17 research outputs found

    L’islam e i processi di radicalizzazione: una prospettiva criminologica

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    Islam and processes of radicalization: a criminological view ABSTRACT: The process of radicalization of the so-called ‘third wave of jihad’, composed of children of immigrants who grew up at the margins of Western cities, is analysed. Radical Islam has offered such young people an ideology capable of recomposing their fragmented life stories, by making them fighters and martyrs in the West (homegrown fighters) or in the Caliphate (foreign fighters). The paper describes the models of radicalization processes of European jihadists, sketching the biographies of those who have joined the ‘holy war’. The reasons for such a choice are interpreted in light of criminological subcultural theories that move from normative and cultural conflicts and anomic frustration. The jihadist subculture is understood as a collective solution to the problems of adaptation in an exclusionary society, to transform the stigma into a sign of distinction. SOMMARIO: 1. La radicalizzazione islamica come questione di sicurezza nazionale - 2. Definire la radicalizzazione tra ideologie estremiste e azioni violente - 3. Le fasi del processo di radicalizzazione in Europa - 4. La marginalità urbana e il jihad - 5. L’ideologia islamica radicale violenta come subcultura del riscatto

    L’islam e i processi di radicalizzazione: una prospettiva criminologica

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    Islam and processes of radicalization: a criminological view ABSTRACT: The process of radicalization of the so-called ‘third wave of jihad’, composed of children of immigrants who grew up at the margins of Western cities, is analysed. Radical Islam has offered such young people an ideology capable of recomposing their fragmented life stories, by making them fighters and martyrs in the West (homegrown fighters) or in the Caliphate (foreign fighters). The paper describes the models of radicalization processes of European jihadists, sketching the biographies of those who have joined the ‘holy war’. The reasons for such a choice are interpreted in light of criminological subcultural theories that move from normative and cultural conflicts and anomic frustration. The jihadist subculture is understood as a collective solution to the problems of adaptation in an exclusionary society, to transform the stigma into a sign of distinction. SOMMARIO: 1. La radicalizzazione islamica come questione di sicurezza nazionale - 2. Definire la radicalizzazione tra ideologie estremiste e azioni violente - 3. Le fasi del processo di radicalizzazione in Europa - 4. La marginalità urbana e il jihad - 5. L’ideologia islamica radicale violenta come subcultura del riscatto

    I confini delle mafie. Il crimine organizzato in provincia di Rimini

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    Parlare di mafie nel Nord Italia, oggi, non stupisce; ma per lungo tempo questo tema \ue8 stato sottovalutato o rimosso. Le indagini giudiziarie ne hanno accertato l\u2019infiltrazione nell'economia, legale e illegale, del Settentrione svelando la collaborazione di persone insospettabili; le ricerche scientifiche hanno analizzato le forme di integrazione delle mafie, non pi\uf9 relegate nel lontano Meridione; di camorra, \u2019ndrangheta e cosa nostra si occupano i mass media; il contrasto della criminalit\ue0 mafiosa \ue8 parte dell\u2019agenda politica, con un parallelo sviluppo dei progetti per la legalit\ue0. A partire dai risultati di un\u2019indagine sulla percezione delle mafie al Nord, condotta tra gli studenti della provincia di Rimini e i loro genitori, e muovendo dall'espansione mafiosa come trapianto, colonizzazione o effetto del capitale sociale, il volume evidenzia le zone di confine tra lecito e illecito, coercizione e consenso, invisibilit\ue0 e reputazione del metodo mafioso in Emilia-Romagna e discute di fiducia e reputazione quali risorse del campo simbolico mafioso. La fiducia rimanda agli elementi che incidono sulla percezione di uno Stato pi\uf9 o meno forte rispetto alle mafie e sulla disaffezione che pregiudica l\u2019impegno civico della comunit\ue0. La reputazione del \u201cmarchio mafia\u201d \u2013 veicolata da stampa, cinema, TV, musica, videogiochi \u2013 spiega perch\ue9, nell'immaginario delle giovani generazioni, sia diffusa una sorta di invincibilit\ue0 delle mafie

    Teorie del controllo sociale

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    Muovendo dall\u2019idea dello \u201cstato di natura\u201d di Thomas Hobbes e riprendendo la concezione della Scuola Classica, che identifica il delinquente con un attore razionale che valuta i costi e i benefici del proprio agire e commette un atto di criminalit\ue0 nel caso in cui i vantaggi derivanti da tale atto sono maggiori dei rischi, le teorie del controllo si basano sul presupposto che ciascun individuo possa tenere un comportamento deviante e criminale, pertanto lo studio delle cause della criminalit\ue0 perde di rilevanza, mentre, al contrario, sono le ragioni del conformismo, ossia i motivi che spingono a non compiere atti di devianza, a dover costituire oggetto di analisi. Negli anni \u201960 del secolo scorso, i teorici del controllo e dell\u2019autocontrollo hanno rappresentato un punto di rottura rispetto agli approcci criminologici precedenti e tradizionali, in quanto hanno concentrato la loro attenzione sulla spinta verso il conformismo e hanno rintracciato le origini del comportamento deviante e criminale nella mancata o debole socializzazione ai valori e alle norme convenzionali. Il campo di indagine privilegiato della teoria del controllo sociale (e del suo maggiore esponente Travis Hirschi), \ue8 rappresentato dalla delinquenza giovanile che viene spiegata a partire dal legame dei giovani con gli attori della struttura sociale, la famiglia, la scuola e il gruppo dei pari. Tali agenzie di socializzazione, infatti, operano un efficace controllo che trattiene i giovani dalla devianza solo in quanto riescono ad assumere, al tempo stesso, il ruolo di \u201caltri significativi\u201d, capaci di educare al rispetto delle norme e dei valori socialmente dominanti, e il ruolo della \u201cautorit\ue0\u201d, che ha il potere di sanzionare i comportamenti che da tali norme e valori deviano

    \u201cOltre le sbarre e oltre. Due ricerche sul carcere\u201d a cura di Giuseppe Campesi, Lucia Re e Giovanni Torrente

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    Recensione del libro \u201cOltre le sbarre e oltre. Due ricerche sul carcere\u201d a cura di Giuseppe Campesi, Lucia Re e Giovanni Torrente, L\u2019Harmattan Italia, Torino, 200

    \u201cCorpi globali. La prostituzione in Italia\u201d di Stefano Becucci ed Eleonora Garosi

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    Recensione del libro \u201cCorpi globali. La prostituzione in Italia\u201d di Stefano Becucci ed Eleonora Garosi, Firenze University Press, 200

    INTEGRATION STRATEGIES OF FOREIGNERS BETWEEN SOCIETY AND PRISON: A RESEARCH IN EMILIA-ROMAGNA AND CALABRIA

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    La tesi esamina il rapporto tra le opportunità di integrazione che gli immigrati hanno in Italia e la possibilità che essi facciano ricorso al crimine. L'analisi della legislazione italiana evidenzia come gli ostacoli, e la discrezionalità delle pratiche, legati al soggiorno regolare sul territorio rendano difficile l'integrazione degli stranieri nella società. Di conseguenza, la capacità degli immigrati di adottare proprie strategie di adattamento (basate sul capitale individuale e sul capitale sociale) alla loro situazione acquista fondamentale importanza. Per verificare empiricamente tali concetti, ho intervistato un campione di stranieri, sia all'interno che all'esterno del carcere, al fine di ricostruire la loro esperienza migratoria e confrontare le "strategie di integrazione" dei detenuti con quelle dei non detenuti. Dalla ricerca è emerso che, a parità di difficoltà incontrate in Italia, e pur essendosi rilevati in entrambi i gruppi periodi di irregolarità (legati alla mancanza del permesso di soggiorno), gli stranieri non detenuti erano riusciti ad adottare più efficaci strategie di integrazione - intese quali fattori protettivi dal coinvolgimento in attività criminali - che non gli stranieri intervistati in carcere. Inoltre, la relazione tra integrazione e criminalità è stata analizzata, in particolare, in Calabria ed Emilia-Romagna attraverso interviste in profondità con un più ristretto campione di stranieri detenuti negli istituti penitenziari delle due regioni. Attraverso interviste con alcuni osservatori privilegiati, infine, sono state esaminate le strutture delle opportunità sia legittime che illegittime presenti in ciascun contesto regionale.The thesis explores the relationships between the possibilities of integration of migrants in Italy and the eventuality of foreigners' recourse to crime. From the analysis of Italian laws emerges that legal obstacles, and the discretionary nature of practices, linked to a regular sojourn, make integration particularly difficult. Therefore, the ways in which migrants are able to mobilize strategies of adaptation (based on individual and social capital of foreigners) to their situation are crucial to their final success. In order to test these concepts empirically, I collected the stories of a sample of foreigners - interviewed within and out of prisons - and compared "integration strategies" of inmates and non-detainees. From the research resulted that, starting from similar difficulties encountered in Italy, and even if both groups experienced periods of irregularity (due to the lack of residence permits), foreigners out of prison had been able to more effectively mobilize their skills of social integration - meant as a protective factor from involvement in crime - than inmates. Furthermore, the relationship between integration and crime has been explored, in particular, in the two Italian regions of Calabria and Emilia-Romagna through in-depth interviews with a smaller sample of foreigners detained in regional prisons. Also the structure of both legitimate and illegitimate opportunities in each region has been analyzed through interviews with key informants

    Immigration, Crime, and Criminalization in Italy

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    The paper describes the link between immigration and crime in Ital

    Controlling immigrant: The latent function of Italian administrative orders

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    Enforcement of new - or relatively new - administrative powers targeting control and criminalization of behaviour has become increasingly common in Italian cities in recent years. Defined as "ordinanze sindacali", Mayors' Administrative Orders (MAOs) have traditionally been among the powers available to mayors to regulate urban life. Under a new national law passed in 2008, their use to control undesirable behaviour ranging from minor social and physical incivilities to prostitution and social problems like begging and vagrancy has become increasingly common. In this paper, using data from our own research and from national and local studies, we discuss these orders under a new perspective, showing how they have been used in Italy to criminalize statuses and behaviours of a specific vulnerable social group: namely legal and illegal immigrants. We describe the main features of these administrative tools, their complex interactions with the criminal justice system and the immigration laws, and the mechanisms through which they target irregular and regular immigrants and their use of public space. We contextualize their enforcement in Italian cities in the broader development of exclusionary policies against immigrants and in the more general tendency to increase criminalization of groups and behaviours that seem to be part of a common punitive turn in many Western countries

    Le risposte del sistema della giustizia penale alle violenze nelle relazioni di intimit\ue0

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    Il contributo presenta e discute i risultati di una ricerca, condotta a Bologna e Catania, volta ad analizzare i fascicoli giudiziari in materia di violenza nelle relazioni di intimit\ue0. L'indagine tende ad analizzare le risposte del sistema penale alle esigenze delle donne che subiscono violenza e che presentano denuncia
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