46 research outputs found
Goodbye Hartmann trial: a prospective, international, multicenter, observational study on the current use of a surgical procedure developed a century ago
Background: Literature suggests colonic resection and primary anastomosis (RPA) instead of Hartmann's procedure (HP) for the treatment of left-sided colonic emergencies. We aim to evaluate the surgical options globally used to treat patients with acute left-sided colonic emergencies and the factors that leading to the choice of treatment, comparing HP and RPA. Methods: This is a prospective, international, multicenter, observational study registered on ClinicalTrials.gov. A total 1215 patients with left-sided colonic emergencies who required surgery were included from 204 centers during the period of March 1, 2020, to May 31, 2020. with a 1-year follow-up. Results: 564 patients (43.1%) were females. The mean age was 65.9 ± 15.6 years. HP was performed in 697 (57.3%) patients and RPA in 384 (31.6%) cases. Complicated acute diverticulitis was the most common cause of left-sided colonic emergencies (40.2%), followed by colorectal malignancy (36.6%). Severe complications (Clavien-Dindo ≥ 3b) were higher in the HP group (P < 0.001). 30-day mortality was higher in HP patients (13.7%), especially in case of bowel perforation and diffused peritonitis. 1-year follow-up showed no differences on ostomy reversal rate between HP and RPA. (P = 0.127). A backward likelihood logistic regression model showed that RPA was preferred in younger patients, having low ASA score (≤ 3), in case of large bowel obstruction, absence of colonic ischemia, longer time from admission to surgery, operating early at the day working hours, by a surgeon who performed more than 50 colorectal resections. Conclusions: After 100 years since the first Hartmann's procedure, HP remains the most common treatment for left-sided colorectal emergencies. Treatment's choice depends on patient characteristics, the time of surgery and the experience of the surgeon. RPA should be considered as the gold standard for surgery, with HP being an exception
Risultati preliminari sull’utilizzo di una nuova protesi intraperitoneale nel trattamento del laparocele
La terapia del laparocele è profondamente cambiata con l'uso di
protesi sintetiche che hanno permesso di migliorare i risultati soprattutto nei casi di difetti di grandi dimensioni.
Le protesi attualmente disponibili e le maggiormente utilizzate sono la rete di polipropilene in monofilamento (Marlex), per la ottimale incorporazione nei tessuti e per la minima reazione infiammatoria,
ela protesi in PTFE espanso (Gore-Tex), che proprio per la sua microporosità è particolarmente indicata nei casi di mancanza del foglietto
peritoneale. La riparazione dei difetti di parete addominale con impianti protesici intraperitoneali richiede particolari proprietà. Questa
da noi presentata è una nuova protesi composita (HI-TEX ® PARP
MP) non-riassorbibile in polietilene tetrafosfato (PET) e poliuretano
(PEU); viene utilizzata nel trattamento del laparocele e possiede, pertanto, una superficie permeabile e macroporosa in polietilene tetrafosfato per la rapida fissazione dei tessuti ed una superficie in poliuretano, idrofoba e microporosa, che impedisce la penetrazione di cellule infiammatorie. La nostra casistica comprende 24 laparoalloplastiche effettuate nell’arco di 2 anni utilizzando la protesi composita HI-TEX®
PARP MP.
La nostra esperienza preliminare dimostra come questa protesi
possa essere utilizzata nella correzione dei grossi laparoceli in cui è necessario l'uso di mesh intraperitoneali. L'incidenza di morbilità è minima, buona la sua integrazione tissutale e soprattutto sembrano ottimi i risultati funzionali. Le caratteristiche della protesi la fanno indicare come utile presidio per la correzione di difetti della parete in cui
vi sia bisogno di una protesi intraperitoneale. Questa protesi, inoltre,
risulta più economica rispetto alle altre presenti sul mercato
Studio comparativo tra tecnica tradizionale, Ligasure Precise® ed Harmonic Focus™ nella tiroidectomia totale
Lo scopo di questo studio è stato quello di comparare i risultati ottenuti con la tecnica tradizionale, l’utilizzo della pinza bipolare (Ligasure Precise®), e la forbice curva (Harmonic Focus™) in corso di tiroidectomia totale.
Sono stati arruolati 93 pazienti che, dopo aver espresso il proprio consenso informato, sono stati inseriti, in maniera randomizzata, nei tre gruppi di studio: 31 pz al gruppo L (Ligasure Precise®); 31 pz al gruppo F (Harmonic Focus™); 31 pz al gruppo C (tecnica chirurgica classica mediante legature). Sono stati analizzati e confrontati età, calcemia preoperatoria, durata dell’intervento, degenza, peso della ghiandola asportata, patologia tiroidea di base, comparsa di emorragia post-operatoria, calcemia post-operatoria al primo e secondo giorno e lesioni del nervo ricorrente.
I tre gruppi non presentano differenze statisticamente significative rispetto all’età, al sesso ed alla patologia tiroidea di base. Non abbiamo osservato emorragie post-operatorie. L’incidenza totale di ipocalcemia (inferiore a 8 mg/dl) è stata del 38,9% (36 pz) e l’ospedalizzazione media è stata di 2,3 giorni in assenza di differenze significative tra i tre gruppi. Solo un paziente (gruppo F) ha presentato una paralisi temporanea del nervo ricorrente. La durata media dell’intervento (minuti) si è significativamente ridotta del 15% nel gruppo F (62,7±14,1) rispetto al gruppo C (72,7±13,6; Kruskal-Wallis test: p<0.05).
Entrambi i nuovi devices risultano sicuri ed efficaci. L’unico vantaggio osservato è stata una riduzione significativa del tempo operatorio con l’utilizzo dell’ Harmonic Focus™ rispetto alle altre tecniche
[Surgical staplers in colorectal surgery: 10 years of experience].
The Authors dissert on some technical details for a correct use of staplers in colorectal surgery. Surgical skill and technology assure always better results, nevertheless the experience and knowledge of the single surgeon must be a guide for further research
Endoluminal ultrasound for early detection of local recurrence of rectal cancer
The diagnostic potential of endoluminal (endorectal and endovaginal) ultrasound to detect asymptomatic resectable local recurrence after rectal cancer surgery has been assessed in 120 patients: 17 recurrences (14 per cent) were detected. The method showed 97 per cent accuracy, 94 per cent sensitivity and 98 per cent specificity; the positive predictive value was 85 per cent and the negative predictive value was 99 per cent. A longer follow-up is, however, necessary to confirm these results. Of the 17 patients with local recurrence, six were asymptomatic and underwent reoperative surgery. Of the other 11 patients with symptomatic recurrence, only two underwent reoperative surgery