58 research outputs found

    Fever of unknown origin, infection of subcutaneous devices, brain abscesses and endocarditis

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    The term 'fever of unknown origin' includes a wide range of conditions that often remain undiagnosed. The possibility of an infection must be promptly diagnosed in order to begin appropriate therapy. Imaging with radiopharmaceuticals, computed tomography, magnetic resonance imaging and ultrasound are the most commonly applied techniques, usually performed in addition to blood tests, biopsies or tissue cultures when required. The lack of comparative studies investigating the accuracy of each radiopharmaceutical for the study of fever of unknown origin was the incentive to perform a meta-analysis of peer articles published between 1981 and 2004 (33 papers) describing the use of nuclear medicine imaging for this purpose. Furthermore, infection of subcutaneous devices, brain abscesses and endocarditis must be considered amongst the causes of fevers of unknown origin. Reviews of 23, 10 and 10 papers, respectively (from 1976 to 2005), were performed on these specific topics. The results may be a useful guide for the choice of the optimal radiopharmaceutical(s) and diagnostic strategy to be applied in each clinical condition and for different aims

    Variabilità della pressione arteriosa in soggetti ipertesi essenziali con e senza sindrome metabolica

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    Abstract Obiettivi: verificare se al maggior rischio cardiovascolare nella Sindrome Metabolica (SM) associ una elevata variabilità pressoria. Metodi: allo studio hanno partecipato 28 soggetti ipertesi senza SM (20 m, 8 f, età 43.9±1.3, BMI 28.1±.9.) e 30 con SM (21 m, 9 f, età 45.4±2.2, BMI 29.4±.8). L'appartenenza al gruppo SM era definita in base ai criteri NCEP-ATP 111, risultandone tra i due gruppi differenze significative per: circonferenza addomi naie (91.5±1.9 cm vs 103.0±1.5, 0.001), indice HOMAIR (0.001), colesterolo totale, HDL ed LDL (0.02, 0.009, 0.05), trigliceridi e rapporto trigliceridi/HDL(0.001). 20/28 soggetti senza SM e 22/30 con SM erano trattati, senza differenze nella distribuzione dei diversi farmaci. I due gruppi erano sottoposti a monitoraggio pressorio 24 ore, con intervalli di misura di 15 minuti nelle ore diurne (h 7-23) e 20 minuti in quelle notturne. La variabilità della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca erano stimate come deviazione • standard dai valori medi delle pressioni sistolica (PAS) e diastolica ( PAD), e della frequenza durante il giorno, la notte e le 24 ore. Risultati: PAS e PAD medie non differivano nei 2 gruppi (PAS 24 h:134.3 ±2.6 mmHg negli SM vs 134.3±3.1; PAS giorno :139.6±2.7 vs137.4±3.2; PAS notte: 118.9±2.7vs 119.0±3.3. PAD 24 h:82.5±1.8 vs83.2±1.9; PAD giorno:86.2±1.9 vs 86.8±1.8; PAD notte 71.9±2.1 vs 71.0±1.6). La deviazione standard della PAS era significativamente più elevata nelle 24 h (17.9±0.8 vs15.2±0.7, p<0.01), di giorno (15.4±0.9 vs 13.2±0.7, p<0.05) e di notte (13.7±1.2 vs 10.3±D.9, p<0.02). La frequenza cardiaca non differiva. tra i due gruppi né come valori medi né come variabilità. Conclusioni: Il presente studio dimostra come in soggetti ipertesi con SM, pur in presenza di valori pressori mediamente sovrapponibili a quelli di un gruppo di controllo composto da pazienti pure ipertesi, ma esenti da SM, la variabilità della PAS sia significativamente più elevata in ogni fase circadiana. Poiché un aumento della variabilità presso ria, specie notturna, é ritenuto un fattore indipendente di rischio cardiovascolare, i nostri rilievi mettono in evidenza un ulteriore elemento potenzialmente aggiuntivo al già elevato rischio associato alla SM
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