15 research outputs found

    La donna e la Chiesa nel Medioevo. Storia di un rapporto ambiguo

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    Il rapporto fra la donna e la Chiesa nell’Occidente medievale è segnato da una lunga serie di ‘esclusioni’ che implicarono una progressiva emarginazione dell’intero mondo femminile dal sacro e, specialmente, dalla sua gestione. Se è vero che questa vicenda ebbe inizio ben prima di quei secoli che, nella partizione tradizionale della storia dell’uomo, appartengono all’età di mezzo, la Chiesa medievale vi impresse il suo sigillo definitivo

    Donne in viaggio nel Medioevo

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    Le fonti medievali raccontano le numerose esperienze di viaggio di regine, principesse e dame dell’aristocrazia, sante, badesse e monache che si spostavano in terre lontane per raggiungere i loro promessi sposi, o per recarsi in pellegrinaggio presso i luoghi santi più famosi in Occidente così come in Oriente, talvolta addirittura al seguito delle truppe crociate, e così via. L’esame di tali documenti dimostra che molte furono protagoniste consapevoli delle loro avventure, pronte ad affrontare lunghi e duri cammini per portare a compimento i loro progetti, ma conferma, nel contempo, il ruolo secondario di tante altre, asservite come fossero delle pedine alla volontà degli uomini – padri, mariti, fratelli… – che ne decidevano il destino. Medieval sources tell the numerous travel experiences of queens, princesses andnoble dames, saints, prioresses and nuns who travelled to distant lands either to reach their betrothed or to go on pilgrimage to the most famous holy places in the West as well as in the East, sometimes even following the Crusade armies, and so forth. The study of such documents shows that many of them were aware of their adventures, ready to face a long and hard journey to fulfil their plans, but it confirms, at the same time, the secondary role of many more of them, subdued as pawns to the will of men – their fathers, husband

    Gli stranieri nell'Alto Medioevo

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    Gli stranieri costituiscono nella società altomedievale una presenza ambigua e complessa: le antiche consuetudines germaniche e la legislazione barbarica li proteggevano, esaltando il principio dell’ospitalità, mentre la Chiesa utilizzò a loro vantaggio le proprie strutture (foresterie, xenodochia…). Le stesse fonti attestano, tuttavia, l’esistenza di una mentalità ostile che collocava pericolosamente gli stranieri nella folta schiera degli emarginati. In early medieval society foreigners are an ambiguous and complex presence; the ancient Germanic consuetudines and the barbaric laws protected them, exalting the host’s duty, while the Church used its own property (guest rooms, xenodochia…) to their advantage. Nevertheless, the same sources certify the existence of an adverse attitude that dangerously placed foreigners among the numerous ranks of outcasts

    Donne, danze e spettacoli nel Medioevo. Boni ludi o instrumenta diaboli?

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    La presenza femminile nel mondo dello spettacolo fu oggetto di biasimo da parte dei legislatori laici ed ecclesiastici. Forte fu l’influenza negativa del pensiero cristiano che non solo disapprovava i contenuti, spesso osceni delle rappresentazioni, e le movenze scandalose degli addetti ai lavori, ma temeva anche pericolosi fenomeni di imitazione negli spettatori. La conseguente emarginazione, segnata da pesanti divieti legislativi, non stroncò tuttavia le attività teatrali, che godevano di un forte consenso popolare impossibile da trascurare, e non impedì che, negli ambienti privati, varie circostanze, dalle feste nuziali ai cortei funebri, dalle giostre cavalleresche ai bagordi carnascialeschi, fossero accompagnate da banchetti e danze. La battaglia che la Chiesa aveva incardinato sul rigore morale, ostile allo svago e al piacere, era destinata a essere persa. Ma il giudizio morale spesso negativo, che colpisce ancora ai nostri giorni il “mestiere” di attori, attrici e ballerine, può essere certamente riferito, almeno come retaggio culturale, a quella «lunga tradizione di condanne».The presence of women in the world of entertainment was the subject of criticism by ecclesiastic legislators and laity. The negative influence of Christian thought was strong, that it not only disapproved the contents, often with actors’ obscene representations and scandalous movements, but also feared the dangerous phenomena of imitation in the spectators. However, the result of this marginalization, marked by heavy legislative prohibitions, did not put an end to theatrical activities, which enjoyed strong popular support, impossible to ignore. It also did not prevent banquets and dances which accompanied, in private settings, various circumstances, from weddings to funeral processions, from joisting rides to carrousels and carnival revelry. The battle of the Church that hinged on moral severity, adverse to entertainment and pleasure, was bound to be lost. But the moral judgment, often negative, even in our present day, still affects the “occupation” of actors, actresses and dancers, and it certainly can be referred, at least as a cultural heritage, to the «long tradition of convictions»

    Nudità e senso del pudore nel Medioevo. Riflessioni in margine all’Epistola de balneis di Poggio Bracciolini

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    La descrizione, in una lettera scritta nel 1416 dall’umanista Poggio Bracciolini, della località termale di Baden, nell’attuale Svizzera, laddove uomini e donne, senza alcuna evidente malizia, si immergevano nudi e ntemporaneamente nelle vasche appena divise da un rozzo steccato, offre l’occasione per riflettere sulla mentalità e, in particolare, sul senso del pudore dell’epoca medievale. Le fonti attestano, da una parte, i rigori della legislazione laica (leggi d’età barbarica e bizantina, provvedimenti delle autorità comunali e regie, ecc.) e degli interventi ecclesiastici (penitenziali, e pronunciamenti delle auctoritates cristiane), dall’altra, nella iconografia e nella novellistica, una sorprendente libertà di costumi, lontana dalla sensibilità moderna. Le disposizioni delle autorità pubbliche, volte a impedire, dalla seconda metà del secolo XV, la promiscuità nei balnea pubblici, si inquadrano nella nuova tensione morale, politica e culturale che conferì forti contenuti sociali, o meglio “civici”, all’ammirazione tutta umanistica verso il corpo umano e provocò «un fenomeno di moralizzazione, cioè di controllo politico delle usanze di sociabilità»

    Le bambole nel Medioevo e oltre: valenza ludica, simbolica e allegorica

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    Lo studio indaga le diverse valenze della bambola come manufatto ludico, simbolico e allegorico nel Medioevo. L’impiego ludico, nonostante fosse inteso come un esercizio d’imitazione, propedeutico alle mansioni che la società del tempo assegnava alla donna, non subiva esclusioni di genere. Poche sono nel periodo indagato sia le testimonianze archeologiche, a causa della deperibilità dei materiali usati, sia quelle letterarie, che forniscono dettagli di un certo rilievo solo dal secolo XII in poi. Il fatto che le bambole fossero donate spesso alle spose, come si deduce da quelle registrate negli inventari dotali, attesta la loro valenza simbolica: erano giocattoli evocativi del loro futuro di madre e modelli cui ispirarsi per avere dei figli con le stesse fattezze. Le bambole o i “gesuini”, donati alle fanciulle votate alla vita religiosa, richiamano anch’essi la maternità, non quella fisica che esse non avevano voluto o potuto sperimentare nel mondo, bensì quella spirituale. This study investigates the different significances of dolls as recreational, symbolic and allegoric artefacts during Middle Ages. Their playful use, although conceived as an imitation practice preparatory to the tasks assigned to women by the society of the time, was not gender specific. Due to the perishable materials used, there are few archaeological proofs of this period, and the literary resources providing details of any importance date back only from the XII century onwards. Furthermore, the fact that the dolls were often given as a gift to the brides, as it can be deduced from those recorded in the dowry inventories, testifies their symbolic significance: those toys would evocate their future mother lives and provide a model to look up to in order to have children with similar features. The dolls or “gesuini” (little baby Jesus), given to the girls consecrated to a religious life, also recall the idea of motherhood, which was not the physical one they did not want or could not experience, but rather the spiritual one

    Lo strano caso di Agatuccia Pesci e Tarsia Rizzari: due “nemiche” alla corte di Martino I di Sicilia (1374-1409)

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    La particolare inclinazione di Martino I re di Sicilia per “gli amori e i piaceri” era nota anche ai suoi contemporanei; così come noto era che Martino, morto in assenza di eredi legittimi nonostante le nozze prima con Maria di Sicilia e poi con Bianca di Navarra, aveva avuto però due figli illegittimi, Federico e Violante. Federico era figlio di Tarsia Rizzari e Violante di Agatuccia Pesci. Le giovani amanti del re appartenevano cioè a due tra le famiglie catanesi più in vista che parteciparono alle rivolte di Catania del 1392-1394 contro lo stesso Martino e il padre, Martino di Montblanc. L’indagine riconduce alle strategie matrimoniali del tempo, che usavano le donne di ceto socialmente più elevato per raggiungere obiettivi politici nonché economici, la presenza di “due nemiche” alla corte, anzi nel letto di re Martino. The particular inclination of Martin I King of Sicily for “love and pleasure” was known even to his contemporaries; it was also known that Martin, who died without legal heirs despite the marriages with Maria of Sicily and with Bianca of Navarra, however, had two illegitimate children, Federico and Violante. Federico was the son of Tarsia Rizzari and Violante the son of Agatuccia Pesci. The young lovers of the king belonged to two of the most prominent families in Catania who had participated in the riots of Catania in 1392-1394 against the same Martin and his father, Martin of Montblanc. The research ascribes to the wedding strategies of medieval time, in which young ladies from upper social class were used by their families as pawns on a chessboard to achieve favorable results in their political and economic projects, as well as to the presence of “two enemies” in the court, indeed in King Martin’s bed

    «Le rughe di Adelasia», vetula regina di Gerusalemme. Il dato storico a confronto con la mentalità e l’immaginario medievali

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    La figura di Adelaide del Vasto, contessa di Sicilia al fianco di Ruggero I, è qui seguita negli ultimi anni della sua esistenza, quando, ormai vedova e libera da ogni impegno politico nell’isola, fu chiesta in sposa dal re di Gerusalemme, Baldovino di Boulogne. L’indagine recupera i dati storici per interpretarli alla luce della storia della mentalità e dell’immaginario medievali. Specialmente indagati e commentati sono l’inserimento nel contratto matrimoniale della clausola che prevedeva il passaggio della corona gerosolomitana al figlio di Adelaide Ruggero II in caso di sterilità della coppia e le accuse di bigamia formulate contro lo stesso Baldovino che causarono il ripudio della contessa normanna.The historical character of Adelaide del Vasto, Countess of Sicily married to RogerI, is described in the last few years of her life, when she became a widow and was free from any political involvement on the island and was asked to marry the King of Jerusalem, Baldwin of Boulogne. The study retrieves historical data to interpret them in view of the history of medieval mentalities and imagery. Especially researched and discussed was the inclusion of the clause in the marriage contract providing that the crown of Jerusalem should be passed down to the son of Adelaide Ruggero II, in case of infertility of the couple. Also taken into consideration were the allegations of bigamy against the same Baldovino that caused the rejection of the Norman Countess
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