7 research outputs found

    A arquitetura do Iluminismo: alguns aspectos da ideologia e da práxis

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    Tradução de: Alice Coelho Sanches Corato e Maria Helena da Fonseca Herme

    Una città dell'Illuminismo. La Lisbona del marchese di Pombal

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    Il disegno di architettura nell'alto medioevo

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    La costruzione di una 'patria artificiale'

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    Il territorio che si stende a sud di Milano è stato per due millenni un territorio agricolo, predisposto a questo destino da fattori naturali (l'orografia, la ricchezza d'acqua) ma reso fertile da un lavoro umano ininterrotto e sapiente, che ha moltiplicato la produttività del suolo. Qui, se mai altrove, è impossibile separare storia naturale e storia antropica. Anche oggi, in tempi molto mutati, mentre l'urbanizzazione tende ormai a cancellare la struttura agricola originaria, parlare di queste zone – ricostruirne la formazione, descrivere la loro struttura – significa ancora parlare senza soluzione di continuità di natura e artificio: di fiumi e di canali, di fontanili e di colture irrigue, dell'intelaiatura formata dai corsi d'acqua così come di quella delle strade e dei centri abitati. Il saggio analizza rapidamente storia e struttura di questo territorio. Come ogni luogo complesso anche questo ha una trama e un ordito, per così dire: cioè una storia, che lo ha modellato nel tempo, e una struttura, ossia una rete sincronica di «segni» formati dai sedimenti sovrapposti e intrecciati che la storia ha lasciato. Né qui né altrove è lecito separare tempo e spazio, storia e geografia del territorio: la struttura rinvia alla diacronia della sua lenta formazione nel tempo; la storia, alle strutture in cui il tempo si stratifica e si fissa. In base a questo ovvio principio possiamo ricapitolare la storia e la geografia del sud Milano condensandola in quattro sistemi morfologici e funzionali fondamentali, che corrispondono ad altrettanti periodi storici da cui essi hanno tratto origine. Innanzitutto l'età antica, che ha definito sia la rete di acque, sia buona parte del sistema stradale essenziale. Poi il medioevo e l'età moderna, che attraverso la costellazione delle abbazie e delle grangie ha consolidato la vocazione agricola di quest'area, mettendo a punto tecniche e colture. Quindi l'età contemporanea, dove incontriamo il riassetto del territorio agricolo e l'arricchirsi della rete infrastrutturale mediante tramvie e ferrovie, mentre dall'orlo meridionale di Milano tracima l'espansione di industria e abitazioni. Infine il presente: la crescita residenziale, produttiva e infrastrutturale della città e di alcuni comuni adiacenti (soprattutto quelli lungo la via Emilia e il Naviglio grande o, più a sud, Pieve Emanuele e Rozzano), crescita che rappresenta una svolta, o meglio una contraddizione, in un processo storico fino a quel punto coerente

    Rogoredo come approdo e transito del sistema urbano e territoriale

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    Questo pubblicazione è incentrata sul progetto per la trasformazione dello scalo ferroviario di Milano Rogoredo sviluppato in occasione del workshop. Questa zona del sud Milano è incentrata sull’attestamento dell'antica via Emilia. La zona a nord che gravita su Piazzale Corvetto, è caratterizzata da quartieri residenziali di media densità dotati dei rispettivi nuclei di servizi. Da nord a sud il tessuto si sfrangia in un'alternanza tra edifici residenziali, magazzini e aree produttive. La zona a sud, infatti, gravita sul nucleo storico di Rogoredo dove, a cavallo del 1900, si insediarono le Acciaierie Redaelli e di una serie di industrie chimiche, tutte dismesse a partire dagli anni Ottanta. La recente realizzazione del quartiere residenziale e terziario di Milano Santa Giulia sulle aree ex Montedison (a est della stazione di Milano-Rogoredo) si è rivelata un mutamento di «paesaggio», senza un cambiamento sostanziale negli equilibri demografici e funzionali. Il progetto assume criticamente le funzioni previste dall'accordo di programma nell'area dello scalo, sia sul piano funzionale sia sul piano del ritorno economico atteso. D’altra parte, la presenza delle infrastrutture ha costituito ad un tempo un forte vincolo e una risorsa. In particolare, il progetto considera come risorse per un processo di rigenerazione urbana la presenza della linea 3 della metropolitana e la riqualificazione della stazione di Rogoredo (anche stazione dell’Alta Velocità). Per rendere credibile l'intervento è necessario agire contestualmente sia sull'accessibilità, sia sull'offerta di edilizia residenziale, sia sulla dotazione di servizi e di opportunità di vita associata. A partire da queste considerazioni, il progetto propone alcuni interventi mirati: l’ampliamento della stazione, la ridefinizione residenziale di via Toffetti, l’innesto di un community centre in una fabbrica dismessa nelle vicinane di un plesso scolastico degli anni Sessanta. Si tratta dei prodromi di un processo di rinnovamento, all'interno del quale l'intervento sullo scalo acquisti credibilità e significato
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