51 research outputs found

    Introduction

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    Exercises in modelling: textual variants

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    The article presents a model for annotating textual variants. The annotations made can be queried in order to analyse and find patterns in textual variation. The model is flexible, allowing scholars to set the boundaries of the readings, to nest or concatenate variation sites, and to annotate each pair of readings; furthermore, it organizes the characteristics of the variants in features of the readings and features of the variation. After presenting the conceptual model and its applications in a number of case studies, this article introduces two implementations in logical models: namely, a relational database schema and an OWL 2 ontology. While the scope of this article is a specific issue in textual criticism, its broader focus is on how data is structured and visualized in digital scholarly editing

    Studi sul Lancelot en prose

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    In questa tesi è stato studiato il romanzo di Lancelot in prosa, a partire dai testimoni manoscritti del romanzo e seguendo due linee di indagine principali: le redazioni, ovvero i testi che danno forma al testo, e la dinamica tra di esse; l'ambiente in cui i testi e i manoscritti sono stati prodotti e nel quale hanno inizialmente circolato. L'ultimo capitolo, dedicato alla collazione automatica, risulta funzionale all'indagine sulla tradizione e permette di affrontare ulteriori questioni metodologiche. Nel primo capitolo, ci si è concentrati sui tempi e sui luoghi di composizione del Lancelot. La localizzazione dei manoscritti più antichi, tra Champagne e Borgogna, ben si accorda con lo spostamento della materia arturiana sul continente operata nel romanzo, che fa abile riuso delle cronache, e con l'ancoraggio a luoghi reali francesi, rispetto ad un territorio insulare più fantastico. Il Lancelot, vicino alla storiografia di stampo aristocratico per procedimenti di scrittura e valori proposti, potrebbe essere stato composto nei territori anglo-angioini persi dopo il trattato di Chinon (1214) – quando la nobiltà di queste terre dovette trovarsi in una situazione simile a quella di Ban de Benoyc, padre di Lancillotto, all'inizio del romanzo–; oppure, in un ambiente assai fertile per la materia di Bretagna, ovvero la Champagne, negli ultimi anni di autonomia prima dell'annessione alla corona francese. L'inserimento nella trilogia Lancelot-Queste-Mort Artu, invece, potrebbe essere avvenuta in un ambiente di influenza anglo-angioina, come indicano la dedica al re Enrico – e il conseguente riferimento a Gautier Map– e la provenienza anglonormanna dell'altro gruppo di manoscritti datati entro la prima metà del XIII secolo. Nel secondo capitolo si è affrontata la tradizione manoscritta di un blocco del romanzo, seguendo le direttrici metodologiche esposte nell'Introduzione. Dall'analisi emerge che, nel Galehaut, alcuni manoscritti di ragguardevole antichità presentano alternativamente lezioni delle redazioni breve e lunga: invece di ipotizzare l'esistenza di una redazione intermedia, frutto di una contaminazione di lezioni, si è proposto di considerarli testimoni di una redazione lunga (Lb) anteriore a quella comunemente definita tale (e ribattezzata La). Un antecedente di Lb, piuttosto che della redazione La, potrebbe inoltre essere alla base della redazione breve del romanzo. Di quest'ultima vengono messi in luce il carattere spiccatamente religioso, di spirito ortodosso, l'interesse per la morale e per il governo. Nel capitolo terzo l'attenzione è rivolta ad un testimone d'eccezione, uno dei più antichi manscritti a conservare il Lancelot e latore di una redazione mista, che passa dalla lunga alla breve, Paris BnF fr. 1430. L'analisi del codice indica che si tratta di un manoscritto di pregio, senza essere un oggetto di lusso, che integra, nell'apparato decorativo e nella lingua, elementi champenois con altri anglonormanni. Esso potrebbe essere stato prodotto in Champagne da un copista inglese. Il manoscritto si apre con il testo della redazione lunga (La), ma prosegue, a partire dall'episodio della Valle dei falsi amanti, con quello della redazione breve (B). Si tratta però di una versione particolare di quest'ultima (che abbiamo chiamato Bb), comune al gruppo 1430 e al codice di Grenoble. La redazione Bb, seppur presenti le scorciature della redazione breve, è l'unica a conservare la totalità e il corretto ordine della narrazione nella parte finale del blocco Galehaut: in questa porzione di testo, infatti, la redazione lunga inverte due episodi e la breve ne omette altri, compromettendo in entrambi i casi la logica e la fruibilità del racconto. Nel passaggio, poi, tra Galehaut e Charrette la redazione Bb, che si discosta sia dalla lunga che dalla breve, potrebbe essere la più vicina all'originale e non un rimaneggiamento. Il manoscritto 1430 è, inoltre, il più antico testimone ad integrare la figura di Galaad in aggiunta a quella di Perceval, aprendo dunque all'impianto ciclico del testo. Le sue caratteristiche codicologiche, champenoises e anglonormanne al contempo, potrebbero renderlo un testimone chiave, non solo per la formazione della redazione breve, come visto, ma anche per la formazione del ciclo, nel passaggio da un Lancelot propre francese a una trilogia composta nella mouvance anglo-angioina. Si torni, infine, ancora una volta sui caratteri della redazione breve: religiosità ortodossa, in primis, e forse una particolare attenzione alle questioni di governo. Questa riscrittura potrebbe provenire da ambienti monastici, nei quali donne potenti spendono l'ultima parte della loro vita – che, si ricordi, non sempre coincide con la vecchiaia–; la rete di conventi e abbazie potrebbe inoltre aver facilitato la circolazione tra Francia e Inghilterra. Si potrebbe a questo punto perfino ipotizzare che la creazione della redazione breve e della trilogia siano frutto dello stesso momento compositivo1, ipotesi che lasceremo però, in conclusione di questa tesi, da valutare in studi futuri. L'ultimo capitolo della tesi contiene anch'esso una questione aperta per il futuro: nella sezione Interpretazione e critica del testo, in particolare, abbiamo riflettuto sull'importanza di una valutazione critica dei procedimenti che utilizzano le ormai non nuove tecnologie e, nella sezione Critica del manoscritto base, si è trattato del legame tra innovazione metodologica e innovazione tecnica. Dalla storia della collazione automatica qui velocemente percorsa emerge la complessità dell'interazione tra filologia e informatica, dovuta in gran parte alla necessità di scomporre e rendere espliciti i momenti dell'analisi. Per riprendere, infine, le parole d'apertura di Ferdinand Lot, questa tesi, ci auguriamo, contribuisce a rendere il Lancelot in prosa sempre più conosciuto, oltre che celebre

    Producing Scholarly Digital Editions

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    Risorse e sfide per la collazione automatica di testi medievali

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    Collation is one of the first philological activities for which the use of computers has been considered. Already during the 60’s, algorithms for semi-automatic collation came to light. This article pursues their development, focusing on a specific type of materials: medieval vernacular texts. The linguistic resources available nowadays for these materials allow to design a collation pipeline, following the architecture proposed by the Gothenburg model: the text of each witness is annotated with linguistic information; the alignment is made on the lemma, in order to neutralize the orthographic variation; eventually, the linguistic annotation is used to identify categories of variants. While most of the steps in this pipeline have been conceived earlier in the history of semi-automatic collation, they were partially carried out manually; the possibility of automatize them might influence the adoption of computers for the collation of medieval vernacular texts

    [Review of:] Kirschenbaum, Matthew G. Track Changes: A Literary History of Word Processing. The Belknap Press of Harvard University Press, 2016.

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    What is a Literary history of word processing? The importance of this book and its innovative nature is brilliantly summarized in its title. Matthew Kirschenbaum’s essay «seeks to narrate and describe in material and historical terms how computers, specifically word processing, became integral to literary authorship and literary writing» (p. xiii). The book follows a diachronic path, in particular a«reverse chronological trajectory [...], sometimes identified with what is called media archaeology» (p. xv). The focus of each chapter is however mostly thematic. This review will go through all of them, some more superficially than others

    Collating Medieval Vernacular Texts. Aligning Witnesses, Classifying Variants

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    International audienc

    Querying Variants: Boccaccio's ‘Commedia' and Data-Models

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    This paper presents the methodology and the results of an analytical study of the three witnesses of Dante's Commedia copied by Giovanni Boccaccio, demonstrating how these extraordinary materials allow us to further our knowledge of Boccaccio's cultural trajectory as a scribe and as an author. In the first section, the manuscripts and their role in previous scholarship are introduced. A thorough analysis of a choice of variants is then offered, applying specific categories for organizing the varia lectio. This taxonomy shows how fundamental it is to combine the methodological tools for studying copies (as usual in medieval philology) and those for studying author’s manuscripts (as usual in modern philology) in dealing with the three manuscripts of Boccaccio’s Commedia: in fact, the comparative analysis of the three manuscripts has much to reveal not only of their genetic relationship but also of Boccaccio's editorial practices. Furthermore, the analytic categories inform the computational model behind the web application La ‘Commedia’ di Boccaccio, <http://boccacciocommedia.it/>, created for accessing and querying the variants. The model, implemented in a relational database, allows for the systematic management of different features of textual variations, distinguishing readings and their relationships, without setting a base text. The paper closes on a view to repurposing the model for handling other textual transmissions, working at the intersection between textual criticism and information technology

    [Flyer of:] Workshop on Scholarly Digital Editions, Graph Data-Models and Semantic Web Technologies

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    Flyer for the international GraphSDE2019, putting together scholars from all over the world for discussing the advancement in the use of graph data-models and semantic web technologies for scholaryl editing

    Gustave Roud, « Œuvres complètes ». Edizione digitale e RDF

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    The poster presents the ongoing project ‘Gustave Roud, Œuvres complètes’ of the University of Lausanne. In particular, we focus on the technical choices and on the software infrastructure used, which is a framework called Knora (RDF, OWL, RESTful API)
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