Alla corte dei Ventimiglia. Storia e committenza artistica

Nel volume vengono riportati i contributi di storia dell'arte e dell'architettura dei partecipanti al convegno di studi "Alla corte dei Ventimiglia. Storia e committenza artistica"(Geraci Siculo, Gangi, 27-28 giugno 2009

Menfi

Menfi \ue8 una citt\ue0 di nuova fondazione nata nella prima met\ue0 del Seicento. Sorge nel sito dell\u2019antico casale di Burgiomilluso, sui rilievi collinari fra i fiumi Belice e Carboj a poca distanza dalla costa mediterranea. Fondato dai Musulmani e abbandonato in epoca normanna, l\u2019insediamento ebbe un nuovo impulso con la costruzione di un castello per volont\ue0 di Federico II di Svevia; proprio attorno a esso, in epoca moderna, si svilupp\uf2 la nuova citt\ue0 per iniziativa dei Tagliavia, principi di Castelvetrano e titolari della baronia di Menfi, elevata a contea nel 1566

Le absidi nelle prime chiese normanne e nella Cappella Palatina di Palermo

Nei primi decenni del XII secolo si realizzano in Sicilia numerosi edifici religiosi, le cui absidi seguono in genere i modelli bizantini, ma non mancano soluzioni originali. Tra le chiese basiliane del Val Demone si distingue quella dei Santi Pietro e Paolo a Casalvecchio Siculo (1117-1172), la cui abside centrale assume esternamente la forma di una torretta a pianta rettangolare, che include due nicchie pentagonali negli spazi di raccordo con la curva interna. Tutte e tre le absidi della chiesa di Sant\u2019Andrea a Piazza Armerina (ante 1148) presentano esternamente un profilo rettilineo e la massiccia struttura muraria ingloba la torre campanaria. Nella cappella palatina di Palermo, consacrata nel 1140, le tre conche sono unificate posteriormente da un volume poligonale, il cui riferimento pi\uf9 prossimo va ricercato nei modelli bizantini. L\u2019analisi delle strutture murarie evidenzia che tale geometria viene fissata fin dalla realizzazione della primitiva cappella del palazzo (la cosiddetta cripta), su cui poggia la chiesa superiore. Lo sperimentalismo planimetrico che si rileva in questi esempi, forse favorito dalle ridotte dimensioni degli edifici, verr\ue0 in seguito abbandonato in favore di soluzioni pi\uf9 consuete, privilegiando nelle absidi delle grandi cattedrali gli aspetti prettamente decorativi.Between the last decades of the 11th century and the beginning of the next, after Sicily's return to Christi- anity after the long period of Islamic rule, the island witnessed the almost simultaneous outburst of new constructions of religious buildings. It was a time of experimentation in spatial patterns and new building solutions that blended together the different cultures present on the island, namely the Byzantine, Islamic and Norman civilizations. Due to their function and symbolic value, apses were always the focus of special attention, which in Nor- man churches was evident in the rich decoration of the facing walls, as opposed to the bare interior sur- faces, usually intended to accommodate mosaics or frescoes. Alongside the "canonical" solution of the three curved volumes \u2013 corresponding to the ritual spaces of the bema, prothesis and diaconicon \u2013 adopted in the apses of the early cathedrals (Troina, Catania and Mazara del Vallo), various other alternatives were ex- perimented. Among the Basilian churches, concentrated mainly in the mountainous areas of northeastern Sicily, the church of Santi Pietro e Paolo in Casalvecchio Siculo stands out for the originality of the apse. It is de- signed as an embattled tower with a rectangular plan built around the inner curve and the conch, forming two pentagonal niches at the base in the adjoining spaces. The Church was built around 1116, the year in which the Abbot Gerasimos received lands and other assets from Roger II, later King of Sicily, but it suffered serious damage as a result of the earthquake of 1169. It is no coincidence that two years later the building was renovated at the expense of the cate- chumen Theosterictus under the direction of the pro- tomagister Girard the Frank, whose name seems to indicate that he came from France

Ricostruire 2. Architettura - Storia - Rappresentazione

Dall'editoriale di Marco Rosario Nobile: "Il 2014 è stato l’anniversario (bicentenario della nascita) di un grande architetto come Eu- gène Viollet-le-Duc. Per noi, associarsi al ricordo significa anche rilevarne le scomode pre- ferenze (espresse da un ventenne), che farebbero indispettire molti colleghi: «Je le dis peut-être à ma honte, mais je trouve Palladio, Sansovino, Vignole, plus qu’ennuyeux» (lettera da Venezia, estate 1837). Forse questo impietoso giudizio si giustifica con la perfezione delle opere del Cinquecento del centro-nord Italia, nell’assenza di stimoli a rielaborare mentalmente e poi graficamente completamenti, ricostruzioni che comportino qualche difficolta' suppletiva, opere che nella migliore circostanza delineano di per sé la soluzione di un rebus troppo facile, “noioso” per un esperto enigmista. Ricostruire racconta, per esempi di studio, il ridisegno per la storia, ovvero presenta contributi che contemplano il desiderio di prefigurare i casi falliti, quelli sospesi, le vicende in- 5 terrotte o sommerse dai detriti del tempo. Negli ultimi anni, i campi di attività che comportano l’intreccio tra ipotesi storiche e la loro verifica di attendibilità si sono amplificati grazie a strumenti di rappresentazione sempre più sofisticati. Naturalmente si tratta di esercizi, il cui valore non è comunque da derubricare semplicemente alla voce “speculazioni”. Questo gioco ha coinvolto anche storici del Cinquecento di altissima levatura, da Arnaldo Bruschi a Manfredo Tafuri, e con precedenti di questa portata, cercare giustificazioni non serve. Esistono però spiegazioni: si tratta forse di un fascino che gli architetti conoscono bene, quel processo mentale che in passato poteva debordare anche in opere di comple- tamento, mentre, per chi come noi ha assimilato la passione di Ruskin, consente la soprav- vivenza di un angolo per continuare a coltivare le logiche complesse di Viollet-le Duc. Questo numero è stato curato dai dottori Giuseppe Antista e Mirco Cannella"

Le scale in pietra a vista nel Mediterraneo

Il tema delle scale, apparentemente marginale, possiede un fascino del tutto peculiare: si tratta, infatti, di un ambito dove la ricerca formale si accompagna quasi sempre alla sapienza costruttiva. Nel Mediterraneo, dove le fabbriche in pietra a vista costituiscono una prassi diffusa e di lunga durata, le scale possono essere un significativo termometro per misurare il valore delle tradizioni e il ruolo delle invenzioni; i casi presentati in questa sede da studiosi di diversa provenienza confermano una plurisecolare consuetudine costruttiva, che accomuna tanti luoghi geograficamente distanti: il Levante iberico, l’Italia meridionale e diverse isole tra cui la Sicilia e Malta

Architettura e arte a Geraci (XI - XVI secolo)

Lo studio ricostruisce attraverso nuove fonti archivistiche le origini di Geraci, un piccolo centro siciliano, un tempo sede della corte comitale dei Ventimiglia; ne viene ripercorsa la storia urbana e quella dei singoli monumenti, soffermandosi volutamente sull'et\ue0 medievale, forse il periodo di maggiore \u201clustro\u201d per la citt\ue0, di cui rimangono i segni di una potenza economica e di uno status non pi\uf9 raggiunti nei secoli seguenti; ancora a fine Quattrocento sono testimoni di questo clima culturale alcuni straordinari reliquari a struttura architettonica e il portale rinascimentale della chiesa di Santa Maria la Porta

I tesori architettonici nel Parco delle Madonie

Il Parco Regionale delle Madonie, nel complesso montuoso che segna il limite orientale della provincia di Palermo, oltre a custodire notevoli beni ambientali, con rare specie di flora e fauna, vanta un ricco patrimonio architettonico, testimone della presenza secolare dell’uomo sul territorio. Queste architetture, inserite in contesti paesaggistici di grande fascino, coprono un vastissimo arco temporale che giunge fino alla metà del Novecento, comprendendo sia edifici religiosi (chiese e monasteri), che civili, nella duplice funzione di fabbricati per la produzione agricola (mulini, masserie, ecc.) e di residenze signorili

Systemic Treatment of Patients With Gastrointestinal Cancers During the COVID-19 Outbreak: COVID-19-adapted Recommendations of the National Cancer Institute of Milan

The current severe acute respiratory syndrome coronavirus 2 (SARS-CoV-2) outbreak poses a major challenge in the treatment decision-making of patients with cancer, who may be at higher risk of developing a severe and deadly SARS-CoV-2 infection compared with the general population. The health care emergency is forcing the reshaping of the daily assessment between risks and benefits expected from the administration of immune-suppressive and potentially toxic treatments. To guide our clinical decisions at the National Cancer Institute of Milan (Lombardy region, the epicenter of the outbreak in Italy), we formulated Coronavirus-adapted institutional recommendations for the systemic treatment of patients with gastrointestinal cancers. Here, we describe how our daily clinical practice has changed due to the pandemic outbreak, with the aim of providing useful suggestions for physicians that are facing the same challenges worldwide

Systemic Treatment of Patients With Gastrointestinal Cancers During the COVID-19 Outbreak : COVID-19-adapted Recommendations of the National Cancer Institute of Milan

The current severe acute respiratory syndrome coronavirus 2 (SARS-CoV-2) outbreak poses a major challenge in the treatment decision-making of patients with cancer, who may be at higher risk of developing a severe and deadly SARS-CoV-2 infection compared with the general population. The health care emergency is forcing the reshaping of the daily assessment between risks and benefits expected from the administration of immune-suppressive and potentially toxic treatments. To guide our clinical decisions at the National Cancer Institute of Milan (Lombardy region, the epicenter of the outbreak in Italy), we formulated Coronavirus-adapted institutional recommendations for the systemic treatment of patients with gastrointestinal cancers. Here, we describe how our daily clinical practice has changed due to the pandemic outbreak, with the aim of providing useful suggestions for physicians that are facing the same challenges worldwide

Maintenance Therapy with Panitumumab Alone vs Panitumumab Plus Fluorouracil-Leucovorin in Patients with RAS Wild-Type Metastatic Colorectal Cancer: A Phase 2 Randomized Clinical Trial

Key PointsQuestionIs maintenance therapy with single-agent panitumumab noninferior to panitumumab plus fluorouracil and leucovorin after a 4-month induction treatment with panitumumab plus FOLFOX-4 in patients with previously untreated RAS wild-type metastatic colorectal cancer? FindingsIn this open-label, phase 2 randomized clinical trial of 229 patients, maintenance therapy with single-agent panitumumab alone was inferior to panitumumab plus fluorouracil-leucovorin in terms of 10-month progression-free survival (49.0% vs 59.9%). MeaningThe continuation of single-agent anti-epidermal growth factor receptor treatment in the maintenance setting will likely achieve inferior progression-free survival compared with the continuation of chemotherapy plus an anti-epidermal growth factor receptor agent in a phase 3 confirmation trial. This open-label, phase 2 randomized clinical trial assesses whether maintenance therapy with single-agent panitumumab was noninferior to panitumumab plus combined fluorouracil and leucovorin calcium among patients with RAS wild-type metastatic colorectal cancer. ImportanceFew studies are available on the role of maintenance strategies after induction treatment regimens based on anti-epidermal growth factor receptors, and the optimal regimen for an anti-epidermal growth factor receptors-based maintenance treatment in patients with RAS wild-type metastatic colorectal cancer is still to be defined. ObjectiveTo determine whether maintenance therapy with single-agent panitumumab was noninferior to panitumumab plus fluorouracil and leucovorin after a 4-month induction treatment regimen. Design, Setting, and ParticipantsThis open-label, randomized phase 2 noninferiority trial was conducted from July 7, 2015, through October 27, 2017, at multiple Italian centers. Patients with RAS wild-type, unresectable metastatic colorectal adenocarcinoma who had not received previous treatment for metastatic disease were eligible. Induction therapy consisted of panitumumab plus FOLFOX-4 (panitumumab, 6 mg/kg, oxaliplatin, 85 mg/m(2) at day 1, leucovorin calcium, 200 mg/m(2), and fluorouracil, 400-mg/m(2) bolus, followed by 600-mg/m(2) continuous 24-hour infusion at days 1 and 2, every 2 weeks). Cutoff date for analyses was July 30, 2018. InterventionsPatients were randomized (1:1) to first-line panitumumab plus FOLFOX-4 for 8 cycles followed by maintenance therapy with panitumumab plus fluorouracil-leucovorin (arm A) or panitumumab (arm B) until progressive disease, unacceptable toxic effects, or consent withdrawal. The minimization method was used to stratify randomization by previous adjuvant treatment and number of metastatic sites. Main Outcomes and MeasuresThe prespecified primary end point was 10-month progression-free survival (PFS) analyzed on an intention-to-treat basis with a noninferiority margin of 1.515 for the upper limit of the 1-sided 90% CI of the hazard ratio (HR) of arm B vs A. ResultsOverall, 229 patients (153 male [66.8%]; median age, 64 years [interquartile range (IQR), 56-70 years]) were randomly assigned to arm A (n=117) or arm B (n=112). At a median follow-up of 18.0 months (IQR, 13.1-23.3 months]), a total of 169 disease progression or death events occurred. Arm B was inferior (upper limit of 1-sided 90% CI of the HR,1.857). Ten-month PFS was 59.9% (95% CI, 51.5%-69.8%) in arm A vs 49.0% (95% CI, 40.5%-59.4%) in arm B (HR,1.51; 95% CI, 1.11-2.07; P=.01). During maintenance, arm A had a higher incidence of grade 3 or greater treatment-related adverse events (36 [42.4%] vs 16 [20.3%]) and panitumumab-related adverse events (27 [31.8%] vs 13 [16.4%]), compared with arm B. Conclusions and RelevanceIn patients with RAS wild-type metastatic colorectal cancer, maintenance therapy with single-agent panitumumab was inferior in terms of PFS compared with panitumumab plus fluorouracil-leucovorin, which slightly increased the treatment toxic effects. Trial RegistrationClinicalTrials.gov identifier: NCT0247604