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La lingua in Traiano Boccalini
Nell'ambito della sofisticata retorica riinascimentale, Boccalini elabora una interessante tragitto fra le poetiche della sua epoca
Filosofia dell'azione e filosofia dell'atto puro. Nota circa il problema della genesi dell'attualismo
Nei manuali di storia della filosofia e nelle ricerche che gravitano sulle vicende
della filosofia dell'atto puro ci sono dei punti fermi, assodati, che sembrano non aver
piĂą bisogno di ulteriori ricognizioni. Tra di questi viene annoverata sempre piĂą spesso
l'analisi del primo sorgere dell'attualismo. Difatti, è ormai opinione comune, quasi
una constatazione, che il problema della genesi dell'attualismo gentiliano sia stato sufficientemente
sondato e sviscerato nei suoi vari aspetti e nelle sue molteplici dimensioni.
La dipendenza del filosofo di Castelvetrano dai vari Jaja e Spaventa, oltre che
da Fichte, è ormai pacificamente acquisita nella letteratura filosofica contemporanea.
E con ciò si reputa di aver esaurito l'approfondimento dell'ambito tematico in questione
perché pare che non ci sia quasi più nulla di rilevante da esplorare al riguardo.
L'argomento, in breve, non viene piĂą neanche fatto oggetto di ricerche
La schivata: una introduzione ad Iris Murdoch filosofa
This paper does not aim at explaining Murdoch’s philosophy, but at introducing to it, by pointing out how to approach it. Murdoch’s philosophical writing distinguishes itself from her narrative writing: between these two forms there is no continuity and yet they are not completely separated. There are exchanges between the two, which can be rightly understood thanks to the notion of “asymmetry without complementarity”. From this exchanges a kind of mobility is produced thanks to which Murdoch’s philosophy succeeds in avoiding to usurp the authority which belongs to reality. But which reality are we referring to? The one we encounter in living practical experience. Practical experience can become richer thanks to the mediating work that makes use of words and is guided by love. This work, however, neither aims at, nor brings to, a dialectic synthesis that conciliates every duality. To understand this point, in addition to Simone Weil’s thought, it is useful to recall Peirce’s conception of semiosis: indeed, thirdness is not a synthesis, but the condition of a movement which is not mere repetition
Emigrazione italiana: il dibattito storiografico nel 2003-2004
The paper analyzes the debate on Italian emigration in the years 2003-200
Problemi e stato della ricerca sul Settecento in poesia
Il contributo riassume i risultati più significativi della critica letteraria degli ultimi anni sulla poesia del Settecento e indica le linee di ricerca e le prospettive metodologiche più fertili sull'argomento.La rassegna è stata pensata congiuntamente dai due autori che hanno curato separatamente la redazione dei paragrafi 1,2,4 (Silvia Tatti) e 3 (Alberto Beniscelli)
Beatrice's stars. Astronomy and astrology in "Vita Nova"
Ci sono due luoghi astronomici nella Vita Nova con i quali Dante calcola il tempo in cui si verificano gli episodi principali della storia narrata. Queste nozioni scientifiche contengono implicito un significato astrologico, connesso all’influsso del segno zodiacale dei Gemelli, configurazione astrologica che torna ad ogni anniversario. I Gemelli è il segno zodiacale di Dante, come il poeta afferma nella Commedia: l’invocazione del pellegrino alla costellazione omonima, alla cui influenza egli deve il suo ingegno (Par. XXII, 112-123), riconosce all’astrologia, attraverso il motivo delle qualità personali instillate dagli astri, il compito di esaltare il suo ruolo di poeta divinamente ispirato. L’importanza di questo segno è evidente nella Vita Nova: I Gemelli è probabilmente il segno zodiacale di Beatrice, come il poeta sembra suggerire in VN 1, 3 [II, 2], se si considera il fatto che, al verificarsi del primo incontro tra Dante e Beatrice, la fanciulla non aveva ancora iniziato il suo nono anno di vita («quasi»). Il colore dell’abito di Beatrice, «sanguigno» (VN 1, 4; II, 3), può riferirsi al temperamento della donna, e confermare così la sua appartenenza a quel segno. In seguito, la buona influenza del segno torna in VN 19, 4 [XXIX, 1], il capitolo dedicato alla morte di Beatrice. La donna muore l’8 giugno 1290, così anche la sua morte accade in Gemelli. Tutti gli eventi della Vita Nova sono garantiti dalle stelle, e Dante nel «libello» non fa che esaltare l’importanza dell’azione dei cieli influenti sulla vita umana.There are two places in Dante’s Vita Nova in which the poet count up the time of the main episodes of the love story between himself and Beatrice with astronomical references. These scientific notions conceal an astrological meaning, connected with the retourn, at every anniversary, of the influence of the Gemini astrological sign. Gemini is the Dante’s sign, as the poet assume in the Comedy: the pilgrim’s invocation to the constellation of Gemini, whose influence gave him his genius (Par. XXII, 112-123), reserve to astrology, through the leitmotif of personal qualities instilled by the natal star, the task of enhancing the genius of Dante, in order to vindicate the role of the divinely inspired poet. The importance of this sign is evident in Vita Nova: Gemini was probably Beatrice’s sign too, as the poet seems suggest in VN 1, 3 [II, 2], if we consider that, when Dante met Beatrice for the first time (in 1274), she wasn’t nine years old yet («quasi»). The colour of Beatrice’s dress, «sanguigno» (VN 1, 4; II, 3), seems reference to her sanguineous temperament, so it confirms her affinity with Gemini. Than, Gemini sign retourns in VN 19, 4 [XXIX, 1], the chapter of Beatrice’s death. She died on the 8 June 1290, so her death is under the Gemini too. All the events in Vita Nova are conducts by stars, so in this book Dante shows the importance of the influential heavens in the human life
Le brume di Omero. Sofronio dinanzi alla paideia classica
Sofronio di Gerusalemme (Mir. Cyri et Johannis 70) si autorappresenta come vittima di un
accecamento fisico dovuto alla ἀχλύς della poesia di Omero, da cui si libera professando
una abiura della cultura omerica: questa scelta, che sembra solo ideologica, è in realtà anche
letteraria, ed è dettata da una stratificata tradizione, letteraria e filosofica, di cui si cerca di
ricostruire la storia. La ricognizione dei valori simbolici della parola omerica nella letteratura
filosofica (da Platone a Eraclito, al neoplatonismo di Proclo e Simplicio) e poetica della
Tarda AntichitĂ , in particolarmente nella poesia cristiana, dalla 'Visio Dorothei' (P.Bodmer 29)
a Giorgio di Pisidia, e nella letteratura apologetica tarda (Teodoreto) mostra come il dettato di
Sofronio sia frutto di una consapevole strategia letteraria, per delineare una riappropriazione
cristiana della 'paideia' classica.This papers deals with Sophronius’ of Jerusalem story of his miracolous healing from a
physical blindness, due to to the ἀχλύς of Homer’s poetry: Sophronius is healed by Cyrus
and John, thanks to his renonciation to the Homeric culture ('Mir. Cyri et Johannis' 70). What
seems only an ideological statement, it is actually also a literary choise, thanks to a complex
and long literary and philosophical tradition that stands back the Homeric word ajcluv”. A
reexamination of the symbolic values of this word in the philosophical literature (from Plato
and Heraclitus the allegorist to Proclus and Simplicius), in Late antique poetry, especially in
Christian poems (from 'Visio Dorothei' [P.Bodmer 29] to George of Pisidia) and in late apologetic
writings (Theodoretus of Cyrrus), reveals that Sophronius’ story is building a conscious
and refined literary strategy to define a new Christian appropriation of classical 'paideia'
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