19 research outputs found

    Le “guerre rinnovate” del periodo post-bipolare e le "nuove paci". Una mancata interruzione logica, spaziale e temporale?

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    Dal 1989 l’ordine globale appare completamente mutato. L’emergere di nuove aree produttive, la caduta di miti consolidati, le trasformazioni politiche, le crescenti interrelazioni tra Stati, territori e regioni, sono fenomeni che hanno generato nuovi scenari geopolitici, economici e sociali. La “rassicurante chiarezza” ed il paradossale equilibrio della divisione ideologica della Guerra Fredda si dissolvono, lasciando il posto ad un sistema confuso e complesso caratterizzato dal mutamento della localizzazione dei conflitti, da nuove regole della guerra e dalla fine dell’ordine militare. A ciò si aggiungono l’innegabile spostamento dei centri di potere all’economia e alla finanza, la dilatazione del campo di battaglia ormai esteso alla sfera civile ed economica, nonché l’incidenza del progresso tecnologico e l’influenza dei media. Scopo della ricerca è, attraverso l’analisi del dibattito sulle nuove e vecchie guerre e l’indagine sui conflitti esistenti e sugli scontri armati, evidenziare come il tramonto del consolidato rapporto tra territorio, sovranità statale e monopolio della violenza, abbia portato ad un rinnovamento dei conflitti e delle guerre, caratterizzato, tuttavia, dal persistere delle medesime logiche di potenza. In questa prospettiva, la guerra quale fenomeno, mostra un’incredibile capacità di evoluzione ed adattamento al nuovo sistema caratterizzato dalla interazione tra spazio, potere e globalizzazione. Ciò non comporta, tuttavia, alcuna soluzione di continuità col passato, ma una evoluzione adattiva che ne garantisce la sopravvivenza; non nuove guerre, dunque, ma solo rinnovate. Al contempo e con le medesime metodologie, viene posto in evidenza come il confine tra guerra e pace sia ormai divenuto talmente labile ed impreciso che può ipotizzarsi una vera e propria contaminatio tra i due fenomeni, di cui la global governance, lo jus ad bellum e le operazioni di peacemaking, peacebuilding e peacekeeping, rappresentano la perfetta esemplificazione

    Titanium Lattice Structures Produced via Additive Manufacturing for a Bone Scaffold: A Review

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    The progress in additive manufacturing has remarkably increased the application of lattice materials in the biomedical field for the fabrication of scaffolds used as bone substitutes. Ti6Al4V alloy is widely adopted for bone implant application as it combines both biological and mechanical properties. Recent breakthroughs in biomaterials and tissue engineering have allowed the regeneration of massive bone defects, which require external intervention to be bridged. However, the repair of such critical bone defects remains a challenge. The present review collected the most significant findings in the literature of the last ten years on Ti6Al4V porous scaffolds to provide a comprehensive summary of the mechanical and morphological requirements for the osteointegration process. Particular attention was given on the effects of pore size, surface roughness and the elastic modulus on bone scaffold performances. The application of the Gibson-Ashby model allowed for a comparison of the mechanical performance of the lattice materials with that of human bone. This allows for an evaluation of the suitability of different lattice materials for biomedical applications

    L’Intelligenza Artificiale per la gestione sostenibile delle risorse idriche. Caso di studio: Gorgovivo, Ancona.

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    Artificial Intelligence for Sustainable Water Resources Management. Case Study: Gorgovivo, Ancona. – The urgent need to address challenges related to the sustainable management of water resources has prompted the scientific and technological community to explore innovative solutions that can make a significant contribution to achieving the goals and sustainability strategies of the UN’s 2030 Agenda. In this context, Artificial Intelligence (AI) emerges as a powerful ally, offering advanced tools for the collection, analysis, and management of water data efficiently and effectively. Using machine learning algorithms and neural networks, AI enables accurate prediction of water demand, facilitating optimal planning and allocation of resources. Moreover, the integration of smart sensors and monitoring systems allows real-time control of water resources, improving the response capacity to environmental variations and emergencies. The purpose of the research is to examine how AI can optimize water treatment and distribution processes, reducing waste and enhancing the energy efficiency of water facilities; the use of predictive models based on historical data and environmental variables allows for proactive management of resources, thus contributing to their conservation and long-term sustainability. In this perspective, an AI-based system will be adopted to predict the groundwater levels of the Gorgovivo spring (AN), using historical data from the spring itself, the level of the Esino river, and rainfall stations. The proposed AI model is based on the Prophet predictive algorithm, specifically designed to manage time series forecasting applications; as adapted by us, the predictive model was evaluated using the mean absolute error (MAE), mean squared error (MSE), and correlation criteria

    Quaderni per la ricerca geografica 1; Un momento pregnante nella affermazione delle identit\ue0 culturali in Europa: il nazionalismo, le sue origini, la sua evoluzione, la complessit\ue0 dei suoi aspetti

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    Tra la fine degli anni ottanta e l\u2019inizio degli anni novanta, l\u2019Europa assiste a radicali ed importanti cambiamenti, dalla fine dei regimi comunisti nell\u2019Europa centrale e dell\u2019Est, alla riunificazione delle due Germanie, alla disintegrazione dell\u2019Unione Sovietica ed all\u2019inasprimento di contrasti etnici, religiosi, linguistici, culturali, che solo apparentemente sembravano sopiti. Le problematiche relative alla nazione, al nazionalismo e allo Stato nazionale tornano a riacquistare visibilit\ue0 ed centralit\ue0 nella politica europea in quanto, da un lato, si ha la riviviscenza dei movimenti nazionalistici, dall\u2019altro si tenta di creare organismi sopranazionali che travalichino i confini statali.Questi ultimi tentativi hanno profondamente modificato il concetto tradizionale di Stato-nazione, modello ulteriormente attaccato da un\u2019economia e da un sistema di comunicazioni globalizzati.In quest\u2019epoca permeata da dinamiche omologanti, i nazionalismi, dunque, sembrano non avere del tutto esaurito la loro funzione. A questa riviviscenza si accompagna un rinnovato interesse delle scienze umane alla tematica delle identit\ue0 nazionali e della loro evoluzione. La ricerca, dopo aver analizzato la nascita e l'evoluzione del Nazionalismo e del concetto stesso, ne evidenzia gli aspetti culturali anche in relazione alla crisi dei valori fondanti lo Stato nazionale, nonch\ue9 il peculiare aspetto geopolitico e culturale rappresentato dal rapporto fra sovranit\ue0 nazionale e territorialit\ue0

    Geografia e sviluppo globale. Itinerari e prospettive per un approccio olistico e multidisciplinare

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    Gli studi sullo sviluppo rappresentano un ramo multidisciplinare delle scienze sociali caratterizzati da contorni molto ampi e sfumati e da approcci differenziati, convergenti verso l\u2019individuazione di dinamiche di peculiare interesse per comprendere ed orientare i processi di crescita dei paesi in via di sviluppo. In ambito economico, la polarizzazione dell\u2019attenzione verso le prospettive di crescita dei paesi a seguito della decolonizzazione, ha determinato nel secondo dopoguerra la nascita quale ramo specifico dell\u2019Economia Politica, dell\u2019Economia dello sviluppo, dominante negli studi dello sviluppo sino agli anni Settanta, allorquando un numero crescente di studiosi ha cominciato ad evidenziare l\u2019impossibilit\ue0 di elaborare modelli e strutturare strategie fondati esclusivamente sulla crescita economica e sulle relative determinanti, dando impulso a profonde riflessioni circa approcci integrativi o alternativi. Dinnanzi a tale presa di coscienza, la nascita dei moderni studi sullo sviluppo \ue8 proceduta progressivamente come iniziale integrazione di teorie ed ideologie della scienza economica e della scienza politica, trasformandosi progressivamente in un campo di studio sempre pi\uf9 multidisciplinare ed interdisciplinare. Tale evoluzione ha portato anche al mutamento dell\u2019oggetto di studio che, dall\u2019analisi delle determinanti geograficamente concentrate nei territori meno sviluppati, si \ue8 estesa alle problematiche relative allo sviluppo sociale ed economico all\u2019interno delle stesse aree in cui lo sviluppo, in accezione moderna, aveva avuto origine. Nonostante tale indubbio progresso evolutivo, per\uf2 a tutt\u2019oggi gli studi sullo sviluppo rappresentano un ampio ventaglio di discipline convergenti in un\u2019unica attenzione tematica, ma pur sempre differenziati in una molteplicit\ue0 di ricerche di settore che spaziano dall\u2019Economia dello Sviluppo alla Geografia dello Sviluppo, dall\u2019Antropologia dello sviluppo alla Sociologia, dalla Filosofia Etica alla Politica Economica, dalla Amministrazione dello sviluppo ai Rapporti internazionali. Tali studi di area forniscono un apporto fondamentale alla costruzione di discorsi sullo sviluppo che per\uf2, sovente, appaiono differenziati, se non addirittura contrastanti circa le metodologie utilizzate e le conclusioni elaborate, determinando la necessit\ue0 di una visione dello sviluppo completa ed esaustiva all\u2019interno delle singole discipline, ma parziale in prospettiva globale. Con particolare riferimento alla Geografia, uno dei limiti riconoscibili all\u2019interno di molte ricerche, a parere di chi scrive, pu\uf2 essere ricondotto proprio alla polarizzazione dei discorsi, delle analisi e delle rappresentazioni geografiche entro i margini ontologici che le analisi condotte hanno posto a se stesse. La Geografia quale disciplina spaziale, oggi non pu\uf2 infatti prescindere dagli assunti teorici, epistemologici e filosofici provenienti dalle altre scienze umane finalizzati ad un approccio olistico di cui fondamentale appare, per\uf2, chiarire il significato. Nell\u2019ambito delle scienze umane, il termine olismo fa riferimento a quelle dottrine che concernono le strutture di cui fanno parte i singoli soggetti, distinte dunque dalle azioni e dalle preferenze degli individui in quanto tali, quale tema ed obiettivo di tutte le scienze sociali. Tali ideologie, fondanti tra l\u2019altro le teorie marxiste e funzionaliste, sono state oggetto di un\u2019aspra critica dall\u2019individualismo metodologico dominante soprattutto nell\u2019ambito delle ricerche filosofiche. Se, di contro, si affronta il problema da un punto di vista epistemologico e lo si estende alle metodologie d\u2019indagine, con olismo si fa riferimento all\u2019assunto in base al quale qualsivoglia teoria scientifica non presenta una propria sfera limitata di implicazioni empiriche attraverso le quali possa essere soggetta a verifica, in quanto ogni postulato \ue8 riconducibile esplicitamente o implicitamente alla teoria da cui deriva o perfino ad altre teorie, con l\u2019ovvia conseguenza che la verifica scientifica e sperimentale abbraccia la teoria nella sua totalit\ue0 e complessivit\ue0. Un olismo che, in sintonia con l\u2019accezione del termine come coniato negli anni Venti da Jan Christian Smuts, si pu\uf2 esprimere come il risultato di quella evoluzione \u201cemergente\u201d la cui complessit\ue0 globale non pu\uf2 essere ricondotta ai suoi aggregati. Non dunque un tutto come somma delle parti, ma un approccio globale che, analizzando le dinamiche di riferimento provenienti dai diversi campi del sapere, dall\u2019Economia Politica all\u2019Economia dello Sviluppo, dalla Geografia Economica alla Geografia dello Sviluppo, dalla Geografia Politica alla Geopolitica, dalla Demografia alla Geografia della Popolazione, dalla Biologia alla Biogeografia ed alla Bioeconomia, dall\u2019Ecologia all\u2019Etologia, dalla Storia alla Fisica, dall\u2019Antropologia alla Sociologia, dalla Psicologia alle Scienze Cognitive nel loro complesso, possa fornire strumenti e chiavi di lettura dinamici, mai statici, dell\u2019articolato, composito, sfaccettato e multiforme mosaico dello sviluppo. Il concetto di sviluppo, infatti, indipendentemente dall\u2019aggettivo che tende ad orientarne semanticamente il significato, rappresenta la password di decodifica ed esegesi delle articolazioni e differenziazioni territoriali che delineano una mappatura geografica del benessere profondamente diversificata e, per certi versi, difforme dalla reale percezione della qualit\ue0 della vita da parte dei cittadini delle societ\ue0 odierne. La parzialit\ue0 euristica dei modelli elaborati nei vari ambiti disciplinari, tuttavia, pu\uf2 riscontrarsi non solo nel mancato coordinamento interdisciplinare, ma in un limite intrinseco alla stessa odierna societ\ue0 globale le cui caratteristiche evidenziano come il problema non \ue8 che tali modelli siano troppo semplici per catturare la realt\ue0, ma che \ue8 la realt\ue0 ad essere troppo complessa ed articolata per essere catturata dai modelli. Nel panorama geografico nazionale ed internazionale contemporaneo, sono stati raggiunti importanti risultati in termini di approccio globale e pluridisciplinare alle tematiche dello sviluppo, come evidenzia un\u2019ampia bibliografia in cui sono riconoscibili contributi significativi di studiosi italiani e stranieri. Ci\uf2 che si tenta di fare col presente lavoro \ue8 ampliare l\u2019orizzonte cognitivo e conoscitivo verso ulteriori dimensioni e nuove branche del sapere che possano agevolare il tentativo di districarsi all\u2019interno dei complessi meccanismi e dei dinamici processi che caratterizzano l\u2019era globale, senza dimenticare, purtuttavia, lo spazio ed il territorio. Nella piena consapevolezza della parzialit\ue0 e della non esaustivit\ue0 di qualsiasi discorso relativo alla portata positiva o alla portata normativa dello sviluppo quale materia oscura che, come in cosmologia, si manifesta attraverso i suoi effetti gravitazionali, ma non \ue8 direttamente osservabile, il percorso effettuato, dunque, cercher\ue0 di fornire dei suggerimenti su come poter uscire da quell\u2019insieme intricato, complesso e confuso di fatti, elementi non materiali, territori, rappresentato dal \u201cviluppo\u201d della societ\ue0 odierna

    Pianificazione e programmazione dello sviluppo sostenibile nelle politiche ambientali e settoriali dell'Unione Europea

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    L'Unione Europea, in un momento di profonda trasformazione territoriale, politica, economica e sociale, \ue8 chiamata a fornire risposte adeguate ad una serie di sfide poste dal processo di globalizzazione, tra le quali rientra l\u2019accelerazione della produzione nei vari settori, della liberalizzazione degli scambi, della rivoluzione tecnologica, dello sviluppo dell'economia e della societ\ue0 della conoscenza, della crisi energetica, dei mutamenti climatici ed, in generale, del degrado degli ecosistemi naturali nelle varie aree territoriali. In questo quadro, l'Unione Europea si \ue8 impegnata, soprattutto nel corso degli ultimi trent'anni, ad elaborare ed attuare nuove politiche, azioni, e strumenti per il perseguimento di uno sviluppo sostenibile, che producono considerevoli innovazioni nelle tradizionali forme di produzione e di consumo, nonch\ue9 nelle modalit\ue0 di azione, organizzazione e definizione delle competenze, dei ruoli e delle responsabilit\ue0 nei processi decisionali. L'orizzonte della sostenibilit\ue0 sembra rappresentare una sfida ed un obiettivo ineludibili per le istituzioni a tutti i livelli di governo e costringe ad una profonda ridefinizione non solo delle agende politiche ma anche delle strutture organizzative su cui si poggiano le azioni. Arricchitosi di nuovi significati, diversificatosi nelle tre componenti, economica, ambientale e sociale, alle quali si aggiunge quella culturale, il problema di rinvenire linee per realizzare uno sviluppo che soddisfi le necessit\ue0 del presente senza sacrificare il futuro, necessita, dunque, di essere affrontato in maniera organica ed equilibrata a livello politico. In questa prospettiva e con queste premesse, l\u2019Unione Europea riveste, indubbiamente, nel contesto globale il ruolo di leader nell'ambito della elaborazione ed attuazione delle politiche ambientali finalizzate ad uno sviluppo durevole e sostenibile. Dall'analisi effettuata \ue8 emerso come la politica ambientale dell\u2019Unione Europea si basi sulla convinzione che la crescita economica, il progresso sociale e la tutela dell\u2019ambiente siano tutti elementi che contribuiscono a migliorare la qualit\ue0 della vita, nella consapevolezza che opportuni interventi a livello comunitario, nazionale, regionale e locale, possano dissociare la crescita economica dal degrado ambientale. Per garantire uno sviluppo sostenibile in Europa e nell'intero pianeta, appare, pertanto, necessario trovare un giusto equilibrio tra tutti questi elementi. L\u2019Unione Europea affronta queste problematiche definendo politiche ambientali di grande valore ed incentivando nuove modalit\ue0 di consumo e di produzione ecocompatibili, nonch\ue9 tecnologie pi\uf9 pulite, nella convinzione che tali misure possano, altres\uec, rendere la nostra economia pi\uf9 competitiva. Per riuscire a sviluppare un modello economico che salvaguardi l\u2019ambiente e le risorse naturali appare necessario, innanzitutto, l\u2019applicazione coerente delle politiche ambientali comunitarie relative allo sviluppo sostenibile esistenti, considerando, altres\uec, il ruolo che ci\uf2 avrebbe nell\u2019ambito di tutte le politiche di competenza dell\u2019Unione, quali l\u2019agricoltura, lo sviluppo energetico, la pesca, l\u2019industria, il mercato interno, il settore dei trasporti e del turismo, e coinvolgendo direttamente il sistema urbano e regionale, le imprese e i consumatori, nella ricerca di soluzioni adatte, dando ai cittadini un pi\uf9 ampio accesso alle informazioni in materia di protezione ambientale, sensibilizzandoli sull'importanza di un corretto uso del territorio
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