106 research outputs found

    Business combinations. Consolidated and separate financial statements

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    I principi contabili internazionali collocano le aggregazioni aziendali in una logica interpretativa piuttosto particolare, che tende a dare evidenza al trasferimento del controllo di una coordinazione aziendale tra parti indipendenti. In tale chiave viene letta anche la formazione di un gruppo aziendale, quale conseguenza dell’acquisizione di una partecipazione di controllo. Ne deriva l’inquadramento, tra gli strumenti di rappresentazione contabile delle business combinations, anche del bilancio consolidato, che diventa il bilancio della controllante a seguito della formazione del gruppo aziendale

    La rappresentazione in bilancio delle business combinations. Problematiche relative ai non controlling interests

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    Il tema dell’interpretazione e della rappresentazione contabile delle business combinations è da lungo tempo oggetto di notevole attenzione da parte dei principali standard setters e, tra questi, dello IASB. Numerosi sono infatti i profili di criticità cui esse danno luogo. In particolare, si scontrano due logiche, entrambe dotate di fondamento: una prima, più legata alla tradizione, che le vorrebbe inquadrare nello schema concettuale contabile applicato per qualsiasi operazione di acquisto, secondo un approccio cost-based, sia pur con alcune specificità applicative in considerazione delle peculiari caratteristiche del suo oggetto; una seconda, più innovativa, che vorrebbe prescindere, già al momento della prima rilevazione contabile, dal riferimento al costo sostenuto, secondo un approccio fair value based. Dopo un lungo e tormentato iter, reso ancor più complesso dalla decisione di procedere all’elaborazione di soluzioni comuni con il FASB americano, lo IASB ha adottato una soluzione alquanto ibrida, coerentemente con la natura “politica”, orientata al consenso e al compromesso, del processo di formazione dei principi contabili internazionali. Il volume, dopo aver presentato un inquadramento definitorio della nozione di business combination accolta nei principi IAS/IFRS, si sofferma sulle problematiche generate dalla loro interpretazione contabile e sulle soluzioni optate in ambito IASB. Si approfondiscono infine le peculiarità delle operazioni aggregative poste in essere nella forma della creazione di un legame partecipativo di controllo, con particolare riferimento alla rappresentazione dei non-controlling-interests nel bilancio consolidato

    L'INTERPRETAZIONE ECONOMICO-CONTABILE DELLE RISORSE IMMATERIALI. PROBLEMATICHE RAPPRESENTATIVE E VALUTATIVE NELL'INFORMAZIONE ESTERNA D'IMPRESA

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    E' da tempi oramai non recenti che la progressiva rilevanza delle determinanti immateriali ha messo in discussione l'informazione contabile tradizionale. Come risposta, è stato avviato un fecondo filone di ricerca di strumenti innovativi per l'interpretazione e la comunicazione degli intangibles. Taluni limiti intrinseci (soprattutto in relazione al modesto grado di standardizzabilità) ne hanno tuttavia determinato aspetti di insoddisfazione, rivalutando il ruolo delle consuete categorie contabili. Sembra farsi strada la convinzione che una migliore comprensione dell'economia dell'immaterialità e, al tempo stesso, un ripensamento delle regole contabili (senza tradirne i principi cardine) possano produrre significativi progressi. In particolare, le più attuali formulazioni di accounting standards dimostrano una inusitata fiducia nelle metodologie di valutazione, al punto di ritenerle in grado di guidare la dinamica dei valori di bilancio. Il volume, dopo aver presentato un inquadramento tassonomico delle risorse immateriali in una prospettiva contabile, si sofferma sulle impostazioni seguite da alcuni tra gli organismi di standard setting più accreditati in contesto internazionale, dando enfasi agli aspetti maggiormente problematici ed alle soluzioni più innovative. Vengono poi presentate le specificità del caso italiano. Un'ultima parte è dedicata alle tecniche estimative nell'ottica del bilancio d'esercizio

    L'ANALISI DEGLI SCOSTAMENTI

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    Configurazioni di capitale

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    Il concetto di materiality nella revisione contabile

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    Le recenti evoluzioni che hanno interessato l'informazione economica d'impresa nel nostro Paese hanno condotto a un rinnovato interesse per il momento revisionale, che ha trovato un suo primo formale riconoscimento nel recepimento della VIII Direttiva comunitaria. Lo scarso rilievo che la nostra tradizione culturale ha per il passato assegnato alla certificazione dei bilanci ha generato un profondo divario tra la nostra produzione scientifica in tema di revisione contabile e quella di altri paesi (in particolare quelli appartenenti all'area anglo-americana), ove da sempre si riconosce un indubbio valore sociale all'asseverazione dell'informazione di bilancio. Il presente lavoro si propone di recare un contributo per colmare tale divario, approfondendo un concetto gravido di implicazioni sia teoriche sia operative quale è quello di materiality, nel suo contenuto di versante quantitativo della significatività dell'informazione contabile. Dopo la precisazione del rilievo strumentale spiegato dalla nozione di materiality nella revisione contabile e dei relativi aspetti problematici, si segnalano spunti di riflessione per formulazioni propositive di un corretto bilanciamento tra naturale "genericità" della nozione e sostanziale "specificità" della funzione che è chiamata a svolgere

    L'equilibrio finanziario

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