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Il recupero della qualit\ue0 del sonno nell'anziano
L\u2019invecchiamento \ue8 caratterizzato da varie modificazioni della qualit\ue0, oltre che dell\u2019architettura del sonno, in particolare la cospicua diminuzione della capacit\ue0 di iniziare e mantenere il sonno, la diminuzione della proporzione di sonno lento e di sonno REM, la sonnolenza diurna e la disorganizzazione della regolazione circadiana del ritmo sonno-veglia. Queste modificazioni, presenti da sole o in combinazione con specifici disturbi del sonno, sono spesso associate a un deterioramento delle funzioni cognitive, in particolare la memoria. Alcune strategie di stabilizzazione della ritmicit\ue0 circadiana della qualit\ue0 del sonno, basate su metodiche comportamentali definibili come di \u201cigiene del sonno\u201d, si sono rivelate efficaci, specie se abbinate ad altri interventi di tipo crono-, foto-o farmaco-terapico, per il recupero della qualit\ue0 del sonno e, in via mediata, dell\u2019efficienza cognitiva sia negli anziani home-dwelling che, soprattutto, negli anziani community-dwelling. Per questi ultimi, in particolare, \ue8 stata dimostrata l\u2019efficacia di strategie che prevedono l\u2019incremento delle attivit\ue0 quotidiane di tipo routinario all\u2019interno dell\u2019organizzazione delle strutture residenziali
Effetti di consolidazione della riattivazione di informazioni dichiarative nell'elaborazione delle attivit\ue0 mentali durante il sonno.
Il capitolo del volume esamina le indicazioni sperimentali neurofisiologiche e comportamentali a favore dell\u2019ipotesi generale secondo la quale il sonno ha un ruolo attivo nel processo di consolidazione di nuove informazioni sia di tipo procedurale che dichiarativo.
Questo ruolo attivo si manifesta sia come incremento specifico del grado di consolidazione raggiunto nel periodo di veglia precedente al sonno, sia come consolidazione di contenuti di attivit\ue0 mentali elaborate durante il sonno (AMS). Le ricerche sperimentali eseguite dagli autori sul richiamo differito dei contenuti di distinte AMS della stessa notte indicano che durante il sonno ha luogo una frequente riattivazione di informazioni dichiarative (sia semantiche che episodiche) e che l\u2019elaborazione cui sono sottoposte per essere inserite come contenuti (anche ricorrenti: interrelated contents) nelle AMS produce un cospicuo effetto di consolidazione analogo a quello prodotto dai processi cognitivi coinvolti nel c.d. generation effect in condizioni di veglia. Il generation effect corrisponde alla miglior ritenzione a lungo termine delle informazioni elaborate in modo attivo dal soggetto \u2013 in compiti come la soluzione di anagrammi o la traduzione da una lingua all\u2019altra - rispetto alle informazioni acquisite in modo passivo \u2013 attraverso la lettura di un testo gi\ue0 tradotto o l\u2019osservazione di anagrammi gi\ue0 risolti. Coerentemente con questa ipotesi i contenuti identici o molto simili (\u201cinterrelati\u201d) che risultano dall\u2019 elaborazione ripetuta delle stesse informazioni in diverse AMS della stessa notte sono ricordati pi\uf9 frequentemente degli altri contenuti al mattino successivo
Sonno, ritmi circadiani e processi di memoria nell\u2019anziano.
L\u2019invecchiamento \ue8 caratterizzato da varie modificazioni della qualit\ue0 e dell\u2019architettura del sonno, in particolare la frammentazione del sonno, la diminuzione della proporzione di sonno lento e di sonno REM, la sonnolenza diurna e la disorganizzazione della regolazione circadiana del ritmo sonno-veglia. Queste modificazioni, presenti da sole o in combinazione con specifici disturbi del sonno, sono spesso associate a un deterioramento delle funzioni cognitive, in particolare la memoria sia dichiarativa che non-dichiarativa. Alcune strategie di stabilizzazione della ritmicit\ue0 circadiana della qualit\ue0 del sonno, basate su metodiche comportamentali di \u201cigiene del sonno\u201d, sono abbastanza efficaci per il recupero della qualit\ue0 del sonno e, in via mediata, dell\u2019efficienza cognitiva negli anziani in regime familiare che, soprattutto, in regime residenzial
Dream enactment and violent behaviour during REM sleep: a new forensic and psychophysiological issue
Violent behaviour during an RBD episode is usually interpreted as due to an enactment of aggressive contents of dream experience in patients with neurodegenerative disease or narcolepsy with cataplexy (NC). RBD may have important forensic implications, given the potentially harmful consequences of the enacted dream for the bed-partner or the patient him/herself, but in a "noninsane" condition. Indeed, a patientl with RBD acts within the bounds of the dream and is unaware of the surroundings, and thus may not form intentions or appreciate the personal or interpersonal consequences of his/her behaviour
Modificazioni del sonno e processi di memoria nell’anziano.
L’invecchiamento è associato a varie modifiche nell’architettura del sonno, di cui le più importanti nell’anziano sano sono rappresentate dalla diminuzione della capacità di iniziare e consolidare il sonno e dalla diminuzione della proporzione di sonno lento e di sonno REM. Tutte queste modifiche sono risultate in alcune ricerche associate a perdite di efficienza di una o più funzioni cognitive. La documentata esistenza di relazioni tra le caratteristiche del sonno e il livello di consolidazione off-line di nuove informazioni è alla base dell’interesse di accertare come le modifiche età -correlate dell’architettura del sonno influenzino il processo di consolidazione dei due tipi principali di informazioni (dichiarative e procedurali). I risultati di recenti ricerche sperimentali e cliniche convergono nell’indicare che l’efficienza del processo di consolidazione del sonno diminuisce in modo progressivo (e prima per le conoscenze procedurali rispetto a quelle dichiarative) nell’invecchiamento fisiologico e in modo più brusco nell’invecchiamento patologico, contrassegnato spesso da specifici disturbi del sonno
Sonno e memoria nell'anziano
Il capitolo del volume esamina le indicazioni sperimentali, cliniche ed epidemiologiche circa le relazioni tra il processo di invecchiamento in ambito cognitivo e le modificazioni nella qualità , quantità e architettura del sonno nell’anziano. Viene documentata, in particolare, la convergenza di indicazioni a proposito delle relazioni tra le caratteristiche del sonno e il livello di consolidazione off-line di nuove informazioni. Queste relazioni giustificano l’interesse teorico di approfondire le attuali conoscenze circa l’influenza delle modificazioni correlate con l’età dell’architettura del sonno sulla consolidazione dei due tipi principali di informazioni (dichiarative e procedurali). I risultati di recenti ricerche sperimentali degli autori convergono nell’indicare che la funzione di consolidazione del sonno diminuisce in modo progressivo (e prima per le conoscenze procedurali rispetto a quelle dichiarative) nell’invecchiamento c.d. fisiologico, ovvero senza patologie di tipo neurodegenerativo, vascolare o metabolico
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