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    Normally ζ-reversible profinite groups

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    open2noWe examine (finitely generated) profinite groups in which two formal Dirichlet series, the normal subgroup zeta function and the normal probabilistic zeta function, coincide; we call these groups normally ζ-reversible. We conjecture that these groups are pronilpotent and we prove this conjecture if G is a normally ζ-reversible satisfying one of the following properties: G is prosoluble, G is perfect, all the nonabelian composition factors of G are alternating groups.openCimetta, LEONE CESARE; Lucchini, AndreaCimetta, LEONE CESARE; Lucchini, Andre

    Microscale technologies to decode EV-mediated cell behavior

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    Some properties of zeta functions associated to profinite groups

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    Consider a profinite group containing only finitely many open subgroups of index n, for any n: then it is possible to define two formal Dirichlet series associated to the group, the normal subgroup zeta function and the normal probabilistic zeta function. First, we deal with the problem of the absolute convergence of the latter, then we examine the profinite groups in which these series coincide, and we call these groups normally zeta-reversible. We conjecture that these groups are pronilpotent and we prove this conjecture if G is a normally zeta-reversible satisfying one of the following properties: G is prosoluble, G is perfect, all the nonabelian composition factors of G are alternating groups. This evidence gives us sufficient motivation to focus on finitely generated pro-p groups, as classifying normally zeta-reversible pro-p groups is the key to determine a classification of pronilpotent groups with this property: we show that normally zeta-reversible uniform pro-p groups (where p is an odd prime) are abelian and torsion-free. Later on, we use an explicit classification of analytic p-adic pro-p groups of small dimension and a formula for their subgroup zeta function to prove that a conjecture by Damian and Lucchini holds for these groups. Finally, we present some experimental results, obtained using the software GAP, concerning the behaviour (and in particular the distibution of the real zeros) of the probabilistic zeta function of finite groups

    Normally ζ-reversible profinite groups

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    We examine (finitely generated) profinite groups in which two formal Dirichlet series, the normal subgroup zeta function and the normal probabilistic zeta function, coincide; we call these groups normally ζ-reversible. We conjecture that these groups are pronilpotent and we prove this conjecture if G is a normally ζ-reversible satisfying one of the following properties: G is prosoluble, G is perfect, all the nonabelian composition factors of G are alternating groups

    Elementi di guerra economica

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    2007/2008Introduzione La Guerra Economica costituisce da almeno venti anni una delle più impegnative sfide del sistema internazionale. Essa, infatti, coinvolge numerosi elementi e fattori della competizione e della conflittualità tra Stati, e tra Imprese, in un quadro di elevata interdipendenza dell'intero sistema delle Relazioni Internazionali e della Geopolitica. Gli attori del sistema internazionale post bipolare hanno visto crescere la conflittualità su base economica in uno scenario internazionale sempre più dominato dal prevalere delle Organizzazioni Internazionali trans nazionali, regionali e tematiche. Stati ed Imprese competono sfruttando tutti gli elementi della Guerra Economica in un contesto spesso privo di diritto, di confini fisici, di strutture atte a regolamentarne la soluzione e soprattutto senza che l'opinione pubblica possa percepire che tale guerra sia in corso o sia avvenuta. Gli attori della Guerra Economica sfruttano ogni mezzo per poter compiere azioni belliche quali i classici strumenti del mercantilismo (dazi doganali, vincoli all'import/export, limiti alla produzione, sovvenzioni pubbliche alle imprese ed al consumo, strumenti finanziari) o ancora lo spionaggio industriale, l'azione lobbystica, le associazioni di categoria ed i gruppi di interesse. Tuttavia oggi si è rafforzato un altro strumento principe della Guerra Economica che si è affacciato con la fine della contrapposizione ideologica e soprattutto con la diffusione esponenziale dell'informazione (Tv, Radio, Giornali ed Internet): la Guerra dell'Informazione. Tale strumento, attraverso la copertura globale delle informazione a la loro diffusione in tempo reale, non costituisce solo un'opportunità per gli Stati e le Imprese di competere sul piano planetario nell'ambito della concorrenza ma anche un sottile ed efficace strumento di attacco bellico per colpire concorrenti e nemici. Colpire la reputazione di un Amministratore Delegato a livello personale, screditare un prodotto di un'azienda, accusare un politico influente nella realtà nazionale, immettere nel mercato delle informazioni notizie false in un quadro di diffusione globale significa applicare tecniche quali una strategia, tattiche, contromisure ed intelligence tipiche dello scenario bellico. La consapevolezza per uno Stato o per un'Impresa di avere a disposizione strumenti di attacco, come allo stesso tempo l possibilità di essere colpiti da altri, richiede da parte di tutti gli organi dello Stato e delle Associazioni imprenditoriali un senso di responsabilità tale da essere strettamente necessaria la condivisione delle informazioni e degli strumenti necessari a competere nel mercato globale. Se le Imprese hanno l'obbligo di tutelare i propri azionisti come anche i loro dipendenti a possibili tracolli economici, gli Stati hanno la necessità di sostenere le proprie Imprese, alcune delle quali formano l'interesse strategico nazionale: energia, telecomunicazioni, i trasporti, l'industria pesante e di alta precisione. Gli Stati hanno nella Guerra Economica il compito di tutelare, attraverso le proprie risorse e l'organizzazione, quello che viene definito “interesse nazionale” Se appare intuitivo comprendere l'importanza di alcuni settori strategici quali quelli sopra descritti, è altrettanto rilevante sottolineare l'importanza strategica di settori quali la grande distribuzione, la sanità o l'ambiente. Tutti questi elementi hanno delle radicali conseguenze se messi sotto stress da attacchi di Guerra Economica con ripercussione sui mercati, la società civile e la politica. Gli strumenti che caratterizzano la Guerra Economica sono molteplici e frutto di interazioni tra discipline diverse che vanno dalla linguistica all'analisi semantica dei testi, dall'intelligence economico allo sviluppo di tecnologie avanzate. Ma si tratta allo stesso tempo di mettere in stretta relazione metodologie e tecniche proprie dell'analisi geopolitica e geoeconomica insieme alle tecniche di analisi finanziaria o giuridica. Tutte queste scienze e discipline insieme compongono un piano estremamente complesso che permette alle aziende ed allo Stato di competere con maggiore efficienza sui mercati internazionali. Tuttavia la consapevolezza di dover acquisire e soprattutto sviluppare queste tecniche ancora non è particolarmente chiaro ai decisori politici ed economici dell'Italia e dell'Europa Unita. I passi di maggiore spessore e rilevanza sono stati fatti in Francia soprattutto grazie École de Guerre Économique, un'istituzione nata dall'interazione tra Dipartimento della Difesa, Diartimenti universitari in Geopolitica e Geostrategia ed Economisti. L'insieme ha portato alla realizzazione di un luogo deputato allo studio della Guerra Economica, dell'analisi di casi concreti e ancor più rilevante di ipotizzare non solo attacchi a livelli internazionale ma anche a tutela degli interessi nazionali francesi. Sebbene negli Stati Uniti non vi siano scuole di questo tenore e soprattutto chiamate esplicitamente in tal senso, esiste a livello diffuso tra le diverse amministrazioni dello Stato la consapevolezza ce le risorse del paese sono destinate a svolgere l'unico vero compito di guerra oggi disponibile, vale a dire la Guerra Economica. All'interno di questa espressione si sviluppano concetti quali la Guerra Cognitiva, l'Intelligence economico, le Lobby e la diplomazia parallela. Tutti concetti sfuggevoli alla dottrina scientifica ma decisamente importanti nell'analisi della Guerra Economica. Lo sviluppo di questa disciplina e di quelle ad essa collegate dipende interamente dalla scelta dei Governi e dalla pressione che le altre istituzioni locali e regionali assieme all'imprenditoria privata riescono a compiere. Risorse e coordinamento scientifico sono alla base di una disciplina che difficilmente potrà prendere piede a livello accademico ma che potrebbe trovare nell'accademia un valido sostegno soprattutto di carattere culturale e metodologico. Studiare la competizione tra le aziende a tutti i livelli, giuridico, economico, tariffario, finanziario e di conseguenza anche geopolitico, geoeconomico e secondo le dinamiche della Guerra dell'Informazione aiuterebbe a sviluppare strategie e contromisure. Le Università italiane in particolare sono carenti sotto questo aspetto. Non solo perché sono scarse le risorse destinate alla ricerca ma soprattutto perché manca indiscutibilmente il concetto di sistema paese a tutela degli interessi nazionali. Questa espressione studiata sia sotto il profilo giuridico che filosofico senza dimenticare l'aspetto prettamente geostrategico tralscia un importante elemento, vale a dire la difesa degli interessi economici del paese. La Guerra Economica ha lo scopo di dare un apporto significato allo studio scientifico, sistematico e strategico proprio di questo lato dell'interesse nazionale. Il problema delle risorse potrebbe essere un problema ampiamente superabile. Lo Stato infatti troverebbe nelle aziende private validi partner strategici per sviluppare le migliori tecniche e allo stesso tempo offrirebbe al paese spazi di utilizzo, casistiche particolareggiate e un valido contributo alla sinergia tra Stato e privati. La Guerra Economica racchiude un elevato numero di tecniche di analisi, indagine, azione ed una metodologia che oggi comunemente in accademia viene definita multi disciplinare. Economia, diritto, scienza politica, geografia, filosofia, socio linguistica, semantica, sono solo alcune delle scienze che possono contribuire a quella che non può e non deve essere definita come una scienza. La Guerra Economica, al pari della Geopolitica delle origini, costituisce uno strumento per il decisore politico ed economico che deve operare in contenti di conflittualità economica e che allo stesso tempo deve scegliere quali strumenti adottare di volta in volta. La Guerra economica, proprio per la sua natura difficilmente riconducibile ad un percorso accademico di base, propedeutico, dovrebbe essere oggetti studio attraverso fondazioni private a partecipazione universitaria e privata per garantire all’utilizzatore la massima flessibilità di pensiero e strumenti. La competizione globale difficilmente nel prossimo futuro vedrà confrontarsi sul piano militare quelle che oggi sono le potenze economiche mondiali. Queste infatti già competono proprio sul piano strategico economico senza dover mettere in campo eserciti e forze militari per adempiere alle proprie necessità di potenza. Gli elementi pratici descritti che comprendono il mercato dell’acciaio negli ultimi anni e quello dei subprimes dell’autunno scorso, riflettono una tendenza che andrà sempre più ad ampliarsi nel contesto globale. La discussione del futuro, infatti, non sarà più concentrata sull’importanza di questa disciplina ma piuttosto sull’importanza degli strumenti da adottare, la tecnologia da sviluppare e gli effetti che si verificheranno sui mercati. Lo sviluppo tecnologico non comprende solo ed esclusivamente la capacità di costruire strumentazione sempre più sofisticata nella raccolta delle informazioni ma piuttosto sarà necessaria una tecnologia adatta all’elaborazione delle informazioni attraverso idee e strategie adatte alle sfide che si verranno a creare. La salvaguardia degli interessi nazionali quali le infrastrutture e la loro gestione, le risorse energetiche, le telecomunicazioni sono solo alcuni aspetti fondamentali ripresi dalla geopolitica. Il futuro riguarderà la Grande Distribuzione, l’immobiliare, le Banche e numerosi altri elementi che oggi riteniamo minori perché occupano quote meno rilevanti del sistema economico. La situazione italiana in relazione alla disciplina è piuttosto scarsa. Sebbene di vitale importanza per tutti i paesi appartenenti al G8 e in un molto prossimo futuro a tutti i paesi del G20, realisticamente più descrittivi della situazione economica mondiale, l’Italia non si è dotata di strumenti teorico/pratici adeguati al problema. Gli Istituti di Politica Internazionale presenti sul nostro territorio sono particolarmente orientati allo sviluppo di studi politologici o economici e nessuno in stretta relazione uno con l’altro. La Guerra economica rimane quindi una disciplina nel contesto italiano relegata a qualche appassionato che, con strette relazioni internazionali e visione strategica di lungo periodo, ne ha compreso l’importanza. Un Istituti di ricerca e formazione quale è l’ISPI (Istituto di Politica Internazionale) nato nei primi anni ’30 proprio dall’esigenza delle grandi aziende italiane allora del triangolo industriale di essere presenti all’estero con analisi e studi di penetrazione economica, oggi non possiede al suo interno alcun elemento che possa far pensare ad uno sviluppo della disciplina attraverso il coinvolgimento diretto del Ministero degli Esteri e delle Aziende partner. L’ISPI si troverebbe in un’ottima posizione avendo come obbiettivo statutario lo sviluppo della strategia aziendale all’estero e allo stesso tempo avendo una cultura ed una tradizione legata all’ambiente diplomatico e politico del paese.XXI Cicl

    Tribological Properties of SiNx Films on PH Stainless Steel with and Without Nitriding as a Pre-treatment

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    AbstractIn this work, the tribological behavior and adhesion of SiNx films deposited by PACVD on nitrided and non-nitrided Corraẍ PH stainless steel were evaluated. The films were characterized by FTIR and EDS, hardness was assessed with a nanoindenter and the microstructure was analyzed by Optical Microscopy, SEM and FIB. To evaluate the tribological behavior, fretting and linear sliding tests were performed using WC and alumina balls as counterparts, and the adhesion of the SiNx films was characterized using the Scratch Test and Rockwell C indentation methods. Erosion tests were conducted in sea water and sand flux. Corrosion behavior was evaluated by the Salt Spray Fog Test. The film reached a hardness of 2300 HV and a thickness of about 1.4 microns. The duplex coated sample had a better tribological behavior than the simple coated sample, the nitrided layer allowed a graded interlayer which improved the wear resistance. Regarding the film adhesion, the duplex coating had an acceptable adhesion; the nitrided layer reduced the interface stress and enhanced the adhesion. Additionally, the films evidenced good corrosion resistance in a saline environment

    A penetration efficiency model for the optimization of solid conical microneedles’ geometry

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    Microneedles (MNs) are promising alternatives to pills and traditional needles as drug delivery systems due to their fast, localized, and relatively less painful administration. Filling a knowledge gap, this study investigated and optimized the most influential geometrical factors determining the penetration efficiency of MNs. The effects of height, base diameter, and tip diameter were analyzed using the finite element method, with results showing that the most influencing factor was base diameter, followed by height. Moreover, the taper angle, which is dependent on all the geometrical factors, was found to directly affect the penetration efficiency at a fixed height. An additional model was developed to relate the height and taper angle to penetration efficiency, and the results were experimentally validated by compression testing of MN array prototypes printed using two-photon photolithography. The numerical model closely predicted the experimental results, with a root mean square error of 9.35. The results of our study have the potential to aid the design of high-penetration efficiency MNs for better functionality and applicability

    Microfluidic Device Generating Stable Concentration Gradients for Long-Term Cell Culture: Application to Wnt3a Regulation of B-catenin signaling

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    In developing tissues, proteins and signaling molecules present themselves in the form of concentration gradients, which determine the fate specification and behavior of the sensing cells. To mimic these conditions in vitro, we developed a microfluidic device designed to generate stable concentration gradients at low hydrodynamic shear and allowing long term culture of adhering cells. The gradient forms in a culture space between two parallel laminar flow streams of culture medium at two different concentrations of a given morphogen. The exact algorithm for defining the concentration gradients was established with the aid of mathematical modeling of flow and mass transport. Wnt3a regulation of B-catenin signaling was chosen as a case study. The highly conserved Wnt-activated B-catenin pathway plays major roles in embryonic development, stem cell proliferation and differentiation. Wnt3a stimulates the activity of B-catenin pathway, leading to translocation of B-catenin to the nucleus where it activates a series of target genes. We cultured A375 cells stably expressing a Wnt/B-catenin reporter driving the expression of Venus, pBARVS, inside the microfluidic device. The extent to which the B-catenin pathway was activated in response to a gradient of Wnt3a was assessed in real time using the BARVS reporter gene. On a single cell level, the B-catenin signaling was proportionate to the concentration gradient of Wnt3a; we thus propose that the modulation of Wnt3a gradients in real time can provide new insights into the dynamics of B-catenin pathway, under conditions that replicate some aspects of the actual cell-tissue milieu. Our device thus offers a highly controllable platform for exploring the effects of concentration gradients on cultured cells

    Microfluidic Bioreactor for Dynamic Regulation of Early Mesodermal Commitment in Human Pluripotent Stem Cells

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    During development and regeneration, tissues emerge from coordinated sequences of stem cell renewal, specialization and assembly that are orchestrated by cascades of regulatory signals. The complex and dynamic in vivo milieu cannot be replicated using standard in vitro techniques. Microscale technologies now offer potential for conducting highly controllable and sophisticated experiments at biologically relevant scales, with real-time insights into cellular responses. We developed a microbioreactor providing time sequences of space-resolved gradients of multiple molecular factors in three-dimensional (3D) cell culture settings, along with a versatile, high-throughput operation and imaging compatibility. A single microbioreactor yields up to 120 data points, corresponding to 15 replicates of a gradient with 8 concentration levels. Embryoid bodies (EBs) obtained from human embryonic and induced pluripotent stem cells (hESC, hiPSC) were exposed to concentration gradients of Wnt3a, Activin A, BMP4 and their inhibitors, to get new insights into the early-stage fate specification and mesodermal lineage commitment. We were able to evaluate the initiation of mesodermal induction by measuring and correlating the gene expression profiles to the concentration gradients of mesoderm-inducing morphogens. We propose that the microbioreactor systems combining spatial and temporal gradients of molecular and physical factors to hESC and hiPSC cultures can form a basis for predictable in vitro models of development and disease

    Generating a Wnt switch: it’s all about the right dosage

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    Wnt proteins can activate different branches of the Wnt signaling pathway, raising the question of specificity. In this issue, Nalesso et al. (2011. J. Cell Biol. doi:10.1083/jcb.201011051) provide an answer to this conundrum by showing that different concentrations of Wnt ligands can elicit different intracellular responses. These findings not only provide new insights into the molecular mechanisms underlying Wnt signaling, but also indicate how Wnt gradients might contribute to tissue patterning during embryogenesis
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