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    Integrazione europea e relazioni transatlantiche, 1969-1975: alcune note sul dibattito storiografico"

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    L’obiettivo di questa rassegna è quello di analizzare il dibattito storiografico sulle relazioni tra Stati Uniti e Comunità Europea negli anni che intercorrono tra l’apertura del Vertice dell’Aja, 1969, e la chiusura dei lavori della Conferenza di Helsinki, 1975. Sebbene l’analisi si concentrerà più dettagliatamente su questo arco temporale, è nondimeno importante inserirla preliminarmente all’interno di una più generale riflessione sugli anni Settanta, il cui significato periodizzante è oggetto di originali ricerche in ambito storiografico

    I settimana

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    V settimana

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    \u201cBuilding bridges across the Atlantic: the European Union Visitors Program. A case study for Public Diplomacy and the transatlantic relationship in the Seventies\u201d

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    This article addresses the core question of the complex interplay between Atlantic alliance politics and European integration in the 1970s, a turning point in the European-US relationship. The analysis focuses on the European Community Visitors Program: the first European Community (EC) professional exchange programme seeking to foster mutual understanding between the Community and the United States, which is an intriguing case study in the history of transatlantic relations from a public-diplomacy standpoint. Its relevance is indeed twofold. From an intra-European perspective, it has contributed to laying the foundations for an identity discourse, upon which the narrative of a Euro-exceptionalism has been constructed from the 1970s onwards. Furthermore, as an exchange programme fostering connections among elites abroad, it has enhanced the EC\u2019s visibility outside its borders and thus promoted its recognition worldwide. At a systemic level, the ECVP - modeled after the most famous US public-diplomacy programmes -has served as a transatlantic bridge-builder and a prime tool for facilitating alliance management during the cold war, particularly in the troubled 1970s

    \u201cTransatlantic Relations beyond the Iron Curtain: Eastern Europe between the United States and the European Union\u201d

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    and the geopolitical area east of the \u201cIron Curtain\u201d, the invisible and yet real border between the Western and Eastern Bloc during the Cold War. The analysis is diachronic and examines the development of relations between these actors since the fall of the Berlin Wall. My argument is that the US late willingness but then firm ability to take the lead in the Balkan wars and carry a disproportionate share of the burden compared to the EU and its member states highlighted the different American and European approaches to the quest for self-determination and sovereignty in the region; it sharpened the transatlantic drift and highlighted the inconsistency of EU internal cohesion which proved dramatically weak; eventually, it wedged a distance between the EU neighbors \u2013 whose Atlantic allegiance was reinforced - and Brussels. The EU shortcomings in dealing with the region\u2019s transition from the Yugoslav Federation to a complex and multiple state-building process impaired its ability to emerge as a full-fledged international actor and reliable partner in the Atlantic Alliance; furthermore, it damaged its credibility with regard to the Balkan States that looked beyond the Atlantic, leaning more toward the US than toward the EU

    Le PVCE : les relations extérieures de la CE comme vecteur d’identité

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    Sebbene sia velleitario affermare l\u2019esistenza di un\u2019Europa pienamente in grado di esprimere efficacemente la propria assertivit\ue0 in ambito internazionale, \ue8 tuttavia innegabile che, nel corso del processo di integrazione, la CE/UE abbia progressivamente maturato una propria identit\ue0 e capacit\ue0 di proiezione globale, espresse primariamente attraverso l\u2019articolazione di complesse relazioni esterne, a partire da quelle in ambito transatlantico. Un originale punto di osservazione per analizzare questa dinamica \ue8 rappresentato dal primo progetto comunitario di diplomazia pubblica, il Programma di Visitatori della Comunit\ue0 Europea, nato sull\u2019onda \u2013 lunga \u2013 del \u201cr\ue9lance europ\ue9en\u201d inaugurato all\u2019Aja nel 1969. A partire da una presentazione del programma di scambio in questione, l\u2019obiettivo di questo saggio \ue8 quello di offrire una riflessione sulla dialettica tra spazio interno ed esterno della CE quale premessa, e strumento, per l\u2019affermazione dell\u2019identit\ue0 europea, entro e fuori i confini comunitari

    A. Bitumi, Un ponte sull\u2019Atlantico. Il \u201cProgramma di visitatori\u201d e la diplomazia pubblica della Comunit\ue0 europea negli anni Settanta, Il Mulino, 2014

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    Il dibattito sulla dimensione esterna dell\u2019Unione Europea, sulla rilevanza della sua azione globale e sulla sua identit\ue0, \ue8 da anni al centro di importanti riflessioni nell\u2019ambito degli studi europei e internazionali. Nel corso del processo di integrazione, la CE/UE ha progressivamente maturato una propria capacit\ue0 di proiezione oltre i confini comunitari, espressa primariamente attraverso l\u2019articolazione di complesse relazioni esterne, a partire da quelle in ambito transatlantico. Il volume esamina questa dinamica da una prospettiva originale, proponendo una ricostruzione storica del primo progetto comunitario di diplomazia pubblica, il Programma di Visitatori della Comunit\ue0 Europea. Nato sull\u2019onda \u2013 lunga \u2013 del \u201cr\ue9lance europ\ue9en\u201d inaugurato all\u2019Aja nel 1969, e ispirato dalla pratica della public diplomacy statunitense, il PVCE costituisce un caso di studio significativo per la ricerca storica sull\u2019integrazione europea e le relazioni transatlantiche durante la Guerra Fredda
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