6 research outputs found

    The proto-oncogene Fgr regulates cell migration and this requires its plasma membrane localization

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    Fgr participates in integrin signaling in myeloid leukocytes. To examine the role of its specific domains in regulating cell migration, we expressed various Fgr molecules in COS-7 cells. Full-length, membrane-bound Fgr, but not an N-terminal truncation mutant that distributed to an intracellular compartment, increased cell migration on fibronectin and enhanced phosphorylation of the p85 subunit of phosphatidylinositol 3-kinase (PI3K), cortactin and focal adhesion kinase (FAK) at Y397 and Y576. Fgr increased Rac GTP loading, and phosphorylation of the Rac GEF Vav2, and bound to a protein complex formed by the Rho inhibitor p190RhoGAP and FAK, increasing p190RhoGAP phosphorylation, in a manner absolutely dependent on membrane localization. A kinase-defective truncation mutant of Fgr increased cell migration, albeit to a much lower extent than full-length Fgr, and was found to associate with the plasma membrane, to activate Rac and to form complexes with p190RhoGAP/FAK. Formation of complexes between p190RhoGAP, Fgr, and the FAK-related protein Pyk2 were also detected in murine macrophages. These findings suggest that the proto-oncogene Fgr regulates cell migration impinging on a signaling pathway implicating FAK/Pyk2 and leading to activation of Rac and the Rho inhibitor p190RhoGAP

    SEDAZIONE COSCIENTE IN ENDOSCOPIA DIGESTIVA: L’IMPATTO AMBIENTALE ED IL RISCHIO DI ESPOSIZIONE DA MISCELA A BASSO TENORE DI PROTOSSIDO D’AZOTO

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    INTRODUZIONE: L’esposizione a gas anestetici può rappresentare uno dei principali fattori di rischio di natura chimica per il personale sanitario, esistendo ormai vasta letteratura in relazione all’insorgenza, ad elevate concentrazioni di esposizione, di sintomi quali cefalea, alterazioni neuro- comportamentali e modificazioni della performance, mentre l’esposizione cronica a basse dosi, oggetto di numerosi studi epidemiologici, è stata ipotizzata essere prevalentemente fattore di rischio per aborti spontanei e malformazioni congenite. Per ridurre il rischio espositivo a gas anestetici è necessario garantire un adeguato numero di ricambi d'aria/ora grazie all’utilizzo di sistemi evacuatori o scavenger. Se questi sono previsti dalla normativa e dalle linee guida nel blocco operatorio, altrettanto non si può dire per gli ambienti dedicati all’esecuzione di interventi diagnostico-terapeutici in regime ambulatoriale (ad es. in endoscopia digestiva, odontoiatria o nel parto naturale assistito), per i quali, nonostante sia in aumento l’utilizzo della sedazione cosciente con Protossido d’Azoto (N2O) in alternativa alla via endovenosa, non è espressamente richiesto/normato un sistema impiantistico idoneo all’evacuazione dei gas. Nonostante diversi lavori abbiano indagato l’efficacia e la sicurezza clinica sul paziente della sedazione con N2O durante procedure diagnostico-terpeutiche di endoscopia digestiva, nessuno studio ha significativamente valutato i corrispondenti livelli di esposizione ambientale per il personale che quotidianamente vi opera. A tal proposito, l’obiettivo del nostro studio è valutare l’esposizione a N2O del personale di ambulatori di endoscopia digestiva durante analgo-sedazione con miscela di O2/N2O al 50% sia in presenza che in assenza di un sistema di captazione ed evacuazione attivo del N2O. MATERIALI E METODI: Lo studio è stato effettuato presso l’unità di Endoscopia Digestiva Chirurgica di un Policlinico Universitario, durante 45 procedure di pancolonscopia diagnostica e/o terapeutica, nel periodo compreso tra febbraio e maggio 2014. Gli interventi sono stati divisi in due gruppi: un primo gruppo (39 interventi) in cui i pazienti sono stati sedati con miscela di O2/N2O erogata con l’ausilio di un sistema di evacuazione mobile a doppia maschera di tipo “NIKI 2002 Airnova”; un secondo gruppo (6 interventi) in cui i pazienti sono stati sedati con la stessa miscela di O2/N2O, ma senza l’ausilio del sistema di evacuazione mobile. La diffusione ambientale del O2/N2O è stata valutata attraverso l’impiego in continuo, durante le sedute di endoscopia digestiva, di uno spettroscopio fotoacustico all’infrarosso di tipo Bruel & Kjaer “Multi-gas monitor modello 1312” associato ad un multi-campionatore “1309” Bruel & Kjaer con software “Innova 1312-7300”, attraverso cinque punti di misura posizionati all’interno dell’ambulatorio endoscopico, con le sonde disposte in “area breathing zone” ed a differenti altezze. I risultati rilevati sono stati elaborati mediante analisi statistica descrittiva attraverso il software “Stata IC 9.2 for Mac”. Le analisi di confronto tra le concentrazioni puntuali registrate nei due gruppi sono state realizzate mediante il test U di Mann-Whitney, considerando come statisticamente significativo un valore di p≤0.05. I dati sono riportati come medie ± deviazione standard. RISULTATI: La media complessiva delle concentrazioni di O2/N2O rilevata nelle 45 procedure è stata di 145±239 ppm, con andamento significativamente diverso nei due gruppi: nel gruppo in cui non è stato utilizzato il sistema di captazione ed evacuazione dei gas anestetici la concentrazione media del N2O è risultata di 450±347ppm, mentre nel gruppo in cui è stato utilizzato il sistema di captazione ed evacuazione dei gas anestetici la concentrazione media di N2O è stata di 28±55ppm. I valori rilevati indicano significativa la differenza tra i due gruppi con p≤0.001. CONCLUSIONI: I risultati dello studio mostrano che la concentrazione di O2/N2O varia considerevolmente in funzione dell’utilizzo o meno del sistema di evacuazione mobile dei gas anestetici, evidenziando un maggior rischio espositivo durante le sedazioni coscienti effettuate senza l’ausilio del suddetto sistema. In particolare, le concentrazioni rilevate nei 6 interventi monitorati in assenza del sistema di scavenging, in assenza di limiti per ambienti non operatori, sono significativamente maggiori dei valori di riferimento se confrontati con quelli previsti per le sale operatorie secondo le Linee Guida ISPESL 2009. Pertanto, un sistema di evacuazione mobile dei gas anestetici potrebbe rappresentare un valido strumento per garantire la sicurezza degli operatori che utilizzano O2/N2O, a scopo sedativo cosciente, in ambienti che non possiedono i requisiti impiantistici e strutturali per l’utilizzo dei gas e vapori anestetici ad elevato tenore in miscela

    The p110δ isoform of PI 3-kinase negatively controls RhoA and PTEN

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    Inactivation of PI 3-kinase (PI3K) signalling is critical for tumour suppression by PTEN. This is thought to be a unidirectional relationship in which PTEN degrades the lipids produced by PI3K, thus controlling cell proliferation, survival and migration. We now show that this relationship is in fact bidirectional, whereby PI3K reciprocally controls PTEN. We report that the p110δ PI3K negatively regulates PTEN, through a pathway involving inhibition of RhoA. Inactivation of p110δ in macrophages led to reduced Akt and Rac1 activation, but paradoxically to increased RhoA and PTEN activity. Partial inactivation of p190RhoGAP and a reduced binding of cytoplasmic RhoA to the cyclin-dependent kinase inhibitor p27 both contributed to the increased RhoA-GTP levels upon p110δ inactivation. Pharmacological inhibition of ROCK, a downstream effector kinase of RhoA, restored all signalling and functional defects of p110δ inactivation, including Akt phosphorylation, chemotaxis and proliferation. This work identifies the RhoA/ROCK pathway as a major target of p110δ-mediated PI3K signalling, and establishes for the first time that PI3K controls itself, via a feedback loop involving PTEN

    El tiempo de la archivĂ­stica: un estudio de sus espacios de racionalidad histĂłrica

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