L'evoluzione del principio di sussidiarietà nell'ordinamento italiano

Lo studio si propone di analizzare il grado di applicazione e di sviluppo del principio di sussidiarietà nell’ordinamento italiano. L’indagine ha considerato la normativa nazionale, le politiche pubbliche e le pubblicazioni istituzionali aventi ad oggetto il rapporto tra Stato, Enti Locali e società civile. Il principio di sussidiarietà regola i rapporti tra i diversi livelli di governo, proponendo la dislocazione di alcuni servizi di interesse generale a favore delle istituzioni più vicine al territorio. La sussidiarietà attua una profonda riforma del potere pubblico, delle responsabilità e competenze dei vari enti, andando a creare nuovi spazi per la libera iniziativa degli individui. La trasformazione e ridefinizione della sfera pubblica non ha nulla a che fare con forme radicali di secessione e separazione tra i territori ma, al contrario, l’obbiettivo del principio è promuovere azioni di solidarietà e sostegno tra le amministrazioni e la società civile. L’introduzione nell'ordinamento italiano è conseguenza diretta dei processi di integrazione europea, che hanno spinto verso una trasformazione del concetto di “sovranità” e un indebolimento delle istituzioni classiche di rappresentanza. Questo lavoro di tesi si basa sulla proposta di dar attuazione alla sussidiarietà in quanto possibile risposta al problema della tragedia dei beni comuni: evidenziati i maggiori fallimenti del mercato e dell’intervento statale nell'economia e a fronte dei profondi squilibri strutturali causati dall'aumento della spesa pubblica, risulta necessario introdurre un sistema che favorisca la riallocazione delle risorse e dei centri di decisione. Nel testo si presenta una analisi di dati istituzionali, volti a quantificare il grado di sussidiarietà verticale e, cioè, il grado di decentramento della spesa pubblica, e il livello di diffusione di strumenti sussidiari di tipo orizzontale, e cioè, meccanismi che favoriscono la libera iniziativa dei privati nell'offerta di beni e servizi di pubblico interesse. L’individuazione e l’analisi di tali misure permette di determinare la relazione esistente tra sussidiarietà e crescita economica del Paese. Per considerare le possibilità e le capacità del sistema italiano di dare applicazione al principio di sussidiarietà è imprescindibile analizzare le fonti di autonomia degli enti e, cioè, i limiti della capacità legislativa, regolamentare e amministrativa, così come previsti dalla Costituzione, dalla legislazione e dalle pronunce della Corte Costituzionale. Una volta individuati gli ambiti di competenza di ogni livello di governo, è indispensabile considerare se gli enti hanno a disposizione risorse sufficienti per finanziare le proprie funzioni. In tal senso, a partire dal 2001, il legislatore nazionale ha proposto l’attuazione di un modello di federalismo fiscale, in cui competenze, spese ed entrate sono fortemente decentrate, nel rispetto dei principi di solidarietà, riequilibrio territoriale e coesione sociale. Il principio di sussidiarietà orizzontale, inoltre, promuove il riconoscimento del ruolo centrale e fondamentale delle organizzazioni di volontariato nella erogazione dei servizi di pubblica utilità. Secondo la previsione costituzionale, lo Stato deve agevolare la partecipazione dei privati nell'offerta di beni e servizi pubblici e, a tal fine, adopera strutture, risorse e strumenti di vario genere, che permettono il completo passaggio da welfare state a welfare society

Carnitine deficiency in patients with coeliac disease and idiopathic dilated cardiomyopathy

Background and aims: Idiopathic dilated cardiomyopathy (IDCM) and coeliac disease (CD) are two pathological conditions which may lead, by different mechanisms, to malabsorption of various micronutrients, including carnitine, active in cardiac metabolism. The aim of the present investigation was primarily to evaluate differences in serum concentrations of total carnitine between IDCM, patients and patients with IDCM, associated with CD and then also to evaluate, in the latter, the effect of a gluten-free diet on serum concentrations of total carnitine. Method and results: Serum carnitine was determined by enzymatic spectrophotometric assay in three groups of individuals: group A, 10 patients (5 mates, 5 females), mean age 46.5 +/- 10.8 years, presenting isolated IDCM; group 13, 3 patients (2 males, 1 female), mean age 34 +/- 8 years, with IDCM+CD; and group C, 10 healthy subjects (5 mates, 5 females), mean age 38.6 +/- 11.1 years. All patients with IDCM belonged to class NYHA I-II. Mean concentrations of total serum carnitine in the group of patients with isolated IDCM (group A) were found to be lower than in the controls (group C). The concentrations in patients with IDCM associated with CD (group B) were tower than in the control group and also tower than in the isolated IDCM (group A). After 2 years on a gluten-free diet, patients presenting IDCM associated with CD showed a progressive increase in mean serum carnitine levels compared to values observed prior to the diet. Conclusions: Patients presenting IDCM, associated with CD show a greater decrease in serum total carnitine levels than patients presenting the isolated form of IDCM. A gluten-free diet, in these patients, leads to a progressive increase in serum levels of this substance. (C) 2005 Elsevier B.V. All rights reserved

Diagnosis and follow up of Takayasu's arteritis by scintigraphy with radiolabelled interleukin 2.

In July 1993 a 17-year-old woman was diagnosed with Takayasu’s arteritis (type I) in the acute stage 1,2 . She had a weak left radial pulse: arterial pressure was 130/70 mm Hg in the right and 100/65 mm Hg in the left arm. Blood tests were in agreement with the diagnosis. The ultrasonographic study and aortography showed a diffuse and circumferential thickening of the intima–media complex resulting in 80% stenosis in the left subclavia distally to the origin of the left vertebral artery (Figure 1A). Therapy with prednisone and acetylsalicylic acid was initiated. She rapidly became free of symptoms and the laboratory tests improved substantially. In February 1994, she complained of recurrent pain, paresthesias of the left arm, and dizziness on neck move- ment. New aortography showed a stenosis of the proximal left subclavia to the origin of the left vertebral artery. Therefore, a new imaging modality was applied to evaluate the activity and extent of the inflammatory process 3 : scinti- graphy with radiolabelled interleukin 2 ( 99m Tc-IL-2). This revealed an abnormal uptake in the area of the left subclavia and at the origin of the left common carotid artery (Figure 2A) indicating the presence of an active process of lympho- cytic infiltration in the arterial wall; methotrexate was added to therapy. In June 1994, all laboratory tests being normal, a percu- taneous transluminal angioplasty was successfully performed (Figure 1B). In June 1998, the therapy was discontinued

Changes in Serum Markers of Inflammation and Endothelial Activation in HIV-Infected Antiretroviral Naive Patients Starting A Treatment with Abacavir-Lamivudine or Tenofovir-Emtricitabine Plus Efavirenz

Background: The association between abacavir use and increased risk of myocardial infarction has been heavily debated, but cohort studies and randomized trials have provided conflicting results. Aim of our study is to compare the effect of abacavir and tenofovir on the inflammation and endothelial activation markers. Methods: We performed an observational study of HIV-infected na\uefve patients starting tenofovir/emtricitabine (group A) or abacavir/lamivudine (group B) plus efavirenz. In the present analysis, we measured serum levels of high-sensitivity C-reactive protein (hsCRP), interleukin-6 (IL-6), tumor necrosis factor-\u3b1 (TNF-\u3b1), soluble vascular adhesion molecule-1 (VCAM-1), soluble intercellular adhesion molecule-1 (ICAM-1), E-selectin and P-selectin at baseline and during a 48-week follow-up. Results: As a whole, 118 patients (93 males; mean age \ub1 SD of 42.8 \ub1 10.1 years) were enrolled: 61 in group A and 57 in group B. In group A at weeks 24 and 48 the mean concentrations of IL-6, TNF-\u3b1, ICAM-1, VCAM-1, E-selectin and Pselectin decreased significantly in comparison with respective baseline values. In group B at week 24 a significant increase in mean values of these markers was reported in comparison with group A, but after 48 weeks they significantly decreased in group B too and no significant differences between groups A and B were found. Conclusion: In our study, na\uefve patients starting tenofovir/emtricitabine or abacavir/lamivudine plus efavirenz showed after 48 weeks a significant and comparable decrease in serum concentrations of IL-6, TNF-\u3b1, ICAM-1, VCAM-1, Eselectin and P-selectin, while the mean level of hs-CRP did not change significantly in any group

Troiane classiche e contemporanee

Il mito fondativo della caduta di Troia, nel suo passaggio dall’epos al teatro, ha dato origine a due tra le tragedie più commoventi e perturbanti della letteratura classica. Le Troiane di Euripide e di Seneca mettono in scena, infatti, il dramma della guerra – e quello ancor più spietato dei postumi della guerra – dalla prospettiva di chi è sconfitto due volte: le donne e gli innocenti, vittime sia della morte (dei mariti, dei padri, dei figli), sia della vita, che li costringe a sopportare ulteriore violenza, morte e schiavitù. I saggi raccolti in questo volume analizzano diversi aspetti letterari delle due tragedie ed esplorano snodi fondamentali della loro ricezione e della loro fortuna critica: dal momento della riscoperta delle forme tragiche nel rinascimento europeo all’arte moderna e contemporanea, dalle riletture cinematografiche alle messe in scena del teatro contemporaneo, fino all’analisi dei testi alla luce delle moderne categorie dei Trauma Studies.The foundational myth of the fall of Troy, in its movement from epic to drama, has given rise to two of the most moving and unsettling tragedies of classical literature. The Trojan Women by Euripides and by Seneca stage the tragedy of war – and its even more ruthless aftermath – from the perspective of its victims, women and innocent children, who are defeated both by death (the death of husbands, sons, fathers) and by life itself, which forces them to suffer further violence, further death and slavery. The essays collected in this volume analyse different literary aspects of the two plays and explore pivotal moments in their reception and their critical assessment. They range from the rediscovery of tragic forms in the European Renaissance to modern and contemporary art, from cinema to contemporary theatre performances, even up to textual analysis in the light of Trauma Studies theory

Predictive value of the Diverticular Inflammation and Complication Assessment (DICA) endoscopic classification on the outcome of diverticular disease of the colon: An international study

BACKGROUND: Diverticular Inflammation and Complication Assessment (DICA) endoscopic classification has been recently developed for patients suffering from diverticulosis and diverticular disease. AIMS: We assessed retrospectively the predictive value of DICA in patients for whom endoscopic data and clinical follow-up were available. METHODS: For each patient, we recorded: age, severity of DICA, presence of abdominal pain, C-reactive protein and faecal calprotectin test (if available) at the time of diagnosis; months of follow-up; therapy taken during the follow-up to maintain remission (if any); occurrence/recurrence of diverticulitis; need of surgery. RESULTS: We enrolled 1651 patients (793 M, 858 F, mean age 66.6 ± 11.1 years): 939 (56.9%) patients were classified as DICA 1, 501 (30.3%) patients as DICA 2 and 211 (12.8%) patients as DICA 3. The median follow-up was 24 (9-38) months. Acute diverticulitis (AD) occurred/recurred in 263 (15.9%) patients; surgery was necessary in 57 (21.7%) cases. DICA was the only factor significantly associated to the occurrence/recurrence of diverticulitis and surgery either at univariate (χ(2 )= 405.029; p < 0.0001) or multivariate analysis (hazard ratio = 4.319, 95% confidence interval (CI) 3.639-5.126; p < 0.0001). Only in DICA 2 patients was therapy effective for prevention of AD occurrence/recurrence with a hazard ratio (95% CI) of 0.598 (0.391-0.914) (p = 0.006, log rank test). Mesalazine-based therapies reduced the risk of AD occurrence/recurrence and needs of surgery with a hazard ratio (95% CI) of 0.2103 (0.122-0.364) and 0.459 (0.258-0.818), respectively. CONCLUSIONS: DICA classification is a valid parameter to predict the risk of diverticulitis occurrence/recurrence in patients suffering from diverticular disease of the colo