre ad una copia di tutti gli articoli compilati, per lo stesso lemma, dai principali dizionari della tradizione lessicografica francese, essi riportavano dati riassuntivi desunti dallo spoglio informatico e statistico del corpus. Ci siamo occupati di sottoporre a spoglio dettagliato l'insieme dei "dossiers de mots", attualmente conservato negli archivi dell'A.T.I.L.F. La presentazione dei risultati di tale spoglio, che individuano fasi diverse nella redazione dei "dossiers de mots" e di cui la metalessicografia non si \ue8 mai occupata, sino ad oggi, in maniera analitica, costituisce un primo momento di riflessione rispetto agli elementi paratestuali che hanno influito sulle modalit\ue0 di redazione. Lo spoglio \ue8 seguito dalla presentazione di un insieme di documenti interni inediti risalenti agli anni '70, destinati ai redattori: "Normes de r\ue9daction", "Pour un nouveau cahier de normes" e "Cahier de normes". Tali documenti costituiscono un insieme di norme cui i redattori dovevano attenersi ai fini di rendere la compilazione del dizionario quanto pi\uf9 omogenea e coesa. L'interesse di tali documenti, che come i "dossiers de mots" sono stati dimenticati dalla metalessicografia, \ue8 duplice: essi sono un'importante testimonianza dei principi che presiedono alla stesura della definizione e rappresentano, attraverso le diverse fasi di riflessione individuabili, uno dei rari momenti in cui la lessicografia affronta la questione della definizione dal punto di vista teorico, confrontandosi apertamente con la linguistica, nei riguardi della quale viene presa una posizione precisa. Le diverse fasi individuabili da tali elementi paratestuali emergono in maniera pi\uf9 sintetica all'interno delle prefazioni che accompagnano i volumi del T.L.F.: prendendo le mosse da quanto dichiarato, stabiliremo una corrispondenza fra le fasi individuabili dalla lettura delle prefazioni e i momenti in cui si articola la riflessione all'interno dei documenti inediti.Non disponibil

I Documenti Elettronici nel Panorama Italiano

This document presents a short survey on the Italian electronic identity documents using biometric technology: \u27Carta d\u27Identit? Elettronica\u27 (CIE), \u27Carta Multiservizi della Difesa\u27 (CMD), \u27Permesso di Soggiorno Elettronico\u27 (PSE) and \u27Passaporto Elettronico\u27 (E-Passport)

Le Grand Concours. “Dissertation sur les causes de l’universalité de la langue françoise et la durée vraisemblable de son empire” par Johann Christoph Schwab. Étude et présentation des textes par Freeman G. Henry

Antoine de Rivaral et Johann Christoph Schwab remportèrent ex-aequo le prix du Grand Concours de l’Académie des Sciences et Belles-Lettres de Berlin de 1782-1784. Seul l’ouvrage de Rivarol jouit aussitôt d’une grande renommée alors que la Dissertation de Schwab tomba dans l’oubli. Afin de combler ce vide de plus de deux siècles, Freeman G. Henry nous propose le texte de Schwab dans la traduction française, qu’en fit Denis Robelot en 1803. Le texte est précédé d’un avant-propos et d’une étude ..

An example of a three-type interference pattern in the Tuscan Nappe, South-western sector of Apuan Alps (Northern Apennines, Italy)

The study area is located in the Northern Apennines, which is composed of oceanic and continental- derived tectonic units, stacked toward NE during Apennine subduction (Oligocene to present). The continental-derived units, representative of the Adria paleomargin involved into the collisional phases of the Alpine orogeny, are, from the lower to the upper structural levels: the Apuan Alps Unit, the Massa Unit and the Tuscan Nappe. The Apuan Alps Unit consists of pre-Mesozoic metamorphic basement and metasedimentary cover rocks, ranging from Triassic to Oligocene, deformed and metamorphosed under greenschists facies conditions. The Massa Unit, is also characterized by pre-Mesozoic metamorphic basement unconformably covered by Middle to Upper Triassic metasedimentary rocks. It recorded higher metamorphic conditions respect to underlying Unit. The Tuscan Nappe, instead, is detached from its basement and it is composed by Late Triassic to Early Miocene nonmetamorphic sedimentary rocks. This Unit was deformed at shallow structural levels. In the southeastern sector of the Apuan Alps, sedimentary rocks of the Tuscan nappe crop out. Particularly, in the study area, this unit includes only LateTriassic - Early Cretaceous rocks (Carosi et al., 2005). Field observations and structural data allowed us to elaborate a 1:5.000 scale structural map. Structural analyses highlighted a comlplex deformation history, composed by five deformation events (from D1 to D5), documented a different scale. The D1 event is testified by S1 foliation classifiable as slaty cleavage. In thin section, S1 is emphasised by preferential orientation of phyllosilicates and lenticular domains composed of quartz, calcite, detrital micas, albite and oxides. Open to isoclinal similar folds (F2) with NW-SE trending axes are associated to the D2 event. F2 folds are associated to a well developed S2 axial plane classifiable as crenulation cleavage without significant re-crystallisation. The D3 event is not well developed in this area and it is locally recorded in the fine-grained rocks where it produced isoclinal folds with scattered axes and axial planes oriented N-S. The previous architecture is reworked by folds with chévron geometry and sub-horizontal axial plane associated to the D4 event. Finally, D5 event is characterized by open folds with sub-vertical axial plane and three systems of normal to transtensive faults. These brittle structures, could be interpreted as conjugate faults of the Monte Croce-Pescaglia faults system. In conclusion, field observations and structural analysis conducted both at the micro and at the mesoscopic scale, indicate that Tuscan Nappe exposed in the study area was affected by a kmscale three-type interference pattern (Ramsay, 1967). Furthermore, our studies suggest that the faults played a role of great importance in the present architecture of this sector of the belt

The coupling of high-pressure oceanic and continental units in Alpine Corsica: Evidence for syn-exhumation tectonic erosion at the roof of the plate interface

The subduction of continental crust is now a matter of fact but which are the mechanisms and the factors control- ling the exhumation of continental units and their coupling with oceanic units are still a matter of debate. We herein present the tectono-metamorphic study of selected continental units belonging to the Alpine Corsica (Corte area, Central Corsica, France). The tectonic pile in the study area features thin slices of oceanic units (i.e. Schistes Lustrés Complex) tectonically stacked between the continental units (i.e. the Lower Units), which record a pressure–temperature-deformation (P-T-d) evolution related to their burial, down to P-T-peak conditions in the blueschist facies and subsequent exhumation during the Late Cretaceous – Early Oligocene time span. The metamorphic conditions were calculated crossing the results of three different thermobarometers based on the HP-LT metapelites. The continental units only recorded the P-peak conditions of 1.2 GPa-250 °C, up to the T-peak conditions of 0.8 GPa-400 °C, and the retrograde path up to LP-LT conditions. The metamorphic record of the oceanic units includes part of the prograde path occurring before the peak conditions reached at 1.0 GPa-250 °C followed by the last metamorphic event related to LP-LT conditions. The results indicate that each unit experienced a multistage independent pressure–temperature-deformation (P-T-d) evolution and sug- gest that the oceanic and continental units were coupled during the rising of the last ones at about 10 km of depth, where the oceanic units were stored at the base of the wedge. Subsequently they were deformed together by the last ductile deformation event during exhumation. We propose a mechanism of tectonic erosion at the base of the wedge, by which slices of Schistes Lustrés Complex were removed at the roof of the plate interface during the exhumation of the Lower Units