15 research outputs found

    REPRESENTING INTANGIBLE CULTURAL HERITAGE OF HUMANITY: FROM THE DEEP ABYSS OF THE PAST TO DIGITAL TWIN AND XR OF THE NEANDERTHAL MAN AND LAMALUNGA CAVE (ALTAMURA, APULIA)

    Get PDF
    The Altamura Man and the paleontological remains are situated within a complex context encompassing logistical, geological, paleoenvironmental, and cultural perspectives. This context is exceptionally well-preserved but also fragile, requiring its preservation due to its unique nature. Unresolved inquiries exist in various disciplines, such as archaeology, biocultural studies, ecology, and geology, pertaining to karst formation, taphonomic dynamics, and the cultural and ecological context of the Neanderthal individual found in the cave. Interdisciplinary research was necessary to address these complex questions and understand the broader context of the Lamalunga Cave. Climate change also necessitated attention to preserving the cave’s microclimate and monitoring potential biodegradation. Digital technologies, including photogrammetry and laser scanning, were crucial for monitoring and safeguarding the cave’s cultural heritage. Digital representation, 3D modelling and Digital Twin were essential for managing the cave’s intricacies, analysing its values, and enhancing visual communication. The management of the Lamalunga cave aimed to promote scientific interpretation, safeguard the cave, and provide tools for understanding, storytelling, and further investigation. It was essential to utilise available methodologies and technologies while avoiding destructive interventions. Contemporary technologies have revolutionised the archaeological and paleoanthropological domains, enabling remote study and preservation. Protecting and comprehending the cultural heritage of the cave is linked to its usability, which can be enhanced through digital documentation methodologies to inform visitors about the karst context and promote social and economic development

    APPLICAZIONE DI UN PROTOCOLLO ANALITICO NON DISTRUTTIVO MULTIPARAMETRICO PER LO STUDIO DELLE SELCI: DATI PRELIMINARI DA ALCUNI SITI NEOLITICI DELLA PUGLIA

    No full text
    Negli ultimi decenni, la ricerca archeometrica sulle ossidiane ha permesso di definire un quadro abbastanza chiaro di quella che è stata la circolazione nel Mediterraneo centrale in età preistorica, a differenza di ciò che è avvenuto per la selce. Gli studi archeometrici sui materiali selciferi sono relativamente meno numerosi e discontinui nello spazio e nel tempo. Le difficoltà nell’individuare chiari caratteri discriminanti per riconoscere le provenienze, rende più difficile comparare materiali da diverse regioni e ricostruire le antiche vie di circolazione. Le attuali conoscenze archeologiche sulla circolazione della selce nel Mediterraneo centrale identificano il Promontorio del Gargano come uno dei principali giacimenti primari. Inoltre, il Gargano è posizionato su uno degli ipotizzati percorsi di diffusione del Neolitico nell’Italia meridionale, ovvero il ponte di isole adriatiche che collegano la Croazia meridionale con la Puglia. I dati petrografici e chimici precedentemente ottenuti su una selezione di 50 campioni di selce dai distretti estrattivi e da affioramenti geologici in area garganica hanno fornito un database di riferimento da comparare con i nuovi dati ottenuti da strumenti in selce e debitage provenienti dai siti di Scaloria, Masseria Candelaro, Monte Aquilone (Tavoliere) e Balsignano e Madonna delle Grazie (Murge). Nuovi dati colorimetrici (CIELAB) e chimici (pED-XRF) su 80 campioni archeologici mostrano che la maggior parte dei manufatti del Tavoliere, con pochi campioni di area murgiana, condividono le stesse caratteristiche chimiche e cromatiche. Inoltre, le selci di Madonna delle Grazie e Balsignano mostrano dei raggruppamenti composizionali non compatibili con quelli dei distretti estrattivi del Gargano. Le dimensioni ridotte di molti di questi manufatti indicherebbe l’uso di giacimenti secondari di selce, probabilmente riconducibili ai depositi continentali del Tavoliere, non ancora caratterizzati
    corecore