40 research outputs found

    Artificial Insemination of Dairy Cattle.

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    A Milking Procedure for the Diary Herd.

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    Self-Assembled Nanomicelles as Curcumin Drug Delivery Vehicles: Impact on Solitary Fibrous Tumor Cell Protein Expression and Viability

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    Solitary fibrous tumors (SFTs) are rare soft tissue sarcomas that rely on several epithelial-mesenchymal transition (EMT) protein regulators for invasion/metastatic progression. Curcumin (CUR) has several pharmacological activities, including anticancer activity and the ability to suppress the EMT process. However, poor absorption, rapid metabolism, and side effects at high doses limit the clinical applications of CUR. Here we present the results obtained by treating SFT cells with free CUR and three different CUR-loaded nanomicelles (NMs), each of which has its surface decorated with different ligands. All CUR-loaded NMs were more efficient in suppressing SFT cell viability and expression of EMT markers than CUR alone. Combined treatments with the pan-histone deacetylase dual inhibitor SAHA revealed a differential ability in inhibiting EMT markers expression and SFT cell invasiveness, depending on the NM-ligand type. Finally, combinations of photodynamic therapy and CUR-loaded NM administrations resulted in almost complete SFT cell viability abrogation 24 h after laser irradiation

    EQ-5D in Central and Eastern Europe : 2000-2015

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    Objective: Cost per quality-adjusted life year data are required for reimbursement decisions in many Central and Eastern European (CEE) countries. EQ-5D is by far the most commonly used instrument to generate utility values in CEE. This study aims to systematically review the literature on EQ-5D from eight CEE countries. Methods: An electronic database search was performed up to July 1, 2015 to identify original EQ-5D studies from the countries of interest. We analysed the use of EQ-5D with respect to clinical areas, methodological rigor, population norms and value sets. Results: We identified 143 studies providing 152 country-specific results with a total sample size of 81,619: Austria (n=11), Bulgaria (n=6), Czech Republic (n=18), Hungary (n=47), Poland (n=51), Romania (n=2), Slovakia (n=3) and Slovenia (n=14). Cardiovascular (20%), neurologic (16%), musculoskeletal (15%) and endocrine/nutritional/metabolic diseases (14%) were the most frequently studied clinical areas. Overall 112 (78%) of the studies reported EQ VAS results and 86 (60%) EQ-5D index scores, of which 27 (31%) did not specify the applied tariff. Hungary, Poland and Slovenia have population norms. Poland and Slovenia also have a national value set. Conclusions: Increasing use of EQ-5D is observed throughout CEE. The spread of health technology assessment activities in countries seems to be reflected in the number of EQ-5D studies. However, improvement in informed use and methodological quality of reporting is needed. In jurisdictions where no national value set is available, in order to ensure comparability we recommend to apply the most frequently used UK tariff. Regional collaboration between CEE countries should be strengthened

    Die perkutane Pyeloskopie: Kelchsteinextraktion durch Nephrostoma

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    Terapia delle infezioni odontogene

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    Objectives: The purpose of this paper is to provide an update on the pharmacological treatment of clinically common odontogenic infections, based on the recommendations of the scientific community. Materials and methods: The aim of the present course is to help clinicians in prescribing the correct antibiotic therapy of the different odontogenic infections they daily run into, with particular attention to special needs patients or to patients with specific comorbidities. Results and conclusions: If not diagnosed or properly managed, odontogenic infections may seriously affect the patient's health and, in a small number of cases, they can lead to the necessity of hospitalization. A correct diagnostic classification and a targeted and effective medical therapy are fundamental steps to forestall the onset of antibiotic resistances. In fact, these may increase the patient's morbidity and mortality as well as contribute to the medical therapy failure

    Dolore mandibolare persistente in paziente con protesi rimovibile

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    Il 23 febbraio 2013 un paziente di 66 anni giunge presso l\u2019Ambulatorio di Medicina e Patologia orale della Clinica Odontoiatrica e Stomatologica di Trieste lamentando algia alla masticazione in sede mandibolare destra. Il paziente, portatore di protesi rimovibile, era incapace di indossarla a causa del dolore. Nonostante il consulto con il proprio odontoiatra, che aveva molato e ribasato la protesi inferiore per due volte, il dolore persisteva da pi\uf9 di un mese. La raccolta dell\u2019anamnesi patologica svela una storia clinica di pregresso carcinoma della prostata nel 2010, del polmone nel 2011 e della tiroide nel 2012, tutti risolti dopo terapia combinata chirurgica e chemioterapica. Il paziente nega di avere allergie o altre comorbilit\ue0 ma riferisce di assumere i seguenti farmaci: pregabalin (25 mg, 2/die), liotironina sodica (20 \u3bcg, 1 cpr/2 die), colecalciferolo (10.000 UI, 25 gtt/settimana), tramadolo (20 gtt, 3/die). All\u2019esame obiettivo il paziente appare edentulo, con importante atrofia sia mascellare sia mandibolare, tuttavia senza alcuna lesione n\ue9 discontinuit\ue0 mucosa. I linfonodi laterocervicali, omolaterali al dolore riferito, risultano ingrossati e di consistenza aumentata. Dopo accurata palpazione della cresta edentula del quarto quadrante, che scatena importante dolore al paziente, si percepisce un\u2019irregolarit\ue0 dell\u2019osso. In seguito all\u2019esecuzione di una radiografia ortopanoramica (fig. 1) si osserva un\u2019ampia lesione radiotrasparente a margini irregolari in sede quarto quadrante, accompagnata da una piccola lesione osteolitica controlaterale. Nella stessa giornata, dopo aver ottenuto il consenso informato scritto da parte del paziente, si esegue un\u2019incisione marginale nella sede dove si percepisce discontinuit\ue0 ossea e, dopo adeguato scollamento dei tessuti molli, si individua la presenza di un\u2019area di 4 cm infarcita di tessuto molle, arrossato e fibroso, la quale \ue8 stata parzialmente prelevata e inviata all\u2019anatomia patologica. Il report istopatologico, ottenuto dopo 7 giorni, riferisce quanto segue: \u201cFrammenti di tessuto osseo caratterizzati dalla sostituzione delle trabecole con tessuto fibroso. Visibili aree di agglomerati cellulari. Compatibile con metastasi da carci- noma tiroideo. Immunofenotipizzazione positiva per TTF1 (fattore di trascrizione tiroideo), tireoglobulina e CK7 (citocheratina)\u201d (fig. 2a,b). Il paziente viene riferito alla Clinica otorinolaringoiatrica per la valutazione chirurgica del caso. La tomografia computerizzata evidenzia la presenza della lesione osteolitica in sede mandibolare destra, accompagnata da discontinuit\ue0 dell\u2019osso corticale e coinvolgimento del nervo alveolare inferiore. Controlateralmente, la lesione osteolitica risulta di minori di- mensioni e caratterizzata da una perfetta continuit\ue0 dell\u2019osso corticale. Su richiesta dei colleghi ORL, la lesione controlatera- le viene comunque sottoposta a biopsia, escludendo definitivamente che si tratti di un\u2019ulteriore metastasi. Il referto istopatologico recita quanto segue: \u201cFrustoli di tessuto osseo con assottigliamento delle trabecole e sostituzione da parte di tessuto fibroblastico. Nel materiale inviato non risultano documentabili aspetti coerenti con la presenza di localizzazioni secondarie\u201d. Successivamente il paziente viene sottoposto a emimandibulectomia (fig. 3) con ricostruzione a mezzo lembo mi- crovascolarizzato con prelievo di fibula, contestualmente allo svuotamento omolaterale dei linfonodi del collo. L\u2019anatomopatologo conferma la diagnosi di metastasi da tumore tiroideo e definisce i margini di resezione come liberi da malattia. Dopo 3 mesi dall\u2019intervento il paziente viene nuovamente riferito all\u2019Ambulatorio di Medicina e Patologia orale dove \ue8 riabilitato con una protesi totale superio- re e inferiore. Attualmente risulta libero da malattia e in buone condizioni generali. Nonostante i tumori solidi metastatizzino raramente al distretto oro-maxillofacciale, il riconoscimento precoce della lesione e un\u2019adeguata diagnosi differenziale vanno eseguiti per aumentare le probabilit\ue0 di un trattamento efficace. L\u2019approfondimento diagnostico risulta importante in casi come questo nel quale, nonostante l\u2019apparente assenza di problematiche, una semplice radiografia panoramica ha permesso di evidenziare la lesione. Questo caso clinico pone l\u2019accento su quanto sia importante non sottovalutare mai i sintomi riferiti dal paziente e affrontare l\u2019approccio al dolore del cavo orale in maniera razionale e consapevole
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