315 research outputs found

    Simulation of free-surface flows by a finite element interface capturing technique

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    Transient free-surface (FS) flows are numerically simulated by a finite element interface capturing method based on a level set approach. The methodology consists of the solution of two-fluid viscous incompressible flows for a single domain, where the liquid phase is identified by the positive values of the level set function, the gaseous phase by negative ones, and the FS by the zero level set. The numerical solution at each time step is performed in three stages: (i) a two-fluid Navier-Stokes stage, (ii) an advection stage for the transport of the level set function and (iii) a bounded reinitialisation with continuous penalisation stage for keeping smoothness of the level set function. The proposed procedure, and particularly the renormalisation stage, is evaluated in three typical two- and threedimensional problems.Fil: Battaglia, Laura. Consejo Nacional de Investigaciones CientĂ­ficas y TĂ©cnicas. Centro CientĂ­fico TecnolĂłgico Conicet - Santa Fe. Instituto de Desarrollo TecnolĂłgico para la Industria QuĂ­mica. Universidad Nacional del Litoral. Instituto de Desarrollo TecnolĂłgico para la Industria QuĂ­mica; ArgentinaFil: Storti, Mario Alberto. Consejo Nacional de Investigaciones CientĂ­ficas y TĂ©cnicas. Centro CientĂ­fico TecnolĂłgico Conicet - Santa Fe. Instituto de Desarrollo TecnolĂłgico para la Industria QuĂ­mica. Universidad Nacional del Litoral. Instituto de Desarrollo TecnolĂłgico para la Industria QuĂ­mica; ArgentinaFil: D'elia, Jorge. Consejo Nacional de Investigaciones CientĂ­ficas y TĂ©cnicas. Centro CientĂ­fico TecnolĂłgico Conicet - Santa Fe. Instituto de Desarrollo TecnolĂłgico para la Industria QuĂ­mica. Universidad Nacional del Litoral. Instituto de Desarrollo TecnolĂłgico para la Industria QuĂ­mica; Argentin

    Nonprofit foundations spur translational research

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    Every year, hundreds of promising basic discoveries in the pharmacological field are lost and will never have a chance to be exploited for patients due to difficulties in clinical translation. This is especially true for most neurodegenerative disorders lacking disease-modifying therapies. Here we present the current scenario and our vision of a 'collective-impact' multistakeholder approach to expedite the development of new drugs

    La colecistectomia videolaparoscopica elettiva: i limiti di un sogno ormai realtĂ 

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    La tecnica laparoscopica per la colecistectomia elettiva è il capolinea di un’evoluzione volta a ridurre ai minimi termini la via d’accesso. Abbiamo analizzato dal 1° gennaio 2004 al 31 dicembre 2006 un totale di 5515 interventi di colecistectomia, di cui 4877 laparoscopici e 635 in tecnica tradizionale. Le complicanze e le diagnosi aggiuntive sono state codificate ricercandole nel database delle SDO della Regione Lombardia. La morbilità è stata di 82 casi (12.9%) con la tecnica tradizionale e da 109 casi (2.23%) con la tecnica laparoscopica; la mortalità è stata di 11 casi (1.73%) con la tecnica tradizionale e di 1 caso (0.02%) con la tecnica laparoscopia. Le giornate di degenza media sono state 14.40 con la tecnica tradizionale e 4.75 con la tecnica laparoscopia La morbilità nella tecnica open è sei volte superiore rispetto alla tecnica laparoscopica. Questo divario tra le due tecniche è presente in tutte le casistiche mondiali ed è il risultato della mini-invasività della laparoscopia rispetto all’incisione laparotomica, condizione che spiega e giustifica anche la differenza per quanto riguarda i giorni di degenza media in favore ovviamente della tecnica laparoscopia. La mortalità così alta nella tecnica tradizionale rispetto alla laparoscopia è da attribuirsi ai casi selezionati La prima importante osservazione è che nei nostri ospedali, come in tutti i migliori del mondo, la colecistectomia laparoscopica è diventata il gold standard di trattamento della colelitiasi e la seconda è che sempre di più la tecnica open è riservata alla patologia complicata della litiasi della colecisti e questo quindi ne giustifica l’importante divario, rispetto alla tecnica laparoscopica, per quanto concerne le giornate di degenza, la morbilità e la mortalità

    Prevalenza della sclerosi multipla nell'isola d'Elba

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    Introduzione Le variazioni temporali e geografiche della frequenza di Sclerosi Multipla (SM) sono state molto studiate. Negli ultimi 30 anni, gli studi epidemiologici hanno evidenziato come la distribuzione della malattia nei paesi dell’area mediterranea, anche in Italia, sia più complessa di quanto ritenuto in passato quando era comunemente accettato il modello correlato alla latitudine (1, 2). Scarsi sono i dati di prevalenza relativi all’Italia centrale e in particolare ad oggi non sono noti dati pubblicati sulla dimensione di questa patologia nella popolazione dell’isola d’Elba. Obiettivi Calcolare la prevalenza della SM nell’isola d’Elba dal momento che non ci sono dati disponibili in letteratura. Metodi L'isola d'Elba è l’isola più grande dell'Arcipelago Toscano e la terza più grande d'Italia dopo la Sicilia e la Sardegna (223 km²). Al giorno di prevalenza, ovvero il 31/12/2010, la popolazione residente nell’isola era pari a 31.943 abitanti. I casi di SM sono stati identificati consultando le cartelle cliniche dell’ospedale e dell’ambulatorio di riferimento neurologico dell’isola. Sono stati arruolati nello studio tutti i pazienti con diagnosi di SM secondo i criteri di McDonald, residenti nell’isola al giorno di prevalenza. Sono stati calcolati i tassi di prevalenza grezzi e specifici (sesso e età) e il tasso standardizzato rispetto alla popolazione italiana del 2001. Gli intervalli di confidenza al 95% dei tassi di prevalenza sono stati calcolati assumendo una distribuzione di Poisson. Risultati Al giorno di prevalenza erano residenti nell’isola 42 soggetti con SM. Di questi il 59,5% era nato ed era tutt’ora residente nell’isola, mentre il 40,5% era nato fuori dall’isola. Tra i 42 soggetti con SM, 4 avevano origine sarda. Il rapporto F:M è risultato pari a 2,8: infatti il 73,8% era di sesso femminile rispetto al 26,2% di sesso maschile. L’età media dei soggetti era di 49,8±12,6 anni e non si osservano differenze significative tra i sessi riguardo all’età (M: 52,9±10,7, F: 48,7±12,6; p = 0,329). Per quanto riguarda le forme di malattia, il 16,7% dei pazienti aveva una forma CIS, il 61,9% una RR, il 16,7% una SP e il 4,8% una PP. Il grado di disabilità (EDSS) è risultato correlato (trend crescente) con la forma di malattia: EDSS pari a 1,5 per le forme CIS, 2,0 per le forme RR e 6,0 per le forme SP e PP. La durata di malattia, in media, era di 15,0±9,8 anni, con un range tra 0 e 37 anni. La durata media di malattia è risultata più alta per i maschi (19,3±9,5 anni) rispetto alle femmine (13,6±9,6 anni) ma tale differenza non è statisticamente rilevante (p = 0,109). Il tasso di prevalenza grezzo è risultato pari a 131,5 (IC 95%: 99,8-177,7) per 100.000 (maschi 70,7; femmine 189,2 per 100.000). Il tasso di prevalenza standardizzato è risultato pari a 131,5 (IC 95%: 91,8-171,2) per 100.000. Il tasso di prevalenza sesso età specifico mostra un picco, per entrambi i sessi, nella classe di età tra 45-54 anni, mentre non ci sono casi prima dei 15 anni

    Development and psychometric properties of a self-assessed knowledge questionnaire for caregivers of people with multiple sclerosis (CareKoMS): a cross-sectional study

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    ObjectivesKnowledge about multiple sclerosis (MS) is crucial for those who provide care and support as caregivers. However, despite the key benefits of acquiring relevant information to properly assume the caregiving role, caregivers' knowledge of MS is poorly investigated. The aim of this study was to develop and validate the Caregivers' Knowledge of Multiple Sclerosis (CareKoMS), a self-assessed questionnaire, to test MS knowledge in caregivers of people with MS. DesignCross-sectional study. SettingItaly. ParticipantsTwo-hundred caregivers (female: 49%) were asked to self-administer the 32-item CareKoMS questionnaire; they had a median age of 60 years (IQR: 51-68 years) and a medium-high educational level (36.5% primary school and 63.5% high school/university). Item analysis using item difficulty index, item discrimination index, Kuder-Richardson-20 coefficient and item-total correlation were assessed. Once excluding less useful items, reliability, floor and ceiling effects and construct validity were calculated on the 21-item CareKoMS final version. ResultsPsychometric evaluation indicates that the 21-item CareKoMS was a good questionnaire with no ceiling or floor effects registered. Internal consistency was satisfactory and acceptable as indicated by the mean value of 0.74 of Kuder-Richardson-20. No ceiling or floor effects have been observed. Interestingly, educational level and disease duration correlated with MS knowledge. ConclusionCareKoMS is a valid self-assessed questionnaire on MS knowledge for caregivers that may be used in clinical practice and research. Assessing knowledge of MS among caregivers is essential to facilitate their caregiving role and thus decrease the burden of disease management

    Prevalence of chronic comorbidities in people with multiple sclerosis: descriptive study based on administrative data in Tuscany (Central Italy)

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    Objective Chronic comorbidities are common in people with multiple sclerosis (PwMS), thus worsening their prognosis and quality of life, and increasing disease burden. The aim of the present study was to evaluate the prevalence of common comorbidities in PwMS in Tuscany (Central Italy) and to compare it with the general population. Methods The prevalence of comorbidities, including diabetes, chronic obstructive pulmonary disease (COPD), hypertension, stroke, heart failure (HF), cardiac infarction and ischemic heart disease (IHD), was assessed in PwMS and in general population resident in Tuscany, aged > 20 years, using administrative data. Results In total, we identified 8,274 PwMS. Among them, 34% had at least one comorbidity, with hypertension being the most common (28.5%). Comparing PwMS with the general population, PwMS had a higher frequency of hypertension and stroke when considering the whole group, and of diabetes, COPD, and IHD when considering sex and age subgroups. This increased risk was especially evident in the young and intermediate age groups, where multiple sclerosis may play an important role as risk factor for some comorbidities. In PwMS, as well as in the general population, prevalence of chronic diseases was higher in males and increased with age. Conclusions Comorbidities frequently coexist with multiple sclerosis and they may have an impact on this complex disease, from the health, clinical, and socioeconomic points of view. Therefore, a routine screening of chronic comorbidities should be a crucial step in clinical practice, as well as the promotion of healthy lifestyles to prevent the onset and to reduce their burden

    Patient-reported outcome measures in drugs for neurological conditions approved by European Medicines Agency 2017-2022

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    BackgroundRegulatory agencies have been responsive to public demand for inclusion of the patient experience in evaluating and approving therapies. Over the years, patient-reported outcome measures (PROMs) have become increasingly prevalent in clinical trial protocols; however, their influence on regulators, payers, clinicians, and patients' decision-making is not always clear. We recently conducted a cross-sectional study aimed at investigating the use of PROMs in new regulatory approvals of drugs for neurological conditions between 2017 and 2022 in Europe.MethodsWe reviewed European Public Assessment Reports (EPARs) and recorded on a predefined data extraction form whether they considered PROMs, their characteristics (e.g., primary/secondary endpoint, generic/specific instrument) and other relevant information (e.g., therapeutic area, generic/biosimilar, orphan status). Results were tabulated and summarized by means of descriptive statistics.ResultsOf the 500 EPARs related to authorized medicines between January 2017 and December 2022, 42 (8%) concerned neurological indications. Among the EPARs of these products, 24 (57%) reported any use of PROMs, typically considered as secondary (38%) endpoints. In total, 100 PROMs were identified, of which the most common were the EQ-5D (9%), the SF-36 (6%), or its shorter adaptation SF-12, the PedsQL (4%).ConclusionsCompared to other disease areas, neurology is one where the use of patient-reported outcomes evidence is inherently part of the clinical evaluation and for which core outcome sets exist. Better harmonization of the instruments recommended for use would facilitate the consideration of PROMs at all stages in the drug development process

    Mind wandering in people with Multiple Sclerosis: A psychometric study

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    Background: Although mind wandering (MW) is associated with various psychological aspects frequently affected in people with Multiple Sclerosis (PwMS), there is lack of validated tools to assess MW in this clinical population.Objective: This psychometric study aimed to assess structural and construct validity and reliability of a brief Italian version of Mind Wandering (MW) Scale that measures two different dimensions of MW, i.e., spontaneous (MW-S) and deliberate (MW-D).Methods: Structural validity of the MW Scale was assessed by explorative factor analysis (EFA). To investigate construct validity, mood (Hospital Anxiety Depression Scale) and personality (10-items Big Five Inventory Test) were correlated with MW constructs. Reliability was assessed by Cronbach's alpha for internal consistency and intraclass correlation coefficients.Results: EFA confirmed two distinct constructs of MW, i.e., MW-S and MW-D, also in PwMS. This tool appropriately fits the graded response model, supporting validity (about 79% of hypotheses for convergent and discriminant constructs confirmed) and internal consistency (MW-S: Cronbach's alpha = 0.84; MW-D: Cronbach's alpha = 0.88).Conclusion: MW Scale could be a useful tool to measure MW also in PwMS. As MW seems to be connected to clinical manifestations of MS, a detailed assessment of MW should be encouraged in clinical practice

    Incidenza della sclerosi multipla in Toscana: uno studio basato su dati amministrativi

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    INTRODUZIONE L’Italia è un’area ad elevato rischio di sclerosi multipla (SM) con una prevalenza stimata di 110.000 casi e un’incidenza di 3.400 casi annui [1]. Gli ultimi dati pubblicati sulla prevalenza sono 149 casi su 100.000 a Genova nel 2007 [2], 140 casi a Padova nel 2009 [3] e 210 nella parte meridionale della Sardegna nel 2007 [4]. Per quanto riguarda l’incidenza, i dati più recenti sono 5,5 casi su 100.000 a Padova nel periodo 2000-09 [3], 6,6 a Genova nel 1998-2007 [2], e 9,7 in Sardegna nel 2003-07 [4]. Dallo scorso anno è stato attivato in Italia un registro nazionale di SM il quale rappresenterà, nel prossimo futuro, un valido strumento per lo studio dell’epidemiologia di questa malattia. Anche in Toscana è presente, dal 2006, un registro regionale della SM ma, al momento, non è rappresentativo dell’intera popolazione di pazienti. Una possibile alternativa per studiare l’epidemiologia è attraverso i dati amministrativi. Questi, infatti, coprono l’intera popolazione residente e vengono raccolti di routine in un modo standardizzato ai fini della gestione del servizio sanitario. In un precedente lavoro, abbiamo creato e validato un algoritmo di cattura dei casi prevalenti basato su fonti amministrative [5]. La prevalenza, calcolata al 2011, è risultata pari a 188 casi per 100.000 [5]. Anche altre Regioni hanno utilizzato i dati amministrativi per stimare la prevalenza della SM, come il Lazio con 131 casi su 100.000 nel 2011 [6], la Puglia con 183 casi nel 2012, il Veneto con 170-180 casi nel 2015, la Sicilia con 110 casi nel 2010 e la Sardegna con 360 casi nel 2016 [1]. OBIETTIVI Calcolare l’incidenza della SM in Toscana utilizzando dati amministrativi. METODI Per il calcolo dell’incidenza abbiamo creato il seguente algoritmo: ospedalizzazione in reparto per acuti e con diagnosi primaria di SM, esenzione attiva per SM, e prescrizione di farmaci specifici. I casi incidenti sono stati identificati come quei casi catturati dall’algoritmo non tracciati in precedenza nei flussi amministrativi, e la data della prima traccia è stata considerata quale data di diagnosi della SM. Da questa coorte di soggetti abbiamo selezionato i pazienti con un’età ≤ 55 anni, residenti in Toscana al momento della diagnosi e presenti in anagrafe da almeno 10 anni (o nati in Toscana se età <10). Abbiamo calcolato i tassi grezzi e standardizzati e gli intervalli di confidenza (IC) al 95% per gli anni 2011-2015. RISULTATI Abbiamo identificato, dal 2011 al 2015, 1.056 nuovi casi in Toscana con un’incidenza che varia da 5,04 nel 2011 a 6,02 casi su 100.000 nel 2015 (Tabella 1). Nelle donne l’incidenza è circa due volte più alta rispetto agli uomini con un range che va da 6,48 nel 2011 a 7,96 su 100.000 nel 2015 nelle donne, e da 3,49 nel 2011 a 3,93 nel 2015 negli uomini (Tabella 2). Prendendo in considerazione l’ultimo anno di analisi (2015), abbiamo inoltre osservato delle differenze per ASL di residenza al momento della diagnosi, con aree in cui il tasso di incidenza è inferiore alla media regionale, come Grosseto (4,58), Pisa (4,33 casi/100.000), Siena (3,30), Lucca (3,07) e Viareggio (3,06), e aree in cui l’incidenza è più elevata rispetto alla media, come Empoli (7,99), Livorno (8,80) e Arezzo (9,78)

    Simultaneous idiopathic segmental infarction of the great omentum and acute appendicitis: a rare association

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    Idiopathic segmental infarction of the greater omentum is an uncommon cause of acute abdomen. The etiology is still unclear and the symptoms mimic acute appendicitis. Its presentation simultaneously with acute appendicitis is still more infrequent. We present a case of a 47-year old woman without significant previous medical history, admitted with an acute abdomen, in which the clinical diagnosis was acute appendicitis and in whom an infarcted segment of right side of the greater omentum was also found at laparotomy. As the etiology is unknown, we highlighted some of the possible theories, and emphasize the importance of omental infarction even in the presence of acute appendicitis as a coincident intraperitoneal pathological condition
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