7 research outputs found

    VNS in drug resistant epilepsy: preliminary report on a small group of patients

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    <p>Abstract</p> <p>Background</p> <p>In 1997 Vagus Nerve Stimulation (VNS) received approval from the US Food and Drug Administration (FDA) as an adjunctive therapy in the treatment of medically intractable partial epilepsy in people aged 12 years and older who are ineligible for resective epilepsy surgery. Although the exact mechanisms of action are unknown, the use of VNS with children has increased, including those younger than 12 years of age, or those with generalized epilepsy.</p> <p>Methods</p> <p>We describe the outcome for the first group of nine patients, aged 8-28 years, who had pharmaco-resistant epilepsy and were treated with VNS. During the follow up, we gradually and slowly increased the parameters of the stimulation in order to assess the efficacy of VNS even at parameters which would usually be considered "non-therapeutic", along with possible side effects and changes in quality of life.</p> <p>Results</p> <p>At the last follow, up 1 patient was "seizures free", 3 were "very good responders", 3 were "good responders" and 2 were "non responders". We obtained an initial seizure reduction with low stimulation parameters, the highest current reached being 2.00 mA. This observation supports the possibility that, for younger patients, lower stimulation intensities than those commonly used in clinical practice for adults can be therapeutic. We also wanted to underline the reduction in seizure frequency (~91,7%) and the reduction in seizure duration (> 50%) in the patients affected by drug-resistant absence epilepsy. Adverse effects were mild, tolerable and, in most of cases, easily resolved by adjusting the stimulation parameters. Hoarseness of voice was the most frequent side effect. The improvements in the quality of life are relevant and seem to be independent of the VNS effect in controlling seizures.</p> <p>Conclusions</p> <p>Our small experience seems to confirm the efficacy and safety of VNS in drug resistant partial and generalized epilepsy in developing age groups.</p

    Regressione psicomotoria, tetraparesi spastica, atrofia cerebellare: un nuovo caso di leucodistrofia neuroassonale?

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    Presentiamo il caso clinico di un bambino, di attuali 2aa 4m, giunto alla nostra osservazione con un quadro di microcefalia, tratti dismorfici, tetraparesi spastica, ritardo del linguaggio, disartria, disfagia ed atrofia cerebellare. L’esordio della sintomatologia è descritto all’età di 1aa e 2 m, a seguito di un episodio di convulsione febbrile, con un regressione dello sviluppo psicomotorio globale, descritto normale fin ad allora. La familiarità è positiva per ritardo del linguaggio mentre l’anamnesi fisiologica risulta negativa per sofferenza perinatale. Nell’ipotesi di una patologia metabolica sono stati eseguiti: AA plasmatici ed urinari, ac.organici urinari, VLCFA, enzimi lisosomiali, isoelettrofocusing delle sialotransferrine, ac.lattico ed ammonio nella norma. Le indagini neurofisiologiche hanno evidenziato una subatrofia ottica con ipovoltaggio a sn ai PVE; la presenza di anomalie tipo PO sulle regioni occipitali, apparentemente priva di correlato clinico, su un attività elettrica discretamente organizzata e simmetrica; la funzionalità uditiva risulta ai limiti inferiori della norma. La RMN encefalo ha evidenziato la presenza di atrofia cerebellare con iperintensità della corteccia cerebellare nelle sequenze FLAIR. Normale risulta la mielinizzazione cerebrale. Allo studio di spettroscopia sono presenti alterazioni metaboliche indicative di processo neurodegenerativo particolarmente severo a livello cerebellare, alterazioni suggestive di danno neurodegerativo/assonale di grado moderato a carico del ponte e dei nuclei caudati, e di grado lieve a carico della sostanza bianca e corteccia degli emisferi cerebrali. I dati clinici e strumentali risultano compatibili con una distrofia neuroassonale infantile (INAD) di cui è in corso la ricerca della mutazione del gene PLA2G6 (cromosoma 22q13.1)

    EFFICACIA DEL LEVETIRACETAM IN UN CASO DI ESES SECONDARIO A DISPLASIA CORTICALE.

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    Presentiamo il caso di una bambina di 6 anni e 2 mesi giunta alla nostra osservazione per crisi focali esordite all\u2019et\ue0 di 3 anni. Niente da segnalare all\u2019anamnesi familiare, fisiologica e patologica remota. Sviluppo psicomotorio nella norma. Le crisi, di tipo focale motorio con o senza alterazione della coscienza, erano presenti sia in veglia che durante il sonno con frequenza plurimensile, e si sono mostrate resistenti alle terapie farmacologiche intraprese in altra sede (VPA, TPM, LMT, CBZ). Nell\u2019ultimo periodo viene segnalata inoltre difficolt\ue0 motoria all\u2019arto superiore di sinistra. All\u2019ingresso l\u2019esame neurologico ha evidenziato deficit funzionale a livello dell\u2019arto superiore sinistro con improvvise perdite del tono muscolare. L\u2019EEG poligrafico ha mostrato in veglia anomalie tipo punte e punte-onda subcontinue pi\uf9 evidenti in regione frontale destra tendenti ad organizzarsi in parossismi generalizzati con frequente correlato clinico di mioclono negativo all\u2019arto superiore sinistro; nel sonno NREM tali anomalie si attivavano ulteriormente realizzando un quadro di ESES. La RM encefalo ha evidenziato una dilatazione degli spazi liquorali in sede fronto-temporo-parietale destra, con aspetti compatibili con displasia corticale nella corteccia sottostante. Lo studio per neuroimmagini \ue8 stato integrato tramite esecuzione di PET (F-FDG) che ha documentato una lieve iperfissazione del radiofarmaco in sede fronto-parietale destra (giro cingolato), con proiezione in corrispondenza della dilatazione segnalata alla RM. Lo studio neuropsicologico ha messo in luce un moderato deficit nelle abilit\ue0 visuo-spaziali e visuo-motorie. E\u2019 stata pertanto intrapresa terapia con Levetiracetam (LEV) in associazione al Valproato. Il Levetiracetam \ue8 stato titolato in 11 giorni fino alla dose di 50 mg/Kg/die senza comparsa di effetti indesiderati. Si \ue8 quindi assistito ad un rapido miglioramento del quadro clinico con completo controllo delle crisi e scomparsa del deficit funzionale a carico dell\u2019arto superiore sinistro, cui ha corrisposto una modificazione del quadro EEG con una netta riduzione della frequenza delle anomalie elettriche in veglia, scomparsa del fenomeno mioclonico negativo e risoluzione del quadro di ESES, con persistenza di anomalie focali localizzate in sede frontale destra. L\u2019efficacia dimostrata dal Levetiracetam in questo caso di epilessia farmacoresistente secondaria a displasia corticale non solo nel controllare gli episodi critici ma anche sul fenomeno del mioclono negativo e sul quadro di ESES, evidenzia come questo farmaco possa avere una importante e precoce indicazione nella terapia di tali eventi, spesso molto difficili da trattare e causa di sequele neuropsicologiche potenzialmente invalidanti

    Unusual diagnosis in a child suffering from Juvenile Alexander disease: Clinical and imaging report

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    Alexander disease is a rare, sporadic leukoencephalopathy characterized by white-matter abnormalities with frontal pre-dominance and, as a rule, clinically associated with megalencephaly, seizures, spasticity, and psychomotor deterioration. We describe a boy who was diagnosed as affected by anorexia nervosa because of his refusal to eat, progressive weight loss, and psychologic disturbances. The observation of a hyperintense lesion on T2-weighed magnetic resonance images (MRIs) was initially explained as a pontine and extrapontine myelinolysis related to malnutrition. Following MRI and DNA analysis, we diagnosed a juvenile type of Alexander disease. Therefore, we can affirm the importance of the history and clinical examination to look for brainstem dysfuction in patients presenting with atypical anorexia nervosa
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