12 research outputs found

    Drosscape as raw material for the implementation of Green-Blue Infrastructure

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    La maggior parte delle grandi città del nostro pianeta si trova in aree connotate da un alto livello di vulnerabilità alle alluvioni, come le pianure costiere e fluviali (IPCC, 2014). Ciononostante, i trend di urbanizzazione di queste aree sono in rapida crescita, così come il conseguente incremento dell’esposizione di beni e di persone al rischio di inondazione. Nei paesi sviluppati – e specialmente nel contesto europeo – l’adattamento e la mitigazione del rischio legato alle inondazioni sono strettamente connessi con azioni di riqualificazione e riciclo delle aree abbandonate (de Graaf, 2012). Ciò avviene per due motivi: da una parte, la mancanza di risorse finanziarie adeguate rappresenta un ostacolo faticosamente sormontabile all’attivazione di misure per l’adattamento a livello locale; dall’altra parte, l’ingente processo di urbanizzazione basato su un eccessivo consumo di suolo ha generato come effetto una inevitabile scarsità cronica di spazi aperti disponibili nel tessuto più denso delle città. Queste condizioni, unitamente agli impatti generati dai cambiamenti climatici, rendono sempre più indispensabile e urgente l’implementazione di strategie adattive che siano in grado di rispondere alle diverse necessità e specificità dei territori, e che al contempo possano essere incorporate nei più canonici progetti di manutenzione, modificazione o riqualificazione delle infrastrutture, degli edifici e dello spazio pubblico (Gersonius, 2012). In questo senso, allora, coltivare una capacità di comprensione e di interpretazione dei sistemi urbani e della loro dimensione dinamica e non-lineare diventa obiettivo prioritario, al fine di riuscire a sviluppare strategie adattive virtuose a partire da quei materiali che la città stessa ha a disposizione, e che contestualmente siano in grado di conciliare gli aspetti relativi alle necessità di mitigazione del rischio con le esigenze e le limitazioni derivanti dalla scarsa disponibilità economica. Le aree abbandonate, e più in generale il drosscape, rappresentano dunque una preziosissima risorsa. Il drosscape (Berger, 2006) è una vera e propria tipologia di paesaggio, composta da aree interstiziali generate da due meccanismi principali: il primo è il processo di rapida urbanizzazione orizzontale; il secondo è la crisi dei precedenti regimi economici e di produzione. Questi frammenti, caratterizzati dall’assenza totale o parziale di usi, diventano lo strumento ideale per l’implementazione di strategie multiscalari in grado di tenere assieme e valorizzare le relazioni urbane e territoriali che essi riescono ad innescare (Gasparrini, 2014), e possono quindi contribuire alla costruzione di infrastrutture verdi e blu per diversi motivi. La gestione del rischio legato al flooding, alla luce dei cambiamenti climatici, necessita infatti di una forte sinergia tra diverse discipline: affrontare il problema con un approccio esclusivista e settoriale si è rivelato nel recente passato un fallimento, ed in particolar modo nella gestione delle acque. Questo perché i valori e gli aspetti relativi all’acqua non sono solamente legati a questioni tecniche, né esclusivamente a quelle ambientali, ma anche alla sfera sociale e a quella economica. Ciò si riflette dunque nella necessità di affiancare ad una virtuosa gestione delle acque la modellazione di un ambiente urbano che sia in grado di fornire servizi ai cittadini, di garantire loro un adeguato livello di sicurezza e di migliorare il grado di qualità della vita. Per queste ragioni, la transizione da una infrastruttura ‘grigia’ e monofunzionale ad una infrastruttura ‘verde e blu’ rappresenta di fatto un’opportunità per incrementare i benefici che la natura fornisce, traendo il massimo dalla loro sinergica messa a sistema (Hansen & Pauleit, 2014). Il paesaggio, e nello specifico il paesaggio dello scarto, gioca dunque un ruolo fondamentale, soprattutto nel momento in cui viene concepito esso stesso come infrastruttura (Bélanger, 2009), poiché rappresenta un’opportunità per catalizzare progetti che siano in grado di tenere assieme le diverse scale spaziali – da quella regionale a quella del singolo lotto o edificio – e temporali – nel breve e nel lungo periodo. D’altra parte, i diversi bisogni e le criticità che possono palesarsi in una città sono latori di potenziali conflitti a livello spaziale e, al contempo, una inadeguata pianificazione degli interventi a livello temporale può rendere inefficace se non addirittura controproducente qualsiasi strategia adattiva. Lo scopo di questa tesi di dottorato, dunque, è investigare quali siano i fattori, spaziali e non spaziali che favoriscono o impediscono l’utilizzo delle aree di scarto per l’implementazione di infrastrutture verdi e blu nel tempo. I presupposti da cui questa ricerca parte sono basati sull’idea che la sola concezione economica non sia sufficiente a definire il valore dei drosscape e la loro potenzialità, che si rivela invece soprattutto nell’aspetto relazionale, in quanto spazi eterotopici (Foucault, 1998). Ciononostante, essi sono spesso caratterizzati da un degrado ambientale per l’eccessivo consumo di risorse e per l’inquinamento dovuti ai precedenti utilizzi del suolo, legati sovente ad attività industriali. Il lavoro di tesi, quindi, va a definire quali siano i valori, le potenzialità e le criticità del drosscape, fornendo una chiave di lettura strutturata a partire dai princìpi definiti dalle teorie relative ai Sistemi Adattivi Complessi e da un framework elaborato a partire dal Dutch layer approach. Successivamente, all’interno di questo lavoro, vengono individuati i fattori morfologici e relazionali attraverso cui re-interpretare il drosscape per utilizzarlo attivamente ai fini della costruzione di infrastrutture verdi e blu in territori densamente urbanizzati. La metodologia elaborata è stata testata sul caso studio di Napoli Orientale, area caratterizzata dalla preponderante presenza di insediamenti industriali abbandonati, dichiarata Sito di Interesse Nazionale a causa degli alti livelli di inquinamento di aria, suoli e acque, e soggetta ad allagamento per l’aumento del livello delle acque di falda dovuto alla progressiva dismissione delle aree industriali

    Towards a Landscape-based Regional Design Approach for Adaptive Transformation in Urbanizing Deltas

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    Deltaic areas are among the most promising regions in the world. Their strategic location and superior quality of their soils are core factors supporting both human development and the rise of these regions as global economic hubs. At the same time, however, deltas are extremely vulnerable to multiple threats from both climate change and the rush to urbanization. These include an increased flood risk combined with the resulting loss of ecological and social-cultural values. The urbanization of deltas can be understood as a set of complex social-ecological systems (and subsystems), each with its own dynamics and speed of change. To ensure a more sustainable future for these areas, spatial strategies are needed to strengthen resilience, i.e. help the systems to cope with their vulnerabilities as well as enhance their capacity to overcome natural and artificial threats. In this article we elaborate a landscape-based regional design approach for the adaptive urban transformation of urbanizing deltas, taking the Pearl River Delta as a case study. Based on an assessment of the dynamics of change regarding the transformational cycles of natural and urban landscape elements, eco-dynamic regional design strategies are explored to reveal greater opportunities for the exploitation of natural and social-cultural factors within the processes of urban development. Furthermore, adaptive transformational perspectives are identified toensure reduced flood risk and inclusive socio-ecological design

    The microclimate performance of urban form : a quantitative morphological approach

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    Understanding how urban form influences the urban microclimate is crucial to inform urban planning and design in the challenge of adapting cities to climate change. The complex relation between the spatial and the thermal performance of the urban environment has been proven in previous climatological studies. However, the understanding of the interaction between morphological characteristics and the thermal behaviour of urban spaces has been limited by the systemic differences between the disciplines involved, such as the use of spatial units, scale systems and classification methods. Climatological studies mainly employ morphological approaches based on qualitative classification of 'generic' urban patterns or supervised classification of homogeneous zones with course resolution. Both approaches have limited applicability to analyse heterogeneous urban environments, which can be overcome by using multi-variable and interscalar characterization approaches from the field of urban morphology. This paper addresses this potential by developing a quantitative method to identify morphological types based on climate-related form attributes of buildings and their immediate context. Application of the method in the case of Rotterdam allows to identify 5 buildings and 5 context types. Finally, a microclimate performance assessment on the resulting 25 archetypes is carried out, by using the ENVI-met microclimate model

    La Scienza e l'immaginario

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    L’attività di divulgazione della cultura scientifica ha un ruolo fondamentale sulla società, sia in termini di applicazioni innovative che di pianificazione dell’ambiente. I ricercatori dell’IAS-CNR di Capo Granitola operano da anni nell’ambito della diffusione della cultura scientifica, attraverso processi complessi e percorsi di divulgazione in partnership con istituti scolastici del territorio, realizzando attività seminariali, convegni direttamente nelle scuole, nonché visite didattiche guidate degli alunni nei laboratori dell’Istituto ed esperimenti interdisciplinari sull’ambiente marino. Tali processi divulgativi si sono sviluppati creando numerosi percorsi, in maniera per certi aspetti analoga a quella per cui dalla mescolanza dei tre colori fondamentali si è in grado di ottenere un numero pressoché illimitato di tinte diverse. Lo scopo di questa “mescolanza” è stato quello di ottenere un ventaglio di competenze e strumentazioni che consentissero di indagare i differenti aspetti dell’ecosistema marino da diversi punti di vista ed in maniera sinergica, tale da restituire un quadro il più ricco possibile di “tinte” e particolari. (Scienza e arte di Salvatore Mazzola) La Scienza e l'immaginario di Angela Cuttitta. Il progetto “La Scienza e l’Immaginario” nasce dalla collaborazione tra l’IAS - CNR di Capo Granitola e l’Accademia di Belle Arti di Palermo, che attraverso un approccio multidisciplinare ha voluto sperimentare l’unione tra il mondo scientifico e quello artistico, mettendo i giovani artisti, attraverso proiezioni e seminari scientifici, nelle condizioni di scoprire il mondo dell’ambiente marino e degli ecosistemi in esso presenti. Il progetto è nato dalla consapevolezza di come sia necessario operare sul piano della diffusione e divulgazione della cultura scientifica nei più vasti contesti sociali, a partire dall’ambito scolastico. Le azioni divulgative mirano, infatti, a diffondere la conoscenza dei processi geologici, chimico-fisici, climatici e biologici in modo pervasivo, non limitato a singole categorie/settori. La funzione strategica di tali azioni è quella di stimolare idee ed iniziative nonché di sviluppare una maggiore sensibilità nei confronti dei fenomeni che ci circondano, quale presupposto essenziale per una corretta programmazione politico-gestionale. Lo spirito che ha mosso tutte gli attori del progetto è stato quello di sensibilizzare gli studenti nei confronti della tutela delle risorse marine proprie del loro territorio e di sviluppare e promuovere la cultura come volano dello sviluppo sostenibile, della pace e dell’integrazione sociale, in armonia con quanto indicato dal Consiglio Europeo di Lisbona 2000. Grazie al lavoro di docenti e di ricercatori, l’arte come forma espressiva si è rivelata uno strumento valido e innovativo di divulgazione della cultura scientifica e ha portato alla creazione di suggestioni sui ragazzi che hanno percepito e realizzato forme e armonie espresse in questa mostra. L’impegno per questa manifestazione rappresenta, quindi, un appuntamento importante con le forze vive siciliane nel campo delle scienze del mare segnatamente ad esperti di biologia, chimica, fisica ed al mondo fantastico dell’arte, al fine di esprimere con le varie tecniche pittoriche un momento di riflessione culturale

    Multidimensional Spatial Decision-Making Process: Local Shared Values in Action

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    This paper is about developing a methodological framework for a multidimensional spatial decision-making process oriented to the identification of a territorial transformation strategy reflecting shared values. Through the empirical investigation in an operative case study, the Avellino-Rocchetta S. Antonio railway line, in the South of Italy, an integrated evaluative approach implemented in a SDSS can make us go beyond space and hierarchical limits. Taking into account the different multidimensional components of decision-making process, making clear the weights and recognizing the different priorities, fit and situated strategies have been identified, according to an interactive and dynamic dialogue among expertise and local communities

    Venezia da città con porto a città-porto: proposta di rigenerazione urbana della Marittima

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    <p>La città di Venezia, insieme al complesso sistema lagunare di cui fa parte e al quale è strettamente connessa, costituisce un interessante oggetto di studio per quanto riguarda l’equilibrio raggiunto nel tempo fra uomo e acqua, nello specifico, fra processi antropici e dinamiche ambientali. Le tradizionali tecniche costruttive veneziane sono uno degli esempi più evidenti di come l’ingegno umano abbia superato la sfida dell’acqua, riuscendo ad urbanizzare un ambiente inizialmente ostile e a creare le condizioni favorevoli all’abitabilità e ad uno sviluppo economico prevalentemente commerciale. Questo equilibrio era basato sulla profonda conoscenza dei processi naturali che caratterizzavano, e caratterizzano, la laguna e derivava dall’acquisizione di quella sapienza costruttiva generata dalle continue sperimentazioni nella ricerca di fondali idonei, di materiali adeguati e di tecniche rispondenti ad esigenze sempre più complesse, con un’estrema attenzione al territorio e alle sue risorse.</p><p>Con l’affermarsi dell’era industriale, nel corso del diciannovesimo secolo, Venezia riformula le sue strategie di sviluppo puntando sulla costruzione di una nuova base industriale connessa al porto e sulla promozione turistica dell’isola. Il superamento della capacità di carico è sicuramente uno dei più consistenti punti di rottura di quel delicato equilibrio su cui è stata fondata la città fin dalle sue origini.</p><p>L’articolo presenta una proposta progettuale di riconfigurazione della Marittima di Venezia basata sulla ridistribuzione dei flussi turistici e sull’incremento di resilienza del sistema economico, sociale ed ambientale della città, puntando sul porto come importante risorsa strategica per il territorio. </p

    Social vulnerability to natural hazards in urban systems: An application in Santo Domingo (Dominican Republic)

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    The concept of risk has become increasingly complex, and has been used not only in relation to the natural features of a region, but also to its socio-economic context. In this conceptualization, the latter directly influences the capacity of a community to cope with, recover from, and adapt to natural hazards. Conceiving vulnerability as a measure of a socio-ecological system's resilience, and at the same time, as a multidimensional variable that changes in space and time, makes the study of the different ways in which natural hazards impact on society all the more urgent. This is particularly true for developing countries, where risk related to natural hazards affects populations and areas that must deal with stress conditions, such as humanitarian, social and military emergencies. This article presents a methodology for the analysis of social vulnerability, defined and experimented in the context of the international cooperation project "Estudio de la amenaza sísmica y vulnerabilidad física del Gran Santo Domingo". The methodology, implemented through the employment of a Geographic Information System, led to the elaboration of a "Social Vulnerability Index" and a "Social Vulnerability Map". These seek to describe the current condition of vulnerability of the city of Santo Domingo de Guzmán (Distrito Nacional) in the Dominican Republic (DR), and are used to define context-related vulnerability scenarios, as well as to indicate the adequate set of mitigation objectives and actions. The results highlight the importance of using social vulnerability study as the point of departure for defining seismic-risk mitigation policies, emergency management, and territorial planning in order to reduce the impacts of disasters.Environmental Technology and Desig
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