55 research outputs found

    Nuovi documenti epigrafici della Sardegna bizantina

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    La documentazione epigrafica bizantina della Σαρδηνία si è arricchita in anni recenti, a fronte di un ridotto numero di testi lapidari greci e latini, tra cui il frammento di Bosa con la menzione di un Cεργ(ίoς) e una colonnina del battistero di Corpus con l’iscrizione di un Eϋτ[ικoς], entrambi del VI secolo, di un ampio novero di elementi dell’instrumentum, in cui rientrano secondo la tradizione mommseniana anelli digitali, spilloni crinali, tesserulae, exagia e sigilli. Gli scriventi hanno presentato in un volume del 2004 I sigilli bizantini della Σαρδηνία, l’edizione di tutta la documentazione sfragistica nota della Sardegna, rappresentata, in particolare, dai rinvenimenti del sito di San Giorgio di Sinis nell’ager tharrensis. A distanza di tre anni dalla pubblicazione di quel testo si presentano in questa sede 19 documenti dell’instrumentum pertinenti a due aree della Σαρδηνία: da un lato due località rispettivamente dei comuni di Suelli (frazione di Sisini) e di Siurgus Donigala, all’estremità nord-orientale del territorio caralitano, al confine con la Barbaria, dall’altro ancora il fertile sito di San Giorgio di Sinis

    Le Diocesi rurali della <i>Proconsularis</i> e della <i>Byzacena</i>: aspetti storici e archeologici

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    Diverse fonti, storiche ed epigrafiche, testimoniano la diffusa esistenza di diocesi rurali nelle provinciae dell'Africa proconsolare, sebbene queste venissero considerate come manifesta negazione delle disposizioni conciliari che, a varie riprese, avevano rimarcato la non liceità della costituzione di diocesi non solo nei saltus, ma anche nei vici e nelle modicae civitates, affinchè non fosse svilita la dignità episcopale. Il presente contributo prende lo spunto anche dalla documentazione attestante la controversia tra vescovi cattolici e donatisti, per tracciare un quadro della diffusione del cristianesimo africano, a partire dalle provinciae della Proconsularis e della Byzacena

    Da Τάρραι πóλισ al <i>portus sancti Marci</i>: storia e archeologia di una città portuale dall’antichità al Medioevo

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    Nella tradizione degli studi antichistici su Tάρραι le analisi sulla portualità della città rimontano al secolo XIX, con una localizzazione univoca dello scalo di Tharros (definito come bimaris) nel bacino orientale del “Mare morto” del Golfo di Oristano. Il presente lavoro ripercorre cronologicamente la storia del porto di Tάρραι, dalla protostoria al Medioevo, soffermandosi sulle fonti medievali, portolaniche e documentali, e sulle carte nautiche relative al portus sancti Marci

    La Basilica paleocristiana di Uchi Maius = La Basilique paleochretienne d'Uchi Maius

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    Studio sulla basilica paleocristiana di Uchi Maius, che testimonia in modo diretto la presenza della comunità cristiana tra il IV e VI secolo

    Mare Sardum: merci, mercati e scambi marittimi della Sardegna antica

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    Il mare Sardum, il mare che porta in Sardegna, è analizzato in questo volume attraverso lo studio delle fonti letterarie, epigrafiche ed archeologiche. L'isola di Sardegna ci appare aperta alle rotte ed alle correnti culturali dell'Oriente e dell'Occidente a partire dalla navigazione micenea del XIV sec. a.C. Le fonti mitografiche illuminano questo moto pendolare in cui è inserita la grande isola mediterranea. A partire dalla fondazione delle prime città fenicie, nella seconda metà dell'VIII sec. a.C., al periodo del dominio di Cartagine e a quello di Roma, i principali porti sardi sono centri di redistribuzione di merci e culture e poli d'imbarco delle risorse della Sardegna. Nel volume sono studiate le tipologie dei porti isolani, in cui sembra rilevante la localizzazione alla foce dei fiumi e sulle sponde di insenature, destinate a mutarsi in lagune. La documentazione archeologica ed iconografica delle naves sardae è esaminata nella sua interezza, con riferimento particolare alle navi di Sulci e di Olbia. Chiude il lavoro un catalogo dei relitti e dei rinvenimenti subacquei delle coste della Sardegna

    Il Territorio di Oschiri dal periodo romano all'età bizantina

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    Studio sul territorio di Oschiri dal periodo romano all'età bizantina: le fonti antiche sulla romanizzazione, lo stanziamento delle forze armate romane, la viabilità romana, la romanizzazione del territorio, la topografia delle "rovine di Castro", l'insediamento bizantino

    <i>Lixus colonia a Claudio Caesare facta</i>. Rapporto preliminare sulla missione archeologica marocco-italiana (2003-2004)

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    Nel mese di febbraio 2002 è stato siglato tra l’Institut National des Sciences de l’Archéologie et du Patrimoine, la Université Hassan II, Faculté des Lettres et Sciences Humaines, Mohammedia (Maroc) e l’Università di Sassari un protocollo d’accordo relativo alla lettura urbanologica del centro di Lixus per la definizione del forum e degli edifici caratteristici dell’area forense. La ricerca è, dunque, inerente la localizzazione del forum di Lixus attraverso differenti metodi di indagine comprendenti l’analisi delle foto aeree e della cartografia, rilievi geofisici, scavi, rilievi, per giungere alla valorizzazione e all’edizione dell’area indagata

    Qualitative and quantitative analysis of filtering blebs with optical coherence tomography

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    Objective: To provide a qualitative and quantitative analysis of filtering blebs with optical coherence tomography (OCT) in patients after primary trabeculectomy. Design: Evaluation of diagnostic technology. Participants: We retrospectively studied 20 eyes of 20 patients who had a fornix-based flap in primary trabeculectomy: 14 with mitomycin C (MMC) and 6 without MMC. Methods: Filtering blebs were examined using 2 types of OCTs working at a wavelength of 840 and 1310 nm. In this study, we analyzed both the OCT morphologic pattern and the internal structures of blebs, including bleb wall thickness, scleral flap thickness, and the route under the scleral flap, and quantified the reflectivity of the intrableb area. Results: Blebs were classified according to the Hirooka scheme in 3 OCT morphologic patterns: cystoid, diffuse, and layer type. The MMC was associated with the surgical success (100%). A significant association was found between good functionality and cystoid type with both devices: 840-nm OCT (p = 0.02) and 1310-nm OCT (p = 0.04). A significant difference in morphologic patterns was found using the 2 OCTs. There were no significant differences between successful and unsuccessful filtering surgery for intrableb structures. The reflectivity of filtering blebs correlated very well to the postoperative intraocular pressure (IOP; R2 = 0.90; p = 0.001) and to the reduction of IOP (R2 = 0.58; p = 0.001). Our method to quantify the reflectivity showed a significant degree of intergrader consensus (intraclass correlation coefficient = 0.99; < o 0.001). Conclusions: Although 840-nm OCT was not developed to assess the anterior segment, it may be considered a useful tool to evaluate the functionality of blebs in the postoperative period.Objet Présentation d'une analyse qualitative et quantitative des bulles de filtration avec la tomographie par cohérence optique (TCO) des patients après une trabéculotomie primaire. Nature Évaluation de la technologie du diagnostic. Participants Nous avons étudié rétrospectivement 20 yeux de 20 patients qui avaient eu une trabéculotomie primaire avec lambeau à base fornix: 14 avec mitomycine C (MMC) et 6 sans MMC. Méthodes Examen des bulles de filtration avec deux types de TCO travaillant dans une longueur d'onde de 840 nm et 1310 nm. Dans cette étude, nous avons analysé par TCO la configuration morphologique et les structures internes des bulles, y compris l'épaisseur de leurs parois, l'épaisseur du volet scléral et le cheminement sous le rabat scléral, ainsi que quantifié la réflectivité de l'aire bullaire. Résultats Les bulles ont été classifiées selon le schéma Hirooka sous trois modèles morphologiques TCO : types cystoïdes, diffus et en couches. La MMC était associée à la réussite chirurgicale (100 %). L'on a constaté une association significative entre la fonctionnalité et le type cystoïde avec les deux dispositifs : TCO 840-nm (p=0,02) et TCO 1310-nm (p=0,04). L'on a constaté une différence significative entre les modèles morphologiques avec les deux TCO. Il n'y avait pas de différence significative entre les structures bullaires des chirurgies réussies vs. les échecs. La réflectivité de structures bullaires avait une très bonne corrélation avec la PIO postopératoire (R2=0,9;<0,001) et la réduction de la PIO (R2=0,58; p=0,001). Nos méthodes de quantification de la réflectivité ont démontré un important degré de consensus entre les classificateurs (CEC=0,99; p=0,001). Conclusions Bien qu'il ne soit pas développé pour évaluer le segment antérieur, le TCO 840-nm peut être considéré comme outil valide pour évaluer la fonctionnalité des bulles dans la période postopératoire

    A qualitative and quantitative analysis of filtering blebs with optical coherence tomography in patients after primary trabeculectomy

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    Purpose: To provide a qualitative and quantitative analysis of filtering blebs with optical coherence tomography (OCT) in patients after primary trabeculectomy. Methods: We retrospectively studied 27 eyes of 25 patients who had a fornix-based flap in primary trabeculectomy: 21 with mitomycin C (MMC) and 6 without MMC. Successful blebs were defined by intraocular pressure (IOP) ≤ 18 mmHg without medication or additional surgery. Filtering blebs were examined using two types of OCTs working at a wavelength of 840 nm and 1310 nm. In this study, we analyzed the OCT morphological-pattern and quantified the reflectivity of blebs. The period between trabeculectomy and OCT examination ranged from 1 week to 2 years. Results: Blebs were classified on the basis of OCT morphological-pattern into three different categories: cystoid type, diffuse type and layer type. The MMC was associated with successful blebs (100%). A significant association was found between bleb good functionality and cystoid-pattern with both devices: 840-nm OCT (p=0.01) and 1310-nm OCT (p=0.03). The reflectivity of filtering blebs correlated very well to the postoperative IOP (R2= 0.90; p<0.001) and to the reduction of IOP (R2= 0.38; p= 0.001). A significant difference (p= 0.02) in characteristics of bleb morphology was found using 840-nm OCT and 1310-nm OCT. Conclusions: A highly significant association of bleb reflectivity to the degree of functionality could be shown. Although 840-nm OCT was not developed to assess the anterior segment, it may be considered a useful tool to evaluate the functionality of blebs in the post-operative period
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