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    Monumenti contesi. La tutela dei monumenti e i danni di guerra sul confine nord orientale durante la prima guerra mondiale visti da parte austriaca

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    L’intervento si propone di fornire un quadro sintetico dell’attività di tutela dei monumenti effettuata dalla amministrazione austriaca nel corso della prima guerra mondiale nei territori ora italiani al confine nord-orientale. Nel 1913 viene allestita nel Prater l’Adria Ausstellung, l’ultimo grande parco tematico temporaneo che celebra la marina e l’Adriatico austriaco. Lungo il canale vengono costruite le riproduzioni in scala reale dei principali edifici monumentali delle città dell’Adriatico, come la Ca’ d’oro di Pirano il palazzo dei rettori di Ragusa, il palazzo pretorio di Capodistria. E’ l’ultima celebrazione dell’Adriatico austriaco e della parte meridionale dell’Impero con i suoi monumenti, contesi però fra le diverse nazionalità. Sono gli ultimi anni in cui la Zentral-Kommission für Denkmalpflege si occupa ancora attivamente delle tutela dei monumenti nel territorio del Litorale tramite studi, inventari e restauri. Dal 1915 l’attività sarà piuttosto incentrata sulla spasmodica documentazione del patrimonio monumentale del territorio attraversato dalla guerra, con la pubblicazione di Planiscig Denkmale der Kunst in den südlichen Kriegsgebieten: Isonzo-Ebene, Istrien, Dalmatien, Südtirol nel 1915 e dello stesso con Folnesics Bau- und Kunstdenkmale des Küstenlandes nel 1916. Nei periodici della Commissione centrale, invece, nel corso della guerra verranno pubblicati gli articoli che descrivono i danni subiti dai monumenti, anche con un intervento di Max Dvorák su Duino. Oltre a questo, nel corso della guerra, parallelamente all’attività di tutela svolta dalla amministrazioni italiane, da parte austriaca fu istituito il Kunstschutzgruppe, una unità speciale composta da storici dell’arte che doveva seguire l’esercito e occuparsi della tutela dei monumenti e delle opere d’arte, anche nei territori occupati del Friuli e del Veneto. Dopo la fine della guerra, in diversi testi Clemen, Dvorák e Tietze fra gli altri fecero il bilancio di quanto accaduto e dei danni subiti dai monumenti, all’interno di acceso un dibattito internazionale condizionato dalle reciproche accuse fra le nazioni belligranti.The aim of the work is to provide a brief snapshot of the activities undertaken by the Austrian authorities to protect the monuments during the First World War in those areas which now form part of north-eastern Italy. In 1913, Adria Ausstellung, the last great temporary theme park, was set up in Prater, as a celebration of the coast and the Austrian Adriatic. Along the canal, full-scale reproductions of the main monuments of Adriatic cities were constructed, such as Ca’ d’oro of Piran, the Palazzo dei Rettori of Dubrovnik and the Praetorian Palace of Koper. It was the last celebration of the Austrian Adriatic and the southern part of the Empire along with its monuments, which were, however, being fought over by the various nationalities. In the last few years, the Zentral-Kommission für Denkmalpflege was still actively making efforts to protect the monuments in the coastal area through studies, inventories and restoration work. From 1915, the activities primarily focussed on the spasmodic documentation on the monuments in the area affected by the war, with the publication by Planiscig of Denkmale der Kunst in den südlichen Kriegsgebieten: Isonzo-Ebene, Istrien, Dalmatien, Südtirol in 1915 and, by the same author, with Folnescis Bau- und Kunstdenkmale des Küstenlandes in 1916. In the periodicals of the Central Commission, however, articles were published during the war which described the damage suffered by the monuments, including with a contribution from Max Dvorák on Duino. In addition, during the war, at the same time as the monuments were being protected by the Italian authorities, Austria established the Kunstschutzgruppe, a special unit composed of art historians tasked with following the army and protecting the monuments and works of art, including in the occupied territories of Friuli and Veneto. After the end of the war, in various texts Clemen, Dvorák and Tietze, amongst others, took stock of what had happened and of the damage suffered by the monuments, as part of a lively international debate influenced by the reciprocal accusations between the warring parties

    I restauri dei mosaici paleocristiani di Grado dal parere di Alois Riegl agli interventi della Soprintendenza italiana

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    The text examines the restorations made in the first half ot the twentieth century on the two main churches of Grado, the basilica of St. Eufemia and the church of St. Maria delle Grazie, where are until now conserved most of the mosaic floors built in the sixth century AD by Patriarch Elias. The restorations were initially performed on the basis of indications of Alois Riegl and the Austrian Central Commission for monuments conservation while, after the First World War, the churches were radically restored by Italian Superintendency. In the first restoration can be noticed a strictly conservative approach that aims to a clear distinguishability between the additions and the original work, while the later profoundly altered the appearance of the buildings and also affected the mosaics, where the lacunae were integrated according to other principles

    Le Fortificazioni nel paesaggio e la loro tutela nel Piano Paesaggistico Regionale del Friuli Venezia Giulia

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    La relazione intende introdurre al tema dei rapporti fra paesaggio e fortificazioni esaminando in modo particolare le caratteristiche dei sistemi fortificati quali uno degli elementi fondamentali all\u2019interno del paesaggio culturale, nella prospettiva della loro tutela nell\u2019ambito dei piani paesaggistici regionali. Le fortificazioni sono infatti strettamente legate al territorio, inteso come 'teatro di guerra' e studiato in modo particolare dai geografi militari. La necessaria correlazione fra elementi geografici e fortificazioni fa s\uec che queste risultano essere uno degli elementi che in modo maggiore rispecchia il legame fra la natura, l\u2019opera dell\u2019uomo e la storia, come rilev\uf2 Gazzola gi\ue0 nel 1968. In tal senso rientrano nella definizione di paesaggio della Convenzione europea del Paesaggio del 2000 e del Codice dei beni culturali e del paesaggio: \uabil territorio espressivo di identit\ue0, il cui carattere deriva dall\u2019azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni\ubb. Limitare per\uf2 la definizione di paesaggio a ci\uf2 che si vede \ue8 per\uf2 riduttivo, non tiene conto della forza evocatrice dei luoghi per rapporto alla memoria. E questo a maggior ragione quando si prendono in considerazione le fortificazioni dell\u2019epoca moderna e contemporanea che, a differenza dei castelli medievali che si pongono come emergenze nel territorio, sono spesso pi\uf9 difficilmente percepibili perch\ue9 costruite intenzionalmente nascoste al tiro diretto, e quindi alla vista, o mimetizzate. Oltre a ci\uf2 \ue8 di fondamentale importanza riconoscere nel territorio i sistemi fortificati che permettono comprendere maggiormente le interrelazioni fra i singoli elementi e con il territorio nella storia. Lo scopo finale della valorizzazione dei sistemi di fortificazione dovrebbe essere, oltre alla salvaguardia dei beni culturali e paesaggistici, anche la rivalutazione delle zone di confine come luoghi di incontro delle diverse nazioni e culture che nei secoli passati si sono combattute. In tal senso, un territorio di particolare interesse risulta essere il nord-est d\u2019Italia, da sempre un confine naturale fra l\u2019Italia e il nord est dell\u2019Europa dove \ue8 possibile riconoscere una stratificazione di sistemi fortificati costruiti nel corso dei secoli spesso negli stessi siti. In Friuli Venezia Giulia, l\u2019inventario delle fortificazioni eseguito dall\u2019Istituto Italiano dei Castelli ha permesso di fornire la base per la definizione della loro tutela all\u2019interno del Piano paesaggistico regionale in corso di approvazione. Le fortificazioni sono state considerate come una parte fondamentale della rete dei beni culturali e sono state inventariate e georeferenziate, classificandole secondo livelli di importanza paesaggistica ed individuando fra di esse quelle che costituiscono dei 'poli' di eccezionale interesse a livello regionale. La loro tutela sar\ue0 garantita tramite l\u2019individuazione degli areali di pertinenza, la loro visibilit\ue0 e intervisibilit\ue0 e da norme specifiche
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