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    Ipovitaminosi D in eta' evolutiva. Valutazione dello stato vitaminico ed analisi dei fattori di rischio di deficienza/insufficienza di vitamina D in un gruppo di bambini, adolescenti e giovani adulti.

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    Premessa. Recenti evidenze hanno sottolineato come uno stato vitaminico D adeguato sia importante in età pediatrica, sia per le classiche azioni che la vitamina D esercita a livello scheletrico, sia per tutta una serie di nuove azioni “extrascheletriche”. Diversi studi riportano un’elevata prevalenza di ipovitaminosi D in molti paesi; in particolare, sono noti diversi fattori di rischio capaci di influenzare negativamente lo stato vitaminico del bambino e dell’adolescente. I principali fattori di rischio modificabili sono la scarsa esposizione solare, l’obesità e la mancata profilassi con vitamina D. Ad oggi, pochi studi hanno analizzato la prevalenza dell’ipovitaminosi D in età evolutiva in Italia e il ruolo dei diversi fattori di rischio nell’influenzare lo stato vitaminico D dei bambini, degli adolescenti e dei giovani adulti italiani. Scopi dello studio. Valutazione dello stato vitaminico D e del metabolismo fosfo-calcico in un gruppo di bambini, adolescenti e giovani adulti residenti nell’area pisana. Valutazione della prevalenza di deficienza/insufficienza di vitamina D in età evolutiva. Analisi dei principali fattori di rischio di sviluppare ipovitaminosi D in età evolutiva. Pazienti. Nel presente studio sono stati esaminati 652 pazienti, reclutati nel periodo compreso tra Ottobre 2010 e Dicembre 2012 presso la Sezione di Endocrinologia Pediatrica e il Reparto di Degenza della Pediatria di Pisa. I pazienti analizzati sono stati suddivisi nelle seguenti classi di età: bambini (n = 283, età compresa tra 2.0-10.9 anni), adolescenti (n = 248, età compresa tra 11.0-17.9 anni), giovani adulti (n = 121, età compresa tra 18.0-21.0 anni). Al momento della valutazione, nessun paziente aveva ricevuto supplementazione con vitamina D nei 12 mesi precedenti. Metodi. Il protocollo di studio ha previsto la valutazione, mediante prelievo venoso, dei livelli di 25-idrossivitamina D (25-OH-D), 1,25-diidrossivitamina D [1,25(OH)2D], paratormone (PTH), calcio e fosforo. Lo stato vitaminico D è stato valutato in base ai livelli circolanti di 25-OH-D, secondo i cut off di riferimento proposti dall’Endocrine Society (deficienza per valori di 25-OH-D < 20 ng/ml, insufficienza per valori di 25-OH-D compresi tra 20 e 30 ng/ml, ipovitaminosi per valori di 25-OH-D inferiori a 30 ng/ml, sufficienza per 25-OH-D ≥ 30 ng/ml). La valutazione dei diversi fattori di rischio di sviluppare ipovitaminosi D è stata effettuata mediante la somministrazione di un questionario. I dati sulle abitudini alimentari raccolti sono stati elaborati per mezzo di un software specifico per l’analisi alimentare (questionari completi 342/652, 52.4%). Risultati. Dall’analisi del campione intero è emersa un’elevata prevalenza di ipovitaminosi D (79.4%), con percentuali di deficienza e di insufficienza rispettivamente del 45.7% e del 33.7%. I livelli medi circolanti di 25-OH-D sono risultati 22.6 ± 11.0 ng/ml. Gli adolescenti presentavano livelli medi di 25-OH-D inferiori ai bambini e ai giovani adulti (rispettivamente 21.3 ± 10.2 ng/ml, 23.9 ± 11.5 ng/ml, 22.5 ± 11.1 ng/ml, p=0.030). La stagione di esecuzione del prelievo influenzava lo stato vitaminico D, con livelli di 25-OH-D massimi in estate e minimi in primavera (28.8 ± 13.0 ng/ml vs 19.6 ± 8.7 ng/ml, p 30 giorni (91.8%, 79.6%, 80.9%, p=0.001). L’applicazione regolare di filtri solari determinava, nei soggetti esposti al sole > 30 giorni, livelli inferiori di 25-OH-D rispetto ai soggetti che non utilizzavano o facevano uso occasionale dei filtri (20.2 ± 7.5 ng/ml vs 23.6 ± 9.3 ng/ml, p=0.019). Il sesso e la residenza non influenzavano lo stato vitaminico D. Mediante regressione logistica, i fattori di rischio di ipovitaminosi D sono risultati la stagione del prelievo (autunno OR 5.72, inverno OR 15.32, primavera OR 16.57 vs estate), lo stato ponderale (sovrappeso OR 6.51, obesità OR 4.61 vs normopeso), l’esposizione solare ( 15 giorni), l’utilizzo regolare di filtri solari (OR 2.35 vs no-occasionale). I livelli di 25-OH-D correlavano inversamente con i valori di PTH (R2=0.12, p 65 pg/ml). Di questi, 36 (82%) presentavano livelli di 25-OH-D nel range della deficienza, mentre 8 (18%) presentavano una condizione di iperparatiroidismo secondario già nel range dell’insufficienza di vitamina D. Per quanto riguarda l’analisi dei livelli di calcio, fosforo e 1,25(OH)2D in base allo stato vitaminico, ad eccezione dei bambini in cui i livelli di calcio risultavano significativamente superiori nei soggetti con stato vitaminico sufficiente, negli adolescenti e nei giovani adulti non emergevano differenze significative. Dall’analisi alimentare emergeva che i bambini presentavano apporti medi giornalieri di calcio inferiori rispetto ad adolescenti e giovani adulti (rispettivamente 508.9 ± 177.9, 549.8 ± 206.6, 817.4 ± 463.5 mg/die, p<0.0001). Gli apporti giornalieri medi di vitamina D con la dieta risultavano trascurabili in tutti i gruppi di età . Conclusioni. I pazienti in età evolutiva (2-21 anni) residenti nell’area pisana non sottoposti a profilassi con vitamina D presentano un’elevata prevalenza di ipovitaminosi D, in particolare durante l’adolescenza. L’ipovitaminosi D può ripercuotersi negativamente sulla salute ossea del bambino e dell’adolescente, in quanto può portare all’instaurarsi di iperparatiroidismo secondario. Dato il riscontro di casi di iperpara-tiroidismo anche nella fascia dell’insufficienza di vitamina D, si consiglia di considerare livelli di 25-OH-D > 30 ng/ml come espressione di uno stato vitaminico D ottimale. Alla latitudine di Pisa, i fattori che maggiormente influenzano lo stato vitaminico D sono le stagioni dell’anno (inverno-primavera), l’etnia non caucasica, la scarsa esposizione solare durante l’estate, l’utilizzo regolare di filtri solari e l’eccesso ponderale. L’apporto dietetico di vitamina D è risultato trascurabile, confermando come l’esposizione alla luce solare rappresenti la forma principale di approvvigionamento di vitamina D. Nei soggetti in cui sono presenti uno o più fattori di rischio di ipovitaminosi D appare opportuno promuovere un’adeguata profilassi con vitamina D

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