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    Il consolidamento degli apparati decorativi mediante dispositivi a memoria di forma: il progetto di ricerca sui dipinti murali di via dell’Abbondanza a Pompei

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    Il progetto di ricerca, iniziato durante il cantiere di restauro, recentemente concluso, ha riguardato gli interventi di consolidamento, conservazione e restauro su alcune facciate delle antiche botteghe di via dell'Abbondanza (Regio IX, Insulae 7 e 11) nel sito archeolo-gico di Pompei. Questi fronti sono caratterizzati da alcuni dei dipinti murali più importanti e le iscrizioni elettorali. Il progetto denominato “Da Asellina a Verecundus: ricerca, restauro e monitoraggio sulle pitture di alcune celebri botteghe di via dell'Abbondanza a Pompei (Regio IX, Insulae 7 e 11)” nato dalla collaborazione fra la Soprintendenza Ar-cheologica di Pompei, la Facoltà di Architettura Valle Giulia dell’Università di Roma La Sapienza, la Facoltà di Architettura e il Centro DIAPReM dell’Università di Ferrara e la II Facoltà di Ingegneria (sede di Forlì) dell’Università di Bologna, con l’obiettivo della salva-guardia di alcune strutture architettoniche e degli apparati pittorici e decorativi fra i più importanti di tutta la città. L’intervento di restauro, in particolare, ha riguardato alcune botteghe poste sul braccio del decumano massimo compreso fra il Foro e Porta Sarno. Tali facciate, riportate alla luce durante gli scavi condotti nel 1912 da Vittorio Spinazzola, appartengono all’officina coactiliaria (Regio IX, VII, 7-5); ad una casa privata (Regio IX, VII, 3); all’officina infectoria (Regio IX, VII, 2); all’officina coactiliaria (Regio IX, VII,1); al compitum (Regio IX, XI, 1); al thermopolium di Asellina, rivendita di bevande calde (Regio IX, XI, 2). Una sezione del progetto di ricerca ha riguardato la sperimentazione di nuovi dispositivi tecnologici finalizzati al restauro di pitture murali e basati su leghe a memoria di forma (SMA) per risolvere i problemi di consolidamento altrimenti risolto per mezzo di non-reversibile o invadente metodologie. Una delle applicazioni innovative di questi dispositivi riguarda il movimento delle lastre in policarbonato in grado di proteggere le pit-ture murali. Il particolare contesto del progetto di ricerca è collocato sul confine tra l'area scavata e l'area ancora sepolta, così, è stato particolarmente interessante mettere a fuoco le ricerche sul consolidamento delle decorazioni e pitture murali, anche attraverso lo studio delle interventi di Vittorio Spinazzola durante i lavori di scavo, all'inizio del XX secolo

    Scavi e restauri: la lezione di Pompei

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    Il sito di Pompei, tra i più famosi del mondo, è visitato annualmente da oltre tre milioni di visitatori ed evoca nell’immaginario collettivo la catastrofica fine della città, paradossalmente conservata per noi dall’eruzione del Vesuvio. Il fascino di questi eventi ormai lontani ed il loro profondo valore simbolico continuano da secoli a mantenere intatto il loro potere di attrazione, se si pensa che già a partire dal Grand Tour, un lungo viaggio che i giovani aristocratici europei del XVIII secolo intraprendevano per perfezionare la loro educazione, Pompei è stata con continuità meta di visitatori e turisti che si sono voluti misurare con la sua storia; solo i mezzi per conservare nella memoria il ricordo e le impressioni del viaggio sono cambiati, passando dai taccuini riempiti con attenzione di un tempo, alle foto digitali ed ai video ad alta definizione di oggi. Crediamo vada sottolineato come, pur essendo nota da molto tempo la storia del terribile cataclisma del 79 d.C. nei suoi aspetti più generali, sia stato grazie all’attività di studio e di ricerca che la Soprintendenza Archeologica di Pompei ha promosso o svolto direttamente dagli anni ‘80 in poi che è stato possibile ricomporre un’immagine realistica e completa degli ultimi accadimenti che hanno portato all’obliterazione della città. Questo complesso e per molti aspetti affascinate cammino di conoscenza è iniziato dal 1763, anno della riscoperta di Pompei, ed è proseguito fino ad oggi mediante progressive campagne di scavo che hanno interessato oltre 40 ettari, corrispondenti a circa due terzi dell’intera città antica. Di questa affascinante vicenda non possiamo dare in questa sede se non alcuni rapidi accenni. Inizialmente, l’interesse di chi si occupava degli scavi fu essenzialmente indirizzato al ritrovamento di oggetti di valore e di pitture parietali, da strappare e trasportare presso la grande collezione del museo di Napoli. In seguito, l’attenzione si spostò sugli edifici e, quindi, sull’intera città, al fine di comprenderne la storia, lo sviluppo e le trasformazioni

    Betlemme (Israele, autorità palestinese), Basilica della Natività: Analisi, diagnosi e progetto di restauro delle superfici decorate, dei mosaici, dei dipinti murali e delle coperture.

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    Incarico conferito a seguito di gara internazionale indetta dall’Autorità Nazionale Palestinese e aggiudicata al gruppo interdisciplinare composto da: Scuola di Specializzazione Beni Architettonici e del Paesaggio della “Sapienza” Università di Roma, CFR-SadLab Università Ferrara (coordinamento generale), Benecon II Università di Napoli, CDG Palestina, CNR Ivalsa, Lap&T-Laaum Università di Siena, SCDS Canada,. Su incarico dei proff.ri G. Carbonara e. S. A Curuni l’arch. N. Santopuoli ha coordinato il gruppo di esperti della Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio della “Sapienza” Università di Roma. La Scuola di Specializzazione Beni Architettonici e del Paesaggio della “Sapienza” Università di Roma ha redatto il progetto generale di conservazione del complesso basilicale ed il progetto di restauro delle superfici decorate, dei mosaici e dei dipinti murali con il relativo computo metrico

    L’integrazione delle pavimentazioni a mosaico in ambito archeologico. Il balneum nei Praedia Iuliae Felicis a Pompei.

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    Il progetto di restauro architettonico delle terme nei Praedia Iuliae Felicis a Pompei prevede un percorso didattico per presentare al pubblico il funzionamento di un impianto termale romano. Il progetto approfondisce il tema della riproposizione del tema della lacuna, intesa come assenza di unità formale ed estetica. Sono state realizzate coperture per il calidarium ed il tepidarium ripresentando la forma originale delle volte a botte, utilizzando materiali attuali (legno lamellare, elementi in acciaio microforato e policarbonato compatto) e ricreando la particolare condizione di penombra all’interno degli ambienti, con luce proveniente solo dalle aperture poste verso sud
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