12 research outputs found

    Serum Albumin Is Inversely Associated With Portal Vein Thrombosis in Cirrhosis

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    We analyzed whether serum albumin is independently associated with portal vein thrombosis (PVT) in liver cirrhosis (LC) and if a biologic plausibility exists. This study was divided into three parts. In part 1 (retrospective analysis), 753 consecutive patients with LC with ultrasound-detected PVT were retrospectively analyzed. In part 2, 112 patients with LC and 56 matched controls were entered in the cross-sectional study. In part 3, 5 patients with cirrhosis were entered in the in vivo study and 4 healthy subjects (HSs) were entered in the in vitro study to explore if albumin may affect platelet activation by modulating oxidative stress. In the 753 patients with LC, the prevalence of PVT was 16.7%; logistic analysis showed that only age (odds ratio [OR], 1.024; P = 0.012) and serum albumin (OR, -0.422; P = 0.0001) significantly predicted patients with PVT. Analyzing the 112 patients with LC and controls, soluble clusters of differentiation (CD)40-ligand (P = 0.0238), soluble Nox2-derived peptide (sNox2-dp; P < 0.0001), and urinary excretion of isoprostanes (P = 0.0078) were higher in patients with LC. In LC, albumin was correlated with sCD4OL (Spearman's rank correlation coefficient [r(s)], -0.33; P < 0.001), sNox2-dp (r(s), -0.57; P < 0.0001), and urinary excretion of isoprostanes (r(s), -0.48; P < 0.0001) levels. The in vivo study showed a progressive decrease in platelet aggregation, sNox2-dp, and urinary 8-iso prostaglandin F2 alpha-III formation 2 hours and 3 days after albumin infusion. Finally, platelet aggregation, sNox2-dp, and isoprostane formation significantly decreased in platelets from HSs incubated with scalar concentrations of albumin. Conclusion: Low serum albumin in LC is associated with PVT, suggesting that albumin could be a modulator of the hemostatic system through interference with mechanisms regulating platelet activation

    Esperienze di riabilitazione e ritorno al lavoro

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    Nonostante i progressi compiuti negli ultimi decenni in ambito preventivo (e le recenti diposizioni legislative in tema d’igiene e sicurezza degli ambienti di lavoro), gli infortuni sul lavoro rimangono uno dei principali problemi di salute pubblica. Dati INAIL mostrano una lieve riduzione del numero totale di infortuni negli ultimi anni, ma con valori assoluti ancora elevati. Gli infortuni sul lavoro spesso coinvolgono l’apparato locomotore, inducendo disabilità (temporanea o permanente) di varia entità (con elevati costi sociali), e richiedendo complessi trattamenti medico–chirurgici seguiti da riabilitazione specialistica. La ripresa lavorativa (uno dei principali obiettivi istituzionali della Fondazione Salvatore Maugeri) rappresenta la conclusione ottimale del programma riabilitativo. In letteratura esistono molti dati sulla ripresa lavorativa dopo infortunio professionale osteoarticolare; pochissimi studi, però, hanno valutato il ruolo del Medico del Lavoro nell’ottimizzare questo processo grazie ad un precoce intervento nel programma riabilitativo. Una ripresa soddisfacente e in tempo ottimale richiede infatti competenze proprie di questo specialista, in grado di valutare le caratteristiche della mansione (e i rischi ad essa correlati), e di valutarne l’adeguatezza alle condizioni globali di salute del singolo lavoratore. Per perseguire tale scopo, il nostro Istituto adotta un protocollo interdisciplinare applicabile a vittime di eventi traumatici a carico dell’apparato osteoarticolare. Questo capitolo descrive la metodologia e presenta i risultati ottenuti in due anni (2010–2011), fornendo principi guida per la valutazione iniziale e la precoce riabilitazione dei traumi osteoarticolari, focalizzandosi sul processo di ripresa lavorativa

    Disturbi muscolo-scheletrici e valutazioni di secondo livello per idoneità alla mansione: casistica ambulatoriale

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    I disturbi muscolo-scheletrici (DMS) comprendono numerose ed eterogenee patologie dell’apparato locomotore, e delle strutture vascolari e nervose ad esso afferenti. Essi possono essere concausati dall’attività lavorativa, ponendo delicati problemi diagnostici e medico-legali. Indipendentemente dalla loro eziologia, i DMS comportano pesanti conseguenze sociali ed economiche, generano difficili problemi valutativi in merito all’idoneità lavorativa specifica e spesso richiedono valutazione di secondo livello presso strutture pubbliche: nel presente studio è presentata la casistica dell’Unità Operativa Complessa di Medicina del Lavoro della Fondazione Maugeri di Pavia. Lo studio conferma la difficoltà di gestione dei DMS nella pratica di Medico Competente, soprattutto per lavoratori addetti a lavori manuali e, quindi, a maggior impegno biomeccanico. La visita di secondo livello può essere assai utile per superare tale difficoltà, soprattutto se svolta in collaborazione con un fisiatra esperto in ergonomia

    Reinserimento dell’infortunato sul lavoro attraverso lo sviluppo di mini core set

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    Obiettivi La disabilità lavorativa è diventata nelle ultime decadi un considerevole problema socio-economico. Essa coinvolge con maggior frequenza l’apparato locomotore, con necessità di un’analisi in vista del reinserimento lavorativo del soggetto. Al centro di tale analisi bisogna porre non la limitazione funzionale e/o la menomazione, bensì la funzionalità residua specifica, ovvero le potenzialità del lavoratore nel rispetto delle limitazioni individuali. La Functional Capacity Evaluation (FCE) è un metodo per descrivere potenzialità e limitazioni misurando le capacità soggettive nell’esecuzione di compiti necessari alla vita quotidiana e all’attività lavorativa. Il presente lavoro si propone di definire mini core-set in chiave ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health) specifici per distretto corporeo e tipologia di lavoro svolto. Tali core-set hanno lo scopo di ottenere una valutazione rapida e mirata, ma esaustiva, del profilo di funzionamento del lavoratore offrendo così al Medico Competente una valutazione delle capacità lavorative residue specifiche che possa agevolare il reinserimento lavorativo mirato. Materiali e Metodi Studio sperimentale in cui sono state arruolate vittime di infortuni osteoarticolari, tutte valutate dal Medico del Lavoro e dal Fisiatra. L’analisi dei pazienti è avvenuta tramite somministrazione della Scheda ICF di valutazione delle capacità funzionali lavorative, con 28 item che rappresentano le diverse capacità motorie necessarie alla ripresa lavorativa, e tramite l’esecuzione di test strumentali. Dalle schede ICF sono stati quindi estrapolati i mini core-set. Le attività professionali sono state suddivise in due categorie e le sedi anatomiche interessate sono state raggruppate in sei distretti corporei. Risultati Nel periodo da dicembre 2010 a ottobre 2014 sono stati arruolati 187 pazienti: 112 maschi e 75 femmine, tutti in età lavorativa (media: 43,9 ± 12,2 anni); 152 soggetti svolgevano attività non sedentaria, 35 soggetti svolgevano un’attività sedentaria. Distretto corporeo interessato: 18% rachide cervicale, 10% rachide dorso-lombare, 15% spalla e/o gomito, 22% polso e/o mano, 11% anca e/o ginocchio, 24% caviglia e/o piede. A partire dalla scheda di valutazione del gesto lavorativo sono stati definiti 6 mini core-set relativi ai principali distretti corporei lesi. Per ciascun distretto corporeo è stata fatta un’ulteriore stratificazione in base alla tipologia di attività lavorativa svolta, dividendola in sedentaria o non sedentaria, ottenendo così un totale di 12 mini core-set. Conclusioni I mini core set appaiono pratici e sufficientemente chiari, fornendo informazioni specifiche per ogni lavoratore, in relazione sia al distretto corporeo leso, sia alla tipologia di abilità lavorative richieste (attività sedentaria o meno). I dati provenienti dai test strumentali completano il quadro della valutazione delle capacità funzionali residue. Tali informazioni sono utili al Medico Competente nel formulare il giudizio di idoneità al rientro all’attività lavorativa, pur rimanendo indubbia l’utilità del set di indagine completo in caso di valutazioni di secondo livello o per rientro al lavoro in mansioni specifiche

    Mini core-set di analisi delle capacità nel ritorno al lavoro

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    Nella cornice delle nuove proposte della Sovrintendenza Medica Generale INAIL, Fondazione Maugeri collabora alla stesura dei protocolli di lavoro e partecipa alle prime sperimentazioni operative mediante attività ambulatoriale congiunta fisiatra-medico del lavoro. Obiettivo del lavoro sperimentale è quello di utilizzare la scheda di valutazione del gesto lavorativo messa a punto nell’ambito della sopracitata collaborazione scientifica con l’approccio dell’International Classification of Functioning, Disability and Health: in particolare nel lavoro vengono proposti dei mini core-set, ossia dei gruppi ridotti di item facenti parte della citata scheda, necessari e sufficienti a descrivere le disabilità lavorative conseguenti ai principali distretti corporei, sede degli eventuali esiti disabilitanti

    Oxidative stress and pro-apoptotic conditions in a rodent model of Wilson's disease

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    Wilson's disease (WD) is an inherited disorder, characterized by selective copper deposition in liver and brain, chronic hepatitis and extrapyramidal signs. In this study, we investigated changes of biochemical markers of oxidative stress and apoptosis in liver, striatum and cerebral cortex homogenates from Long-Evans Cinnamon (LEC) rats, a mutant strain isolated from Long Evans (LE) rats, in whom spontaneous hepatitis develops shortly after birth. LEC and control (LE) rats at I I and 14 weeks of age were used. We determined tissue levels of glutathione (GSH/GSSG ratio), lipid peroxides, protein-thiols (P-SH), nitric oxide metabolites, activities of caspase-3 and total superoxide-dismutase (SOD), striatal levels of monoamines and serum levels of hepatic amino-transferases. We observed a decrease of protein-thiols, GSH/GSSG ratio and nitrogen species associated to increased lipid peroxidation in the liver and striatum - but not in the cerebral cortex - of LEC rats, accompanied by dramatic increase in serum amino-transferases and decrease of striatal catecholamines. Conversely, SOD and caspase-3 activity increased consistently only in the cortex of LEC rats. Hence, we assume that enhanced oxidative stress may play a central role in the cell degeneration in WD, at the main sites of copper deposition, with discrete pro-apoptotic conditions developing in distal areas. (c) 2005 Published by Elsevier B.V

    Il core set INAIL del gesto lavorativo: analisi critica su 220 casi

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    Viene presentata l'esperienza acquisita con la somministrazione della scheda di valutazione del gesto lavorativo messa a punto nell'ambito della collaborazione scientifica fra INAIL e Fondazione Maugeri (oggi Istituti Clinici Scientifici Maugeri), con l'approccio dell'International Classification of Functioning, Disability and Health (ICF). Obiettivo del lavoro sperimentale è stato quello di utilizzare tale scheda per la valutazione analitica degli eventuali deficit riscontrabili nell'esecuzione di gestualità lavorative ai fini di un valido e mirato inserimento. Nel corso degli anni 2012-2014 sono stati esaminati oltre 220 soggetti, selezionati presso la sede INAIL di Pavia e che hanno avuto un trattamento riabilitativo presso le sedi Maugeri di Pavia e Montescano (PV), In particolare nel lavoro vengono analizzati criticamente e proposti dei mini core-set, ossia dei gruppi ridotti di item facenti parte della citata scheda, necessari e sufficienti a descrivere le disabilità lavorative conseguenti ai principali distretti corporei, sede degli eventuali esiti disabilitanti. I soggetti sono stati selezionati in modo da essere sufficientemente rappresentativi dei principali distretti corporei: rachide cervicale e dorso-lombare, spalla e gomito, polso e mano, anca e ginocchio,piede
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