4 research outputs found

    Osservatorio territoriale droga e tossicodipendenze. Il fenomeno delle dipendenze nel territorio della ASL della Provincia di Sondrio. Rapporto 2008.

    Get PDF
    Report on the state of legal and illegal substances use in the territory of Sondrio province.Il report analizza il fenomeno delle dipendenze nel territorio della Provincia di Sondrio. La descrizione del fenomeno si sviluppa intorno all\u27analisi degli indicatori individuati dall\u27Osservatorio Europeo delle Dipendenze di Lisbona (OEDT): 1-uso di sostanze nella popolazione generale (questo indicatore va a rilevare i comportamenti nei confronti di alcol e sostanze psicoattive da parte della popolazione generale); 2-prevalenza d\u27uso problematico delle sostanze psicoattive; 3-domanda di trattamento degli utilizzatori di sostanze; 4-mortalit? degli utilizzatori di sostanze; 5-malattie infettive. Altri due importanti indicatori che si stanno sviluppando, e che vengono qui illustrati, sono l\u27analisi delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO) e gli indicatori relativi alle conseguenza sociali dell\u27uso di droghe (criminalit? droga correlata). Inoltre sono state applicate diverse metodologie standard di stima sia per quantificare la quota parte sconosciuta di utilizzatori di sostanze che non afferiscono ai servizi, sia per identificarne alcune caratteristiche

    Comunità territoriali di relazioni riparative

    No full text
    La “questione” della costruzione o meglio della continua generazione di una comunità di relazioni riparative e riconciliative chiede di alimentare diverse prospettive. Per esempio, quella di una nuova risposta al reato e alle sue conseguenze, da parte della convivenza. Essa richiama il diritto penale, il “diritto di punire” direbbe Paul Ricoeur, a una caratterizzazione non violenta. Riguarda il valore della norma, la riparazione del danno, il lavoro sulla ferita e l’offesa subita dalle vittime e rimanda alla mediazione tra i rei e le vittime, dirette e indirette, e al ripensamento operoso circa le responsabilità sociali nei confronti dei soggetti coinvolti. Bisogna poi porre l’attenzione alle dinamiche più generali e diffuse della messa in sicurezza reciproca, le transizioni nei conflitti e le ricomposizioni delle fratture nei legami tra le persone e i gruppi. Ed è necessario non dimenticare la prospettiva educativa e quella della relazione tra le generazioni, a volte segnate da rotture e interruzioni. Su tutti questi orizzonti di convivenza si tratta di avviare nuove pratiche di verità e giustizia intrecciate al ripensamento e al ridisegno della vita delle nostre democrazie, chiamate ancora ad essere capaci di istituire una convivenza ricca di tessiture di incontri e di prossimità, di rispetto e di riserbo delle diversità: agorà di confronti e dialoghi in cerca non di omologazion

    La narrazione nel lavoro di gruppo. Strumenti per l'intervento psicosociale

    No full text
    L'approccio narrativo è ormai molto utilizzato e conosciuto dagli psicologi e dagli altri operatori nel settore del disagio e della devianza, con particolare riferimento, pur non esclusivo, ai comportamenti di abuso di sostanze illegali e legali. E infatti negli ultimi anni il mercato editoriale si è andato arricchendo di contributi teorici e di ricerca. Esiste però una notevole carenza di testi che riportino esperienze applicative concrete e ancorate all'operatività nei contesti di intervento reali. In particolare, nel presente testo viene privilegiato il gruppo (in particolare il piccolo gruppo) come dimensione contestuale dell'intervento

    Giovani e relazioni familiari, rischi e risorse personali e comunitarie: il contributo della psicologia sociale e dei metodi qualitativi

    No full text
    Nel n. 2/2007 della rivista «Psicologia Sociale», rivolto al tema dell’adolescenza, Augusto Palmonari introduce il dibattito con una tesi che assumiamo a sfondo di questo contributo: “la psicologia sociale deve occuparsi seriamente di studiare i problemi adolescenziali e di partecipare alla progettazione di politiche sociali rivolte ai giovani” (p. 207). Rispetto a questo importante obiettivo, lo studioso ricorda un precedente lavoro, svolto nel 1990 con Amerio ed altri, nel quale si argomenta la rilevanza di sviluppare, nei diversi territori e per tutti i gruppi di adolescenti e giovani, “una politica sociale di ascolto e dialogo ad essi rivolta”. È questa la premessa di significato della ricerca che presentiamo, nata dal confronto riflessivo sviluppatosi all’interno di un gruppo di lavoro multidisciplinare facente capo all’Osservatorio del Dipartimento delle Dipendenze della Provincia di Sondrio. Fra gli elementi caratterizzanti il progetto, evidenziamo l’esigenza di conoscere più approfonditamente i modelli di funzionamento relazionale dei giovani e la loro connessione con i comportamenti a rischio, nello specifico territorio oggetto dell’indagine, in accordo con i più recenti risultati scientifici che tendono ad accentuare l’importanza della rete di relazioni significative con il sistema degli adulti e delle istituzioni, intesi come fattori protettivi dai rischi di caduta sociale e di percorsi vulnerabili ma anche come fattori promozionali in situazioni caratterizzate da scarsità di risorse (Caso, De Gregorio, De Leo 2003). La cornice concettuale è quella che riconduce la prevenzione dei rischi di disagio e di devianza alle modalità di funzionamento dei sistemi di mediazione autoregolativa (De Leo 2003). Per “mediazione autoregolativa” intendiamo il modo in cui le condizioni (psicologiche, sociali, ambientali, familiari) di vita della persona vengono percepite e utilizzate dalla persona stessa e dai suoi principali contesti di appartenenza e di interazione; gli strumenti che persone e contesti hanno a disposizione per affrontare e direzionare, in senso attivo, quelle condizioni quali possibili fonti di rischio (De Leo, Patrizi 2002)
    corecore