33 research outputs found
Introduzione
Nata da una formula che mira a unire scrittori e studiosi della letteratura italiana ebraica e stabilire punti di contatto con la Storia e con altre realtà ebraiche e non, il convegno ‘Ebrei migranti: le voci della diaspora’, che si è tenuto ad Istanbul dal 23 al 27 giugno 2010 è il quarto di una serie iniziata ad Amsterdam nel 2006 e proseguita a Varsavia (2007), Roma (2007) e Trento (2011)
Introduzione
Nata da una formula che mira a unire scrittori e studiosi della letteratura italiana ebraica e stabilire punti di contatto con la Storia e con altre realtà ebraiche e non, il convegno ‘Ebrei migranti: le voci della diaspora’, che si è tenuto ad Istanbul dal 23 al 27 giugno 2010 è il quarto di una serie iniziata ad Amsterdam nel 2006 e proseguita a Varsavia (2007), Roma (2007) e Trento (2011)
Preface
I would like to begin with a very short quote. I liked it so much that I did not want to leave it out, though I could not find the right place for it. Gini Alhadeff, a writer born in Alexandria, Egypt and living in Tuscany, writes in her autobiographical The Sun at Midday (1997): “The Sephardi Mediterranean from which I come is a world of many languages and no borders” (1997, 3). In much the same way, the Icojil conferences have no borders even though they have a common language acting as a spotlight: the Italian. But it is the Italian of many writers born in, among others, Italy, Hungary, Israel, Greece, Turkey, Bulgaria, Lybia, Syria, Lebanon, Egypt, Germany, and scholars working in still more countries
Introduzione: particolarità e ricchezza della letteratura italoebraica
Gli ebrei d’Italia occupano all’interno dell’ebraismo un posto particolare. In maggioranza, non appartengono né ai sefardim (ebrei spagnoli) né agli azhkenazim, ma fanno gruppo a parte, anche se arricchita nel corso dei secoli di immigrazioni da altri paesi, come la Spagna (dopo il 1492) e la Germania. Ciò non vale solo per la storica provenienza, ma anche per il loro minhag (tradizione liturgica), di cui in Piemonte è rappresentato, accanto ai predetti tre gruppi, un rito interamente a sé stante, detto di APAM (anacrostico di Asti, Fossano – ‘p’ e ‘f’ sono espresse dalla stessa lettera ‘פ’ in ebraico – e Moncalvo). Strettamente parlando, gli ebrei italiani o italkim non appartengono nemmeno a pieno titolo al mondo della galut, alla diaspora, perché la loro presenza in Italia data da ben prima della distruzione del Tempio di Gerusalemme da parte di Tito (70 E.C.). Infine, si potrà dire che hanno vissuto in Italia più a lungo degli stessi italiani, indicazione che potrebbe valere per la popolazione della penisola forse a partire del settimo secolo dell’Era Comune
Juweeltje uit middeleeuws Milaan: Els Jongeneel bezorgt Bonvesin
Recensie van: Bonvesin da la Riva, Over de vijftig tafelmanieren, vertaald en van een inleiding voorzien door Els Jongeneel, Ten Post, Factotum Pers, 2016, 39 p., ISBN: 978908240661
Dante in Afrikaans : The “Magnus Labor” of Delamaine Du Toit (1921-2016)
Dopo aver accennato alle più importanti traduzioni della Divina Commedia in neerlandese fra il XX e l’inizio del XXI secolo, l’articolo si concentra sulla traduzione del poema dantesco in afrikaans ad opera di Delamaine A.H. du Toit (1921-2016) nel periodo compreso fra il 1990 e il 2002. L’analisi di alcuni brani di questa traduzione, tratti da ciascuna delle tre cantiche, permette non solo di esaminare gli aspetti più complessi del testo e le scelte del traduttore, indicando a volte possibili soluzioni alternative, ma anche di esplorare il terreno comune in cui si sono sviluppati il neerlandese e l’afrikaans e di sottolineare l’importanza della traduzione come fonte di arricchimento per la lingua e la cultura ricevente
Primo Levi, Giorgio Pressburger e Israele
Primo Levi, ebreo non religioso, ha sentito ciò nonostante un forte legame emotivo con lo Stato di Israele, che ha cercato di difendere nella crisi degli anni ’60, ma poi ha criticato negli anni ’70 e maggiormente negli anni della campagna ‘Pace in Israele’ e anni successivi. Infatti, tra il 1982 e il 1986 uscirono una quindicina di interviste, articoli ed altri scritti polemici contro il governo israeliano di Begin e Sharon. Questi gli valsero le riserve e perplessità di conoscenti dell’ambiente ebraico italiano e di Giorgio Pressburger, che ne fece un ritratto di suicida in un suo cortometraggio nonché nel suo romanzo-poema Nel regno oscuro
Primo Levi in the Seventies: "letterato" or "impegnato"?
Primo Levi does not seem to be one of the most characteristic authors of the seventies. He did not partake in any discussion on the present and the future of the historical novel nor in political debates on the position of the intellectual. He was a leftist intellectual, and as a Jew, he was a secular one. In Italian literature he was rather considered an amateur writer. In his life, though, the seventies form a crucial period. He published important books, mostly dealing with technology and science. His decision to retire from professional work at SIVA gave Levi the chance to become a full-time writer and to collaborate with La Stampa with articles on the shoah, revisionism and many other subjects
La parola ai musei
Fra i musei dedicati alle minoranze etniche, quelli ebraici hanno plurime funzioni: informare il pubblico sull’ebraismo o sulla cultura ebraica locale scomparsa o meno, ma anche quelle di testimonianza e ricordo. Importanti sono dunque le scelte da fare, e in particolare, è di rilievo la
domanda quale posto riservarci alla Shoah. Le tecniche moderne permettono di mettere anche il computer e l’internet al servizio dell’informazione e del dialogo col pubblico. Benché non vi manchino idee e buona volontà, l’Italia non è certo all’avanguardia fra i vari Paesi dell’Occidente nell’ideazione di musei e luoghi di memoria ebraici