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Solidarietà, asilo e immigrazione fra diritto sovranazionale e dimensione costituzionale
Solidarity is a principle with an ambivalent nature. In EU law, in the field of
asylum, solidarity aims at governing relations between Member States and the Union. In migration law, solidarity is even absent. In the history of constitutionalism, on the other hand, the solidarity principle was placed at the foundation of particular 'social' functions of the State and has coloured the nexus between constitutional rights and duties. This contribution questions how to bring the different meanings of solidarity closer together, in particular by observing certain moments in the process of European integration in the field of asylum (the Syrian and Ukrainian crises) and immigration (here with specific reference to the dialogue between the Courts)
Diritti europei e non nazionali? Sullo statuto giuridico del migrante: il nodo degli standards sovranazionali comuni
La migración humana hacia el continente europeo es un fenómeno que caracteriza la historia europea de finales del siglo XX y principios del siglo XXI. En particular, esta situación provoca que convivan distintos estatutos jurídicos bajo una misma jurisdicción y cuyo criterio de aplicación a ciertos grupos se basa en la nacionalidad, su status personal, económico o social. Este artículo analiza el estatuto jurídico del migrante en el contexto de la Unión Europea desde el punto de vista de la razonabilidad de la diferencia de trato de los extranjeros respecto de los nacionales y de la coherencia de las respuestas normativas dadas. Este análisis se realiza, además, teniendo en cuenta los principios constitucionales de los Estados con una democracia pluralista: la centralidad de la persona, el principio de igualdad y la protección de la libertad y de la seguridad.Human migration to the European continent is a phenomenon that characterizes the European history of the late twentieth and early twenty-first century. In particular, this situation leads to the coexistence of different legal statutes under one jurisdiction and whose criteria of application to certain groups is based on nationality, personal, economic or social status. This article analyzes the legal status of the migrant in the context of the European Union from the point of view of the reasonableness of the difference in treatment of foreigners with respect to nationals and the coherence of the normative answers given. This analysis also takes into account the constitutional principles of States with a pluralist democracy: the centrality of the person, the principle of equality and the protection of freedom and security
L’autonomia differenziata nella XIX legislatura : ordine logico di priorità e strumenti normativi da ripensare per l’attuazione dell’art. 116 c. 3° cost.
La XIX legislatura è stata sinora caratterizzata dall’avvio di processi di riforma che intercettano tematiche politiche particolarmente sensibili per gli elettorati di riferimento dei gruppi parlamentari di maggioranza. Ci si sofferma qui sull’iter ed il testo del disegno di legge volto a perseguire l’obiettivo “politico” di dare attuazione all’art. 116 c. 3° Cost. mediante l’approvazione di una legge ordinaria di carattere ordinamentale, sul “modello” della l. n. 131 del 2003: il DDL n. 615, noto come “DDL Calderoli", poi approvato con modifiche.
In questo contributo si analizzerà il rapporto che il DDL instaura fra definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni (LEP) e differenziazione, da un lato, e fra differenziazione e Costituzione finanziaria, dall’altro.
L’impianto del titolo V, parte II della Costituzione richiede, innanzitutto, di procedere nell’attuazione dei principi costituzionali in materia finanziaria di una prospettiva coerente con la I parte della Costituzione, come più volte hanno ribadito la dottrina e la giurisprudenza costituzionale. Soltanto dopo la conclusione
di questo percorso sarà possibile immaginare l’attuazione dell’art. 116 c. 3° Cost. In ogni caso non appare convincente anche la scelta di “differenziare” la disciplina sui LEP contenuta nel DDL.
In conclusione, si muove qui una critica all’uso simbolico della funzione legislativa, che sembra sotteso a questo DDL, per alcuni aspetti privo di autonomo carattere precettivo perché meramente riproduttivo di limiti costituzionali; per altri aspetti, irrazionale sul piano della definizione dei rapporti fra le fonti e incostituzionale nelle sue prescrizioni relative ai temi qui affrontati.The 19th legislature has so far been characterised by the launch of reform processes that intercept political issues that are particularly sensitive for the electorates of the
majority parliamentary groups. We will look at the text of the bill aimed at pursuing the “political” objective of implementing Article 116, paragraph 3 of the Italian Constitution through the approval of an ordinary law of a statutory nature, on the “model” of
Law no. 131 of 2003: DDL no. 615, known as the “DDL Calderoli”, later approved with modification by the Parliament. This contribution will analyse the relationship it establishes between the
definition of the Essential Levels of Services (LEP) and differentiation, on the one hand, and between differentiation and financial Constitution, on the other.
The structure of Title V, Part II of the Constitution requires, first of all, to proceed in the implementation of the constitutional principles on financial matters from a perspective that is consistent with Part I of the Constitution, as the doctrine and constitutional jurisprudence have repeatedly reaffirmed. Only after the conclusion of this path will it be possible to envisage the implementation of Article 116, paragraph 3 of the Constitution.
In any case, the choice to ‘differentiate’ the discipline on LEP also does not appear convincing.
In conclusion, a criticism is made here of the symbolic use of the legislative function, which seems to underlie this DDL, in some respects devoid of any autonomous preceptive character because it is merely reproductive of constitutional limits; in other
respects, irrational in terms of the definition of the relationship between the sources and unconstitutional in its prescriptions relating to the issues addressed here
La flessibilità del diritto alla salute
La ricerca affronta il tema della struttura e dell'effettività del diritto fondamentale alla salute nell'ordinamento costituzionale italiano. Si muove dalla descrizione del processo di attuazione costituzionale, dall'evoluzione della giurisprudenza costituzionale sul tema della struttura del diritto alla salute per descrivere la "crisi" del modello italiano di tutela della salute legato alla costruzione di un servizio sanitario pubblico, finanziato a carico della fiscalità generale, universalistico. Si individuano quindi i "fattori di crisi del modello": la crisi fiscale dello Stato, l'apertura del "welfare sanitario" a moduli di "cosiddetta" "concorrenza regolata"; il processo d'integrazione europea, l'evoluzione del regionalismo italiano ed in particolare il federalismo fiscale. Sullo sfondo della ricerca si riflette sul rapporto fra organizzazione del servizio pubblico e strumenti di garanzia dell'effettività costituzionale ed interpretazione del "principio di giustizia" sotteso alla tutela costituzionale della "persona" e alla garanzia della pari dignità sociale e dell'uguaglianza. La ricerca si chiude con la definizione di un percorso differente di svolgimento di questi principi costituzionali per realizzare un'effettiva tutela del diritto alla salute
RECENSIONE A DILETTA TEGA, LA CORTE NEL CONTESTO. PERCORSI DI RI-ACCENTRAMENTO DELLA GIUSTIZIA COSTITUZIONALE IN ITALIA, BOLOGNA, 2020
After a short outline of the content of the book, the Autor focus on the issue of procedural rules concerning the excercise of functions constitutionally given to the Italian Constiutional Court defending the position of a natural flexibility of those rules due to the peculiar position of the Constitutional Court in the system of constitutional powers and the need of constantly re-legitimate its role
La tutela dei diritti umani in Europa tra sovranit\ue0 statale e ordinamenti sovranazionali
Il Volume si propone di offrire una visione dei sistemi di tutela dei diritti umani esistenti a livello europeo, pur nella consapevolezza che gli argomenti trattati non permettono di delineare un quadro esaustivo delle diverse problematiche. Nella scelta degli argomenti si \ue8 comunque tenuto conto di alcune delle principali questioni che animano l\u2019attuale dibattito scientifico. Nella redazione dell\u2019opera, a cui hanno partecipato diversi studiosi italiani e stranieri, si \ue8 perseguito l\u2019intento di coniugare il rigore dell\u2019indagine critica ad un\u2019attenzione particolare per le esigenze della didattica, al fine di offrire uno strumento rivolto non solo agli operatori giuridici, ma anche agli studenti universitari. In particolare, allo scopo di agevolare l\u2019uso didattico del Volume, si \ue8 ritenuto opportuno articolare l\u2019opera in cinque parti distinte, impiegabili indipendentemente l\u2019una dall\u2019altra ovvero secondo differenti combinazioni
L’ESPERIENZA DEL PNRR: LE FONTI DEL DIRITTO DAL POLICENTRISMO ALLA NORMAZIONE EURO-GOVERNATIVA
The A. gives an overview of the Euro-National normative framework under which the National Plan of Recovery and Resilience of the Italian State (NPRR) hase been developed and it is implemented. The core of the analysis is the impact of EU norms regulating Next generation EU and the Recovery and Resilience Facility on the Italian Constitutional "order" of sources of Law. It is dedicated particular attention to the "legislative measures" defined in the NPRR, the system of evaluation of compliance to the Plan concerning those measures and the normative "practice" of its implementation. The main target of the research is to evaluate if both the pandemic emergency and the legal responses, among which there is the NPRR, have caused irreversible modification on the “system” of sources of law
L’art. 119, comma 3°, Cost. resta ancora «sospeso»: accertata ma non dichiarata l’incostituzionalità dei vincoli di destinazione al fondo di solidarietà comunale
L'articolo discute in senso critico la sentenza n. 71 del 2023 che ritorna, dopo la pronuncia 220 del 2021, sulla questione della legittimità costituzionale della disciplina statale del fondo di solidarietà comunale. Ci si interroga sulla legittimità di interventi di perequazione speciale (art. 119, comma 5o, Cost.) per finalità di garanzia dei LEP collocati nel quadro degli strumenti finanziari di perequazione generale (art. 119, comma 3o, Cost.). Si affronta poi il nodo dell’ammissibilità della questione di legittimità costituzionale rimessa in via principale e si discute criticamente se la pronuncia di inammissibilità della questione fosse l'unica alternativa praticabile dalla Corte costituzionale. Il petitum del ricorso, con il quale si mirava ad una pronuncia di accoglimento di tipo sostitutivo che importava anche nuove spese ha condotto all'inammissibilità della questione. La pronuncia n. 71 del 2023 quindi intercetta una questione più generale: quella dei limiti alla discrezionalità del legislatore e dello sviluppo di nuove tecniche decisorie da parte della Corte costituzionale (evidente nel giudizio in via incidentale, meno in quello in via principale).The article critically discusses sentence No. 71 of 2023, which approaches again, after judgement n. 200 of 2021, the issue of the constitutional legitimacy of the state legislation of the municipal solidarity fund. It is questionable the llegitimacy of special equalisation interventions (Art. 119, paragraph 5o, Const.) for purposes of guaranteeing the LEP placed within the framework of the financial instruments of general equalisation (Art. 119, paragraph 3o, Const.). The comment then addresses the issue of the admissibility of the question of constitutionality raised in the main appeal and critically discusses whether the pronouncement of inadmissibility of the question was the only viable alternative for the Constitutional Court. The petitum of the appeal, which sought a declaration of incostitutionality of "substitutive" nature, determining financial costs, led instead to the inadmissibility of the question. Ruling No. 71 of 2023 thus intercepts a more general issue: that of the limits to the legislature's discretion and the development of new decisional techniques by the Constitutional Court (evident in the indirect review of legislation, less so in the direct review of legislation)
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