30 research outputs found

    La Sardegna vandalica e bizantina

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    Sommario: 1. La migrazione dei Vandali. - 2. Il regno vandalico d'Africa. - 3. I Vandali e la Sardegna. - 4. La fine del regno vandalico d'Africa e la conquista bizantina della Sardegna. - 5. La Sardegna bizantina

    Archeologia subacquea in Sardegna tra sperimentazione e nuove prospettive

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    Il mare della Sardegna è stato una delle prime “palestre” in cui l’archeologia subacquea ha mosso i primi passi. Nel 1957 il Centro Sperimentale di Archeologia Sottomarina di Albenga diede all’Italia il primato nell’allestimento di una nave adattata alle ricerche sottomarine, la Daino. In quello stesso 1957 avveniva la segnalazione del relitto di Spargi e il Centro di Albenga sperimentò, per la prima volta, uno scavo subacqueo metodologicamente corretto, con la presenza di archeologi sul campo, impegnati in tutte le varie fasi di scavo e documentazione. The sea of Sardinia was one of the first gyms in which underwater archeology has taken the first steps. In 1957 the Centro Sperimentale di Albenga Submarine Archeology gave Italy the primacy in the preparation of a vessel adapted to underwater research, the “Daino”. In that same 1957 report the wreck occurred “Spargi” and the Center of Albenga experienced, for the first time, an underwater excavation methodologically sound, with the presence of archaeologists in the field, engaged in all phases of excavation and documentation. 

    Le Diocesi rurali della <i>Proconsularis</i> e della <i>Byzacena</i>: aspetti storici e archeologici

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    Diverse fonti, storiche ed epigrafiche, testimoniano la diffusa esistenza di diocesi rurali nelle provinciae dell'Africa proconsolare, sebbene queste venissero considerate come manifesta negazione delle disposizioni conciliari che, a varie riprese, avevano rimarcato la non liceità della costituzione di diocesi non solo nei saltus, ma anche nei vici e nelle modicae civitates, affinchè non fosse svilita la dignità episcopale. Il presente contributo prende lo spunto anche dalla documentazione attestante la controversia tra vescovi cattolici e donatisti, per tracciare un quadro della diffusione del cristianesimo africano, a partire dalle provinciae della Proconsularis e della Byzacena

    Nuovi documenti epigrafici della Sardegna bizantina

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    La documentazione epigrafica bizantina della Σαρδηνία si è arricchita in anni recenti, a fronte di un ridotto numero di testi lapidari greci e latini, tra cui il frammento di Bosa con la menzione di un Cεργ(ίoς) e una colonnina del battistero di Corpus con l’iscrizione di un Eϋτ[ικoς], entrambi del VI secolo, di un ampio novero di elementi dell’instrumentum, in cui rientrano secondo la tradizione mommseniana anelli digitali, spilloni crinali, tesserulae, exagia e sigilli. Gli scriventi hanno presentato in un volume del 2004 I sigilli bizantini della Σαρδηνία, l’edizione di tutta la documentazione sfragistica nota della Sardegna, rappresentata, in particolare, dai rinvenimenti del sito di San Giorgio di Sinis nell’ager tharrensis. A distanza di tre anni dalla pubblicazione di quel testo si presentano in questa sede 19 documenti dell’instrumentum pertinenti a due aree della Σαρδηνία: da un lato due località rispettivamente dei comuni di Suelli (frazione di Sisini) e di Siurgus Donigala, all’estremità nord-orientale del territorio caralitano, al confine con la Barbaria, dall’altro ancora il fertile sito di San Giorgio di Sinis

    Da Τάρραι πóλισ al <i>portus sancti Marci</i>: storia e archeologia di una città portuale dall’antichità al Medioevo

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    Nella tradizione degli studi antichistici su Tάρραι le analisi sulla portualità della città rimontano al secolo XIX, con una localizzazione univoca dello scalo di Tharros (definito come bimaris) nel bacino orientale del “Mare morto” del Golfo di Oristano. Il presente lavoro ripercorre cronologicamente la storia del porto di Tάρραι, dalla protostoria al Medioevo, soffermandosi sulle fonti medievali, portolaniche e documentali, e sulle carte nautiche relative al portus sancti Marci

    Ricerche di archeologia subacquea nell'area del <i>Korakodes portus</i>

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    Il presente studio espone i risultati della ricognizione archeologica condotta nell'area circostante l'isolotto di Sa Tonnara e nella parte più occidentale della rada, nella quale si localizza con ogni probabilità l'antico Korakodes portus

    La Cristianizzazione dell'ambiente rurale in Sardegna

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    Nei decenni che intercorrono tra l'Editto di Costantino e il riconoscimento del Cristianesimo come religione di stato da parte di Teodosio, anche la Sardegna dovette conoscere una netta contrapposizione tra le civitates, caratterizzate da una larga maggioranza cristiana e una minoritaria élite municipale legata alla religione avita, e le campagne dove la popolazione, ad onta di sei secoli di romanizzazione, viveva prevalentemente pagatim, perpetuando forme culturali millenarie, soprattutto per quanto concerne i culti

    Il Relitto tardo-antico di Mandriola-A

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    Una grossa concentrazione di materiali fittili in un fondale di circa 5 metri, a 50 metri dallo scivolo per imbarcazioni in località Mandriola (comune di San Vero Milis), venne individuata nel 1967, nel corso di alcune ricognizioni effettuate da Bobo Lutzu, anche se il giacimento fu acquisito alla letteratura archeologica solamente venti anni dopo, in occasione della notizia preliminare sul relitto A di Cala Reale (Asinara I). Nel corso della breve campagna di indagine condotta nel mese di settembre del 2005 sono stati prelevati alcuni di tali campioni fittili, che hanno consentito di precisare meglio la cronologia del relitto e di fare qualche altra considerazione, in rapporto soprattutto alla provenienza del carico e, più in generale, alla frequenza di alcune rotte

    La Basilica paleocristiana di Uchi Maius = La Basilique paleochretienne d'Uchi Maius

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    Studio sulla basilica paleocristiana di Uchi Maius, che testimonia in modo diretto la presenza della comunità cristiana tra il IV e VI secolo

    Mare Sardum: merci, mercati e scambi marittimi della Sardegna antica

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    Il mare Sardum, il mare che porta in Sardegna, è analizzato in questo volume attraverso lo studio delle fonti letterarie, epigrafiche ed archeologiche. L'isola di Sardegna ci appare aperta alle rotte ed alle correnti culturali dell'Oriente e dell'Occidente a partire dalla navigazione micenea del XIV sec. a.C. Le fonti mitografiche illuminano questo moto pendolare in cui è inserita la grande isola mediterranea. A partire dalla fondazione delle prime città fenicie, nella seconda metà dell'VIII sec. a.C., al periodo del dominio di Cartagine e a quello di Roma, i principali porti sardi sono centri di redistribuzione di merci e culture e poli d'imbarco delle risorse della Sardegna. Nel volume sono studiate le tipologie dei porti isolani, in cui sembra rilevante la localizzazione alla foce dei fiumi e sulle sponde di insenature, destinate a mutarsi in lagune. La documentazione archeologica ed iconografica delle naves sardae è esaminata nella sua interezza, con riferimento particolare alle navi di Sulci e di Olbia. Chiude il lavoro un catalogo dei relitti e dei rinvenimenti subacquei delle coste della Sardegna
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