24 research outputs found

    Valutazione della cervice uterina nella minaccia di parto pretermine tramite l’ecografia transvaginale

    Get PDF
    Obiettivo: scopo del nostro studio è stato quello di mettere in evidenza una relazione significativa tra lunghezza della cervice uterina ed evento parto pretermine, dimostrando come l’utilizzo dell’ecografia transvaginale, nelle pazienti sintomatiche, fornisca informazioni importanti per distinguere il vero dal falso travaglio. Materiali e metodi: presso il nostro dipartimento sono state esaminate 1.516 cartelle ostetriche relative ai mesi gennaio 2003-dicembre 2004. Sono stati estrapolati 108 casi di donne con minaccia di parto pretermine che avevano un’età gestazionale compresa tra 24 e 36 settimane, l’età media 16-42 anni. Risultati: nel 79,6% delle 108 pazienti la lunghezza cervicale era � 15 mm ed il funneling era presente nel 34,9%. Nessuna di queste pazienti partorì entro 7 gg dal ricovero. Nel 20.4% delle pazienti che presentavano una lunghezza cervicale � 15 mm, il funneling era presente nell’81,8% dei casi. Il parto entro 7 gg ha avuto luogo nel 37% delle 22 pazienti. Conclusioni: il 7,4% delle 108 pazienti ricoverate con diagnosi di minaccia di parto pretermine ha partorito entro 7 gg dal ricovero. L’analisi statistica ha mostrato che l’unico elemento significativo per la determinazione del parto entro 7 giorni è risultata l’associazione tra la lunghezza cervicale � a 15 mm e la presenza di funneling

    Tecniche di diagnosi prenatale a confronto

    Get PDF
    Obiettivo: scopo del nostro lavoro è stato quello di confrontare e valutare le metodiche diagnostiche per la diagnosi prenatale. A causa delle incertezze delle indagini di screening, da una parte, e dei rischi legati alle procedure invasive dall’altra, c’è attualmente un considerevole interesse nello sviluppo di nuovi approcci finalizzati ad una diagnosi prenatale non invasiva. Il recupero, l’isolamento e lo studio di cellule fetali dal sangue materno rappresentano il più promettente mezzo diagnostico non invasivo. Materiale e metodo: abbiamo analizzato campioni di sangue di 50 donne gravide selezionate da sottoporre ad amniocentesi (alla 15ª- 18ª settimana) per una o più indicazioni. Risultati: confrontando i dati ottenuti con i risultati delle amniocentesi, si è visto che tutti quei casi dove fu rilevato un numero significativamente più alto di FNRBCs (coefficiente di significatività p<0,01) nel sangue materno, corrispondevano ad alterazioni genetiche identificate con l’amniocentesi Conclusioni: la ricerca delle FNRBCs (coefficiente di significatività p<0,01) nel sangue materno rappresenterebbe un significativo test di screening che da un lato aumenterebbe il numero di casi di diagnosi prenatale positiva e dall’altro diminuirebbe il numero di amniocentesi

    Incidenza di gravidanza gemellare nei protocolli di fecondazione assistita

    Get PDF
    Obiettivo: lo studio è stato effettuato per evidenziare l'incidenza di gravidanze gemellari o plurigemellari, nei protocolli di fecondazione assistita presso il centro FIVET del reparto di ginecologia e ostetricia. Materiali e metodi: presso il nostro centro di fecondazione assistita del presidio ospedaliero Ascoli Tomaselli sono state esaminate, dal 1993 al 2002, 1.270 coppie di età compresa tra i 25 e i 40 anni, di cui 470 infertili per fattore maschile, 490 infertili per fattore femminile, 120 per cause di entrambi i partner e infine 190 sine causa. Tutte le coppie, divise in relazione alla causa di infertilità, sono state avviate per il 50% a protocollo FIVET, per il 30% a rapporto mirato e per il restante 20% a inseminazione intrauterina per un totale di 3 cicli. Risultati: nelle 1.270 coppie esaminate presso il nostro centro di fisiopatologia della riproduzione umana sono state ottenute 281 gravidanze, di cui 238 singole (84%), 41 gemellari (15%) e 2 trigemini (1%). Conclusioni: l'incidenza di gravidanza gemellare, con l’introduzione delle metodiche di fecondazione assistita,negli ultimi 25 anni è passata dall’1% al 15%

    La gestione degli errori per l’apprendimento organizzativo: rappresentazioni ed emozioni nel racconto di episodi di errori.

    No full text
    Introduzione: La letteratura recente sul tema degli errori evidenzia come questi possano essere determinati da fattori non solo di livello individuale ma anche organizzativo, connessi ai processi produttivi (Reason 2008) e alla cultura (van Dyck al 2005). Culture organizzative orientate all’error aversion ovvero all’error management, inducono rispettivamente la negazione e copertura delle azioni erronee ovvero l’utilizzo del feedback negativo per generare apprendimento organizzativo (Hofmann & Frese 2011). Gli aspetti caratterizzanti la cultura dell’errore risultano tuttavia ancora poco studiati. Obiettivi e Metodi: Lo studio, parte di una ricerca più ampia, si propone di esplorare le rappresentazioni degli errori organizzativi, con particolare attenzione al ruolo giocato dalle emozioni nei processi di gestione degli errori (management vs aversion). Attraverso un’intervista semi-strutturata basata sul racconto di casi critici (Flanagan 1954) e di un questionario sul tema dell’error culture (van Dyck et al 2005) proposti a 60 lavoratori di diversi contesti organizzativi, è stata svolta l’analisi dei contenuti. In particolare, su un corpus di 64.182 occorrenze e 156 testi, sono state svolte a) una cluster analysis (T-Lab), b) l’analisi delle emozioni espresse dai soggetti nei racconti, codificate e accorpate in categorie più ampie (Atlas.ti), c) l’analisi della relazione tra le tipologie di emozioni individuate e le percezioni dei soggetti relative alla cultura dell’errore presente nel proprio contesto (SPSS). Risultati: I risultati delle diverse analisi fanno emergere quattro principali modelli di rappresentazione degli errori. Vengono inoltre individuate le tipologie prevalenti di emozioni spontaneamente associate dai soggetti che operano in contesti lavorativi con diverso orientamento culturale verso gli errori. Conclusioni: Complessivamente, lo studio contribuisce a delineare il processo che sostiene un orientamento culturale favorevole alla gestione degli errori, cogliendo il potenziale di apprendimento che essi racchiudono

    l/2 (1) Cavity Growth and Collapse Phase of Hydraulic Ram

    No full text

    Spectrally efficient DMT transmission over 40 km SMF using an electrically packaged silicon photonic intensity modulator

    No full text
    We demonstrate a record-high spectral efficiency (5b/s/Hz) DMT transmission by using a fully electrically-packaged silicon photonic intensity modulator. We transmit over a 40-km single mode fibre link at a rate of 49.6 Gb/s without the need for any dispersion compensation.</p

    Spectrally Efficient DMT Transmission over 40 km SMF Using an Electrically Packaged Silicon Photonic Intensity Modulator

    No full text
    We demonstrate a record-high spectral efficiency (5b/s/Hz) DMT transmission by using a fully electrically-packaged silicon photonic intensity modulator. We transmit over a 40-km single mode fibre link at a rate of 49.6 Gb/s without the need for any dispersion compensation
    corecore