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TEKSTOVI TALIJANSKIH KANTAUTORA: POEZIJA TREĆEG TISUĆLJEĆA?
Spesso si sente dire che i giovani non amano e non leggono la poesia. A nostro avviso ciò non corrisponde a verità. Il problema sta nell\u27individuare quale poesia essi prediligono. Dovrebbe essere compito dell\u27educatore far capire ai giovani che nell\u27accostarsi alla poesia non devono cominciare da zero, perché la disposizione e anche l\u27abitudine al piacere poetico è preesistente in loro: bisogna solo che si rendano conto di come la poesia faccia parte del vivere quotidiano e di quanto essa esprima tutta quella gamma di sentimenti che ciascuno di noi, almeno per una volta nella vita, ha di certo condiviso. Il loro naturale bisogno di poesia viene oggigiorno soddisfatto quasi esclusivamente dalla canzone in cui l\u27elemento poetico, oltre ad essere di per sé abbastanza accessibile, è accompagnato dalla musica che ne agevola la fruizione e il godimento. La canzone non solo risponde al bisogno di poesia dei giovani, ma è per la maggioranza di essi il primo e a volte l\u27unico approccio a una forma artistico-letteraria nella quale, oltretutto, riconoscono i loro problemi, le loro insofferenze, i loro sogni e quindi sentono particolarmente vicina.Često se kaže da mladi ne vole i ne čitaju poeziju. Mišljenja smo da to nije tako. Potrebno je prije svega utvrditi koju vrstu poezije mladi najviše vole a uloga je odgajatelja da ukaže mladima da nije potrebno krenuti od ništice da bi se poezija razumjela budući ona čini i jest sastavni dio njihovog svakodnevnog življenja te da ona iskazuje svu onu raznolikost osjećaja koje je svatko od nas osjetio barem jednom tijekom svoga života. Prirodnu potrebu mladih za poezijom oni danas zadovoljavaju isključivo slušajući pjesme u kojima poetski element prati glazba čineći ju bliskijom i predmetom uživanja. Pjesma ne samo zadovoljava potrebe mladih za poezijom već je i za većinu njih prvi a često puta i jedini način upoznavanja s nekim književno–umjetničkim oblikom u kojem oni pored ostalog prepoznaju vlastite probleme, netrpeljivosti i snove doživljavajući ju tako napose bliskom
L\u27universo femminile, lo spazio domestico e la famiglia nelle opere di Clara Sereni
Nell\u27intervento si evidenziano alcuni aspetti della narrativa di Clara Sereni, prendendo in esame soprattutto due lavori: Casalinghitudine (1987) e Il gioco dei regni (1993). Il punto d\u27avvio per delineare il profilo dell\u27autrice è invece il Taccuino di un\u27ultimista (1998), nel quale la Sereni, a partire dalla sua molteplice identità, di donna, ebrea, comunista e madre "handicappata", propone una sfi da: non cancellare la diversità, ma accettarla e farne una risorsa utile ai fini della conoscenza degli altri e di se stessi. Inoltre, con l\u27analisi del romanzo genealogico Il gioco dei regni, il lavoro si propone di dare il giusto rilievo alla "diaspora aff ettiva" della Sereni, che ritorna nei luoghi dei suoi avi per rintracciare tutti quei fi li dispersi che, tessuti insieme, hanno dato vita a uno dei più bei "libri di famiglia" scritti in Italia negli ultimi anni. Il contributo esamina i personaggi e i cronotopi sereniani, evidenzia le caratteristiche della scrittura dell\u27autrice romana che tra femminilità, ebraismo e politica, è anche la ricerca di un ordine della memoria, un dialogo con fi gure storiche appartenenti a generazioni diverse, una presa in carico della quotidianità e della storia e insieme itinerario intellettuale
La creatività artistica quale strumento di emancipazione culturale. Letteratura e pittura degli italiani di Croazia e Slovenia: l’esempio di Claudio Ugussi
L’articolo tratta della creatività letteraria e artistica degli appartenenti alla Comunità Nazionale Italiana (CNI) di Croazia e Slovenia, che si manifesta nell’ambito del Concorso d’Arte e di Cultura «Istria Nobilissima» fondato nel 1967 dall’Università Popolare di Trieste e dall’Unione degli Italiani dell’Istria e di Fiume (dal 1991 Unione Italiana). Le Antologie delle opere premiate al Concorso, che si pubblicano annualmente dal 1968, costituiscono una fonte da consultare per conoscere le tappe del percorso di emancipazione culturale che gli italiani di Croazia e Slovenia hanno intrapreso e seguito dalla fine degli anni Sessanta dello scorso secolo a oggi. Inoltre, nell’anno in cui la Casa editrice EDIT di Fiume, fondata nel 1952, festeggia sessant’anni di attività, l’intervento pone in rilievo l’importante ruolo che l’Ente giornalistico-editoriale svolge a beneficio
della Comunità. Si evidenzia in particolare il significato della pubblicazione, della ristampa e della diffusione delle opere degli autori istro-quarnerini, specialmente per il tramite della collana «Altre lettere italiane» avviata nel 2005 nella quale è evidente la volontà di coniugare la produzione letteraria e artistica degli italiani di Croazia e
Slovenia per mezzo della scelta oculata della veste grafica dei volumi, curata da Daria Vlahov Horvat. Il contributo presenta inoltre un’analisi critica del romanzo La città divisa di Claudio Ugussi, che si presenta nella duplice veste di narratore e di pittore
Age-related variations in the growth hormone response to growth hormone secretagogues
Growth hormone (GH) secretagogues are synthetic peptidyl and non-peptidyl molecules which possess a strong, dose-dependent and reproducible GH-releasing effect after intravenous and even oral administration in humans. This effect is probably mediated via the activation of specific receptors, mainly present at the pituitary and hypothalamic level; a human pituitary GH secretogogue receptor has already been cloned, pointing to the existence of an endogenous GH secretagogue-like ligand. The GH-releasing effect of GH secretagogues is gender-independent but undergoes marked age-related variations. In fact, the effect is low at birth, increases markedly at puberty, persists at a similar level in adulthood and decreases thereafter, being already similar in middle age to that in elderly subjects. It is likely that the reduced activity of GH secretagogues in aging reflects the age-related changes in the neural control of somatotrope function. These could include the hypothetical impairment in the activity of the p..
I "mafiosi" di Leonardo Sciascia. Analisi di una riscrittura
Nell’ambito della produzione letteraria di Leonardo Sciascia, le opere teatrali occupano certamente un posto minore. Sono solo tre, infatti, i testi teatrali scritti da Sciascia, tutti composti e messi in scena tra il 1965 e il 1970. Ci riferiamo in particolare a L’Onorevole (1965), I mafiosi (1965) e Recitazione della controversia liparitana dedicata ad A. D. (1969), oggi raccolti in un unico volume edito da Adelphi. Scopo di questo intervento non è però tratteggiare le peculiarità del teatro dell’autore di Racalmuto, cosa che risulterebbe per altro utilissima, visto lo scarso contributo teorico e critico offerto a questa parte della produzione dell’autore siciliano. L’intento è invece porre a confronto I mafiosi di Sciascia con il testo originale, ossia I mafiusi di la Vicaria di Gaspare Mosca e Giuseppe Rizzotto del 1863. Nel prosieguo del lavoro, oltre a spiegare le differenze tra il testo originale e la versione del 1965 di Sciascia, si delinea il motivo che rende il testo sciasciano unico non solo nell’ambito della sua produzione letteraria ma anche in quello della letteratura siciliana
Laura Marchig e Carla Rotta. Considerazioni introduttive per un confronto tra due innovatrici della letteratura istro-quarnerina
Questo lavoro desidera offrire una panoramica, comparativa, sulla produzione di due autrici appartenenti alla fase più recente della letteratura istro-quarnerina: Laura Marchig e Carla Rotta. Infatti, nonostante le due si dedichino a generi letterari differenti – rispettivamente poesia e prosa – le loro produzioni presentano dei punti di contatto particolarmente interessanti. Non solo, infatti, costituiscono un punto di rottura notevole con la tradizione letteraria istro-quarnerina precedente; ma entrambe, al netto delle evidenti differenze stilistiche, offrono una visione squisitamente femminile dei grandi temi della vita umana che, in più di un'occasione, tende a convergere. Il lavoro, dunque, dopo aver presentato brevemente le due autrici e averle collocate all'interno della letteratura istro-quarnerina, procederà con l'analisi di alcuni temi peculiari in due opere emblematiche: la silloge poetica T(t)erra per Marchig e la raccolta di racconti Femminile Singolare per Rotta
La tradizione rovignese nella raccolta di racconti "Odore di casa di Giovanni Santin"
Il presente lavoro analizza la raccolta narrativa in vernacolo Odore di casa di Giovanni Santin. È necessario premettere che questa, o altre opere del Santin, non sono state mai analizzate in precedenza e quindi l’autore risulta sconosciuto al pubblico. L’obiettivo principale è di rendere noto il lavoro di Santin ed aprire la strada ad ulteriori analisi del suo opus. I temi presi in analisi riguardano storia, usi e costumi della tradizione rovignese attraverso l’intento del Santin di conservare e tramandare elementi del folclore, avvenimenti e personaggi. La raccolta è una rievocazione dei tempi passati, un viaggio in un mondo apparentemente perduto e conservato nella memoria dell’autore. L’importanza dell’opera si riflette anche nel quadro della conservazione del dialetto locale, ormai in disuso nelle nuove generazioni. I dati riscontrati nei racconti sono stati confrontati con quanto trattato da altri autori, verificando così la veridicità della narrazione. Ci si è avvalsi di opere storiche, saggi di toponomastica, nomenclatura e cronache di autori rovignesi,
per la maggior parte pubblicate dal Centro di Ricerche Storiche di Rovigno. Particolare attenzione è stata rivolta anche al lavoro di traduzione e trasposizione in dialetto rovignese del Santin di testi di Ovidio, Verga, Tassoni, Daudet, ecc
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