59 research outputs found

    L' "Uomo nuovo" nella politica europea tra le due guerre

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    This essay examines the centrality of the ‘new man’ theme in the fascist and pro-fascist move­ment and regime of the interwar period. In par­ticular, it emphasizes the link between the rapid and massive social and economic changes affect­ing Europe since the end of the 1800s and the attempt to provide a policy answer to the fear of moral decadence and physical degeneration, not­ing that these same transformations gave birth to large sectors of public opinion.Il saggio prende in esame la centralità del tema dell’Uomo nuovo nei movimenti e nei regimi fasci­sti e filofascisti tra le due guerre. In particolare, viene messo in rilievo il legame tra le rapide e imponenti trasformazioni sociali ed economiche che colpisco­no l’Europa a partire dalla fine dell’800, e il tenta­tivo di fornire una risposta politica al timore della decadenza morale e della degenerazione fisica che queste stesse trasformazioni fanno nascere in ampi settori dell’opinione pubblica.Il saggio prende in esame la centralità del tema dell’Uomo nuovo nei movimenti e nei regimi fasci­sti e filofascisti tra le due guerre. In particolare, viene messo in rilievo il legame tra le rapide e imponenti trasformazioni sociali ed economiche che colpisco­no l’Europa a partire dalla fine dell’800, e il tenta­tivo di fornire una risposta politica al timore della decadenza morale e della degenerazione fisica che queste stesse trasformazioni fanno nascere in ampi settori dell’opinione pubblica

    Education of clinical reasoning in patients with multimorbidity: a scoping review and perspectives for technology-enhanced learning

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    Multimorbidity is defined as the co-existence of two or more chronic diseases in a patient, and it is increasing in prevalence. This condition poses new problems for clinical reasoning. Few studies inquire regarding the construct of reasoning in multimorbidity and the teaching/learning methods. The objectives of this scoping review were searching for a definition of the construct of clinical reasoning in multimorbidity and the related learning methods, and special ways in which information technology can help. We searched PubMed, Scopus, ERIC and CORE databases. After an iterative process of selection and thematic analysis, we selected 30 articles, that were thematized in three classes: the multimorbid patient as a teacher (8 articles), defining a framework of competence (11 articles), representing multimorbidity and related clinical reasoning (11 articles). In this last theme were also grouped studies using technology to enhance learning. The construct of clinical reasoning in multimorbidity expands over three domains: clinical (including managing uncertainty, anticipating, and detecting evolutions and conflicting guidelines, and setting priorities); relational (concerning communicating uncertainty and developing a feasible, shared plan of care with the patient; organizational) (managing the wide system of resources needed to take care of a multimorbid patient). The preferred teaching methods are based on the encounter with real or expert patients, technology enhanced case-based learning and graphical representations of clinical cases. Perspectives of research should be addressed to permit the learner to experience a patient's life-long experience by moving forward and back over time while exploring interactions among diseases and social determinants with respect to possibly conflicting treatments. Perspectives on rich, technology-enhanced simulations should be researched

    Grande Guerra e Novecento. La storia che ha cambiato il mondo

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    Per l’inedita combinazione tra guerra e tecnica, la prima guerra mondiale rappresenta una vera e propria svolta epocale nel XX secolo: nel volgere di pochi anni, un numero impressionante di straordinarie invenzioni modifica radicalmente non solo lo stile di vita e i comportamenti collettivi, ma anche la concezione e la pratica stessa della guerra. Nella Grande guerra si uccide da lontano. Per questo, se diventa sempre più normale veder morire le persone, è nello stesso tempo sempre più difficile vederle nel momento in cui le si uccide. È in questo contesto che muta anche la vita al fronte, caratterizzata dall’angoscia dell’assalto alle trincee nemiche protette da muri di filo spinato e mitragliatrici, dai bombardamenti incessanti e da una disciplina militare spietata. Alla solidarietà tra soldati e ufficiali, si affianca e si contrappone così il dramma degli ammutinamenti, dell’autolesionismo e dell’automutilazione. Ma non c’è soltanto la prima linea. Ci sono anche le retrovie, c’è il «fronte interno». E ci sono anche tutti coloro che sono stati rapidamente «dimenticati» dalla storia: i civili delle zone di frontiera, i prigionieri di guerra nei campi di internamento, i soldati mutilati o addirittura sfigurati nel corso dei combattimenti. Per tutto questo, la Grande guerra, prima «guerra totale», rappresenta un vero e proprio «laboratorio» del Novecento che, se da una parte accelera la modernizzazione dell’intera società europea, dall’altra anticipa alcuni elementi che rendono pensabili, e di lì a poco realizzabili, i regimi totalitari. Da quel momento, il volto del mondo non è stato più lo stess

    La genesi della guerra non ortodossa al comunismo e della strategia della tensione

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    Il saggio - La genesi della guerra non ortodossa al comunismo e della strategia della tensione - affronta inizialmente il tema della "guerra rivoluzionaria", nei suoi presupposti teorici e politici, cos\uec come vengono discussi nell'ambito del movimento comunista internazionale. Successivamente, passa all'analisi della risposta che le viene data sul versante della lotta al comunismo. In particolare, si prendono in esame i presupposti teorici e politici della "guerra contro-rivoluzionaria", discussa nei comandi militari dei paesi occidentali, e la sua influenza sul neofascismo italiano. Ci si sofferma infine sul rapporto tra linguaggio politico e linguaggio medico, che costituisce una delle caratteristiche forse pi\uf9 interessanti rispetto all'individuazione degli strumenti e delle modalit\ue0 con cui agire per contrastare l'espansione e l'influenza del comunismo, da parte dei teorici della "guerra contro-rivoluzionaria" nella seconda met\ue0 del '900

    Partiti e cittadinanza: un rapporto controverso

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    La storia politica dell'Italia repubblicana, così com'è stata letta nei fondamentali studi di Pietro Scoppola, ha messo in luce come un’educazione appropriata ai doveri di cittadinanza sia stata in Italia limitata dallo scontro radicale tra le maggiori forze politiche. L’approvazione quasi unanime della Costituzione e la capacità di ritrovare l’unità di fronte ai pericoli per la tenuta del sistema democratico che si sono presentati più volte nel corso della seconda metà del '900 hanno certamente dimostrato l’esistenza di una comune lealtà di fondo al di là delle profonde divisioni. E tuttavia in quest’opera di educazione collettiva ognuno dei contendenti ha tentato di perseguire i propri interessi di parte nella convinzione che fossero coincidenti e pienamente sovrapponibili a quelli dell'intera nazione. Ciò ha contribuito a far sì che gli italiani fossero sollecitati a non considerare la cittadinanza come acquisizione e patrimonio comune, ma in funzione delle appartenenze politiche. Tutto ciò ha ostacolato la diffusione di un’etica collettiva regolata non solo dal do ut des, ma pure dall’identificazione con le ragioni degli altri componenti della comunità. «Una cittadinanza contraddetta quotidianamente come esercizio dei diritti – ha d'altronde sottolineato Pietro Scoppola – svanisce anche come senso del dovere e della responsabilità»

    I populismi e la fragilit\ue0 della democrazia

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    La fragilit\ue0 della democrazia emerge innanzitutto in due momenti topici. Il primo, quando il sistema democratico perde la propria legittimazione di fronte alla maggior parte dei cittadini; in questo caso, rischia di degenerare in un sistema autoritario di tipo fascista, in cui la prassi elettorale perde di significato, l\u2019espulsione dell\u2019avversario dai giochi politici viene accompagnata dall\u2019esercizio della violenza nei suoi confronti, magari in base a criteri da processi di esclusione su base razziale, politica, o religiosa. Il secondo momento si ha quando la democrazia, agli occhi dei cittadini, perde non la propria legittimazione - perch\ue9 la maggioranza degli elettori continua a credere nella bont\ue0 di fondo della prassi democratica - ma la fiducia nella capacit\ue0 della classe politica di rappresentare le vere esigenze collettive. \uc8 proprio in questo caso che possono prendere forza movimenti populisti

    Violenza politica e ideologia: la sinistra radicale e la memoria degli \u201canni di piombo\u201d

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    La memorialistica degli ex-militanti della sinistra rivoluzionaria ha privilegiato da sempre, e continua a privilegiare ancora oggi, una lettura della violenza politica negli anni \u201970 sostanzialmente come strumento di difesa contro uno Stato tendenzialmente autoritario e una democrazia puramente di facciata. Vengono cos\uec dimenticate le ragioni rivoluzionarie di quella scelta; viene cio\ue8 messa in evidenza la violenza subita da parte dello Stato o delle formazioni neo-fasciste, mentre solo molto raramente si discute anche di quella voluta, preparata e praticata contro gli avversari, perch\ue9 considerata elemento essenziale all\u2019interno del proprio progetto di rivolgimento violento della societ\ue0
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