29 research outputs found

    Expanding actorness to explain EU External engagement in originally internal policy areas

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    © 2018, © 2019 Informa UK Limited, trading as Taylor & Francis Group. Despite its increasing importance for European integration, there remains a lack of scholarly attention to the growth of EU external action in originally internal policy areas. This article advances a comprehensive framework for understanding and explaining the emergence of EU external engagement in such areas. It combines insights from two sets of literatures: the EU external relations literature offers useful concepts–particularly ‘actorness’–as building blocks for explanatory purposes, while the public policy literature provides relevant insights regarding policy entrepreneurship and agenda-setting. The article contends that EU external engagement results from a favourable interplay between an external ‘opportunity’ and the EU’s ‘presence’ in a given domain, which is identified and capitalized upon by a set of policy entrepreneurs, who are driven by interest-based and/or ideational motives. To evaluate the salience of the framework, the article applies it across several policy areas.status: publishe

    Vegetation map and assessment of naturalness degree of the Ogliastra territory (Sardinia, Italy)

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    Evoluzione recente, regime, assetti, criticità, tendenza del sistema spiaggia di Cala Brandinchi

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    L’area costiera di San Teodoro è caratterizzata, come il resto delle spiagge a Sud di Olbia, da importanti aree umide (stagni e lagune) sempre presenti a ridosso dei litorali sabbiosi. Queste aree umide sono alimentate da torrenti stagionali tra cui spicca il Riu Teodoro che sfocia, dopo un percorso di 13,9Km su litologie granitiche e metamorfi che, nell’omonimo stagno presso il centro abitato di San Teodoro e drena una superficie di 32,4Kmq (DeMuro et alii, 2010; Batzella et alii, 2011a,b). In realtà il torrente fino alla metà dell’800 era denominato Riu Sa Canna e sfociava poco più a S, in località Padula di Lu Rattale, quando venne deviato per alimentare di acque dolci la peschiera all’interno dello stagno (Fadda e Pala, 1992). L’area costiera di San Teodoro, dal 1997, è inserita nel territorio dell’Area Marina Protetta (A.M.P.) di Tavolara e Punta Coda Cavallo, come zona di riserva parziale di classe B e C. Tale area risulta essere inserita, con lo Stagno di San Teodoro, anche tra i Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) della Provincia di Olbia -Tempio con il codice identificativo “NATURA 2000”: ITB010011

    EVOLUZIONE RECENTE, REGIME, ASSETTI, CRITICITÀ, TENDENZA DEL SISTEMA SPIAGGIA DI CALA BUDONI

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    La spiaggia di Budoni (Spiaggia di Agrustos, Spiaggia di Salamaghe e Cala Budoni) occupa l’area tra Punta di Li Cucutti e il promontorio di Sant’Anna (Batzella et alii, 2011; Pusceddu et alii, 2011). L’area di retrospiaggia è caratterizzata da una zona dunare e, da una variegata zona umida (stagno di Li Cucutti, stagno di Salineddi, stagno del Morto). Questi stagni sono alimentati da torrenti stagionali tra cui il Riu Budoni che sfocia, dopo un percorso di 15Km su litologie granitiche e metamorfi che, nell’omonima spiaggia (Cala di Budoni) e drena una superficie di 43,4Kmq. Gli stagni hanno un’estensione limitata e tendono ad evaporare quasi completamente nel periodo estivo, trasformandosi stagionalmente in sottili lame d’acqua e in superfici limoso-sabbiose asciutte. La spiaggia di Cala di Budoni occupa l’area tra Punta Sant’Anna, a sud, e una cuspide sabbioso rocciosa più a nord (1,4 km). La spiaggia di Budoni (Comune di Budoni) è situata nei pressi dell’omonimo centro abitato. L’arenile si sviluppa per una lunghezza di 1,4Km con un’ampiezza massima della zona di spiaggia emersa (area tra la battigia e il piede della duna) di 80m; l’estensione massima della zona dinamica di spiaggia sommersa è pari a 300m (DeMuro e Pusceddu, 2010a; Batzella et alii, 2011; Pusceddu et alii, 2011). L’area di retrospiaggia è caratterizzata da una zona dunare che separa la zona di spiaggia emersa dagli stagni costieri che caratterizzano l’area umida retrostante

    EVOLUZIONE RECENTE, REGIME, ASSETTI, CRITICITÀ, TENDENZA DEL SISTEMA SPIAGGIA DI CALA CIACCARO

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    Le isole dell’Arcipelago di La Maddalena sono collocate nell’area delle Bocche di Bonifacio (Bartole e DeMuro, 2009, 2011, 2012; DeMuro e Bartole, 2010), da un punto di vista geomorfologico sono caratterizzate da coste prevalentemente rocciose, intervallate da modeste insenature al cui interno sono racchiusi limitati corpi sabbiosi di fondo baia alimentati stagionalmente da ruscelli e torrenti (DeMuro e Pusceddu, 2010a). I sedimenti che compongono le spiagge, oggetto del presente studio, sono caratterizzati da sabbie, ghiaie e ciottoli provenienti dalla disgregazione delle rocce che affiorano nei bacini idrografici a monte, e dalla componente biogenica/bioclastica il cui apporto è da mettere in relazione all’erosione, al trasporto ed alla sedimentazione innescata da onde e correnti (Pusceddu, 2009). Il bilancio sedimentario positivo di queste piccole spiagge viene garantito, inoltre, dall’immissione di sedimenti bioclastici, prodotti principalmente nella prateria di Posidonia oceanica (Bua, 2005, 2008). Si tratta prevalentemente di sedimenti composti dai resti scheletrici della fauna bentonica (Batzella, 2010; DeMuro et alii, 2010a,b). L’intera area dell’Arcipelago di La Maddalena, è inserita nel territorio del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena e rientra nei Siti di Importanza Comunitaria (S.I.C.) della Provincia di Olbia -Tempio con il codice identificativo “NATURA 2000”: ITB010008

    Evoluzione recente, regime, assetti, criticità, tendenza del sistema spiaggia di Le Saline

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    L’area costiera di Olbia è caratterizzata dall’alternanza di coste rocciose e grandi baie impostate prevalentemente su linee tettoniche di estensione regionale. Le coste vengono definite a rias, termine preso in prestito dalla Galizia spagnola. il Golfo di Cugnana, il Golfo di Marinella e il Golfo di Olbia rientrano in questa classificazione: si tratta sostanzialmente di valli fluviali, a forte controllo tettonico, che sono state interessate dai complessi processi erosivo/deposizionali collegati alle regressioni/trasgressioni marine di epoca quaternaria. Il Golfo di Olbia costituisce una ria più vasta di quelle circostanti ed al suo interno sfociano diversi corsi d’acqua tra cui i principali sono il Riu de Seligheddu ed il Fiume Padrongiano. Riu de Seligheddu: è un corso d’acqua di 13,1Km con andamento W-E all’interno di un bacino di 44,4Kmq che si sviluppa principalmente su coperture alluvionali recenti e solo in parte, nel primo tratto del suo corso, scorre sulle litologie del basamento Paleozoico. Il fiume Padrongiano: è il maggiore corso d’acqua compreso tra il Fiume Liscia ed il Riu Posada, ha una lunghezza di 39,4Km tra Monte Niddoni (1.231m) e la Ria di Olbia dove sfocia con un delta a più lobi unico in Sardegna. Il suo corso si sviluppa con direzione WSW-ENE su rocce granitiche, metamorfi che e sulle proprie coltri alluvionali (Fadda e Pala, 1992). I litorali a S del Golfo di Olbia sono caratterizzati dalla presenza di piccole pianure alluvionali costiere caratterizzate dalla presenza di importanti aree umide (stagni e lagune), estese a volte per diversi chilometri quadrati, come si riscontra a monte del Lido delle Saline

    Evolution trend of La Cinta beach (San Teodoro) after the flooding on 24th September 2009

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    A few days after the flooding on 24th September 2009, which was declared a natural distaster, the staff at the Osservatorio Coste E Ambiente Naturale Sottomarino (O.C.E.A.N.S.) carried out investigations and instrumental surveys on La Cinta beach. The beach is located in the municipality of San Teodoro and is within the protected area Area Marina Protetta Tavolara Punta Coda Cavallo; it extends N-S, is approximately 4km long and between 50 and 70m wide (FIG. 1). Following the intense rain, which continued for 9 days (168mm/24hr was recorded at the weather station in Siniscola on 24th September) and the flood wave, the ridge of the foredune, which defined the upper beach, collapsed forming 25 lagoon openings. New topographic-bathymetric and sedimentological-stratigraphic data were acquired, following the creation of a specific geodetic network. The study began within the agreement between O.C.E.A.N.S. and the province Olbia-Tempio and continues thanks to two Fellowship grants to young researchers and the Project RIAS (a study of Sardinia’s coastal systems and global climate change), funded by the Sardinian Regional government (co-fund PO Sardegna FSE 2007-2013 L.R.7/2007). The survey was carried out by taking topographic measurements referring to a specific geodetic network, based on the point IGM95 ETRF2000 n.182704, located in Murta Maria. The dry beach was tested using DGPS Thales ProMark3; points with the coordinates xyz were acquired at the frequency of 1 Hz. The Reson Navisound 215/DGPS Omnistar 8300HP interface echosound system using Reson PDS2000 navigation software, was used for the shoreface (De Muro S. & Pusceddu N., 2009). The survey was carried out on emerged and submerged beach at the same time. The limits of the morpho-sedimentological structures were identified and the profile of the lagoon and the new openings, caused by the flood, were defined. The survey covered the area of the beach from 3 m up to a depth of -12 m. The examination carried out a few days after the event allowed the variations in the dimensions and slope of the dry beach and shoreface to be calculated. It was also possible to determine the sedimentary volumes altered due to the event and to measure numerous morphological parameters (e.g. depth, width, axis of new channels, planimetrical layout of alluvial fan lobe, the flood event direction, etc). Seven stratigraphic logs were also carried out and sampling of the areas opened up by the flooding, in order to define the ancient coastal ridge. Digital Full HD images were acquired, taken from a helicopter and on field. From the data collected, models of wave motion and hydrodynamics were created using Delft3D software, modules WAVE and FLOW. The models were based on marine forecast data recorded in the area as well, and were gauged on observations and the new measurements in situ. The overflowing of the lagoon caused the breach of 25 openings on the drybeach. When the initial data were taken six were still open, with dimensions varying between 25-30m and depth between 1 to 4m (FIG 2). In the submerged beach the greatest variations were found immediately in front of the lagoon openings. Measurements have been taken repeatedly in the field over the year following the event and in-depth study has been carried out in order to examine the resilience of the system. A second digital model of drybeach and shoreface has been built and the hydrodynamic chart has been updated which is based on the Delf 3D model and on the new observations and measurements. The data taken in the second survey of measurements show that all the openings caused by the flooding had closed. The slope of the entire beach shows strong modifications in the dimension of the sand bars and troughs with relative hydrodynamic modification
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