29 research outputs found
Cardiac electrophysiological effects of a new dihydropyridine calcium antagonist (BBR 2160).
BBR 2160 is a new dihydropyridine derivative belonging to the group of the so-called tiampidines. We used intracellular microelectrodes to characterize the electrophysiological properties of BBR 2160 on sheep Purkinje fibres and guinea-pig papillary muscle. BBR 2160 (10(-7) and 10(-6) M) dose dependently decreased the contractility of driven Purkinje fibre and papillary muscle. This effect was associated with a lowering of the plateau phase and a shortening of action potential duration in papillary muscle. The effect of the drug developed quite slowly over time. The amplitude and Vmax of normal action potential were not affected by BBR 2160. Instead BBR 2160 reduced the amplitude and Vmax of the slow action potentials (which are a relatively good index of the slow inward current) induced by histamine (10(-5) M) in K(+)-depolarized (22 mM) papillary muscle. The results suggest that BBR 2160 has calcium-antagonistic properties in cardiac tissue
Electropharmacological effects of a new dihydropyridine (BBR 2160) on guinea-pig papillary muscles and sheep purkinje fibres.
BBR 2160 is a member of the so-called tiampidines, a novel group of dihydropyridines. BBR 21 60 has been reported to be more potent than nifedipine and amlodipine in inhibiting K+ -induced contractions in rat aorta.
The aim of the present study was to investigate the electropharmacological
effects of BBR 2160 on isolated guinea-pig papillary muscles and on sheep
Purkinje fibres. The effects of the drug were test ed on the normal fast action
potentials, and on the slow action potentials induced by histamine in preparations
in which the fast Na ' channels were inactivated by depolarization in 22 mM[K+)
Effect of BBR 2160 on ICa recorded from guinea-pig isolated myocytes.
The electrophysiological effects of BBR 2160 have been studied in multicellular
preparations [1]. BBR 2160 was able to depress calcium-dependent
action potentials, suggesting that its negative inotropic effect could be
due to its calcium antagonistic properties. The action of the drug appeared
to be quite selective, since it did not affect the maximum rate of depolarization
(a good index of the Na+ current) of normally polarized sheep
Purkinje fibers or guinea-pig papillary muscles. The aim of the present
study was to characterize the effect of BBR 2160 on the L-type Ca++ current
(rCa), in order to get Ins ĂŹ ght into its interaction with the Ca++ channel
La vetrificazione tradizionale e al plasma tra le tecnologie innovative per l'ottimizzazione della gestione dei rifiuti - Progetto LITCAR
LA VETRIFICAZIONE TRADIZIONALE E AL PLASMA TRA LE TECNOLOGIE INNOVATIVE PER L\u2019OTTIMIZZAZIONE DELLA GESTIONE DEI RIFIUTI - PROGETTO LITCAR
Fernanda Andreola, Luisa Barbieri, Isabella Lancellotti, Daniela Rabitti, Andrea Zardin
Universit\ue0 di Modena e Reggio Emilia,
Dip. di Ingegneria dei Materiali e dell\u2019Ambiente,
Via Vignolese 905, 41100 Modena, Italy
Vittorio Colombo, Emanuele Ghedini, Giovanni Masini
Universit\ue0 di Bologna
Dip. di Ingegneria delle Costruzioni Meccaniche, Nucleari, Aeronautiche e di Metallurgia and Research Centre on Applied Mathematics
Via Saragozza 8, 40123 Bologna, Italy.
Sul piano nazionale l\u2019Emilia Romagna, quanto a produzione di rifiuti, si colloca attualmente ai livelli pi\uf9 alti. I dati regionali disponibili tratteggiano un incremento della produzione di tutti i tipi di rifiuti (urbani, speciali pericolosi e non) costante negli anni, con una produzione, nel 2002, di circa 10 milioni di tonnellate totali (esclusi i rifiuti da costruzione e demolizione), pari a circa 2.500 kg/abitante*anno. Parte di questi rifiuti viene smaltita in discariche, parte \ue8 sottoposta a termodistruzione in impianti di RU, speciali e sanitari, un\u2019altra porzione \ue8 destinata ad impianti di compostaggio. Per quanto riguarda i trattamenti per la riduzione della pericolosit\ue0 dei rifiuti, in molti casi le attuali tecnologie consentono unicamente la messa in sicurezza finalizzata allo smaltimento in discarica, ci\uf2 a prezzo di consumo di materiali ed aumento di volume finale. I trattamenti citati lasciano aperta la ricerca di possibili riutilizzi dei rifiuti e in questo ambito si inserisce certamente il processo di vetrificazione, la cui validit\ue0 \ue8 stata dimostrata, sin dagli anni \u201970, soprattutto per le scorie radioattive. Il vetro possiede generalmente un\u2019alta stabilit\ue0 chimica, con il trattamento di vetrificazione, che consente grandi diminuzioni di volume, si ottiene pertanto un prodotto inerte, che pu\uf2 essere depositato in discariche per rifiuti non pericolosi, oppure utilizzato nella produzione di nuovi materiali soprattutto per applicazioni nel campo dell\u2019edilizia. La vetrificazione pu\uf2 essere effettuata con le tradizionali tecniche dei forni fusori che, grazie all\u2019evoluzione costruttiva degli stessi e alla messa a punto di nuovi impianti pi\uf9 economici, sta diventando concorrenziale rispetto ad altri sistemi di smaltimento. Tuttavia, i dispositivi che fanno uso di plasmi termici trovano sempre maggiori applicazioni in campo industriale e di notevole rilevanza \ue8 il loro utilizzo per l'inertizzazione di rifiuti. In tale ambito, l'utilizzo industriale di sorgenti di plasma termico di tipo torcia ad induzione, gi\ue0 in uso in laboratori e centri di ricerca, appare una tecnica promettente e utilmente confrontabile con i pi\uf9 diffusi metodi di trattamento assistito da sistemi di tipo torcia ad arco. Un primo trattamento al plasma pu\uf2 essere effettuato per inertizzare il rifiuto vetrificandolo; nell\u2019ottica per\uf2 della valorizzazione del materiale vetroso ottenuto, si pu\uf2 pensare ad un successivo trattamento in plasma volto alla sferoidizzazione, purificazione e densificazione delle particelle vetrose per favorirne il riutilizzo. In tale contesto risulta strategica la costituzione in regione del \u201cLaboratorio a rete\u201d LITCAR (Laboratorio Integrato Tecnologie e Controllo Ambientale nel Ciclo di Vita dei Rifiuti) avvenuta recentemente nell\u2019ambito del Programma Regionale per la Ricerca Industriale, l\u2019Innovazione ed il Trasferimento Tecnologico (PRRIITT) in cui \ue8 stato inserito un sottoprogetto che si occupa dell\u2019inertizzazione di polveri ad alto impatto ambientale da termovalorizzazione di rifiuti urbani con riutilizzo in materiali ad alto valore aggiunt
Procedimento ed impianto per realizzare materiali compositi
La presente invenzione \ue8 relativa ad un procedimento e ad un impianto per realizzare materiali compositi, ed in particolare ad un procedimento e ad un impianto per caricare, in particolare rinforzare, una base polimerica con materiale di apporto per definire il materiale composito
Lack of correlation between the antiarrhythmic effect of L-propionylcarnitine on reoxygenation-induced arrhythmias and its electrophysiological properties.
1. The antiarrhythmic effect of L-propionylcarnitine (L-PC) was evaluated in the guinea-pig isolated heart; arrhythmias were induced with hypoxia followed by reoxygenation and by digitalis intoxication. 2. L-PC 1 microM, was found to be the minimal but effective antiarrhythmic concentration against reoxygenation-induced ventricular fibrillation. No antiarrhythmic effect was observed against digitalis-induced arrhythmias. D-Propionylcarnitine, L-carnitine and propionic acid did not exert antiarrhythmic effects. 3. During hypoxia and reoxygenation L-PC consistently prevented the rise of the diastolic left ventricular pressure, and significantly reduced the release of the cardiac enzymes creatine kinase (CK) and lactic dehydrogenase (LDH). 4. The electrophysiological effects of L-PC were then studied on either normal sheep cardiac Purkinje fibres or those manifesting oscillatory after potentials induced by barium or strophanthidin. 5. L-PC (1 and 10 microM) did not significantly modify action potential characteristics and contractility of normal Purkinje fibres, or the amplitude of OAP induced by strophanthidin or barium. 6. It is concluded that the antiarrhythmic action of L-PC on reoxygenation-induced arrhythmias is not correlated with its direct electrophysiological effects studied on normoxic preparations