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Giono et l'Odyssée
Naissance de /Odyssée, Giono's first book, is less well known than Le Chant du Monde or Le Hussard sur le toit. Published in 1930, it nonetheless occupies an important spot in his work because it is his approach to literature as a writer, a new Ulysses, the «divine liar », that filters through this novel rendition of the Homeric poem.
This «birth of the Odyssey» is in fact a marvellous metaphor portraying the birth of creative thought and the steps leading from pure inspiration to literature. A journey from the unconscious to the conscious, an initiatory struggle from Pan and Dionysius to Apollo, that transforms Ulysses, the unwilling liar, into a magnificent story-teller, capable of turning reality into something more alluring, endlessly poetic, truly Homeric. And behind the clever and sensual Ulysses appears Giono who plays on reality with a fertile imagination that, from a very early age, feasted on the writings of the major Greek authors. The book sheds light on all the subsequent novels whose characters, simple peasants and shepherds, have the stature of antique heroes.Meno noto de Le Chant du Monde ο de Le Hussard sur le toit, Naissance de l'Odyssée è il primo romanzo di Jean Giono. Pubblicato nel 1930, esso occupa tuttavia un posto importante nella sua opera, poiché da questa inedita rivisitazione del poema omerico traspare tutto il percorso dello scrit- tore, neo Ulisse e «divino mentore». La «nascita dell'Odissea» è infatti una meravigliosa metafora délia nascita del pensiero creatore e délie fasi che conducono dalFispirazione pura alla sua forma letteraria. Un cammino che porta dall'inconscio al conscio attraverso un'iniziazione panica, da Dioniso ad Apollo, e che trasformerà Ulisse, mentore suo malgrado, in magnifico narratore, capace di dare alla realtà uno spessore diverso ed una dismisura poetica autenticamente «omerica». Dietro questo Ulisse astuto e sensuale traspare un Giono che si beffa délia realtà seguendo il filo di un'immagina- zione nutrita, sin dalla gioventù, dalla lettura dei grandi classici greci. Quest'opera offre quindi una vera e propria chiave di lettura dei suoi romanzi successivi, ove tutti i personaggi, dietro agli abiti semplici del pas- tore ο del contadino, celano la levatura degli eroi mitici.Moins connu que Le Chant du Monde ou Le Hussard sur le toit, Naissance de /'Odyssée est le premier roman de Jean Giono. Cet ouvrage, qui paraît en 1930, tient pourtant une place importante dans son œuvre. Car c'est toute la démarche de l'écrivain, nouvel Ulysse, «divin menteur», qui s'inscrit en filigrane dans cette mouture inédite du poème homérique.
Cette «naissance de Y Odyssée» est en fait une merveilleuse métaphore de la naissance de la pensée créatrice, des étapes menant de l'inspiration pure à la mise en forme littéraire. Un cheminement qui mène de l'inconscient au conscient, à travers une initiation panique, de Dionysos à Apollon, et qui transformera Ulysse, menteur malgré lui, en un conteur magnifique, capable de donner à la réalité une autre épaisseur et une démesure poétique, véritablement «homérique». Derrière cet Ulysse rusé et sensuel, transparaît un Giono qui se joue de la réalité au gré d'une imagination ensemencée, dès sa jeunesse, par la lecture des grands auteurs grecs. Aussi cet ouvrage donne-t-il une véritable clé de lecture de ses romans ultérieurs, dont tous les personnages possèdent une stature de héros antiques sous leurs simples habits de bergers ou de paysans.Vulliamy Dominique. Giono et l'Odyssée. In: Gaia : revue interdisciplinaire sur la Grèce Archaïque, numéro 9, 2005. pp. 185-194
Entre tradition et progrès : Jules Brocherel (1871-1954)
Tra tradizione e progresso : Jules Brocherel (1871-1954)
Fotografo, etnografo, linguita, collezionista, pubblicista... Personaggio eclettico che sftigge a una precisa definizione, Jules Brocherel è stata una figura di primo piano nella vita valdostana della prima metà del XX secolo. Si è in effeti interessato a molti campi, ma sempre in relazione alla cultura alpina. Attraverso i suoi scritti ha giocato un ruolo estremamente importante di mediatore di idee nel corso di quei decenni cruciali che segnano il passaggio della Valle d'Aosta da un modo di vita tradizionale alla modernità. Ha cosi contribuito a rafforzare la coscienza di un'identità culturale di questa regione rispetto al mondo contemporaneo
E'nel solco degli orientamenti della cultura ufficiale che Brocherel ha afïrontato l'etnografia dopo la prima guerra mondiale, dedicando gran parte della sua attività alla promozione dell'artigianato e del folclore, assunti come elementi fondamentali per la costruzione di un'immagine turistica della Valle.
Collezionista per vocazione e mercante per necessità, ha rac-colto centinaia di oggetti destinati, in linea di principio a costituire i fondi del Museo della Valle d'Aosta, un progetto che egli non poté perô mai realizzare. La parte più rappresentativa della sua collezione, costituita da più di 400 pezzi, fu acquistata nel 1930 dal Museo Civico di Torino.Photographe, ethnographe, linguiste, collectionneur, publiciste. . . Personnage aux multiples facettes échappant à toute définition, Jules Brocherel a été une figure de tout premier plan dans la vie intellectuelle valdôtaine de la première moitié du XXe siècle. Il s'est en effet intéressé à de nombreux domaines, toujours en relation à la culture alpine. Par ses écrits, il a joué un rôle extrêmement important de «passeur » d'idées au cours de ces décennies cruciales qui marquent le passage, pour le Val d'Aoste, d'un mode de vie traditionnel à la modernité. Il a ainsi contribué à renforcer la conscience de l'identité culturelle de cette région face au monde contemporain.
C'est dans le sillage des orientations de la culture officielle que Brocherel a abordé l'ethnographie après la Première Guerre mondiale. Il a dédié une grande part de son activité à promouvoir l'artisanat et le folklore, considérés comme des éléments fondamentaux pour la construction de l'image touristique de cette vallée.
Collectionneur par vocation et commerçant par nécessité, il a amassé des centaines d'objets destinés, en principe, à constituer le fonds d'un Musée de ta vallée d'Aoste, projet qu'il ne put finalement jamais réaliser. Les objets les plus représentatifs de cette collection (plus de 400) ont été vendus au Museo civico de Turin en 1930.Barberi Sandra, Vulliamy Dominique. Entre tradition et progrès : Jules Brocherel (1871-1954). In: Le Monde alpin et rhodanien. Revue régionale d'ethnologie, n°1-4/2003. Fondateurs et acteurs de l'ethnographie des Alpes, sous la direction de Christian Abry et Alice Joisten. pp. 161-168
Alessandro Roccavilla, ethnographe par hasard
Alessandro Roccavilla, un etnografo per caso.
Alessandro Roccavilla (Moretta 1865-Biella 1929), è un tipico intellettuale di provincia e rappresentante del notabilato locale del suo tempo.
Nel 1909 Lamberto Loria, gli propone di coordinare la raccolta di oggetti in Piemonte e Valle d'Aosta per la Mostra di etnografia italiana di Roma del 191 . Roccavilla riesce a dai vita a una fitta rete di collaboratori locali, reclutati fra parenti, co-noscenti, con l'apporto determinante di molti membri del Club Alpino Italiano, anche perché l'area maggiormente interessata dalla raccolta è proprio quella alpina, dove si concentrano le ricerche e da cui proverrà la maggior parte degli oggetti inviati a Roma.
La predilezione per i prodotti esteticamente più significativi dell'artigianato popolare si iscrive tanto in un interesse per le arti applicate, quanto in un récupéra delle «piccole industrie alpine » da salvaguardare in una logica di sviluppo econo-mico, alternative) e complementare a quello industriale.
La mancata affermazione di un Museo «nazionale » di arti e tradizioni popolari, l'assenza di enti deputati alla conservazione sistematica del patrimonio etnografico su scala régionale, ma ancor più di un interesse culturale e di un'attenzione scientifica per la cultura materiale fanno délia raccolta di Roccavilla un episodio isolato, privo di durature conseguenze e di significative influenze.
La stessa Mostra dell'll -che ci appare oggi, nonostante tutti i suoi limiti, come uri momento alto nella raccolta e co-municazione del patrimonio etnografico -non ha prodotto né una tradizione di studi e di ricerche sulla cultura materiale, alpina e non, né istituzioni museali in grado di competere con la sua spettacolarità e popolarità. Frutto dell'appassionata opéra di molti bravi dilettanti, per lo più — come Roccavilla -«et-nografi per caso », essa ci ha fortunatamente lasciato una si-gnificativa collezione, che coesiste con le moite raccolte e i piccoli musei locali, sorti negli ultimi decenni in un contesto profondamente mutato, ma nuovamente privi -salvo episodi isolati -del sostegno e indirizzo di un metodo scientifico e di un impegno di tutela sistematico. Per trovare esiti diversi è ne-cessario indirizzarsi all'opera dei linguisti e dei dialettologi, la cui ricerca non ha prodotto collezioni e musei, ma una documentazione fotografica e lessicale sulla cultura materiale che, in Italia almeno, resta forse la fonte più significativa per la conoscenza delle tradizioni popolari non solo in ambito alpino.Ciambelli Patrizia, Jalla Daniele, Vulliamy Dominique. Alessandro Roccavilla, ethnographe par hasard. In: Le Monde alpin et rhodanien. Revue régionale d'ethnologie, n°1-4/2003. Fondateurs et acteurs de l'ethnographie des Alpes, sous la direction de Christian Abry et Alice Joisten. pp. 169-190
Somatic mosaicism and common genetic variation contribute to the risk of very-early-onset inflammatory bowel disease
Very-early-onset inflammatory bowel disease (VEO-IBD) is a heterogeneous phenotype associated with a spectrum of rare Mendelian disorders. Here, we perform whole-exome-sequencing and genome-wide genotyping in 145 patients (median age-at-diagnosis of 3.5 years), in whom no Mendelian disorders were clinically suspected. In five patients we detect a primary immunodeficiency or enteropathy, with clinical consequences (XIAP, CYBA, SH2D1A, PCSK1). We also present a case study of a VEO-IBD patient with a mosaic de novo, pathogenic allele in CYBB. The mutation is present in ~70% of phagocytes and sufficient to result in defective bacterial handling but not life-threatening infections. Finally, we show that VEO-IBD patients have, on average, higher IBD polygenic risk scores than population controls (99 patients and 18,780 controls; P < 4 × 10-10), and replicate this finding in an independent cohort of VEO-IBD cases and controls (117 patients and 2,603 controls; P < 5 × 10-10). This discovery indicates that a polygenic component operates in VEO-IBD pathogenesis