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    «IN ALTO I CUORI / L’ITALIA CAMBIA VERSO». DISCORSO POLITICO E INTERAZIONE NEI SOCIAL NETWORK

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    Scopo della comunicazione è studiare la presenza dei politici italiani nei due social network con maggior numero di utenti (Facebook e Twitter). Nel dibattito sviluppatosi negli ultimi anni è stato sottolineato come il passaggio dal web 1.0 al web 2.0 (e ormai quasi 3.0) abbia portato a un avvicinamento fra politici e utenti/elettori/cittadini (in quest’ordine). Nel più generale contesto di “disintermediazione della comunicazione” (Bentivegna 2002), si è pensato (forse ci si è illusi) che il superamento del filtro rappresentato dai media tradizionali avrebbe creato un rapporto diretto fra politici e cittadini, quasi del tipo “dal produttore al consumatore”. Recenti lavori (ad esempio Spina 2012) hanno invece mostrato come, a fronte della massa di messaggi presenti nei profili e nelle pagine dei SN riconducibili a esponenti politici, solo una parte di questi è costituita da scambi bidirezionali fra l’esponente politico e uno (o più utenti). L’ipotesi sviluppata nel contributo è che scopo primario della presenza dei politici sui social network non è tanto quello di creare un contatto bi-direzionale con gli utenti/elettori/cittadini, ma quello di poter gestire la comunicazione mono-direzionale in modo più diretto e immediato, senza il filtro (anche linguistico) dei media tradizionali. Allo scopo di verificare questa ipotesi sono stati monitorati il profilo Twitter e la pagina Facebook di Beppe Grillo e di Matteo Renzi. La scelta di soffermarsi su questi personaggi politici è dettata essenzialmente da due motivi: il primo è che Grillo e Renzi sono i due politici italiani con il maggior seguito sui social network (un milione e mezzo di followers su Twitter e altrettanti seguaci su Facebook Grillo, quasi novecentomila su Twitter e quasi seicentomila su Facebook Renzi); il secondo è che entrambi trovano in rete il terreno loro più congeniale, in quanto conoscono molto bene i meccanismi del web, le sue potenzialità e i suoi limiti, che essi sanno sfruttare a proprio vantaggio. In particolare, l’analisi si è concentrata sui seguenti aspetti: 1) Tipologia dei post (notizie sull’attività politica e su iniziative, commenti su avvenimenti o su dichiarazioni di altri politici, ecc.) 2) Tipologia delle interazioni che vengono a crearsi, distinguendo tra: 2a) le interazioni fra il politico e gli utenti; 2b) le interazioni fra gli utenti 3) Caratteristiche linguistico-testuali dei post, loro grado di coerenza con la “lingua del web” (nei diversi livelli dell’analisi linguitica) e grado di coscienza metalinguistica e metapragmatica per l’(auto)identificazione delle due diverse comunità di utenti La considerazione di questi aspetti contribuisce a delineare le differenti strutture partecipative che caratterizzano l’interazione nei profili e nelle pagine dei due leader politici. Tale definizione costituisce il primo passo per individuare le differenze di carattere linguistico-testuale fra i due esponenti politici e i loro seguaci nei diversi tipi di post e nei diversi tipi di interazione considerati

    L'italiano "cantato" tra modulazione diafasica, tradizione canzonettistica e accesso alla variabilitĂ 

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    Lo studio della lingua e della testualità nella canzone non può limitarsi a riproporre il modello analitico impiegato, peraltro assai fruttuosamente, nel corso dell’ultimo ventennio volto a indagarne usi e funzioni espressivi e qualità strutturali. Questo modello, come è noto, approccia il testo della canzone nella sua natura di espressione principalmente artistico-letteraria e sulla base di questo legittimo punto di vista ha dato luogo a ottime analisi che si sono però concentrate soprattutto sugli aspetti diamesico-diafasici che hanno modulato la formazione in questi ultimi anni di generi musicali e profili artistici individuali. I lavori più noti in questo ambito (Scrausi 1996, Scholz 1998, Antonelli 2010) hanno analizzato la lingua della canzone nei termini della definizione della distanza (quindi della variazione) fra le diverse tipologie di scrittura associate ai generi musicali e lo standard linguistico-testuale sedimentato dalla tradizione. Tale distanza è stata definita sulla base del diverso grado di penetrazione nel testo di tratti del parlato e dei registri colloquiali. Mimesi del parlato e mantenimento/ripresa/trasformazione della tradizione (linguistica) canzonettistica italiana novecentesca legata spesso alla lingua paraletteraria del melodramma sono, dunque, al centro di questi lavori. L’idea di variazione che viene fuori resta, tuttavia, piuttosto monodimensionale e unidirezionale. Lo è soprattutto in quanto le relazioni fra le varietà sembrano muoversi in una direzione lineare dallo standard verso la galassia del non standard di cui si isolano per lo più i soli addensamenti diafasici. Sembrano dunque restare escluse dall’interesse analitico forme e modelli di variazione che seguono vie diverse. In primo luogo, occorrerebbe ragionare sul concetto di standard e domandarsi se gli autori dei testi condividano lo stesso modello di standard e se tutti abbiano la stessa possibilità/capacità di accedervi. Queste domande chiamano in causa l’irrisolto nodo teorico della consapevolezza della variazione. In seconda battuta, e in conseguenza del primo punto, si dovrebbe allargare il campo a tutte le dimensioni della variazione e a tutte le varietà del repertorio, comprese le varietà dialettali. Nella prospettiva degli studi appena citati anche l’impiego delle varietà dialettali è stato letto prevalenetemente in chiave di modulazione diafasica e di mimesi del parlato. E però, proprio dalla riflessione sulla funzione del dialetto nella canzone possono crearsi i presupposti per l’elaborazione di un modello esplicativo della variabilità della lingua della canzone che vada oltre la relazione standard-variazione di registro. Su questa linea si muovono recentissimi lavori (ad esempio Sottile 2013) che, sulla scorta della più generale attenzione riservata alla rivitalizzazione e rifunzionalizzazione dei dialetti, indagano le ragioni della scelta (anche) del dialetto quale strumento linguistico in grado di assolvere, nel testo canzone, a diverse esigenze. Un modello di analisi di questo tipo dovrebbe essere pluridimensionale e policentrico, in quanto diversi sono non solo i campi di variazione coinvolti ma gli stessi modelli linguistici di riferimento dei singoli autori. Va da sé che, nel definire la natura policentrica del modello di analisi, la diatopia venga ad assumere un ruolo di protagonista, di motore della variabilità (anche) della lingua della canzone e non più solo di sfondo. In diatopia si formano i modelli linguistici del parlato filtrati, a loro volta, e fissati in diamesia dallo scritto per essere cantato. Così, da oggetto di un gioco mimetico, il parlato nel testo della canzone passa ad assolvere a una funzione di indicatore della variabilità linguistica, tesa non soltanto a soddisfare esigenze espressive, ma a riproporre le reali condizioni d’uso e della “lingua variabile”

    PARLANTE, IDENTITÀ E (ETNO)TESTO FRA STORIA DELLA LINGUA E DIALETTOLOGIA. L’ESPERIENZA DELL’ATLANTE LINGUISTICO DELLA SICILIA

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    Vengono discusse le relazioni che intercorrono tra il testo e tutti i suoi elementi costitutivi (interni ma soprattutto esterni). L’attenzione è rivolta in particolare al progetto dell’Atlanete Linguistico della Sicilia. A proposito del rapporto scritto/parlato viene richiamata quella dimensione che Koch e Oesterreicher definiscono “concezionale” e che ha riorganizzato la dicotomia fra polo dello scritto e polo dell’orale (cfr. Koch e Oesterreicher 2001, Koch 2005 e 2009). Interpretare la variazione testuale in termini di modo di “concepire” il testo come un continuum fra i poli della vicinanza e della distanza comunicativa consente di collegare il testo alle sue condizioni storiche, sociali e culturali di produzione, ivi comprese i rapporti fra il suo produttore e il suo fruitore

    The Italian Almond Industry: New Perspectives and Ancient Tradition

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    The almond industry in Italy presents a high degree of structural variability that is determined by the jeopardized coexistence of old, traditional orchards and new plantations that differ each other not only in terms of age but also mainly in terms of orchard system. Apulia and Sicily still remain the most important production areas where the 90% of the almond orchards are concentrated. In this southern part of Italy, almond and its derivatives still remain really important. In the last two decades, the Italian almond industry did not show a regular trend, neither with respect to production nor to acreage. An innovative almond industry revealed its consistency year after year since 2000: self-fertile cultivars, clonal rootstocks and new planting design ideal for mechanization were the most important technical aspects which revealed a new way to set up almond orchards. As a matter of fact, the Italian almond industry is still characterized by two strongly different structures: a traditional one, which is based upon old cultivars and orchard systems, with unsatisfactory yields indeed, and an innovative one which is really interesting and appears to be able to partially renew the sector. Technical aspects on this new way to obtain innovative almond orchards and their perspectives are here reported mostly in terms of technical choices

    Relazione tecnica sulla PSU board (Power Supply Unit) del CubeSat HERMES (High Energy Rapid Modular Ensemble of Satellites): Struttura e circuito implementato per le linee di alimentazione della FEE.

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    Descrizione sull’implementazione del controllo delle linee di alimentazione per la FEE da parte della PSU board (5V0_FEE, 3V3A_FEE e 3V3D_FEE)

    Relazione tecnica sul circuito avanzato di protezione dasovracorrente con INA300 eprotezione da Latch-Up

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    Nel seguente documento si riportano le scelte progettuali per realizzare le protezione da sovracorrente per i Cubesat del progetto HERME

    Relazione tecnica sulla PSU board (Power Supply Unit) del CubeSat HERMES (High Energy Rapid Modular Ensemble of Satellites): Struttura e circuito implementato per le linee di alimentazione della BEE.

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    Descrizione sull’implementazione del controllo delle linee di alimentazione per la BEE da parte della PSU board (3V3_BEE e 5V0_BEE)

    Relazione tecnica sulla PSU board (Power Supply Unit) del CubeSat HERMES (High Energy Rapid Modular Ensemble of Satellites): Struttura e circuito implementato per le linee di alimentazione del detector 2V0 e HV

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    Descrizione sull’implementazione del controllo delle linee 2V0 e 12V0 di alimentazione della PSU board. Queste sono le tensioni di alimentazione del fotorivelatore SDD
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