65 research outputs found

    Approccio alla caratterizzazione di un lembo di bosco vetusto: il caso di Monte Egitto

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    An integrated approach to characterize an old growth forest patch; the Monte Egitto case study Old growth forests, i.e. forests which have achieved a remarkable age without or with a very limited disturbance, are nowadays subject of detailed studies in order to understand their characters and capacity of ecosystems services providing. In Sicily only few wooded areas are classified as old growth forest, following the heavy land use change toward agriculture during the centuries. This paper reports the results of a study carried out to characterize the vegetation of a little crater on the Mount Etna, where a residual open wood of Quercus congesta (an endemic oak of Southern Italy) survived the year 1651 lava flows surrounding the crater. About 35 years ago inside the crater some areas were planted with Calabrian Black Pine. As a consequence today there is a remarkable competition between trees of the two species. An integrated approach monitoring was adopted, taking into account both trees and understory (herbs, shrubs and tree regeneration) characters as well as bird fauna, in order to describe the current situation and monitor the effect of pine plantation thinning aimed at favouring oak regeneration and reducing pine-oak competition

    POPOLAMENTI MARGINALI DI FAGGIO E CAMBIAMENTI CLIMATICI IN SICILIA: CRITICITÀ ED EFFETTI DELL’APPLICAZIONE DI PRATICHE SELVICOLTURALI TRADIZIONALI NON-SOSTENIBILI AL VARIARE DELLE CONDIZIONI MICRO-STAZIONALI

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    Il faggio (Fagus sylvatica) è una tipica specie medio-Europea; in Sicilia si rinvengono i boschi di faggio più meridionali d’Europa. La marginalità ecologica di questi boschi è particolarmente evidente nei pattern frammentati e isolati di questi soprassuoli, in prossimità del limite della vegetazione arborea e/o localizzati nelle condizioni topografiche meno favorevoli. Nel presente lavoro si mettono a confronto i parametri dendrometricostrutturali e lo stato di salute delle piante in soprassuoli delle Madonie, confrontando cedui di faggio recentemente sottoposti a pratiche di taglio e aree di controllo non trattate da tempo. Inoltre, questi aspetti sono stati messi in relazione con il gradiente topografico locale ed alla frammentazione della copertura.Sulla base delle condizioni topografiche marginali (crinali, versanti) e della frammentazione della copertura (alberi al margine/radura), i risultati mostrano chiaramente una forte riduzione dello stato di salute delle piante (maggiori danni alla corteccia e alla chioma, una percentuale più alta di alberi morti, una minore densità di rinnovazione) correlate all’intervento di taglio del ceduo. Il chiaro deperimento delle piante può determinare in futuro una minaccia crescente per queste faggete multi-marginali (per latitudine, topografia e frammentazione della copertura). Inoltre, i risultati ottenuti fanno ipotizzare che, anche se l’effetto degli interventi selvicolturali è evidente nei due gruppi a confronto (aree tagliate e aree controllo), la riduzione dello stato di salute di queste piante sia ulteriormente accelerata dagli effetti che il cambiamento climatico generale sta determinando in queste condizioni stazionali di marginalità ecologica. Il ridotto stato di salute delle piante anche nelle aree di controllo avvalora questa ipotesi.Marginal fragmented beech stands and climate change in Sicily: effects of non-sustainable traditional silviculture practices in relation to micro-topographic gradient In Sicily where the southernmost beech forests of Europe are located, beech stands show peculiar ecological, characters. The ecological marginality of these forests is particularly evident in the fragmented and isolated beech stands, near the timberline and/or located on less favourable topographic conditions. In this study we analyzed stand-structural parameters and tree health comparing recently coppice felled beech stands and control plots. Additionally, these aspects have been related also to the local topographic gradient and the cover fragmentation. Results clearly show a pronounced tree health reduction (more crown and bark damages, higher percentage of dead trees, lower seedling density) related to cut coppice, as far as to marginal topographic condition (on ridges and slopes) and stand-cover fragmentation (in clearing/border trees). The clear decreased tree health may lays an increasing future threat for these multi-marginal (for latitude, topography and cover fragmentation) beech stands. In addition, our results could also support the hypothesis that, although the silviculture effects originated by the human actions is quite evident in the two compared groups (coppice-cut and control), hastening the tree health reduction, a general climate change effect is going on these marginal beech stands. The reduced tree health status also in control plots seems to show this way

    Effects of traditional coppice practices and microsite conditions on tree health in a European beech forest at its southernmost range

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    European beech (Fagus sylvatica) grows at the southern limit of its range in the mountain-Mediterranean vegetation belt up to the timberline. The southernmost beech forests of Sicily (southern Italy) show peculiar ecological, structural and silvicultural characteristics, growing in fragmented and isolated stands near the timberline and in topographically marginal unfavorable habitats. Past silvicultural practices increased the heterogeneity of stand structure at these sites. We compared stand structural characteristics and tree health in coppice-cut and control beech stands with respect to the local topographic gradient (bottom, slope and ridge) and canopy cover (clearing/border vs. interior trees). Our results clearly showed a correlation between declining tree health (crown and bark damage, higher percentage of dead trees and lower seedling density) and recent coppice-cuts, poor (marginal) site quality (on ridges and slopes) and reduced canopy cover (in clearing/border trees). The decrease of tree health indicate an increasing threat to the long-term viability of beech stands facing multiple environmental stress factors (such as those related to southern latitude and topographic position). Declining tree health in the control plots also supports this hypothesis. We concluded that traditional forest management practices, such as coppice-cuts applied regardless to the specific microenvironmental conditions, may pose a risk to beech forest health at the southernmost edge of the species’ range

    Popolamenti marginali di faggio e cambiamenti climatici: criticità dell’applicazione di pratiche colturali classici in ambiente mediterraneo (Sicilia)

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    Il faggio (Fagus sylvatica) è tra le specie forestali più importanti d’Europa per distribuzione, selvicoltura, rilevanza paesaggistica. Il faggio in Sicilia raggiunge il limite meridionale del proprio areale, nonché le quote altitudinali più elevate in Europa (timberline intorno a 2000 s.l.m.), localizzandosi sui Monti Nebrodi, Madonie ed Etna. La maggior parte di questi soprassuoli è stata tradizionalmente governata a ceduo semplice matricinato, seppur raramente all’interno di un quadro di interventi pianificati di lungo periodo, e molti popolamenti recentemente hanno subito primi interventi di avviamento alla conversione a fustaia. L’assetto attuale di questi soprassuoli è tuttavia destinato a cambiare nell’immediato futuro non solo per l’opera dell’uomo, ma soprattutto in vista dei probabili scenari del cambiamento climatico, particolarmente severi nelle loro previsioni per questi contesti di margine. Il presente lavoro è volto all’individuazione dei principali elementi di vulnerabilità, prendendo in esame alcuni soprassuoli particolarmente rappresentativi dei Monti Madonie, poiché essi presentano sintomi di sofferenza e segni di disseccamento e moria, probabilmente imputabili, oltre che ai mutamenti climatici in atto, a interventi di taglio di diversa entità, dalla dubbia finalità. Oltre ai consueti rilievi selvicolturali e dendro-auxometrici, sono state condotte indagini accurate sulla struttura dei popolamenti, tramite 4 aree di saggio permanenti in corrispondenza di aree sottoposte a taglio in epoche diverse e per 2 di queste sono state identificate delle aree testimone. Una parte fondamentale dello studio ha riguardato il rilievo dell’entità dei danni osservati a carico delle chiome e delle scottature dei fusti e delle principali branche delle singole ceppaie. L’analisi della struttura è stata condotta tramite l’applicazione di numerosi indici (Clark-Evans, Winkelmass, Shannon, Latham) nonché osservazioni scaturite dalla rappresentazione spaziale delle coperture analizzate, al fine di valutare i danni riscontrati rispetto alle mutate condizioni di illuminazione delle chiome delle singole ceppaie, generate dagli interventi di taglio. L’analisi comparativa dei risultati mostra chiaramente come gli interventi intensi di diradamento recentemente eseguiti abbiano generato una elevata incidenza di danni diffusi sulle diverse parti del soprassuolo, con effetti anche estremi di moria delle ceppaie. L’effetto negativo delle eccessive scoperture causato dagli interventi di taglio si è manifestato con severità sulle piante di faggio localizzate in prossimità delle radure e delle interruzioni della copertura. In conclusione vengono messe in evidenza le criticità delle pratiche selvicolturali applicate ai soprassuoli di faggio in tali contesti limite e, conseguentemente, l’accelerazione impressa ad una probabile dinamica in atto sotto gli effetti dei noti cambiamenti climatici

    Close-to-Nature Silviculture to Maintain a Relict Population of White Oak on Etna Volcano (Sicily, Italy): Preliminary Results of a Peculiar Case Study

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    Habitat loss is a potential long-term effect of projected climate change for Mediterranean forest ecosystems. Here, we investigated the effectiveness of a close-to-nature silvicultural practice to conserve an old-growth white oak forest patch in Sicily (Italy) and promote regeneration dynamics. The study area, although small, is distinctive for its isolation, position and environmental characteristics. We conducted a Before-After Control-Impact (BACI) study to analyse the responses of different taxonomic groups (vascular plants and birds) to silvicultural treatments (selection thinning, no thinning), and to determine whether close-to-nature silviculture practices may cause significant shifts in the investigated communities. Specifically, we assessed the responses of (1) vascular plants by means of species diversity and taxonomic distinctness indices and (2) birds in terms of diversity, abundance and forest specialisation. Preliminary results suggest that cautious close-to-nature silviculture practice could-by mimicking natural gap dynamics-contribute to maintaining old-growth forest patches and promote oak seedling emergence without short-term detrimental impacts on biodiversity. Although the monitoring has to be repeated over the long-term, the multi-taxon approach and indices incorporating information on taxonomic relationships into diversity measures were demonstrated to be valuable tools for interpreting biotic community structure and dynamics

    STUDIO PROPEDEUTICO PER LA REDAZIONE DI UN PIANO DI GESTIONE FORESTALE DEL BOSCO TARDARA, SUGHERETA PURA DEL COMUNE DI TUSA (MESSINA)

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    La Sicilia è la seconda regione d’Italia per estensione delle formazioni naturali a Quercus suber (L.).Sugherete più o meno degradate sono presenti in tutte le province, il cui stato qualitativo oggi risulta carente a causa dei frequenti incendi, pascolo eccessivo e mancanza di adeguate cure colturali, ma certamente tra tutte le cause la principale è l’assenza di pianificazione. Da questa premessa affiora la necessità di conoscere e governare in modo congruo la superficie boscata siciliana attraverso la redazione di Piani di Gestione Forestale, mirando al ripristino dell’efficienza, della funzionalità e, in particolar modo, della produzione sostenibile dei boschi a sughera. Con il presente lavoro si descrivono i risultati degli studi propedeutici effettuati per la redazione di un Piano di Gestione Forestale con indirizzo multifunzionale del bosco Tardara, sughereta pura del Comune di Tusa.Sicily is the second region of Italy, after Sardinia, for the extension of natural formations of Quercus suber (L.). Cork forests, more or less degraded whose quality status is lacking because of the frequent fires, excessive grazing and lack of adequate cultural care, are present in all the provinces, certainly among all the causes the main one is the absence of planning. From this premise surfaces the need to know and govern in a congruous way this study case of a Sicilian wooded area through the drafting of Forest Management Plans, aiming at the restoration of efficiency, functionality and, in particular, of the sustainable production of cork from oak woods. The present paper describes the results of the preparatory studie

    L'impianto, la gestione e la valorizzazione multifunzionale dei boschi periurbani

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    I boschi periurbani, come tutti gli spazi verdi prossimi agli agglomerati urbani, migliorano le condizioni ambientali e la qualit\ue0 dell'aria, contribuiscono alla conservazione della biodiversit\ue0, possono favorire l'aggregazione sociale. I boschi prossimi ai centri urbani rivestono inoltre un ruolo importante dal punto di vista paesaggistico e turistico e contribuiscono a contrastare i cambiamenti climatici. Questa pubblicazione, redatta con il supporto tecnico-scientifico dell'Accademia italiana di scienze forestali di Firenze, si propone di fornire linee guida per la progettazione, la realizzazione e la gestione dei boschi periurbani e delle fasce verdi nelle aree prossime agli agglomerati urbani ed agli insediamenti industriali

    PROGETTO LIFE11 ENV IT 215 RESILFORMED - RESILIENZA AL CAMBIAMENTO CLIMATICO NELLE FORESTE MEDITERRANEE

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    Le condizioni climatiche delle regioni mediterranee, caratterizzate da frequenti annate siccitose, contribuiscono all’indebolimento degli ecosistemi forestali. Come risultato le foreste riducono le loro capacità produttive e sono più soggette a fenomeni di degrado secondario. Inoltre i contesti economico-sociali possono acuire il degrado con la diffusione di uno scorretto uso della risorsa (tagli boschivi, pascolamento) e con la diffusione degli incendi boschivi. L’obiettivo generale del progetto è preservare i sistemi forestali in ambiente mediterraneo dai rischi derivanti dai cambiamenti climatici, tramite processi di naturalizzazione, aumento di biodiversità e migliorata reattività, nei processi di recupero, in seguito ad eventi destabilizzanti. Obiettivo specifico è implementare una politica forestale regionale in grado di aumentare la capacità di resilienza delle foreste siciliane, migliorandone l’efficienza ecosistemica e favorendo la salvaguardia della biodiversità. Tra le azioni principali previste dal progetto, che si concluderà alla fine del 2015, si possono citare la classificazione delle categorie forestali siciliane in funzione della sensibilità alla desertificazione, l’indagine diacronica sull’uso e copertura del suolo dei principali paesaggi forestali siciliani, la definizione di prassi selvicolturali specifiche; la realizzazione di 120 ettari di interventi dimostrativi in 6 aree della Sicilia; la realizzazione di 6 piani di indirizzo forestali attraverso processi partecipativi con le popolazioni locali. Nella fase finale del progetto è prevista l’implementazione delle linee strategiche sperimentate con ResilForMed nel Piano Forestale Regionale della Sicilia

    SOFIA: a decision support System for the Optimization of the biomass supply chain and Forest Integrated management in protected areas

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    A decision support System for the Optimization of the biomass supply chain and Forest Integrated Management in protected areas (SOFIA) is presented. All functionalities have been developed in Python language embedded in the open-source QGIS 3.6 software. Two models were implemented with an approach and methodology based on free and open source software (QGIS, GRASS, SAGA, GDAL). The main aim of SOFIA is to support the Madonie Regional Natural Park authority and forest managers in decision-making processes to assess the costs and benefits in the energy production from residual agro-forestry biomass, as well as for determining the optimum plant size (and power) for energy and heat production and the relative biomass supply area. The implementation encompassed the input dataset definition, algorithms selection and outputs generation: the model itself includes two algorithms. Main outputs are: 1) a raster cumulative Cost map, quantifying the forest accessibility starting from a generic position of the roads network within 60 minutes walking; 2) a vector map, zoning the protected area based on the forest type, access time classes, biomass districts, municipalities and park zoning. The DSS was developed in the framework of INTERREG MED “ForBioEnergy - Forest Bioenergy in the protected Mediterranean areas” Project
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