19 research outputs found

    Tra estinzione e coltivazione.

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    La tesi tratta della corologia della specie in Italia. Illustria quantola specie sia rara e dove è ancora possibile trovarla. Si illustra la coltivazione presso i vivai e i giardini botanici-infine si propongono delle ipotesi per il futuro

    Post-radiation gliomas.

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    AIMS AND BACKGROUND: Radiotherapy is important in the treatment of neoplasm of the central nervous system, but various side effects, particularly neoplastic, have been described. Recently, post-radiation gliomas have been reported. METHODS: The authors review 88 cases of cerebral glioma following radiotherapy in patients operated for neoplasms of the nervous system, including 6 personal cases of post-radiation gliomas treated in the Neurosurgical Division of the Department of Neurological Sciences, "La Sapienza" University, Rome. The criteria used to define this unusual pathologic association are discussed. RESULTS: There was a male predominance. Post-radiation gliomas were particularly malignant, the average dose was 33 Gy, and average free latency was 9.6 years. The first disease was most frequently acute lymphatic leukemia. CONCLUSIONS: Post-radiation gliomas have particular features but do not present a histologic or clinical behavior different from analogous spontaneous gliomas. The fact that 88 cases have been reported in recent years suggests that a thorough biological, clinical studies be carried out on this association

    Haemangiopericytoma and meningioma presenting clinically with intracranial haemorrhage: report of three cases and review of the literature.

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    We report one case of haemangiopericytoma and two cases of meningioma whose presenting symptom was subarachnoid haemorrhage. We discuss the etiopathogenetic factors involved in this rare mode of onset in the light of the published work

    Neonato con tumore miofibroblastico infiammatorio associato a trombocitopenia

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    Neonato di sesso maschile, nato a termine da parto eutocico. Gravidanza insorta da ICSI omologa, normodecorsa. IgG materne per CMV positive, IgM negative. Sierologia materna per toxoplasma, treponema, HIV e HCV, HBsAg, tamponi vagino-rettali negativi. Apgar 9-10, riscontro di tumefazione ovalare dell’avambraccio sinistro, dura, disomogenea, calda, con cute sovrastante integra. Contemporaneo riscontro di piastrinopenia (PLT 9000). PCR per CMV, EBV, ADV su sangue, indici infiammatori ed emocoltura negativi. Principali anticorpi anti-piastrine assenti. Eco-encefalo, eco-addome e radiografia del torace nella norma. Un’ecodoppler della tumefazione evidenziava una formazione espansiva di 35x21x25 mm, con margini lineari, ecostruttura disomogenea e accentuati segnali vascolari, in sede sovrafasciale. Una RM confermava un quadro suggestivo per anomalia vascolare. Veniva formulata l’ipotesi che si trattasse di emangioendotelioma kaposiforme e si attribuiva la trombocitopenia ad una verosimile sindrome di Kasabach-Merritt. Dopo l’asportazione della lesione all’analisi istologica veniva posta diagnosi di tumore miofibroblastico infiammatorio infantile. Normalmente la sindrome di Kasabach-Merritt si associa all’emangioendotelioma kaposiforme, mentre il tumore miofibroblastico infiammatorio si presenta spesso associato a trombocitosi, veniva quindi meno l’ipotesi diagnostica posta per l’eziologia della piastrinopenia. Per il persistere della piastrinopenia si approfondiva con: antigeni/anticorpi HIV, sottopopolazioni linfocitarie ed immunità umorale, dosaggio di LDH, creatinina, tutti risultati nella norma. L’aspirato midollare metteva in evidenza midollo a cellularità discreta, non elementi indifferenziati, rari megacariociti, numerosi aggregati piastrinici (recente terapia trasfusionale con concentrati piastrinici), esami genetici in corso. All’esame istologico della biopsia midollare si riscontrava midollo emopoietico con normale rappresentazione delle popolazioni cellulari. PCR per CMV, EBV, Parvovirus B19 e HHV6 su midollo osseo negative. All’immunofenotipo su aspirato midollare non rilevate popolazioni anomale. Venivano quindi escluse altre cause più rare di piastrinopenia quali la trombocitopenia amegacariocitica congenita (TAMC). Considerata l’origine periferica, venivano somministrate immunoglobuline endovena per due giorni consecutivi, con risoluzione della piastrinopenia. Discussione: Nel nostro caso i principali anticorpi antipiastrine risultavano assenti e si era ipotizzato che la piastrinopenia fosse dovuta alla sindrome di Kasabach-Merritt. La diagnosi istologica della lesione è risultata però essere di tumore miofibroblastico infiammatorio, normalmente non associato a trombocitopenia; quest’ultima tra l’altro persisteva nonostante l’escissione della lesione. Esami di secondo livello hanno permesso di identificare la condizione come periferica. Nonostante l’assenza dei principali anticorpi antipiastrine, si è deciso di somministrare immunoglobuline. Tale strategia ha portato alla immediata e persistente risalita dei valori delle piastrine, confermando quindi la diagnosi di trombocitopenia causata da anticorpi antipiastrine. Si ribadisce quindi la possibilità di interpretare la piastrinopenia come alloimmune anche se gli autoanticorpi principali dovessero risultare negativi. Nei laboratori generalmente vengono valutati i principali e non tutti i possibili anticorpi antipiastrine, tale esame rappresenta quindi un primo screening e per quanto la sua normalità ci possa far protendere verso altre diagnosi non dovrebbe far escludere a priori dalle possibili diagnosi differenziali la trombocitopenia causata da anticorpi contro le piastrine. Nel nostro specifico caso vista l’età del paziente si trattava verosimilmente di una NATP (Neonatal Alloimmune Thrombocytopenic Purpura), considerando anche il fatto che l’anamnesi patologica materna negativa per trombocitopenia permetteva teoricamente di escludere una ITP (Idiopathic Thrombocytopenic Purpura) materna

    Serum BDNF levels in unaffected first-degree relatives of patients with bipolar disorder

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    Objective: Unaffected relatives of bipolar disorder (BD) patients have been investigated for the identification of endophenotypes in an attempt to further elucidate the pathophysiology of the disease. Brain-derived neurotrophic factor (BDNF) is considered to be implicated in the pathophysiology of BD, but its role as an endophenotype has been poorly studied. We investigated abnormal serum BDNF levels in BD patients, in their unaffected relatives, and in healthy controls. Methods: BDNF levels were obtained from 25 DSM-IV bipolar I disorder patients, 23 unaffected relatives, and 27 healthy controls. All BD patients were in remission. The unaffected subjects were first-degree relatives of the proband who had no lifetime DSM-IV diagnosis of axis I disorder. BDNF serum levels were determined by sandwich ELISA using monoclonal BDNF-specific antibodies. Results: There were no statistical differences in BDNF levels among BD patients, relatives, and healthy controls. Conclusion: Serum BDNF levels may not indicate high genetic risk for BD, possibly acting as state markers rather than trait markers of the disease
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