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Incrementi retributivi e progresssivitĂ del riconoscimento
L'autore discute del sistema retributivo nel settore meccanico alla luce delle modifiche introdotte
LA REGOLAZIONE TRA LEGGE E AUTONOMIA COLLETTIVA
Il tema che ho scelto di affrontare appare di ampia portata e, soprattutto, ri-
guarda uno strumento fondamentale per una virtuosa interrelazione tra il progres-
so tecnologico e un mondo, quello del lavoro, che muta continuamente rimanen-
do tuttavia sempre fondato su taluni valori fondamentali, quali anzitutto quello
della tutela della persona del lavoratore e del suo sviluppo sociale ed economico
fuori e dentro il rapporto di lavoro stesso.
Peraltro esso impatta ancora una volta sugli esiti dei processi di riorganizza-
zione e ristrutturazione del sistema produttivo nel nostro paese, ovviamente già
visti e sviluppatisi in altri modi e in altri tempi, ferma restando una certa difficoltà
a superare il fordism
Sindacato, contratto e conflitto
l’Autore propone, nel ricordo di Giuseppe Santoro-Passarelli, una breve disamina di due questioni problematiche centrali nel dibattito sulle relazioni industriali: la rappresentatività datoriale e la contrattazione aziendale
Diritti sociali e Diritti nel lavoro
L’autore ricostruisce il significato di ciò che si intende per diritti sociali in Europa. Il punto di partenza è l’analisi storica che ci porta dal passato al contesto attuale approfondendo in particolare il contesto italiano
Ancora sui rapporti tra contratti collettivi di diverso livello: autarchia, legge o solo passato che non passa?
tratti collettivi di diverso livello, trattato anche nei principali Manuali di diritto del lavoro1, ebbi la fortuna di leggere un saggio, mai dimenticato, di Riccardo Del Punta2, che proprio quel tema affrontava in modo finalmente definitivo, anche alla luce degli studi e dei Convegni ad esso dedicati dalla nostra Associazione3. In esso veniva ripercorsa efficacemente la storia “giuridica” del rapporto suddetto, ma soprattutto si analizzavano dottrina e giurisprudenza che erano, nel frattempo, giunte a soluzioni che, oggi, paradossalmente, risultano da più parti rigettate: una fra tutte quella per la quale, in linea generale, il contratto collettivo aziendale potesse “derogare” al contratto collettivo, l’allora ancor più enfatizzato “Ccnl”, sulla base di una sorta di combinato-disposto dei criteri, appunto, della posteriorità nel tempo e, innovativamente, della specialità del primo rispetto al secondo.
Tale ricostruzione si fondava tuttavia sull’assioma, di natura economica, politica e sociale del tempo, secondo il quale, nell’ordine tradizionale delle fonti in materia di lavoro4, e delle fonti in generale5, era presupposta la progressione dei trattamenti normativi ed economici per i lavoratori, principio al quale non sfuggiva, ovviamente, il livello aziendale di contrattazione collettiva.
Certo è che, tuttavia, di lì a poco tale ordine sarebbe entrato in crisi, esattamente per gli stessi motivi, di sostenibilità economica, che lo avevano sospinto.
In ogni caso, stando alla ricostruzione dottrinale e giurisprudenziale del tempo, di cui sono esempio talune, significative e plastiche massime6, la questione della deroga della contrattazione e del contratto aziendale rispetto al totem nazionale poteva porsi, sul piano delle relazioni industriali, nel senso che talune grandi imprese (tra cui, guarda un po’, la Fiat) si ponevano come “modello” per il successivo sviluppo della contrattazione collettiva e del contratto nazionale, quanto a contenuti normativi, ma ancor più per la
Insomma, come ben attestato dagli studi di relazioni industriali, il pendolo dei livelli contrattuali ha subito, nel corso del tempo, diverse oscillazioni, nel senso della prevalenza o, meglio, prevalenza politico-sindacale dell’uno o dell’altro. Eppure, il problema giuridico sotteso è rimasto lo stesso, ovvero se e fino a che punto un contratto collettivo successivo avrebbe potuto derogare al precedente
Gli enti bilaterali e la bilateralitĂ molti anni dopo: quale ruolo tra le politiche passive?
Analisi approfondita del testo organico sulle tipologie contrattuali, le politiche attive e le politiche passive del lavoro
IL “DESTINO” DELLE COLLABORAZIONI COORDINATE E CONTINUATIVE DOPO IL JOBS ACT (D.LGS. N. 81/2015)
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