Nel n. 2/2007 della rivista «Psicologia Sociale», rivolto al
tema dell’adolescenza, Augusto Palmonari introduce il dibattito
con una tesi che assumiamo a sfondo di questo contributo: “la
psicologia sociale deve occuparsi seriamente di studiare i problemi
adolescenziali e di partecipare alla progettazione di politiche sociali
rivolte ai giovani” (p. 207). Rispetto a questo importante obiettivo,
lo studioso ricorda un precedente lavoro, svolto nel 1990 con
Amerio ed altri, nel quale si argomenta la rilevanza di sviluppare,
nei diversi territori e per tutti i gruppi di adolescenti e giovani,
“una politica sociale di ascolto e dialogo ad essi rivolta”.
È questa la premessa di significato della ricerca che presentiamo,
nata dal confronto riflessivo sviluppatosi all’interno di un
gruppo di lavoro multidisciplinare facente capo all’Osservatorio
del Dipartimento delle Dipendenze della Provincia di Sondrio.
Fra gli elementi caratterizzanti il progetto, evidenziamo l’esigenza
di conoscere più approfonditamente i modelli di funzionamento relazionale dei giovani e la loro connessione con i comportamenti
a rischio, nello specifico territorio oggetto dell’indagine,
in accordo con i più recenti risultati scientifici che tendono ad
accentuare l’importanza della rete di relazioni significative con il
sistema degli adulti e delle istituzioni, intesi come fattori protettivi
dai rischi di caduta sociale e di percorsi vulnerabili ma anche
come fattori promozionali in situazioni caratterizzate da scarsità
di risorse (Caso, De Gregorio, De Leo 2003).
La cornice concettuale è quella che riconduce la prevenzione
dei rischi di disagio e di devianza alle modalità di funzionamento
dei sistemi di mediazione autoregolativa (De Leo 2003). Per
“mediazione autoregolativa” intendiamo il modo in cui le condizioni
(psicologiche, sociali, ambientali, familiari) di vita della
persona vengono percepite e utilizzate dalla persona stessa e dai
suoi principali contesti di appartenenza e di interazione; gli strumenti
che persone e contesti hanno a disposizione per affrontare
e direzionare, in senso attivo, quelle condizioni quali possibili
fonti di rischio (De Leo, Patrizi 2002)