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    Sicurezza, libertà e dignità nel licenziamento individuale

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    Il tema classico del licenziamento individuale costituisce oggetto della presente analisi giuridica attraverso la relazione tra norme/principi costituzionali e rapporti interprivati. Nel conflitto tra potere organizzativo dell’imprenditore e interesse del lavoratore all’integrità della condizione di occupato, il controllo giudiziale può avere un ruolo fondamentale mediante la cosiddetta reintegrazione nel posto di lavoro o tramite forme di tutela idonee ad impedire che l’attività economica produca un «danno» alla sfera personale dei soggetti coinvolti nel processo produttivo. Il contributo si propone di verificare se, sul piano teorico e giurisprudenziale, data la rilevanza e legittimità della libera iniziativa economica, il secondo precetto contenuto nel capoverso dell’art.41 Cost., possa considerarsi norma giustificativa non solo della tutela reintegratoria del posto di lavoro ma di un più generale controllo giudiziale sulla attività di impresa.This paper focuses on the classic issue of individual dismissal in terms of the relationship between constitutional principles and contract law. The balance between the employer’s power and the worker’s interest in keeping his job is regulated by judicial decisions, which is done under two sets of laws: those covering reinstatement and measures protecting employees against personal ‘damage’ during the production process. Both by following a normative approach and by examining case law, the essay aims to determine whether the second part of paragraph two of Article 41 of the Constitution could be interpreted as a key rule to justify reinstatement and judicial control of the exercise of economic freedom

    Nursing Home and Vaccination Consent: The Italian Perspective

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    Since the beginning of the Covid-19 pandemic, many countries have begun vaccination campaigns, with different methods and timelines, with the goal of vaccinating over 75% of the population and thus achieving herd immunity. Initially it was necessary to identity the categories of citizens who should be the first to receive the vaccines, on the basis of scientific evidence. On the basis of this information, elderly residents in nursing homes and the staff who care for them should be the highest priority subjects for vaccination. In this context, obtaining informed consent to Covid-19 vaccination presents a considerable challenge, as the advanced age and frequent comorbidities of a significant number of the residents may mean that they are incapable of expressing consent themselves. The legislation of various Western nations substantially agrees on the general principle that those capable of judgement must be asked for their consent for healthcare services, and that even those with psychological weaknesses that limit their full ability to decide must be involved in these decision-making processes. The article can help systematize the processes to be implemented to protect the health of individuals as members of a close and fragile communit

    Lavoro a tempo parziale tra contrattazione collettiva «pirata» e «alternativa»

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    Il saggio esamina la relazione tra contratti «pirata» e contrattazione collettiva nazionale delle organizzazioni datoriali e sindacali minori attraverso la chiave di lettura dei contenuti normativi riferiti agli istituti del contratto di lavoro a tempo parziale. Dalla comparazione tra disposizioni dei contratti collettivi di categoria di alcuni settori produttivi (commercio, terziario, distribuzione e servizi, telecomunicazioni) su trattamenti inerenti al lavoro supplementare, al lavoro straordinario e alle clausole elastiche emerge una dimensione critica e di generale riduzione delle tutele dei lavoratori. L’Autore prospetta la soluzione di un contratto «corsaro» o terzo contratto simile a quello ex art. 7, c. 4, d.l. n. 248/2007, in materia di trattamento economico minimo del socio lavoratore di cooperative per tutelare i lavoratori e difendere la concorrenza tra datori di lavoro

    La via giurisprudenziale europea per la tutela risarcitoria dei precari pubblici

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    Il contributo esamina la tutela dei lavoratori assunti con forme di impiego flessibile nel comparto pubblico e analizza i meccanismi sanzionatori che presidiano le forme di abuso. Sono noti i problemi giuridici collegati alla configurazione di un sistema rimediale idoneo a rimuovere definitivamente le conseguenze dell’illecito subìto dai lavoratori pubblici precari, specie per quanto attiene all’istituto del contratto di lavoro a tempo determinato. I diversi e alternativi percorsi interpretativi enucleati in sede giurisprudenziale derivano dalla generale previsione indicata dal legislatore relativa al divieto di costituzione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato con le medesime pubbliche amministrazioni, senza la precisa individuazione della natura e della tipologia di sanzione. Un dato normativo, tuttavia, appare certo ed è rintracciabile nella formulazione che prevede che «il lavoratore interessato ha diritto al risarcimento del danno derivante dalla prestazione di lavoro in violazione di disposizioni imperative» (art. 36, comma 5, d. lgs. n. 165/2001). In proposito, le Sezioni unite della Suprema Corte e la Corte di Giustizia sono state chiamate ad elaborare un parametro risarcitorio e hanno optato per una misura indennitaria (secondo i canoni forniti dall’art. 32, commi 5 e 7, l. n. 183/2010, oggi art. 28, comma 2, d.lgs. n. 81/2015), dichiaratamente non equivalente a quella applicata nel lavoro privato, in cui è prevista la conversione a tempo indeterminato
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