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MANAGEMENT DELLO SCHWANNOMA INTRALABIRINTICO
Lo schwannoma intralabirintico (SIL) è un raro tumore benigno (prevalenza 0.1-0.4%) che origina dalle cellule di Schwann perineurali del nervo cocleovestibolare prossimale al labirinto membranoso (coclea, vestibolo o canali semicircolari). E’ stato descritto per la prima volta da Meter nel 1917. I sintomi clinici di esordio includono ipoacusia neurosensoriale monolaterale progressiva (95%) e in alcuni casi improvvisa o fluttuante, acufeni (51%), disequilibrio (35%), vertigine (22%), fullness (2%). Alla risonanza magnetica (RM) il tumore si presenta come una massa circoscritta, ipointensa nelle sequenze T2-pesate e con un forte enhancement dopo somministrazione di gadolinio nelle immagini T1-pesate. Lo SIL si pone in diagnosi differenziale con M. di Meniere o neurite vestibolare. La mancanza di sintomi specifici e il lento pattern di crescita spiega la diagnosi tardiva. Oggigiorno la RM permette una diagnosi sempre più precoce e l’ adozione di un appropriato protocollo terapeutico
TAS2R38 is a novel modifer gene in patients with cystic fbrosis
The clinical manifestation of cystic fbrosis (CF) is heterogeneous also in patients with the same cystic
fbrosis transmembrane regulator (CFTR) genotype and in afected sibling pairs. Other genes, inherited
independently of CFTR, may modulate the clinical manifestation and complications of patients with
CF, including the severity of chronic sinonasal disease and the occurrence of chronic Pseudomonas
aeruginosa colonization. The T2R38 gene encodes a taste receptor and recently its functionality was
related to the occurrence of sinonasal diseases and upper respiratory infections. We assessed the T2R38
genotype in 210 patients with CF and in 95 controls, relating the genotype to the severity of sinonasal
disease and to the occurrence of P. aeruginosa pulmonary colonization. The frequency of the PAV allele
i.e., the allele associated with the high functionality of the T2R38 protein, was signifcantly lower in i) CF
patients with nasal polyposis requiring surgery, especially in patients who developed the complication
before 14 years of age; and ii) in CF patients with chronic pulmonary colonization by P. aeruginosa,
especially in patients who were colonized before 14 years of age, than in control subjects. These data
suggest a role for T2R38 as a novel modifer gene of sinonasal disease severity and of pulmonary P.
aeruginosa colonization in patients with CF
Combining Thin-Section Coronal and Axial Diffusion Weighted Imaging: Good Practice in Middle Ear Cholesteatoma Neuroimaging
INQUADRAMENTO CLINICO E MANAGEMENT DELLO SCHWANNOMA ESCLUSIVAMENTE INTRALABIRINTICO
Lo schwannoma intralabirintico (SIL) è un raro tumore benigno (prevalenza 0.1-0.4%) che origina dalle cellule di Schwann situate a ridosso della giunzione cito-neurale dell’VIII n.c. I sintomi clinici includono ipoacusia neurosensoriale monolaterale progressiva (95%), acufeni (51%), disequilibrio (35%), vertigine (22%), fullness (2%). Alla risonanza magnetica (RM) il tumore si presenta come una massa circoscritta, iperintensa in T1, ipointensa in T2 e con enhancement dopo gadolinio nelle immagini T1-pesate. Il management prevede in prima istanza osservazioni seriali con RM “wait and scan approach”. La chirurgia, considerando le complicanze descritte quali anacusia (100%), paralisi VII n.c. (4%), fistola liquorale (5.4%), meningite (1.8%), è riservata a casi limitati e dipende da: età , condizioni generali del paziente, sede e dimensioni del tumore ed è consigliabile in caso di un pattern di crescita invasivo e presenza di sintomi vertiginosi non responsivi al trattamento medico
Cholesteatoma vs granulation tissue: a differential diagnosis by DWI-MRI apparent diffusion coefficient
To diagnose cholesteatoma when it is not visible through tympanic perforation, imaging techniques are necessary. Recently, the combination of computed tomography and magnetic resonance imaging has proven effective to diagnose middle ear cholesteatoma. In particular, diffusion weighted images have integrated the conventional imaging for the qualitative assessment of cholesteatoma. Accordingly, the aim of this study was to obtain a quantitative analysis of cholesteatoma calculating the apparent diffusion coefficient value. So, we investigated whether it could differentiate cholesteatoma from other inflammatory tissues both in a preoperative and in a postoperative study
Skull Base Fungal Osteomyelitis: A Case Report and Review of the Literature
Skull base osteomyelitis (SBO) is an invasive infection refractory to therapy, closely linked with malignant otitis externa (MOE). It is characterized by a mild clinical presentation that can delay cross-sectional imaging considered as the key to revealing it. Skull base osteomyelitis typically affects elderly diabetics and immunocompromised patients (>70 years). It most commonly has an otogenic origin due to an extension of MOE. The prognosis can be very poor without the administration of adequate and timely therapy at an early disease stage. Nowadays, Pseudomonas aeruginosa remains the most common pathogen associated with SBO. Fungi are a rare cause of MOE. This report documents a rare case of otogenic SBO caused by Candida parapsilosis in a diabetic patient, with persistent otologic symptoms as clinical onset and resistance to medical treatment. Fungal MOE has more subtle symptoms and is more aggressive than its bacterial counterpart. When MOE is resistant to antibacterial drugs, this should raise the suspicion of a fungal etiology of MOE. The current guidelines do not exhaustively describe the diagnosis, antifungal drugs of choice, and optimum duration of treatment. The description of these rare clinical cases should help with the multidisciplinary management of this disease in order to optimize the diagnosis and therapeutic protocol
Hereditary spastic paraplegia: a novel mutation and expansion of the phenotype variability in SPG10.
Ivabradine, heart failure and chronic kidney disease
The incidence and prevalence of congestive heart failure are actually increasing worldwide, especially inWestern countries. In Europe and the United States, congestive heart failure represents a disabling clinical disease, accountable for increased hospitalization and health care costs. European guidelines have underlined the importance of pharmacological treatment to improve both patients\u2019 outcomes and quality of life. The latest clinical trials to evaluate ivabradine\u2019s efficacy have underlined its usefulness as a stand-alone medication and in combination with conventional congestive heart failure therapy, including in chronic kidney disease patients
UN RARO CASO DI POLICONDRITE RICORRENTE A PREVALENTE ESPRESSIONE IPOGLOTTICA
La policondrite ricorrente è una malattia infiammatoria cronica,
immunomediata e sistemica, caratterizzata da flogosi e progressiva
alterazione della matrice cartilaginea. Si manifesta solitamente
intorno alla V decade di vita, con una distribuzione equa fra M e F di
razza caucasica e con una incidenza di 3.5 casi per mln/ab/anno. La
eziopatogenesi permane sconosciuta ma il frequente riscontro con
altre patologie autoimmuni e le caratteristiche microscopiche
propendono per una patologia autoimmune. Clinicamente determina
un ampio spettro di manifestazioni che variano da episodi
intermittenti, dolorosi ed autolimitanti di condrite auricolare e nasale,
ad espressioni deturpanti o potenzialmente fatali come il collasso
tracheale, ampie perforazioni settali o patologie cardiovascolari,
articolari ed oculari. La sua raritĂ e la mancanza di linee guida
assolute comportano spesso ritardi diagnostici o difficoltĂ nella
gestione clinica. I criteri diagnostici di riferimento, proposti da
McAdam, definiscono Policondrite la positivitĂ in tre dei seguenti
aspetti clinici: Condrite auricolare bilaterale, Poliartrite non erosiva,
Condrite nasale, Infiammazione oculare, Condrite delle vie aeree,
Disfunzione Cocleare o Vestibolare. Tali manifestazioni cliniche
devono essere avallate dal riscontro istologico. E’ definita
istologicamente dall’ infiltrazione di linfociti T (>CD4+), la presenza di
depositi di immunocomplessi nelle aree coinvolte (IgG e C3) rivolti
verso il collagene di tipo II, IX e XI , la matrillina1 e la proteina
oligomerica della matrice cartilaginea (COMP). Gli esami di
laboratorio evidenziano VES e PCR elevate, leucocitosi, anemia,
trombocitosi, iperÎłglobulinemia ed elevati livelli urinari di cataboliti di
cartilagine di tipo II. La terapia è modulata sulla gravità dei quadri
clinici riscontrati, prevedendo trattamenti sintomatici a base di FANS,
analgesici e colchicina a basse dosi in pazienti con manifestazioni
limitate e poco invalidanti; l’uso di cortisonici, immunosoppressori
(ciclofosfamide, azatioprina, ciclosporina A) e farmaci biologici (antiTNFα) nei pazienti resistenti ai precedenti trattamenti o con quadri
clinici piĂą severi.
MATERIALI E METODI
Si descrive il caso di A.F., donna, di anni 45.
La paziente riferiva dispnea ingravescente
nell’ultimo anno, dolenzia in regione
auricolare e frequenti ma autolimitantesi
dolori articolari condrosternali. Alla
laringoscopia a fibre ottiche presentava
plurime lesioni dall’aspetto nodulare,
circoscritte e a mucosa indenne in regione
sottoglottica, con motilitĂ cordale
conservata e spazio respiratorio ridotto. Si
evidenziava, inoltre, iperemia ed edema dei
padiglioni auricolari che apparivano dolenti
e dolorabili alla palpazione, con esclusione
del lobo. L’esame TC collo e torace senza e
con mdc confermava tali irregolaritĂ a
carico dell’anello cricoideo, che si
estendevano ai primi due anelli tracheali. Le
lesioni avevano disposizione sottomucosa,
di verosimile natura granulomatosa,
considerato l’enhancement successivo al
mdc. Si procedeva pertanto a biopsia delle
suddetta lesione laringea, e, ipotizzando
una probabile correlazione
immunomediata, un’indagine laboratoristica
sugli opportuni markers flogistico
autoimmunitar
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