33 research outputs found

    Formazione, politiche regionali e governance multilivello Uno sguardo all’esperienza pugliese

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    Ponencia en Congreso InternacionalQuesto contributo intende proporre una lettura critico-ricostruttiva del tema poliedrico della formazione con riferimento alle logiche che animano e/o condizionano l’azione degli attori politico-istituzionali a livello regionale ed ai (possibili) riflessi di questa azione sulle relazioni sindacali, in un ambito cruciale della c.d. società della conoscenza. A questo fine, una breve disamina del quadro normativo nazionale e delle politiche dell’Unione europea consentirà di individuare talune questioni di importanza strategica nell’azione di governo regionale e, più in generale, di mettere meglio a fuoco le complesse dinamiche di governance locale ed il ruolo che vi possono svolgere sia attori tradizionalmente presenti sul territorio (ad es. i sindacati), sia quelli comparsi più di recente (ad es. le università).Universidad de Málaga. Campus de Excelencia Internacional Andalucía Tech

    La ‘vittimizzazione’ collegata alla discriminazione fondata sul sesso

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    Nel commentare una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea in materia di vittimizzazione, ovvero di comportamento ritorsivo collegato al trattamento discriminatorio in ragione del sesso, l’Autrice ne sottolinea l’importanza in relazione all’obbiettivo della effettività dell’attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento tra uomini e donne in materia di occupazione e di impiego. L’ipotesi avanzata è che la fattispecie di vittimizzazione si presti a includere ogni forma di attivazione da parte dei dipendenti o di loro rappresentanti volta a ottenere il rispetto del principio della parità di trattamento, in coerenza con le finalità della tutela antidiscriminatoria, peraltro da intendere in senso ampio, visto che anche le direttive che non riguardano che non riguardano solo il genere (ad es., la Direttiva n. 2000/78) contemplano disposizioni mirate a proteggere da qualunque trattamento sfavorevole quale reazione a un reclamo o a un’azione legale volta a ottenere il rispetto del principio della parità di trattamento non solo di gener

    Trattamento pensionistico della lavoratrice a tempo parziale e discriminazione indiretta fondata sul sesso

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    l contributo commenta una sentenza con la quale la Corte di giustizia dell’Unione europea è tornata ad occuparsi di discriminazioni di genere indirette e prestazioni previdenziali e, in particolare, di modalità di calcolo per la determinazione dell’importo della pensione di vecchiaia di una lavoratrice part-time nel sistema spagnolo di sicurezza sociale L’analisi della sentenza offre lo spunto per una breve ricostruzione dell’evoluzione del diritto antidiscriminatorio in un ambito caratterizzato dal rilievo sia di finalità di natura occupazionale, sia di obiettivi di politica sociale, come quelli volti a favorire la conciliazione tra vita professionale e vita lavorativa. Alla luce del quadro problematico brevemente richiamato, particolare attenzione è dedicata al concreto operare del principio pro rata temporis e, in conclusione, alle questioni concernenti il rilievo della prova statistica in relazione alla sussistenza di disparità di effetti svantaggiosi collegati al sesso con riferimento al tradizionale maggiore utilizzo del contratto di lavoro a tempo parziale da parte delle donne

    I rapporti tra il diritto sindacale e le trasformazioni dei sistemi giuridici centrorientali: un'analisi comparata (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacca)

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    Dottorato di ricerca in diritto comunitario e comparato del lavoro. 7. ciclo. Coordinatore G. G. BalandiConsiglio Nazionale delle Ricerche - Biblioteca Centrale - P.le Aldo Moro, 7, Rome; Biblioteca Nazionale Centrale - P.za Cavalleggeri, 1, Florence / CNR - Consiglio Nazionale delle RichercheSIGLEITItal

    Gianni Garofalo e l’idea di Università autonoma e partecipata

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    Attraverso il ricordo di Gianni Garofalo e il suo impegno accademico, il contributo richiama alcune tappe della evoluzione del sistema universitario e tratteggia alcune criticità che, soprattutto a seguito delle vicende politico-sindacali collegate alla emanazione della legge n. 240/2010 (c.d. Riforma Gelmini), hanno influito sui tratti di organizzazione e di funzione delle università italiane. Al centro della breve riflessione, l'Autrice colloca il concetto di autonomia e le difficoltà collegate ad attivare congrue forme di partecipazione della comunità di riferimento, sia in fase di elaborazione politica, sia in quella più propriamente gestionale ovvero di governance. Difficoltà che si riverberano sulla missione istituzionale delle università, specie in termini di responsabilità sociale rispetto ai bisogni formativi e di innovazione dei territori
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