66 research outputs found

    THE AUTONOMY AS AN EXPRESSION OF THE HUMAN BEING

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    The article focuses on the autonomy achieved by a person with disabilities in connection with a network that has to make the imaginary project feasible. A multidisciplinary reading on the concept of autonomy that is related to the idea of dependence and independence is essential within this network. Furthermore, possible autonomies are presented, dealing with spheres of the human being that are usually regarded as inaccessible to a person with disabilities, such as the sexual sphere, living alone, social life and work. These aspects of life belong to adulthood, which every human being undertakes at some point in their life. But the latter is not usually recognized to the person with disabilities, locking them up in a dimension of non-growth and "eternal child". The concept of autonomy implies dependence. As the Argentine pedagogist Myrtha Chokler reminds us, "there is no autonomy without dependence". We all depend on everyone, children and adults: in our life, we talk about co-dependence or mutual dependence. On the other hand, autonomy also means selfgovernance, i.e. not doing things for oneself, but doing for oneself. This represents an important dimension of autonomy: the will. In the educational field, autonomy requires a mutual involvement between educator and student which is characterized by a mutual affective and emotional dependence in which the will always remain the central focus of the student's action, without it slipping into obedience. Autonomy, therefore, is a conquest. A process in which the adult educator, who takes care of the student, works on the educative relationship through trust, freedom of movement, affective security, within a safe space, physical but also emotional, in which there is openness to novelty and change. This requires the creation of an environment that welcomes the pleasure of the student (especially at an early age) to be autonomous, that welcomes his attempts that will be the way to learn not to depend on the adult. And for all this, an indeterminate and personalized amount of time is required

    Connettività digitale e dispositivi “Smartphone” nei processi migratori e nei percorsi di inclusione

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    Multimedia devices (smartphones) for digital connectivity, and before them cell phones, have asignificant impact on communication styles and dynamics of migration. They also changed thelifestyles of migrants in their home country and empowered them as actors of increasingly informationtechnology-driven societies. This paper aims at reflecting on the use that migrant peopleand groups make of mobile phones to communicate and connect, especially of smartphones,which are powerful mediators and give substantial advantages to self-organization, collectionon information, and choices all through the migratory process. We will reflect on the value ofthe smartphone as a tool to help autonomy, growth, and inclusion of migrants and its influenceon dynamics of migration, based on its actual diffusion, modes of use, and implicit reasons forits being a staple commodity. Because of their versatility, smartphones are also mediators ofmultimodality. They act as amplifiers of multimedia and ICT in reducing (or amplifying) thedistance of migrants from their perceived or actual reality. Data and theories analyzed here focusthe diffusion of such technology from infrastructural factors to an evaluation of the impact onglobal development, to the contribution to specific contexts and people’s needs. In these deve -loping countries, mobile phones are a valuable support to socialization, gathering of information,health monitoring, employment, social and economic inclusion, and education at all levels

    Aquì Estamos

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    Dodici storie di vita di adolescenti in conflitto con la legge, presi in carico dal tribunale dei minori e dai servizi del sistema penale minorile di Santa Cruz de la Sierra. Ragazzi e ragazze che si raccontano durante il periodo di privazione di libertà nelle comunità e nelle carceri minorili della città dell’Oriente boliviano e, facendolo, disvelano un intero Paese, i suoi limiti, le sue contraddizioni. Il reato, l’abbandono, la colpa, la pena, il futuro, il rimpianto, la speranza, accompagnano le loro vicende e il lavoro fatto per provare a renderli dei cittadini nuovi. “Questo titolo è una didascalia dei volti degli adolescenti boliviani che immaginiamo mentre ne leggiamo le storie. Ma è anche la rivendicazione, non con orgoglio ma con dignità, di un diritto a esistere. Aquí estamos: siamo qui, restiamo qui ma – anche – resistiamo qui”. (Riccardo Noury

    Essere interessati: inter-essere nella/dalla pratica educativa

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    Il libro esamina la vita e l’opera di due sacerdoti particolari, don Carlo Gnocchi e don Lorenzo Milani, diversi e distanti, accomunati nel dedicarsi agli ultimi, vittime del disagio fisico, culturale e sociale, simili nella fede umana e cristiana e nell’apertura alla giustizia. Due educatori che hanno ardentemente amato Dio e l’uomo, tesi al dialogo laico cattolico proposi-tivo, maestri dei dimenticati che con fede, amore e ragione si sono dedicati al loro apostolato e all’educazione, che con la loro dedizione e i molteplici impegni messi in atto hanno svolto un ruolo di fratellanza mancante nella società. Don Gnocchi, prete per vocazione fin da ragazzo, diventa catechista, insegnante, cappellano e, per voto di carità fatto a Dio sui campi di battaglia, si farà educatore e padre dei mutilatini, vittime innocenti, impegnandosi con ogni mezzo possibile per portarli al riscatto e all’autonomia. Don Milani, prete per scelta povero tra i poveri, lasciando tutto, diventerà maestro per dare la parola agli ultimi, per portare i sudditi a divenire cit-tadini sovrani, e solo dopo cristiani. Sarà stato detestato, castigato, esiliato per la sua inquietudine spirituale, sempre alimentata dall’amore per Cri-sto, il Vangelo, la Chiesa, la società e la scuola, che intende come strumento salvifico di soccorso ed emancipazione per recuperare gli emarginati e gli esclusi, per donare al popolo la dignità che talvolta veniva negata. Veri maestri di vita, incomodi anticipatori della storia e della volontà con-ciliare di Papa Giovanni XXIII, hanno indicato vie dialoganti e collaborative entrando in modo incisivo nella storia della pedagogia e a pieno titolo nella storia della Chiesa e della società

    Mentre tutto scorre. Le potenzialità della relazione educativa e il riconoscimento delle differenze.

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    L’inserimento nella scuola di alunni e studenti con disabilità è stata una grande conquista di civiltà nel campo dei diritti di cittadinanza. Ma dall’inserimento all’inclusione e all’accoglienza il passaggio non è sempre facile. Scrive l’autore di questo libro: «Inclusione, per me, significa “c’è posto per te così come sei“». È questo principio che rende complesso e straordinario il lavoro dell'insegnante di sostegno. Accompagnare un ragazzo e una ragazza a costruirsi un percorso di vita utilizzando al massimo tutte le sue potenzialità e aiutarla e aiutarlo ad acquisire le capacità e le competenze necessarie per una vita autonoma, rispettando la sua diversità, anzi partendo proprio da quella. Per questo un insegnante di sostegno è prima di tutto una figura professionale che ha ben chiaro il senso pedagogico del proprio agire, qualcosa che va oltre la conoscenza disciplinare. Collaborando con gli altri docenti e con la classe deve essere empatico, responsabile, sapere ascoltare e sapere mediare tra la scuola, la famiglia e il contesto in cui si trova. Un ruolo difficile che questo libro saprà rendere affascinante

    La fatica e l’operosità dell’educatore

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    ll volume affronta le ragioni dell’intervenire educativo, interrogan - done sensi e significati, anche alla luce degli orientamenti contem - poranei della pedagogia. Tentando una rivisitazione dell’idea di sog - getto, in quanto soggettività intersoggettiva in cammino, prova a tematizzare la finalità del crescere, assunto come orizzonte di una umanità dedicata ad un “meglio” ...e propone una possibile chiarifi - cazione circa l’agire educativo, riconoscendo e qualificando le azioni che più significativamente lo costituiscono (accogliere, insegnare, accompagnare ...). ...Sotto il cielo contemporaneo dell’educare c’è grande incertezza e una diffusa tentazione di abdicare alla responsabilità di farsi occasione dell’avvento dell’uno per l’altro, dell’uno con l’altro, che sembra venire meno anche il terreno sotto i piedi. Eppure, più in là, ci sono uno, cento, mille crescenti, tra milioni di cose... che, però, non sanno dove andare, non sanno che pesci prendere, cosa farsene della vita, su chi possono contare, a chi possono domandare, se effettivamente ne vale la pena. Non lo sanno... perché non sono saperi che si hanno, ma che bisogna apprendere, come quando, qualcuno insegna a qualcun altro a scorgere la bellezza, tra le linee e i colori, di un dipinto

    THE SEARCH FOR WHOLENESS. THE INDIVIDUAL WITH DISABILITIES IN RELATIONAL PLAY

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    The article discusses the challenges faced by individuals with disabilities in achieving full and effective participation in society on an equal basis with others. The article emphasizes the importance of the person-environment relationship and its impact on the growth and development of individuals, particularly those with disabilities. It recognizes that the process of achieving social inclusion involves various stages of personal development, from self-management to navigating different environments. The article acknowledges that encountering obstacles during these growth phases can hinder the attainment of full autonomy and social inclusion for individuals with disabilities. Furthermore, the article touches upon the social implications of body image and the role of significant others in shaping one's perception of their body. It is important to note that disability intersects with various aspects of life, including relationships and societal norms, and understanding these intersections can contribute to a comprehensive understanding of disability and its implications

    Introduzione al volume: Coeducare. Il fare poetico e politico della Pedagogia a cura di Dimitris Argiropoulos e Fabio Bocci

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    È possibile coniugare il fare poetico con quello politico? La risposta è certamente affermativa, anche perché disponiamo di numerosi e illustri precedenti. In tal senso, in questo volume – destinato negli intenti ad una vasta platea di lettrici e di lettori – i curatori, unitamente ad autrici e autori, hanno cercato di farlo orientando la loro riflessione pedagogica sul coeducare, nell’accezione cara ad Alain Goussot che è stato l’ideatore della collana Pedagogie Attive, che ospita questo libro nella sezione Estensioni, e di Coeduca, dal 2016 appuntamento annuale di cultura educativa nella città di Foggia, che vede coinvolti territorio, università, scuole, famiglie, biblioteche, enti, fondazioni, ospedali, carceri, associazioni, istituzioni e molti altri attori del sociale. E proprio in una tavola rotonda dell’edizione del 2024 di Coeduca, intitolata Da dove ripartire? Immaginazione, narrazione, giustizia poetica e creatività per una scuola e una società inclusive, che il presente volume ha preso forma, arricchendosi grazie ai contributi di Rossella Caso, Giorgio Crescenza (con Pasquale Gallo), Moira Sannipoli, Antonia Chiara Scardicchio, Elena Zizioli, Alessandro Vaccarelli (con Roberto Gianfelice, Maria Chiara Marola, Domenico Nardecchia, Lorenzo Zaffram) e Riziero Zucchi, ai quali si aggiungono quelli dei due curatori, Dimitris Argiropoulos e Fabio Bocci. Un testo corale, quindi, dove il coeducare si fonde con il coeducarsi, anche perché l’educazione ha a che vedere con il politico e, in tal senso, non può che essere un atto comunitario

    Scoprire/si Scoprire il mondo a partire dal proprio

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    Grazie a Dio non sono perfetto Percorsi di vita insegna “a prestare attenzione, a sentirsi responsabile per l’altro, ad agire con delicatezza e tenerezza, ad avere fermezza e ad indignarsi di fronte alle ingiustizie, all’incuria, alla negligenza e alla banalizzazione della condizione di vita... a prendere cura, ma anche ad apprendere di prendersi cura, di sé e dell’altro, ad interrogarsi continuamente sulla qualità del proprio agire...
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