4 research outputs found

    Non-destructive assessment of the oxidative stability of intact macadamia nuts during the drying process by near-infrared spectroscopy

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    We have developed a rapid non-destructive method to assess the oxidative stability of intact macadamia nuts using near-infrared spectroscopy (NIRS). Intact macadamia nuts of the cultivars HAES 344 ‘Kau’, HAES 660 ‘Keaau’, IAC 4–12 B, and IAC Campinas B were harvested and immediately oven-dried for 4 days at 30 °C, 2 days at 40 °C, and 1 day at 60 °C to achieve 1.5% kernel moisture content. At each drying step nuts were withdrawn and their moisture content, peroxide value (PV), and acidity index (AI) determined. The best partial least square model for PV prediction was obtained using the Savitzky-Golay (SG) second derivative resulting in a standard error of prediction (SEP) of 0.55 meq·kg−1 and a coefficient of determination (R2C) of 0.57. The best AI prediction-model result was obtained using the SG second derivative (SEP = 0.14%, R2C = 0.29). Based on the maximum quality limits of 3 meq·kg−1 for PV and 0.5% for AI, the SEP values represented 18% and 28%, respectively. Therefore, the prediction method can be considered useful since the errors are lower than the quality limits. Thus, NIRS can be used to assess the oxidative stability of intact macadamia kernels

    Vinci Salvini. Quando la propaganda incontra i social media

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    Titolo “Vinci Salvini!” Quando la propaganda incontra i social media Obiettivi della ricerca. Il paper analizza il video in cui Salvini presenta sui social media un'iniziativa della sua propaganda elettorale, denominata “Vinci Salvini!”. Questa iniziativa proponeva ai suoi followers di iscriversi con Facebook al concorso “Vinci Salvini!” e di cliccare “mi piace” ai post apparsi sulla pagina del leader politico. Il concorso era basato sul numero di Likes e sulla loro tempestività. Ogni giorno, il vincitore avrebbe chiacchierato telefonicamente con il leader della Lega e la sua foto sarebbe stata diffusa su tutti i canali social del leader. Inoltre, ogni settimana Salvini si impegnava a recarsi dai 4 vincitori con i punteggi più alti, per chiacchierare e prendere un caffè personalmente insieme con ognuno di loro, postando il video di questa loro interazione su facebook, twitter, instagram e you tube. Inquadramento teorico. Apparentemente, l'iniziativa “Vinci Salvini!” potrebbe essere considerata un ulteriore esempio del processo di personalizzazione: un fenomeno per cui nel corso della propaganda elettorale delle moderne democrazie le caratteristiche personali del leader politico hanno più importanza dell'immagine del partito cui appartiene. Pur emerso con chiarezza nell'elezione di Thatcher nel 1979 e di Reagan nel 1980, tale fenomeno può essere fatto risalire all'elezione del Primo Ministro canadese Trudeau del 1968. Un'analisi approfondita della sua diffusione sempre più massiccia ha permesso di concludere che la personalizzazione non rappresenti una minaccia per la democrazia (McAllister, 2007). Tuttavia, la personalizzazione può essere talvolta sostituita dal populismo, un fenomeno che invece minaccia le basi stesse delle interazioni democratiche. Secondo questa ideologia, la società non è composta di gruppi in conflitto ma di pari dignità, ma è composta di un popolo, considerato puro, che si contrappone nettamente alle élites, tutte indistintamente considerate inaffidabili e corrotte. Presentandosi come l'espressione autentica della volontà popolare, il leader populista non entra dunque in un agone democratico, ma si vuole come l'unico moralmente meritevole di potere (Mudde, 2004). Per la loro pervasività, i social possono facilitare sia la comunicazione personalizzata che quella populista. Il fine del nostro studio è quello di comprendere, tramite un'analisi in profondità, se la comunicazione di Salvini presenti caratteristiche proprie della personalizzazione o del parlato populistico. Metodologia Il lancio di “Vinci Salvini!” è stato analizzato tramite una griglia di osservazione multimodale, focalizzata sincronicamente sulla dimensione verbale e non verbale della comunicazione (Poggi, 2007). Tramite il Facial Action Coding System (Ekman, Friesen & Hager, 1978; Hager, Ekman & Friesen, 2002) sono state inoltre individuate le espressioni emotive presenti sul viso del parlante. Per la sua capacità di approfondimento, questo tipo di analisi, già applicata alla comunicazione politica personalizzata (Leone, Di Murro, Serlupi Crescenzi 2015; Leone, Antenore, Serlupi Crescenzi, in press), appare applicabile anche al parlato populista. Risultati attesi. L'analisi in profondità del video mette in luce, in una comunicazione apparentemente scherzosa rispetto alla personalizzazione politica delle società moderne, diversi aspetti tipici del parlato populista. Salvini si presenta come un uomo comune che, in quanto tale, può rappresentare l'unica forza autenticamente popolare, combattuta dagli altri gruppi politici, che vorrebbero soffocarla grazie ai loro ingiusti privilegi. Bibliografia essenziale 1. Ekman, P., Friesen, W. V., & Hager, J. C. (2002). Facial Action Coding System. Manual and Investigator’s Guide, Salt Lake City, UT: Research Nexus. 2. Ekman, P., Friesen, W.V. and Hager, J.C. (1978) Facial Action Coding System (FACS). A Technique for the Measurement of Facial Action. Palo Alto: Consulting. 3. Leone, G., Antenore, M., Serlupi Crescenzi, L. (in press). Tra condivisione ed empowerment: l'uso dei ricordi autobiografici in due discorsi di Barack Obama a studenti di alta o bassa classe sociale. Giornale Italiano di Psicologia. 4. Leone, G., Di Murro, F., & Serlupi Crescenzi, L. (2015). From Personalization to Parrhesia: A Multimodal Analysis of Autobiographical Recalls in Barack Obama’s Political Speech. In Conflict and Multimodal Communication (pp. 349-374). Cham: Springer. 5. McAllister, I. (2007). The personalization of politics. In The Oxford handbook of political behavior. Oxford: Oxford University Press. 6. Mudde, C. (2004). The populist zeitgeist. Government and opposition, 39(4), 541-563. 7. Poggi, I. (2007). Mind, hands, face and body: a goal and belief view of multimodal communication. Berlin: Weidler.Titolo “Vinci Salvini!” Quando la propaganda incontra i social media Inquadramento teoretico del problema di ricerca All’interno del panorama politico attuale, tra i mezzi di comunicazione utilizzati dai leader, è sicuramente opportuno citare i social media che, per la loro pervasività possono facilitare la comunicazione politica e infatti il loro utilizzo ha determinato un cambiamento delle modalità comunicative impiegate nel corso della propaganda politica/elettorale (Dittrich, 2017). Nello specifico, tale canale comunicativo offre, alla persona che riceve il messaggio, l’opportunità di osservare la vita personale e/o privata del proprio leader, il quale possiede - in questo particolare contesto - ampia libertà di scelta in merito agli elementi della propria comunicazione (Jacobs, Spierings, 2016). Inoltre, i social media permettono al leader politico di entrare in stretto contatto con il popolo (Kriesi, 2014), aggirando il meccanismo di filtraggio delle notizie operato dai mezzi di informazione (Engesser et al., 2017). Questo potrebbe rendere più efficaci le modalità comunicative proprie di un leader populista, il quale considera il popolo come il suo principale interlocutore. Non ultimo, i media oggi hanno reso possibile una sorta di emancipazione dei cittadini portandoli a demistificare l’operato del politico perché informati sul suo lavoro e di cosa pensano potrebbe fare meglio. Viene ad essere minata, così, quella presunzione di competenza del politico, o la percezione di essa da parte dei cittadini, alla base, secondo Max Weber, dell’autorità tradizionale e legale; mentre si apre uno spazio per quell’autorità che Weber definisce come data dal carisma, caratteristica specifica del leader populista (Mudde, 2004). Se si considera che per un leader è fondamentale essere percepito sia come un individuo che incarna le principali qualità che caratterizzano gli appartenenti all’in-group, sia come portatore dei valori condivisi distintivi del gruppo stesso, assume particolare rilevanza il concetto di prototipicità del leader rispetto alle persone del proprio in-group (Haslam, Reicher, Platow, 2011). Va sottolineato quindi che i social media permettono agli utenti-user generated content di compiere un'azione di disintermediazione dai media tradizionali che perseguono criteri e regole giornalistiche selettive, lasciando spazio invece ai commenti propri e altrui, generando così una sorta di trasparenza che determina una maggiore fiducia verso il politico che utilizza tali mezzi. La possibilità di vedere e sentire direttamente il politico che non deve rispondere a domande preconfezionate dai giornalisti, ma sembra invece offrirsi invece ai commenti di chiunque, anche di amici e conoscenti verso i quali si fa più affidamento, determina un più alto livello di fiducia verso tali politici, rispetto a quanto accade invece per la fruizione della politica attraverso i media tradizionali (Enli, Rosenberg, 2018). Obiettivi della ricerca Il 7 febbraio 2018, il leader della Lega Matteo Salvini - in occasione della campagna elettorale indetta per le elezioni politiche previste il 4 marzo 2018 – ha condiviso su tutti i suoi canali social, un’iniziativa di propaganda elettorale denominata “Vinci Salvini!”. Tale iniziativa ha riscontrato un notevole successo in termini di visualizzazioni e reactions al video. Infatti, dopo il considerevole risultato elettorale anche il monitoraggio delle visualizzazioni eseguito a più di tre mesi di distanza ha evidenziato numeri di rilievo; in particolare, il video “Vinci Salvini!” è stato visualizzato 983.752 volte ed è stato oggetto di 30.098 reactions, tra cui 27.624 like (rilievo al 28/06/2018). Tale successo impone una riflessione alla luce dei più recenti studi, che mostrano una differente valutazione dell’onestà e credibilità del politico a seconda del canale comunicativo utilizzato. In particolare, è emerso che il politico fruito attraverso i social media era percepito più onesto e credibile rispetto a quello veicolato dai canali tradizionali (Enli, Rosenberg, 2018). L’ulteriore questione che si pone è, quindi, quella di comprendere se la differente valutazione sia giustificata da una reale diversa identità qualitativa del mittente e del messaggio o non sia piuttosto da relegarsi ad una mera percezione legata al canale comunicativo utilizzato ed alla favorevole predisposizione verso di esso del ricevente. Si tratta di utilizzare uno strumento di lettura che consenta di discernere tra comunicazione autentica o ingannevole. Il nostro studio si propone, quindi, di indagare, tramite un’analisi in profondità, se la comunicazione di Salvini presenti caratteristiche di congruenza tra la comunicazione verbale e non verbale disvelandone, attraverso un’analisi demistificante, il grado di autenticità. Metodologia Lanciata il 7 febbraio 2018, questa iniziativa proponeva ai suoi followers di iscriversi con Facebook al concorso “Vinci Salvini!” e di cliccare “mi piace” ai post apparsi sulla pagina del leader politico. Il concorso era basato sul numero di likes e sulla loro tempestività in base a cui è stata stilata sia una classifica giornaliera che una classifica settimanale. Ogni giorno, il vincitore avrebbe chiacchierato telefonicamente con il leader della Lega e la sua foto sarebbe stata diffusa su tutti i canali social del leader. Inoltre, ogni settimana Salvini si impegnava a recarsi dai 4 vincitori della classifica settimanale, per chiacchierare e prendere un caffè personalmente insieme con ognuno di loro, postando il video di questa loro interazione su Facebook, Twitter, Instagram e YouTube. Il lancio di “Vinci Salvini!” è stato analizzato tramite una griglia di osservazione multimodale, focalizzata sincronicamente sulla dimensione verbale e non verbale della comunicazione (Poggi, 2007). Tramite il Facial Action Coding System (Ekman, Friesen & Hager, 1978; Hager, Ekman & Friesen, 2002) sono state inoltre individuate le espressioni emotive presenti sul viso del parlante. Per la sua capacità di approfondimento, questo tipo di analisi, già applicata alla comunicazione politica personalizzata (Leone, Di Murro, Serlupi Crescenzi, 2015; Leone, Antenore, Serlupi Crescenzi, 2018), appare applicabile anche al parlato populista. L’analisi multimodale si basa sull’idea che la comunicazione interpersonale (diretta o mediata) avvenga tramite l’interazione di cinque principali modalità di trasmissione dei segnali comunicativi: verbale (v.); prosodica-intonativa (p-i.); gestuale (g.); facciale (f.); corporea (c.) (Poggi, 2007). La griglia di osservazione che ne deriva viene definita partitura, perché le modalità sono appuntate su cinque linee parallele, proprio come nella partitura letta dall’orchestra. Ciò permette di descrivere in dettaglio frammenti, estratti dal flusso comunicativo in esame perché considerati particolarmente significativi. Nella partitura, per ognuna delle cinque modalità sono presenti ulteriori specificazioni. Per ciascuna modalità, viene in primo luogo specificata una descrizione del segnale considerato (DS); per il segnale verbale, ciò corrisponde a una trascrizione delle parole, delle pause e dei silenzi. Per le altre modalità sono presenti anche altre specificazioni del segnale, secondo questo ordine: la categorizzazione del tipo di segnale (TS): ad esempio, nella modalità gestuale si specifica se si tratta di un gesto deittico, batonico, iconico, ecc.; una proposta del significato (S) attribuibile al segnale, sia in un primo senso più esplicito (significato letterale) (SI) sia in un secondo senso più profondo, in cui si propone un’interpretazione di un eventuale sovrascopo comunicativo desumibile dal significato letterale (SII); una specificazione del referente cui è rivolto il tipo di significato (TS) proposto, suddiviso in: informazioni sul mondo (IMo), informazioni sull’identità del parlante (IIM), informazioni sulla mente del parlante (IMM); una proposta relativa alla funzione (F) attribuibile al significato veicolato dal segnale trasmesso in una modalità, in relazione a quanto comunicato contestualmente da un altro segnale comunicato in un’altra modalità presa come punto di riferimento, funzione suddivisa in: ripetitiva (il segnale su una modalità ripete un significato già proposto da altre modalità), aggiuntiva (il segnale aggiunge un significato ulteriore a quelli già proposti da altre modalità), sostitutiva (il segnale sostituisce il segnale della modalità verbale), contraddittoria (il significato di un segnale contraddice quello di un altro segnale concomitante) o indipendente (il segnale non è in relazione con atri segnali prodotti simultaneamente perché ognuno è riferito a un piano di azione indipendente). Sono stati scelti, come esempio, nell’ambito dell’ analisi multimodale realizzata per il video “Vinci Salvini!” la cui partitura completa può consultarsi in appendice, quei frammenti del parlato dove il contenuto verbale sembra maggiormente sottolineare una particolare volontà di avvicinamento ai suoi followers offrendosi a loro per stabilire con essi un legame identitario “Vinci chi? Vinci Salvini!”. L’intonazione è ascendente Vi è un picco di intonazione e durata su “chi”. Per il significato letterale possiamo dire che l’argomentazione non è conclusa, ma come sottotesto vi è la volontà di trasmettere il senso della sorpresa. Come primo tipo di significato di questa modalità possiamo dire che è una informazione sulla mente del mittente, come sottotesto è una informazione sul mondo. Nella modalità facciale ha lo sguardo rivolto verso la telecamera e compie una leggera pressione del labbro inferiore verso il labbro superiore, compaiono così leggere rughe sul mento dopo avere pronunciato la parola “chi”. Inoltre, fa un sorriso nella seconda parte della frase. Come significato letterale fa della bonaria ironia ma è anche dubbioso e infastidito. Come sottotesto non crede veramente a quel che sta dicendo. Come funzione si può descrivere il significato letterale come aggiuntivo rispetto al parlato e come sottotesto appare contraddittoria la sua modalità facciale rispetto al parlato. Nella modalità corporea inclina la testa a sinistra e compie poi un movimento, sempre della testa, da destra a sinistra e viceversa. Apre poi le spalle sulla parola “chi” e sulla parola “Salvini”. Come significato letterale di questa modalità l’espressione è quella del “no” simbolico, come sottotesto sottolinea che non crede veramente a quel che dice, sembra anche in imbarazzo. La funzione appare aggiuntiva in entrambi i casi rispetto al parlato ed è una informazione sulla mente del mittente. Dopo la seconda frase presa in analisi “Gli altri hanno Tv, radio, giornali, telegiornali, banche, cooperative, quattrini” appare interessante prendere in esame la terza frase: “Noi abbiamo voi, noi abbiamo la rete. Finché ce la lasciano libera”. Nella modalità prosodico intonativa infatti vi è un picco di intensità sulla parola “voi” e di intensità e durata sulla parola “rete” identificando così, come sottotesto, il suo obiettivo comunicativo. Nella modalità gestuale alza il dito indice della mano destra sulla parola “noi” e lo punta verso la telecamera sulla parola “voi” e sulla parola “rete” stabilendo un collegamento identitario tra il “noi”, il “voi” e la “rete”, come sottotesto del gesto deittico. Inoltre, alzando il palmo della mano sulle parole “finché ce la lasciano…”, come gesto simbolico, compie un segno di arrendevolezza, come a definire il noi con voi, identificati nella rete, come vittime designate, ma anche un segno di monito per le minacce che la libertà della rete potrebbe subire da altre forze, ponendosi, al contempo, come leader ideale di una possibile resistenza. Nella modalità facciale, infine, alza le sopracciglia sulla parola “rete” e sulla parola “noi”, sottolineando così quanto sia importante la rete e preludendo, inoltre, al fatto che bisognerà usarla attivamente, ribadisce il legame identitario con la forza politica rappresentata dal parlante. Pure in questa modalità abbiamo una funzione aggiuntiva. Nella modalità corporea abbassa più volte lo sguardo sul foglio, e si evince chiaramente non per leggere, sulle parole “voi” e “libera”. I movimenti appaiono pause dello sguardo in cui è possibile leggere esitazione, incertezza ed al tempo stesso distanziamento. Di nuovo interessante è apparsa nella nostra ricerca l’analisi della comunicazione del leader leghista quando pronuncia la frase: “Verrò a bere un caffè con te, di persona, per un saluto e un video che pubblicheremo su Facebook, su Twitter, su Insatagram e su You Tube” (minuto 00:56). Già nella modalità prosodico intonativa vi è un picco di durata e intonazione sulla parola “te”. Se l’intonazione è ascendente perché la sua argomentazione non è conclusa il picco di durata e intonazione ha un significato come sottotesto ed esprime contrarietà. Tale significato ha una funzione contraddittoria rispetto al senso richiesto dalla comunicazione. Nella modalità gestuale compie gesti batonici, iconici e simbolici per sottolineare quanto sta dicendo in senso confermativo. Nella modalità facciale infine, alza le sopracciglia e spalanca gli occhi sulla parola “bere”. Poi alza l’angolo del labbro destro sulla parola “caffè”. Come significato letterale possiamo leggere l’espressione di preoccupazione e di disprezzo che lascia trasparire la sensazione che sia costretto suo malgrado a compiere quelle azioni. La funzione rispetto al verbale è contraddittoria. Nel frammento successivo “Aiutami a diffondere il nostro progetto, la nostra idea di Italia e di futuro, andando su www.salvinipremier.it”, se nella modalità prosodico intonativa ha una modalità ascendente con dei picchi di intonazione e intensità sulle parole “nostro”, “nostra” e “Italia” e nella modalità gestuale usa gesti deittici alzando la mano destra e l’indice verso la telecamera sulle stesse parole in funzione di richiamo ai doveri di ciascuno e indicando così una sorta di comunanza di intenti tra il leader e il suo popolo di cui fanno parte gli utenti di Facebook oggi e gli elettori delle prossime elezioni politiche. Il leader, come reale imprenditore dell’identità di questo gruppo, indica l’azione necessaria per riuscire nell’obiettivo accomunando così l’utente di Facebook e il futuro elettore in una unica comunità. Nella modalità facciale invece allunga l’angolo e il lato sinistro della bocca socchiudendo occhio sinistro su “nostra idea” in una espressione di disprezzo e irrisione che esprime una chiara funzione contraddittoria con il verbale, in quanto vi è una espressione di distanziamento che dissimula un falso avvicinamento al pubblico di riferimento. Discussione dei risultati preliminari Salvini vuole presentarsi come un uomo comune, stabilendo una relazione di vicinanza con il suo pubblico per un verso attraverso l’uso dei social media per altro verso adottando un tono confidenziale, ironico e sdrammatizzante. Tuttavia, l'analisi in profondità del video mette in luce, in una comunicazione solo apparentemente scherzosa rispetto alla personalizzazione politica delle società moderne, diversi aspetti tipici del parlato populista, ed espressioni ed atteggiamenti con evidenti funzioni contraddittorie (Poggi, 2007). Il gioco scherzoso è solo apparentemente tale, in quanto egli, nella sua comunicazione, presenta un comportamento, un ethos prediscorsivo possiamo dire, incongruente con il piano verbale, nello specifico una mancanza di coerenza tra piano verbale e non verbale. A partire dall’ambientazione, si possono notare numerosi elementi di finzione, la scena è costruita come un set cinematografico, le persone sullo sfondo o che attraversano l’inquadratura, tutte giovani, curate, dietro un computer o in piedi apparentemente impegnate in varie attività lavorative, a rappresentare un ambiente giovane, operoso, informale, accogliente di cui tutti possano sentirsi parte assieme a lui. L’utilizzo, poi, del foglio tra le mani, più volte consultato in apparente aiuto della memoria, si rivela una forzatura e parte di una sceneggiatura ben studiata laddove è ormai generalizzato l’uso del gobbo. L’apparente avvicinamento al popolo ed alla cosiddetta società civile, perseguito con l’utilizzo dei social media che disintermediando favoriscono il contatto diretto rappresentando la dimensione della massima accessibilità del mittente, viene tradito da frequenti espressioni di distanziamento. Infatti, mentre la modalità prosodico intonativa del discorso tende a sottolineare un legame identitario tra il “noi” e il “voi” popolo della rete contro gli “altri”, nelle altre modalità non si ravvisa alcun moto affettivo verso questo popolo ideale, apparendo incoerenti le frequenti microespressioni di perplessità, preoccupazione, irrisione e talora disprezzo. Ne consegue che l’avvicinamento è soltanto appare

    “Like armed robbers”. Effects of Italian textbooks’ images accompanying a historical narrative of self-censored colonial crimes

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    This paper explores effects of images siding with historical narratives on previously self-censored in-group war crimes. The case study refers to Italian crimes committed during the colonial invasion of Ethiopia (1935-1936) that, denied at first, are still now self-censored in the social discourse. The marginal importance attributed to the Ethiopian group, as well as the fugitive Italian colonial power, quickly gained and quickly lost, are some of the many reasons accounting for the fact that knowledge about these colonial crimes could only recently be traced in Italian History’s textbooks. Together with Italian historians we analysed these recent narratives, finding that two main rhetoric strategies (vague vs. straightforward) were used and that only straightforward narratives enabled students to grasp a clear gist of self-censored past. Building upon these data, effects of images siding with a same straightforward historical text were explored. Before reading the text, 180 Italian university students were exposed to 1. A snapshot of a massive killing committed by Italian soldiers or to 2. A propaganda image, taken from archives of Italian press during Fascism, glorifying the positive effects of Italian colonization. In a third control condition, no image was shown before the text. Both images and the text were taken from currently used textbooks. Results show that images change readers' reactions, suggesting that, when words are finally narrating previously self-censored in-group crimes, the images' impact can, “like an armed robber”, unexpectedly divert the readers' attention from the text. Suggestions for better coordinating text and images are discussed

    Populism and Communication

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    The contribution aims, in its first part, at framing the populist phenomenon from the point of view of historical and political evolution of two interrelated processes: the praise of the direct representation of the popular will and the criticism and delegitimization of the elite. These processes find a sudden acceleration at the time of disintermediation, which clearly demonstrates its dual nature as an object of study between politics and communication. The ability of political leaders to bypass the traditional structures of mediation (from Parliament, in reference to political action, to the legacy media, in reference to the relationship with the public) becomes over time directly proportional to their ability to adapt to the media logic. In the age of the hybrid media system, therefore, the strength of the populist leader lies in a careful use of old and new media, according to strategic schemes and communicative styles that are summarized in the case studies selected in the second part of the contribution
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